Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: Unsub    01/02/2011    0 recensioni
Il team ha perso uno dei suoi membri, qualcuno è pronto ad aiutarli. Un killer che torna dal loro passato. Due personalità messe a confronto. Scritta a quattro mani Unsub/Ronnie89
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
20 Capitolo XX. Collins

Reid chiuse piano la porta di casa ed inserì l’allarme. Si stupì nel vedere un lieve bagliore provenire dal salone, era convinto di trovare sua moglie profondamente addormentata al suo ritorno.
Invece Sarah era ancora lì davanti al cammino, dove Derek l’aveva lasciata circa un’ora prima. Sapeva di dover affrontare Spencer e preferiva farlo subito invece di rimandare all’infinito, quella conversazione sarebbe stata piuttosto difficile ed aspettare ancora avrebbe peggiorato le cose.
Spencer si tolse la giacca ed allentò la cravatta, mentre si accomodava sul cuscino accanto a lei. Le mise un braccio intorno alle spalle e l’attirò a sé, mentre le reclinava il capo e si abbandonava sulla sua spalla. Rimasero un po’ così, abbracciati in silenzio a guardare il fuoco.
-    E’ passato Derek – non sapeva bene da dove cominciare.
-    Lo avevo immaginato. Avete parlato?
-    Sì, un po’ – improvvisamente si girò verso di lui con gli occhi lucidi ed affondo il viso nell’incavo del collo del marito – Mi dispiace.
-    Per cosa? – Spencer cercava di consolarla come poteva.
-    Per averti fatto stare in pensiero, per aver rischiato così tanto, per tutto.
-    Hai fatto quello che ritenevi più giusto. Ronnie era in seria difficoltà e tu hai agito di conseguenza.
-    Non dovevo farlo, dovevo pensare prima a te e Christopher.
-    Sarah, se non ti fossi comportata come hai fatto… non saresti stata la donna di cui mi sono innamorato – le baciò la fronte e la strinse ancora di più – Anch’io al tuo posto avrei agito nello stesso modo, questo fa di me un cattivo padre o un cattivo marito?
-    No, fa di te l’uomo più adorabile che io conosca – sorrise contro il petto di lui – C’è dell’altro e lo sappiamo entrambi. Dopo che mi avete trovato, quando siete entrati in quella stanza, io… non sono stata del tutto sincera.
-    Non lo voglio sapere. Hai fatto quello che dovevi per tornare da me e questo mi basta. Per quel che mi riguarda lui ha provato ad aggredirti dopo che avevi recuperato la pistola e tu sei stata costretta a sparargli.
-    Da quando ci raccontiamo le bugie anche fra di noi?
-    Questa è l’unica verità, lui ti aveva minacciata. Anche se non lo aveva ancora fatto, ti avrebbe aggredito appena avesse avuto il tempo di reagire. L’unica che sa come sono andate veramente le cose sei tu, l’inchiesta è stata chiusa e tanto basta.
-    Derek lo sa, gliel’ho confidato.
-    Se glielo chiederai domani, ti dirà che tu hai agito per legittima difesa.
-    Se Hotch lo venisse a sapere…
-    Dopo quello che è successo con Foyet? Non credo che direbbe niente. Noi ci atterremmo sempre alla prima versione che hai fornito.
-    Io e Derek abbiamo parlato anche di altre cose.
-    Tipo?
-    Leane.
-    Perché ho la vaga impressione che per te quella ragazza sia un’ossessione?
Sarah rise e si scostò per guardarlo in faccia.
-    Ti ricordi la nostra conversazione il giorno prima del suo ingresso nell’unità?
-    E come potrei mai dimenticarla – Reid alzò gli occhi al cielo in un gesto teatrale – Quando vuoi sai essere un moglie despota.
-    Ti avevo chiesto solo un favore.
-    Chiesto? Non ti ho mica sentito chiedere per favore.
Risero tutti e due persi nei ricordi.

Spencer continuava a guardare nel proprio piatto, spostando il cibo con la punta della forchetta, mentre Sarah non gli staccava gli occhi di dosso.
-    Non credo sia così difficile, no? – lo guardava di traverso e imbronciata.
-    Perché è così importante?
-    E’ nuova, non ha mai lavorato in squadra e ha un caratterino che sicuramente la metterà in diretto scontro con Derek.
-    Mica vorrai che le faccia da baby-sitter?
-    Devi solo essere gentile con lei, questo ti risulta piuttosto facile. Poi, se per caso dovessi incontrarla nel cucinino… e, che so… volessi provare a metterla a suo agio, io non ci vedrei niente di male.
-    Sarah, perché non mi dici chiaramente cosa sta succedendo? L’hai scelta tu e Hotch e tua zia l’hanno approvata, quindi?
-    Eh… diciamo che… l’approvazione non è stata indolore.
-    Dimmi che non hai insistito come al solito – gli basto uno sguardo per avere la risposta – Ok, vediamo di salvare il salvabile. Che tipo è?
-    La classica ragazza di venticinque anni, direi – provò a glissare sulla domanda.
-    Adesso mi hai fatto capire che c’è qualcosa che non va…
-    Ma è così difficile fare semplicemente quello che ti ho chiesto?
-    Se è così impossibile, mi spieghi come hai fatto a farla entrare nella squadra?
-    Persuasione… - ammiccò maliziosa.
-    Cioè?
-    Te lo mostro subito – si alzò solo per sedersi nuovamente sulle gambe di lui.
Fu molto persuasiva quella sera e Spencer decise che non era così difficile, in fondo, fare quello che gli aveva chiesto.

-    Il suo primo giorno è stato qualcosa di memorabile – ricordò Spencer – Mai visto Morgan così arrabbiato.
-    Eppure adesso è parte integrante della squadra – rifletté un momento prima di continuare – Ho chiesto a Derek perché nessuno l’ha mai invitata alla cena del venerdì.
-    Credi che sia pronta?
-    Non lo so, non credo. Lo dimostra il fatto che continua ad evitarci.
-    Direi “evitarti”.
-    Avete risolto?
-    E’ stato più facile del previsto. Credo che se non l’affronterai tu, lei non farà mai il primo passo.
-    Possibile che io debba andarle sempre incontro?
-    Smettila di fare così. Per quanto tu faccia la cattiva con lei, io so perfettamente che tu adori quella ragazza.
-    Non riesco a nasconderti proprio niente, vero?
-    E’ il problema di aver sposato un profiler.
-    Sai, non me ne sono mai pentita – lo baciò con trasporto.
Senza parlare spenserò il camino e si avviarono mano nella mano verso la camera da letto.

Cameron era nel cucinino per prendersi una tazza di caffè, cominciò a sorseggiare quando sentì rumore di tacchi avvicinarsi.  La stava evitando da quando erano tornate al lavoro e lo avrebbe fatto anche adesso, buttò la tazzina vuota nel cestino, fece per andarsene e aprì la seconda porta per fare il giro.
-    Leane! – era la voce di Sarah.
Fermò la porta a metà e la richiuse piano restando nella piccola stanzetta, si girò con le spalle al muro e la testa bassa per non guardarla negli occhi. “Stupida vigliacca prima o poi la devi affrontare tanto vale farlo ora”, alzò decisa il viso e la guardò.
Era tornata ad essere la “regina delle nevi”, come la chiamavano all’Accademia. Dura, fredda e decisa, la fissava con occhi di ghiaccio come aspettando che fosse lei la prima a parlare.
Ronnie si sentiva nervosa, non era ancora in condizioni di affrontare quell’atteggiamento duro e freddo. Era ancora in riabilitazione e non sapeva bene cosa dire o fare.
-    Professoressa – provò a sembrare disinteressata.
-    Mi stavo giusto chiedendo se lei lavorasse ancora qui o se ne fosse già andata.
Quell’asserzione gelò Leane, che guardò la donna con paura. Che le stesse dicendo che non c’era più posto per lei all’unità?
-    Di cosa sta parlando? – si maledisse per il tremito della propria voce.
-    Sta facendo di tutto per evitarmi, ma visto che anch’io lavoro qui ha solo due possibilità – incrociò le braccia e la squadrò da capo a piedi.
-    Cioè?
-    Ho da’ le dimissioni e se ne va, quindi evita il problema alla radice. Oppure…
-    Oppure?
-    Mi affronta e la facciamo finita.
Cameron si guardò le punte dei piedi e cercò di riordinare le idee. Fu interrotta dal tono perentorio di Collins.
-    Si può sapere cos’ha? Perché mi evita?
-    Io… me lo chiede pure? Dopo che per colpa mia…
-    Per colpa sua cosa? E’ stata una mia scelta, lei hai solo ubbidito agli ordini.
-    Se non mi fossi allontanata…
-    Sì, effettivamente quello è stato uno sbaglio, un grosso sbaglio. Specialmente dopo che Hotch si era raccomandato di non separarci mai, per nessun motivo – Sarah si limitò a fare spallucce – Credo le servirà da lezione per la prossima volta.
-    Non è arrabbiata con me?
-    Leane, il mio essere arrabbiata con lei ormai è diventato il mio status quo. Credo che non riuscirei più a farne a meno, ma questo non deve impedirle di fare il suo lavoro. Credo che questo metta fine alla discussione. Comunque, se le può interessare, la squadra si sta riunendo per un nuovo caso.
Si incamminò verso la sala riunione, ma dopo pochi passi si voltò verso la ragazza alzando un sopracciglio.
-    E’ ancora dei nostri o ha intenzione di rimanere lì invece di venire a lavorare?
Il tono sarcastico che aveva usato destò definitivamente Cameron, che incrociò il suo sguardo con aria di sfida.
L’agente Cameron Leane è tornata, pensò Sarah, attenti criminali.

Fine
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Unsub