Titolo: Tela
Personaggi: Ange,
Amakusa.
Pairing: Sligh
onesided-Ange/Amakusa.
Rating: Verde.
Genere: Introspettivo,
slice of life.
Avvertimenti: One-shot.
Note: Non ho abbandonato questa breve raccolta, visto? Eccovi qui questa AmaAnge che lascia -tanto- desiderare. Non è la mia OTP, che ci posso fare? Scrivo su di loro solo per amore di Micchi! <3<3<3
Disclaimer: Umineko non è mio, sennò... sennò boh. Non so che dire 'sta volta.
Tela
Le
dita di Ange correvano veloci sull'orlo
della sua gonna, stringendo di volta in volta le bianche pieghe,
nervosa. In
volto non trasmetteva alcuna emozione che potesse tradirla o rivelare
quanto
fosse agitata.
Seduta
in auto nel posto accanto a Juuza,
continuava a fissarsi i piedi, il capo talmente abbassato che quasi il
mento le
toccava il collo. I capelli di tanto in tanto le solleticavano il
volto, ma
cercò di non dar loro troppo peso, impegnata com'era
nell'essere vigile e
pronta a scattare se ce ne fosse stato bisogno.
Prima...
aveva sentito un po' del discorso
di Amakusa al telefono. Non aveva capito tutto, ma aveva carpito dei
dettagli
importanti. Aveva capito chi era il suo assassino nel 1998, su
Rokkenjima.
Le
parve improbabile – credette di aver
sentito male – all'inizio, ma si ricredette quando vide
improvvisamente i pezzi
del puzzle accostarsi ed incastrarsi così facilmente nella
sua mente. E ormai,
ora che era seduta inevitabilmente accanto a lui,
non aveva più alcun
dubbio: sarebbe morta ancora e lui si sarebbe macchiato per una seconda
volta –
o chissà quante altre in altri frammenti – la mani
con il suo sangue.
Sentiva
quasi il suo fiato sul collo, anche
se sapeva perfettamente che era impegnato a guardare la strada.
“...
Qualcosa non va...?”
Ange
sentì distrattamente le sue parole,
concentrata com'era a cercare di rimanere in vita, di non morire per
una volta
prima di scoprire la verità.
“Eh?”
Uno
sciocco sorriso increspò le labbra di
Amakusa, gli occhi sempre fissi sulla strada.
“Va
tutto bene? Sei silenziosa... più del
solito, almeno.”
“Sì,
va tutto bene...”
Era
strana come situazione. Ange era sempre
stata diffidente nei riguardi delle altre persone... eppure, per
qualche
motivo, non si sarebbe mai immaginata che la sua guardia del corpo, che
Amakusa
la tradisse in quel modo. Si aspettava che Okonogi
prima o poi l'avesse
abbandonata a se stessa... ma mai che avrebbe commissionato il suo
omicidio
attraverso Amakusa, la persona – in carne ed ossa - che
più di ogni altra le
era stata accanto sin dalla morte della sua famiglia.
Non
poteva credere che Juuza era colui che
avrebbe posto la parola fine al suo viaggio e alla sua vita.
La
sua mente iniziò a macchinare piani e
diverse situazioni in cui avrebbe potuto scappare, convincere Amakusa a
non
ucciderla o ad ucciderlo per salvarsi.
E,
per la prima volta in vita sua, sentì un
forte impulso in lei che le urlava di sopravvivere e di non lasciarsi
sopraffare da un fato che altri avevano deciso per lei.
Lasciò
andare l'orlo della gonna e,
lentamente e con quanta più disinvoltura potesse mostrare,
accavallò le gambe e
incrociò le braccia, fissando il paesaggio urbano che
scorreva veloce fuori dal
suo finestrino.
Amakusa
aveva tante armi con sé, si disse.
Sarebbe bastato rubargliene una al momento giusto e, nel migliore dei
casi,
avrebbe potuto usarla per fuggire... nel peggiore, gli avrebbe sparato.
Avrebbe
sparato per uccidere, però, non per ferirlo.
Sentì
un senso di vuoto improvviso in lei,
ma non riuscì ad allontanare il pensiero della
sopravvivenza. Voleva vivere.
Non voleva uccidere Amakusa... ma voleva vivere e se fosse stato
necessario,
l'avrebbe fatto: avrebbe premuto il grilletto e posto fine alla vita di
quell'uomo che aveva creduto fidato.
“Niijima
è proprio laggiù, Milady!”
Il
sorriso sulle labbra dell'uomo s'allargò
ed Ange sentì qualcosa crollare dentro di sé.
“Sì,
la fine del mio viaggio.”