Poseidon
1.
CAPO SUONION
Odio
le gite scolastiche. Se non fosse stato per quella stupida gita, non mi sarei
trovata in un mare di guai.
E’
proprio il paragone giusto: un mare di
guai.
Non
mi sarei trovata coinvolta in una guerra tra Dei, non avrei dovuto
sopportare tutto quello che ho
sopportato.
Ma
forse è meglio che cominci dall’inizio, altyrimanti
la gente non capisce un tubo: mi chiamo Jackie Kevines.
Bè, in realtà il mio nome sarebbe Jacklyn Amanda Kevines,
ma
volete spiegarmi che razza di nome è Jacklyn? O
Amanda?
Fatto
sta che sono per tutti Jackie, una quindicenne un po’ “strana” a parere di
tutti i miei amici.
Eravamo,
come ho detto, in una gita, quando io, che non so starmene fuori dai guai, ho
notato per caso una grotta.
Ho
chiesto alla mia amica Hileys di accompagnarmi ad
esplorarla.
Hileys è una fifona, così alla
fine sono andata da sola.
Ho
lasciato il gruppo, senza farmi scoprire dalla signorina Hykos,
la prof di storia.
Quest’ultima
è una specie di insetto stecco con la faccia di topo e i capelli di paglia,
dagli impossibili vestitini che variano dall’azzurro al rosso acceso.
Quel
giorno indossava un paio di pantaloni gialli, e una maglietta arancione arancia matura.
Entrai
cauta nella grotta, passando la mano sulla parete di roccia umida, che si
sgretolò come fosse di sabbia.
E
allora cominciarono i guai: con uno scatto metallico, delle barre di ferro
calarono dal bordo di pietra
-Hei…!- mi voltai sorpresa. Tirai
il ferro, nel tentativo di smuovere le lastre.
Bene,
ci ero rimasta chiusa dentro, fantastico. Nulla di cui preoccuparsi, no?
Qualcuno mi avrebbe visto.
O al
momento di andarcene, Hileys avrebbe detto alla prof
dove mi trovavo e mi avrebbero tirata fuori.
Nulla
di più semplice.
Dopo
un po’, però, mi accorsi di avere i pantaloni umidi. Prima non ci avevo fatto
caso.
Appoggiai
una mano per terra, e sentii il pavimento bagnato.
Allora
guardai: la grotta stava cominciando ad allagarsi. Con la marea.
Bene,
allora si che c’era da preoccuparsi; mi alzai di scatto e guardai fuori:
nessuno.
Cominciai
a gridare, sperando che qualcuno mi sentisse.
Il
mare cominciò ad essere mosso, le onde si infrangevano sulla spiaggia, seguite
subito da altre
-HILEYS!
SIGNORINA HYKOS!- strillavo senza ritegno, come una bambina che cerca la mamma.
l’acqua
continuava a salire, mi era arrivata alla vita –Hei,
qualcuno mi sente?-
Mi
venne un idea: frugai forsennatamente nello zaino, alla ricerca della limetta
per unghie; la impugnai e cominciai a sfregarla contro le sbarre.
Dopo
qualche secondo, un CRIC mi fece esultare. Ci misi un po’ per realizzare che il
suono non proveniva dal ferro, ma dalla
limetta.
Si
era rotta. Provai ancora, ma si smussò quasi subito. La gettai un acqua,
infastidita
-Cavoli,
qualcuno mi sente?!-
l’acqua
mi arrivava al torace. Con tutto il fiato che avevo strillai un ultimo,
colossale –AIUTO!-
e,
con un rumore terribile, nella parete dietro di me si aprì un cunicolo, grande
abbastanza da farmi passare.
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Ehilà, gente eccomi qui, come promesso! ^^
Con un altro delirio senza pretese.
Dico già da ora che io Detesto Julian,
quindi lo lascio a Poseidone con moooolto
piacere!! xD
Bando alle minchiate, co si sente
al prossimo cap ;)
P.S: Hem… un piccolo schizzo di
Jackie (il disegno colorato) fatto durante la “Math’s
Hour!” :