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Autore: alister_    23/01/2011    11 recensioni
E' dura essere una giovane scrittrice in erba, se il tuo editore ti obbliga a scrivere qualcosa che venda. Specie se quel ''qualcosa che venda'' è una sdolcinata e banale storia d'amore che non hai alcuna intenzione di scrivere. E soprattutto se sei una single incallita e inacidita del tutto incapace di portare a termine un compito simile.
Come si può porre rimedio ad una totale inesperienza in campo amoroso? Tra esperimenti fallimentari, idoli delle teenager e film di qualità scadente, romanzetti rosa e tentativi di vita sociale si snoda la storia della scrittrice più cinica e nevrotica di tutti i tempi!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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-Però. Ci sa fare la ragazza-, commenta il mio editore alzando lo sguardo dal breve documento che gli ho stampato. Ebbene sì, due cose sono degne di nota: primo, ho rimesso in funzione la mia stampante dopo mesi e mesi di inattività; secondo, mi sono consegnata al nemico di mia spontanea volontà. Be', non proprio. Diciamo che il lupo mi ha invitato nella sua tana con così tanta insistenza che neppure io- laureata in fuga rapida da editore- sono riuscita a fare l'evasiva.

 

-Ma non capisco perchè tu ti sia presa la briga di portarmi questo interessante documento-.

 

Per ritardare lo scoppio d'ira? Per farti pensare per almeno dieci secondi che avevo scritto più di tre righe? Per convincerti che non sono tagliata per questo lavoro? Scegli tu, caro editore.

 

-Scrive bene, no?-, dico, con finta nonchalanche. -E ha delle idee alquanto interessanti. Potremmo fare un contratto a lei e pubblicare la sua romantica storia d'amore con il porta pizze. E io potrei tornare al mio pianeta Axion colonizzato dagli umani in fuga...-

 

M'interrompo. Non sa se mettersi a ridere o a piangere, il verme.

 

-Ti pago per fare la scrittrice, non la talent-scout-, mi liquida.

 

-Ma è importante dare opportunità ai giovani...- provo ad obbiettare, sfoderando il mio finto sguardo da cerbiatto.

 

Devo essere piuttosto arrugginita con gli sguardi languidi, perchè il sant'uomo non si lascia minimamente impressionare e resta impassibile sulle sue posizioni.

 

-Piantala di fare la bambina. Anziché tediarmi con idee assurde, potresti imparare qualcosa da questa ragazza. Ha descritto esattamente il tipo di romanzo che devi scrivere e che la casa editrice si aspetta da te. Presto.-

 

Mi sfugge un mormorio di dissenso. Quella mail mi ha gettato già abbastanza nello sconforto senza bisogno che ci pensi lui a ricordarmelo. La mia cara lettrice ha colpito fin troppo nel segno per i miei gusti. Mi ha messo davanti ad una verità che preferivo ignorare. Mi spinge a fare qualcosa che non ho mai voluto fare: buttare giù le spesse pareti di marmo che ho eretto attorno a me come protezione.

 

Qualcuno bussa alla porta dell'ufficio e mi distoglie dai miei pensieri.

 

-Oh, è arrivato!-, mormora il mio editore. Ha una strane espressione sul volto perennemente stanco: assomiglia allo scoiattolino dell'”Era Glaciale” quando si abbarbica alla sua ghianda... Fa paura.

 

-Chi?-, domando al suo stesso tono di voce, scettica. Non ottengo altra risposta di un irritante sorriso sornione e non mi resta che voltarmi seccamente mentre la porta di apre.

 

-Che piacere vederti!-

 

Il mio editore attraversa a grandi passi lo studio per andare a stringere la mano ad uno strano individuo che sembra uscito da una rivista di moda. Per i vestiti firmati, non per la bellezza, ovvio. Non me ne intendo di marche e stilisti, ma non ci vuole una gran conoscenza del mondo delle passerelle per capire che quel tizio ha addosso una considerevole somma di denaro in vestiti. Già per questo mi sta antipatico.

 

Si volta a guardarmi un sorriso che vorrebbe essere accattivante ma che a me risulta solo alquanto irritante.

 

-E tu devi essere...- dice, con il tono complice di un vecchio amico. Passo in rassegna le facce dei miei vecchi compagni di scuola- anche di quelli delle elementari- ma la sua non combacia con nessuna di quelle presenti nel database.

 

-Sì, sì-, interviene il mio editore, con il sorriso ebete di un bambino a cui hanno regalato le caramelle. -E' lei-.

 

Il sorriso del tizio si apre ancora di più, neanche si stesse prodigando nell'imitazione dello spot di un dentifricio.

 

-E' un grande onore conoscerti-, dice, porgendomi la mano. Sul polso spicca un rolex grosso come il coperchio di una barattolo di marmellata. Pacchiano.

 

E' solo quando il mio editore si schiarisce la voce per intimarmi tacitamente di ricambiare la stretta che le mie labbra articolano la più semplice ed ovvia delle domande:

 

-Scusa, ma tu chi saresti?-

 

Ops. Un lampo di terrore attraversa gli occhi acquosi del mio editore, mentre il viso del nuovo arrivato si irrigidisce notevolmente.

 

Il mio capo richiama la mia attenzione pronunciando nervosamente il mio nome. Mi volto e per tutta risposta gli rivolgo un innocente sguardo di curiosità.

 

-Magari il suo viso non ti dice nulla-, si sforza di dire tornando al suo abituale sorriso di circostanza, -ma ti trovi davanti ad un personaggio molto famoso...-

 

Famoso? E chi sarebbe questo personaggio? Un attore? Un cantante? Un politico?

 

L'enigmatico uomo x continua a rivolgermi un sorrisetto compiacente.

 

-Dai, recentemente hai letto uno dei suoi più famosi libri...-

 

Editore, che diavolo ne sai di cosa ho letto di recente?

 

Quindi è uno scrittore. Potevo arrivarci visto che ci troviamo negli uffici di una casa editrice.

 

L'espressione del boss rasenta l'esasperazione. Mi sento tanto la figlia che delude il padre al cenone di Natale, la pupilla del prof che non capisce la domanda nel momento decisivo.

 

Mi viene da sbuffare. E' così assurdo che questa faccia non mi dica niente?

 

Basta con questi indizi. Non devo mica portare a casa l'auto di lusso alla fine del quiz televisivo.

 

-E ne hai anche visto l'adattamento cinematografico...-

 

Eh?

 

Oh.

 

Ma che...?

 

-Hai capito?-, mi chiede con l'ennesimo sorriso disinvolto l'individuo del mistero.

 

-Temo di sì-, rispondo, e sento il mio editore trafiggermi con uno sguardo di rimprovero. Se fossi abbastanza vicina, mi avrebbe tirato una gomitata.

 

-”L'amore di noi due”-, continuo, e il mio sussurro sembra un annuncio di morte.

 

-Esatto!- dice lui battendo le mani, estasiato.

 

Dannato scrittorucolo pieno di soldi e fan impazzite. Ecco in cosa investi il ricavato delle tue pagine di alta letteratura: vestiti firmati. Che ribrezzo. Sei la morte del pensiero libero, il funerale della scrittura, il cimitero dei letterati. E il mio editore mi sta pure guardando di malo modo perchè non mostro entusiasmo nel vedere la faccia da ebete che si nasconde dietro quelle parole ad alto rischio di diabete.

 

-Sono un tuo grande ammiratore!-, dice, esibendo il centesimo sorriso da spot per denti bianchi. Glieli butterei giù tutti, i denti; gli getterei della candeggina in faccia per fargli scomparire quell'abbronzatura fasulla; gli rovescerei addosso una tanica di caffè per imbrattare i suoi completi firmati. Sì, questo individuo mi ispira odio. Suscita tutti i miei istinti violenti repressi.

 

-Purtroppo non posso dire lo stesso-, replico, ricambiando con un sorriso a labbra strette.

 

Di nuovo il mio editore mi rimprovera pronunciando il mio nome come un papà che riprende la figlioletta dispettosa. Uso la mia solita tattica: innocente indifferenza.

 

-Come mai sei qui?- gli chiedo poi a bruciapelo, saltando i soliti e patetici convenevoli. -Pensavo pubblicassi con un altro editore-.

 

Interviene allora- guardando male me e rivolgendo sguardi scintillanti a lui- il caro papà-editore.

 

-Ha sempre pubblicato i suoi romanzi con un altro gruppo editoriale, è vero, ma qualche mese fa ci ha contattato per una nuova pubblicazione e abbiamo recentemente concluso il contratto! Presto la nostra casa editrice pubblicherà il suo nuovo romanzo, dopo la consueta opera di revisione!-

 

Quanto entusiasmo. Ci tieni così tanto ad insozzare il nome della nostra casa editrice con della spazzatura? Ecco ora il mio nome verrà accostato a quello di quest'incompetente!

 

Ehi, un momento...

 

-Perfetto-, dico, dopo aver afferrato un concetto di primaria importanza che mi era sfuggito in un primo momento. -Se pubblicate lui, allora non c'è bisogno che io scriva quella stupida storia d'amore-.

 

“Ci pensa lui a fornire dosi di zucchero sufficienti ad un reggimento di ragazzine urlanti”, concludo tra me e me.

 

-No, no-, replica subito il mio editore. -Non si tratta di un romanzo d'amore, questa volta-.

 

-E' più che altro un romanzo semi autobiografico di carattere filosofico-esistenziale traslato in chiave fantastica per risultare accessibile anche un pubblico più giovane-, precisa lui, con l'immancabile ghigno.

 

Odio i giri di parole. Idiota, hai scritto “L'amore di noi due”: usare il termine “traslato” non servirà a farti apparire meno imbecille a miei occhi.

 

-Un fantasy, insomma-, riassumo, gelida.

 

-In parole povere sì-.

 

Volto lentamente il capo verso il mio editore. Se uno sguardo potesse uccidere, lui ora morirebbe. In mondo lento e atroce, perchè lo odio. Lo odio tantissimo. Più che mai.

 

-Mi stai dicendo che lui pubblicherà un fantasy, mentre io sono obbligata a scrivere un romanzetto rosa per adolescenti?-

 

Deglutisce a fondo: deve aver notato la luce omicida che si annida nei miei occhi.

 

-Esattamente-.

 

Alzo gli occhi al cielo.

 

Al mondo non c'è davvero più religione.

 

 

 

Nota dell'autrice:

Puff! Eccoci alla fine di questo capitolo! Originariamente sarebbero dovute accadere più cose,

ma il capitolo stava già venendo bello lungo, quindi me le riservo per il futuro!

Che dire, faccio i soliti e doverosi ringraziamenti a Lucya, Oddish ed eLLy per le recensioni graditissime come sempre!

Questa volta non ho molto da dire, quindi corro a far finta di studiare! XD

A presto, si spera! :D

   
 
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