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Autore: AmeliaWitch    16/01/2011    4 recensioni
Harry Potter e Severus Piton stringeranno un’alleanza improbabile , l’uno per riavere i proprio genitori e l’altro per riscattarsi dalle colpe del passato.
Dal capitolo VIII :
“Maledetto libro, vorrei sapere cosa contieni di tanto importante che potrebbe interessare a me e a quello stupido Potter?!” gridò Severus rivolto al libro che teneva in grembo. Quella domanda , piena di esasperazione , ebbe un effetto imprevedibile. Le pagine iniziarono a girare da sole, come se un soffio di vento le facesse muovere, e si fermarono solo dopo essere arrivate ad un brano intitolato “Anime sulla soglia”.
Severus afferrò di getto il libro , come temesse di vederlo richiudere e sparire davanti ai suoi occhi. Velocemente lesse le prime frasi del testo e subito il suo animo si riempì di una gioia e una paura immensa. I suoi desideri potevano ,veramente, diventare realtà?
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Buon compleanno Severus Piton I personaggi non mi appartengono e la storia non è scritta a scopo di lucro.
Piccola precisazione: la storia è ambientata durante il settimo anno di scuola di Harry,
che ha già sconfitto Voldemort e distrutto gli Horcrux alla fine del sesto anno, perciò molti personaggi sono ancora vivi e vegeti!
Poi chissà... Buona lettura!


Severus Piton odiava le vacanze natalizie più ogni altra cosa. Le luci,la gioia, i regali tutto lo disturbava in quel periodo dell'anno. Quel giorno a farsi beffa di lui si era messo anche il tempo, infatti, nel cielo di inizio Gennaio brillava un  Sole più luminoso  del normale per quella stagione, che diffondeva un tepore piacevole per tutti, tranne che per lui.
Sapeva già che Silente sarebbe venuto a cercare di tirarlo fuori dal suo buco di solitudine, perché infondo in quel periodo non si può stare soli!, avrebbe detto , cercando di infondergli un’allegria che non voleva.
 Lui voleva stare solo e sperare che il tempo passasse in fretta, perché non aveva nulla da festeggiare, perché non si meritava niente,perché aveva messo in pericolo la donna che amava e la sua famiglia ed era , quindi, anche colpevole della sua morte.
Lui non si meritava nulla , perché non c’era punizione ,che potesse riscattarlo da quel crimine , eccetto la solitudine e l’odio di se stesso per il resto dei suoi giorni.
Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando sentì bussare alla porta.
Alzò gli occhi al cielo e si diresse alla porta ,pronto ad affrontare l’ennesimo tentativo di Silente, o di qualche altro docente , di fargli venire un briciolo di voglia di vivere. Aprì ma davanti a sé non trovò niente, cominciò, perciò, a riempirsi di rabbia convinto che uno studente avesse osato fargli qualche scherzo, ma prima di sbattere la porta si accorse che per terra c’era un pacchetto di carta scura. Lo raccolse e lo portò dentro.
Iniziò a rigirarsi il pacchetto tra le mani per trovare qualcosa , che ne indicasse il mittente, ma non trovò niente che potesse soddisfare la sua curiosità. Fece un lungo elenco mentale ma nessuna persona che gli venne in mente gli avrebbe mai fatto un regalo, alcuni perché non lo sopportavano , altri perché non avrebbero mai rischiato la propria vita in un gesto cosi stupido.
Passò del tempo e quando finalmente si decise ad aprire il pacchetto, che in quel momento giaceva sulla scrivania davanti a lui, bussarono di nuovo alla porta dello studio. In un primo momento pensò di far finta di non esserci ma ,poiché chi bussava non aveva intenzione di demordere, si alzò malvolentieri dalla sedia e spalancò la porta,tentando di avere un’espressione più aggressiva possibile in modo da far capire che era stato disturbato.
Bisogna dire che quel atteggiamento avrebbe scalfito le buone intenzioni di chiunque, tranne  , ovviamente, quelle di Silente, che gli rivolse un bel sorriso e disse:
“ Felice anno nuovo Severus! è da un po' che te ne stai rinchiuso quaggiù, posso entrare un attimo?”
“ Prego Albus” rispose Piton , che avrebbe voluto rispondere tutt’altro.
“ Penso di sapere già a cosa è dovuta questa visita. Quindi non devo dirti nulla, perché sai già qual è la mia opinione.”
Il preside gli rivolse uno sguardo deluso e disse: “ Non puoi vivere cosi. Sono anni che ti conosco , forse sono la persona che ti conosce meglio sulla faccia della Terra ed è per questo che so di poterti dire ,caro Severus, che ti sei punito abbastanza per tutto. Hai fatto molte scelte sbagliate nella tua vita, è vero, ma poi hai capito e ti sei adoperato per rimediare ai tuoi errori. Il resto non è successo a causa tua…Severus , la guerra magica è finita.  Voldemort sconfitto. Harry ce l’ha fatta anche grazie a te. Hai protetto ed aiutato il figlio di Lily, non è un giusto riscatto per le tue colpe?...”
“NON C’ E’ RISCATTO PER LE MIE COLPE! SE NON AVESSI RIPORTATO LA PROFEZIA A VOLDEMORT LEI SAREBBE ANCORA VIVA, INVECE NON C’ E’ PIU’ E SUO FIGLIO E’ DOVUTO CRESCERE SENZA NESSUNO CHE LO AMASSE! CERTAMENTE NON BASTA AVER FATTO LA SPIA PER L’ORDINE PER PULIRMI LA COSCIENZA, DOVREBBE VENIRE A DIRMELO LILY CHE E’ TUTTO A POSTO, CHE POSSO RICOMINCIARE A VIVERE, MA LEI NON C’ E’ PIU’…PIU’…PIU’!!!” Sentir pronunciare il nome di Lily lo aveva fatto scoppiare. Severus tentò di ricomporsi e stava per scusarsi con il preside ma questo lo bloccò: “ Ti ha fatto bene sfogarti. Mi chiedevo quando saresti riuscito a tirare fuori tutta questa rabbia. Certo, molto si percepiva già dai tuoi comportamenti, ma un’ammissione cosi l’aspettavo da tempo … mi dispiace di averti così sconvolto , non ero venuto per questo … pensa comunque alle parole che ti ho detto e se ti va fai due passi fuori ,è una magnifica giornata.”
Detto questo ,Silente gli posò una mano sulla spalla con fare paterno, poi uscì dallo studio chiudendosi la porta alle spalle.
Severus rimase così come l’aveva lasciato il preside parecchio tempo, infatti non ebbe il coraggio di muoversi fino a che non fu sicuro aver riacquistato il controllo di sé.
Cosa diamine mi è preso?! Ho perso totalmente il controllo. Ci mancava solo che picchiassi Silente. pensò mentre tornava a sedersi alla scrivania.
I suoi occhi si posarono sul pacchetto, ma totalmente privo di forze per la sfuriata, si disse che avrebbe potuto aspettare di sapere cosa era, perciò lo prese e lo mise in un cassetto.


Più o meno nello stesso momento,in un’altra ala del castello, il giovane Harry Potter si godeva la sue ultime vacanze natalizie a scuola con i suoi amici, Hermione e Ron.
“Perché non usciamo a fare un passeggiata? E’ una giornata stupenda per essere pieno inverno!”propose il rosso.
“Si dai, che ne dici Harry?”concordò Hermione , mentre lanciava una sguardo innamorato al suo ragazzo.
“Ok...solo devo salire in camera...magari voi avviatevi , appena ho fatto vi raggiungo.”
“Sei sicuro? Se vuoi ti aspettiamo” disse Hermione  premurosa.
“No, no tranquilli…andate. Faccio veloce” continuò insistente Harry.
“Ok…” risposero in coro i suoi amici, che, prendendosi per mano, uscirono attraverso il ritratto della Signora Grassa.
Subito dopo che la coppietta fu uscita, Harry si lasciò andare sullo schienale della poltrona dove era seduto.
Era un tale stress cercare di lasciare da soli quei due, infatti questi cercavano in tutti i modi di non fargli pesare la sua posizione di “terzo” ma Harry percepiva quanto volessero passare un po’ di tempo “come una coppia”, perciò aveva iniziato ad inventarsi scuse per evitare di star sempre con loro. Aveva , tuttavia , anche un altro motivo , per cui non voleva stare sempre con la coppia di amici. Gli mancava Ginny. E vedere le tenerezze ,che si scambiavano Ron ed Hermione ,gliela facevano mancare ancora di più. Il loro rapporto infatti non si era ricostruito appena finita la battaglia, come lui si era aspettato. Non aveva, infatti, avuto tempo di affrontare quel argomento con lei, perché,dopo la sconfitta di Voldemort, si era trovato preso in un vortice di interviste e incontri ufficiali, che lo avevano portato sempre più lontano da lei. Aveva sperato ,che ,tornando a scuola, la loro riconciliazione sarebbe venuta da sé ma anche in questo caso si sbagliava. Ginny, probabilmente ferita dal suo essersi allontanato, era diventata molto fredda nei suoi confronti e lui non aveva più saputo come comportarsi. Si domandava spesso, soprattutto in  quel periodo, come fosse possibile che lui, che aveva sconfitto il più grande mago oscuro di tutti i tempi, non riuscisse a tornare insieme alla ragazza , che amava e da cui , sicuramente, o cosi almeno sperava, era corrisposto.
Per cercare di togliersi dalla testa quei pensieri, decise di andare ad allenarsi al campo da Quidditch.
Salì , quindi, nel dormitorio , per cambiarsi e prendere la sua scopa. Mentre rovistava nel baule in cerca di un paio di calzini puliti,un boccino gli schizzò davanti agli occhi. Ovviamente lo afferrò subito, grazie alla sua prontezza di riflessi. Cavolo mi sono portato un boccino in camera e non me lo ricordavo? Pensò Harry, Forse è meglio riportarlo a Madama Bump, tanto vado da quelle parti. Si mise così il boccino in tasca ,prese la scopa e uscì dalla stanza.


Note dell'autrice:
Grazie prima di tutto per essere arrivati fin qui=)
Spero che la storia vi intrighi un pochino... vatemi sapere cosa ne pensate!
Vorrei precisare che riprenderò qualche elemento del settimo libro, ovviamente decontestualizzato perchè la storia parte da altri presupposti!
Ps: ho messo l'avvertimento OOC per sicurezza , perchè, anche se cercherò di attenermi agli originali,
 so che mi piace troppo rendere i personaggi a modo mio XD XD XD
   
 
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