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Autore: Lugichan    23/01/2011    5 recensioni
Cosa succede quando uno Shinigami impaurito chiede appello ad un diavolo di maggiordomo?
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Scusate per il ritardo sul capitolo, ma... sono su un'altro pc, quello mio e' saltato, costringendomi ad una ritirata strategica sul portatile.
Scusate ancora, ho provveduto a farlo bello lungo.

Lo sapeva.
Eccome se lo sapeva.
Però non si era curato di fare attenzione.
Beh, ora ne pagava le conseguenze.
Dopotutto, stava solo cercando di districarsi dall'abbraccio dello Shinigami, che gli si era avvinghiato saldamente e non sembrava avere intenzione di mollarlo.
Il maggiordomo tentò di liberarsi, flettendo gli arti con la massima calma: in pochi secondi, si era scollato il rosso di dosso, e si apprestava a rivestirsi, mantenendo sempre quella sua espressione seria e compunta.
Appena si fù sistemato perbene la giacca, azzardò un passo per uscire dalla stanza, ed una voce maliziosa gli fece quasi accapponare la pelle.
«Sebas-chaaaaaaaan, dove vai così di fretta?»
Merda, pensò di riflesso il demone.
Si voltò con studiata lentezza, ritrovandosi davanti Grell, mezzo nudo, che abbracciava un cuscino: aveva i capelli sparsi disordinatamente lungo tutto il materasso, ed era senza occhiali, poggiati sul comò al fianco del letto.
«Vado a preparare la colazione al signorino.» Con aria sostenuta, il maggiordomo si voltò nuovamente, pronto a varcare la soglia di camera: ma prima ancora che facesse un passo, si sentì afferrare da dietro, alla base dei pantaloni, e fù tirato indietro, atterrando sul morbido materasso.
Grell gli salì in braccio e lo bacio sulla fronte, con inaspettata dolcezza. Quel gesto non suscitò la minima reazione da parte del maggiordomo, che si limitò ad alzarsi in piedi: il rosso cadde a terra con un tonfo sordo, uggiolando dal dolore.
Sebastian uscì dalla camera, sistemandosi i pantaloni e dirigendosi al piano inferiore, nelle cucine, senza più badare allo Shinigami.
«Sebas-chan, aspettami!» Strillò Grell, abbottonandosi la camicia e standogli alle costole. Proprio non aveva intenzione di mollarlo, eh?
Il maggiordomo entrò nella cucina, linda, bianca e pulita come uno specchio, e si posizionò davanti al bancone, con l'intento di cucinare.
Il rosso si piazzò davanti a lui, saltandogli in braccio e tentando di affibbiargli un bacio volante: Sebastian iniziava a spazientirsi.
Tutto l'amore per la fragilità dello Shinigami era svanito, lasciando il posto alla solita seccatura di avercelo attorno.
Probabilmente perchè si era rivelato un contaballe senza nessuna remora.
«Grell-san, hai davvero mentito su quella cosa che t'inseguiva?» Aveva pensato bene di chiederglielo, soprattutto ora.
«No... solo ieri sera, sennò non saresti venuto a letto con me. Mi pare ovvio.» Il rosso passò a tormentarsi una ciocca di capelli, tenendo gli occhi bassi.
Sebastian sospirò, portandosi una mano alla fronte: decisamente, sapeva come confonderlo, seppur leggermente.
Lo Shinigami rimase seduto sul bancone, a studiare le piastrelle del pavimento: chi gli assicurava che non stesse mentendo ancora? Probabilmente gli serviva solo un pò di fiducia...
... che il demone non gli avrebbe dato.
Si voltò, dando le spalle al rosso, ed iniziò ad aprire le varie credenze, prendendo via via bustine di thè, acqua... insomma, tutte le cose essenziali per la perfetta colazione del Signorino Ciel.
Grell si limitava a fissarlo di sottecchi, a braccia incrociate e con le labbra strette: della sua parlantina non c'era più traccia.
Sebastian si voltò a fissarlo. «Se io andassi a cercare quella cosa che ti ha spaventato tanto, ritornerai da dove sei venuto?» Per da dove era venuto, intendeva ovviamente fuori da villa Phantomdive, ed il più alla svelta possibile.
Il rosso lo guardò con rimprovero. «Quindi ti vuoi semplicemente liberare di me? Dei miei sentimenti non t'importa?!» Sbraitò, tutt'ad un tratto, agitando i pugni in aria e facendo tintinnare il filo di perline degli occhiali.
«Mi saresti utile, se solo mi indicassi dove hai visto questa misteriosa creatura.» Gli faceva male la mascella, da quanto il sorriso che aveva rivolto a Grell era grande e melenso: ma bastò.
Il rosso si sciolse con una serie di mugolii carichi di piacere, e gli saltò in braccio, arricciando appena le labbra per stampargli sulle sue un bacio: il maggiordomo rimase immobile, pur sapendo che anche la minima reazione poteva mandare all'aria tutto lo studiato piano che aveva messo a punto negli ultimi minuti.
Avrebbe costretto lo Shinigami a mostrargli il luogo dove aveva incontrato questo fantomatico nemico, poi non si sarebbe più preoccupato di lui e l'avrebbe lasciato andare.
«Però, se vuoi tanto vedere questo brutto coso dovremmo aspettare la notte...» Sussurrò Grell, con una malizia difficile da nascondere.
Sebastian sorrise e si sciolse dalla presa dello Shinigami, che cadde a terra con un tonfo sonoro. «Devo andare a portare la colazione al Signorino.» Il thè che aveva messo precedentemente a bollire nell'acqua era pronto: prese la teiera di fine porcellana che utilizzava di solito, assieme alla tazza coordinata.
Sollevò con grazia il bricco del latte, già pieno fino all'orlo, e versò abbondantemente nella tazza: si voltò, prese la teiera fumante e diluì il thè dentro al latte, mescolando il tutto con un cucchiaio d'argento.
Grell aveva seguito scrupolosamente la preparazione della miscela, la guancia destra appoggiata sulla mano guantata e lo sguardo perso a seguire le mani del demone, che si affaccendavano veloci e poggiavano il thè col latte sul carrello. Quando il maggiordomo uscì dalla stanza, spingendo il minuscolo carrello verso la stanza di Ciel, il rosso saltò giù dal ripiano, seguendolo, ma senza il passo saltellante che aveva prima: era più un passo funereo, da chi ha perso tutta la vitalità in meno di un minuto.
«Puoi aspettare fuori?» Chiese gentilmente Sebastian, aprendo la porta della camera del piccolo Conte ed entrando col carrellino, lasciando un rabbioso Grell sulla porta.
«Signorino, si alzi, le ho portato la colazione.» Con un movimento veloce, si diresse verso la tenda e la scostò, lasciando che il sole mattutino invadesse la stanza ed arrivasse ad illuminare la figura minuta del conte, steso nell'enorme letto bianco.

Finalmente di sera, dopo aver saputo la situazione, una carrozza era davanti al portone principale di villa Phantomdive, ad aspettare lo Shinigami, il maggiordomo e Ciel.
Salirono.
Grell si piazzò accanto a Sebastian, o per meglio dire in braccio al suddetto, che lo teneva di malavoglia ed evitava lo sguardo del piccolo conte, che li fissava basito.
Per il resto del breve viaggio, il povero maggiordomo tentò di schivare i baci appassionati del rosso, ma beccandone più della metà su tutta la faccia.
La carrozza si fermò in mezzo alla strada, e Ciel scese per primo, con passo regale e sostenuto, non aspettando gli altri due.
Il corpo di Grell si era irrigidito sotto le mani del demone, che lo scrutò con perplessità: ancora quest'effetto di pura paura. Tentò di calmarlo accarezzandogli i capelli, ma non sortì effetto alcuno, se non quello di farlo stringere ancor più contro di se.
Non vedeva davvero l'ora di vedere questo fantomatico nemico in faccia, così da poter capire perchè lo Shinigami era così terrorizzato.

   
 
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