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Autore: MaryLouise    03/02/2011    3 recensioni
Samantha Dallmore.
Ragazza apparentemente normale.
Ma un oscuro passato si cela alle sue spalle.
Quando decide di trasferirsi nel New Jersey, in seguito ad una delusione d'amore, i segreti inizieranno ad uscire fuori.
E non solo quelli.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XX. Venticinque anni dopo

 

«Samantha Dallmore, sono passati quasi trent’anni da quando ti ho conosciuta, per cui ti chiedo... Vuoi sposarmi?».
Quella domanda non mi colse affatto di sorpresa. Erano anni che aspettavo questo momento.
«Sì!», esclamai con le lacrime agli occhi «Ce ne hai messo di tempo, lumacone!», aggiunsi subito dopo. Lui rise e m’abbracciò.
«Ovvio che voglio sposarti, amore mio», gli sussurrai.
Lo baciai tra gli sguardi compiaciuti dei nostri familiari. Anche Tanya era entrata in famiglia, sia come mezza vampira che come moglie di Jaques.
«Allora, stasera si festeggia!», applaudì Angel.
E rieccola, la mia solita pazza ed espansiva Angel.
Ma le belle notizie non arrivano mai solo, purtroppo. Squillò un cellulare, era il mio.
«Pronto?», risposi.
«Samantha Dallmore?», gracchiò una voce maschile.
«Sì, sono io», risposi.
«Chiamo dall’ospedale di New York, sono il dottor Wyve. Sua madre, la signora Marie Dallmore, ha chiesto di lei».
«Mia madre?», chiesi stupita ma anche terrorizzata.
«Ha avuto un ictus, è paralizzata a letto e non ha molte speranza di sopravvivere».
«Sono molto impegnata, è così importante?».
«Signorina! Sono le ultime volontà di sua madre!», disse il dottore scandalizzato.
«Arriverò il prima possibile», promisi.
«Arrivederci», salutò.
Vedendo il mio accentuato pallore, Caleb si preoccupò, «Tutto bene?».
«Mia madre. Sta morendo».
Arrivai all’ospedale per le quattro e trenta. Mi avvicinai alla reception.
«Cerco la signora Marie Dallmore, è in cura qui».
L’infermiera mi sorrise, gentilmente, «Terzo piano, stanza 625».
Seguii le sue istruzioni ed arrivai nella camera di mia madre.
«Samantha!», esclamò mia madre flebilmente. «Come sei cresciuta, bambina mia»
Eh già, avevo quarantotto anni. Mi stupivo del fatto che mia madre avesse desiderato vedermi solo adesso. Mi sedetti accanto al suo letto e lei mi accarezzò.
«Ti volevo vedere prima di lasciare per sempre questo mondo, volevo vedere che fine aveva fatto la mia bimba».
Quell’espressione non mi dava più fastidio. Mi sembrava di ritornare indietro. Quando avevo cinque anni, con la mia cara e dolce mamma.
«Io sono felice. Ho un fidanzato che mi ha chiesto poche ore fa di sposarlo, due splendide figlie di ventisei e venticinque anni e tanti amici e parenti che mi vogliono bene, cosa potrei desiderare di più?».
Sorrise stancamente, scostandosi i capelli bianchi dalla fronte.
«Non avrei mai dovuto cacciarti di casa, bambina mia. Ma dovevo, per insegnarti com’è fatto il mondo».
«Hai fatto benissimo, sono astemia da anni, non ho mai più toccato marijuana o spinelli. Non avrei mai imparato a cavarmela da sola e non avrei mai conosciuto Caleb».
«Caleb? E’ il nome del tuo futuro marito? Com’è?».
«E’ alto, con i capelli biondo albino e gli occhi verde acqua».
Mi sarei lanciata in una descrizione approfondita, ma lei m’interruppe, «Caspita, dev’essere proprio carino allora». La guardai maliziosamente e ridemmo insieme.
«E le mie nipotine?», chiese con una luce ansiosa negli occhi.
«Audrey, la più grande, è identica al padre, mentre Brooke è uguale a me»
«Chissà che carine».
«Audrey ha già il fidanzato, mentre Brooke spero lo avrà presto».
«Il suo nome?».
«Jeff». Sospirò, stancamente.
«Perché papà non è qui?», domandai.
«E’ morto due anni fa, piccola».
«Cosa?!».
«Ha avuto un infarto improvviso, di quelli che di colpiscono nel sonno».
«Infarto silente», precisai. Lei tossì, rauca.
«Non affaticarti».
«Tanto sto per morire».
«Mamma, io ti posso dare la salvezza. E' complicato da spiegare, ma posso».
Prese le mie mani nelle sue. «Bimba mia, io non voglio. Sono arrivata alla fine dei miei giorni ed il Signore ha esaudito anche il mio ultimo desiderio di rivederti e di far pace con te».
Mi scesero delle lacrime.
Tossì ancora.
«Non lasciarmi, non ora».
«Il Signore ha deciso così».
«Mamma, ti prego».
Poggiò la sua mano sulla mia ed io gliela strinsi. Infine, felice d’aver concluso la sua vita per il meglio, esalò il suo ultimo respiro.
«Addio», singhiozzai poggiando la testa sul suo petto.
Il cuore aveva smesso di battere ed il corpo iniziava lentamente a raffreddarsi, se non fossi stata mezza vampira non l’avrei percepito. I suoi occhi azzurri, ormai vitrei, fissavano il vuoto. Le posai la mano sulle palpebre, abbassandole.
«Ti voglio bene», furono le mie ultime parole per lei.
Presi un taxi e tornai ad Heapton Village. I funerali si sarebbero svolti tra qualche giorno, ma io non dovevo lasciarmi andare solo perché era morto un pezzo della mia anima. Facile a dirsi, difficile a farsi.
 
«Oh Jeff, non sopporto di vedere mia madre così!».
«Audrey»,
«Se lei sta male, sto male anch’io!».
Lui accarezzò la sua fidanzata, «Non possiamo farci nulla».
«Mi distrugge vederla così. Seduta sul divano a fare niente, la pelle spenta, gli occhi persi nel vuoto. Una volta era allegra e solare!».
«Sai che ci teneva a lei, anche se non lo dava a vedere. Ora che tua nonna è morta, tua madre sta liberando tutte le sue emozioni».
Lei poggiò la testa sul suo petto ghiacciato ed una lacrima le rigò la guancia. Lui le sollevò la testa, asciugandola con l’indice della mano destra. Avvicinò il suo viso a quello della fidanzata. I loro nasi quasi si sfioravano. Audrey si ritrasse.
«Non ora, Jeff. Non è il momento adatto per trasformarmi».
Lui annuì, cingendole le spalle con un braccio. Avrebbe aspettato. D’altronde, aveva aspettato per vent’anni. 

 

«Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Brooke, tanti auguri a te!».
Brooke spense le sue venticinque candeline. Era il 25 luglio.
Io sorrisi a fatica, non riuscivo ancora a dimenticare mia madre, ma con il tempo, ce l’avrei fatta.
Evangeline mi si avvicinò, «Tutto bene, Samantha?».
«Sì, più o meno tutto okay», risposi, «Piuttosto, io mi preoccupo per te, non hai nemmeno un compagno con cui dividere gioie e dolori, ormai hai quasi novant’anni!».
«Ma ne dimostro neanche trenta», precisò lei.
«Sì, ma...».
«Sam, ne abbiamo già discusso, non so che farmene degli uomini».
«Evy, sei così cocciuta».
«Piantala!», disse seccata, allontanandosi.
Tanya s’avvicinò. «Ho in mente qualcosa che le farà cambiare idea».
 

 

Il giorno del matrimonio arrivò presto. Era il 15 agosto, giorno del mio compleanno, ma anche uno dei giorni più significativi per me e Caleb.
Mi avvicinai all’arco nuziale. Avevo un abito bianco lungo, molto semplice, senza strascico o perle qua e là.
Avanzai sulla ghiaia, producendo rumori soffusi con le mie ballerine bianche. Caleb mi rivolse un sorriso smagliante, di quelli che mi facevano impazzire.
Il prete cominciò, «Fratelli e sorelle, siamo oggi qui riuniti alla presenza di Dio per celebrare l’unione tra quest’uomo e questa donna».
Questi mezzi vampiri, lo corressi mentalmente.
«Chi è contrario a quest’unione, parli ora o taccia per sempre!».
Silenzio.
Il sacerdote proseguì, «Vuoi tu, Caleb Hale, prendere Samantha Dallmore come tua sposa, per amarla ed onorarla tutti i giorni della tua vita?».
«Sì, lo voglio», pronunciò deciso.
«E vuoi tu, Samantha Dallmore, prendere Caleb Hale come tuo sposo, per amarlo ed onorarlo tutti i giorni della tua vita?».
«Sì, lo voglio». Tre parole, dieci lettere. Saremmo stati insieme per sempre.
La cerimonia proseguì per mezz’oretta.
«Ora lo sposo può baciare la sposa!».
Caleb mi prese per i fianchi e dolcemente mi fece cadere tra le sue braccia, baciandomi.
«E’ il più bello viene stanotte!», esclamò Dave.
Lo guardai truce e gli lanciai contro il bouquet. Lui si scansò e i fiori andarono a finire nelle mani di Brooke! La mia bambina! Sorrisi, notando la sua espressione sorpresa.
«Che aspettiamo!», Angel stappò una bottiglia di champagne. «Si festeggia!».
E rieccola. Risi, felice. Evangeline fece per seguirla, ma Tanya la trattenne.
«Evangeline, ti presento mio fratello Duncan».
«Piacere», rispose lei scontrosa, «Scusa Tan, tu non hai fratelli!»,ragionò subito dopo.
«Ma ce dici! Non ci vediamo da anni! Lui se n’è andato di casa a diciotto anni e viveva in India!».
«E come mai non è venuto al tuo matrimonio ma a quello di Sam?».
«Ero impegnato», si scusò l’altro.
Alto, muscoloso con capelli biondi ed occhi verdi chiari.
«Non ti assomiglia per niente», notò Evy.
Fece finta di non sentire, «Vi lasciò soli!», esclamò raggiungendomi.
«Ma davvero è tuo fratello?», mi erano sorti dei dubbi.
Scoppiò a ridere, «Ma figurati! E’ un mio vecchio amico! L’ho incontrato qualche giorno prima del compleanno di Brooke e siamo rimasti in contatto». Ridacchiai insieme a lei.
«Vado da Jaques», annunciò.
«Ti diverti?», chiese Jeff ad Audrey.
«Sì!», rispose lei.
«Potrebbe essere il momento propizio, secondo te?».
Audrey sapeva quel che intendeva il suo fidanzato. «Sì», sussurrò avvicinandosi a lui,
Lo baciò con passione. I suoi capelli divennero biondo miele ed i suoi occhi verde chiaro. La sua pelle sbiancò, fino a divenire cerea.
«Benvenuta tra noi», la baciò di nuovo Jeff.
Lei rise, felice.
Lanciai un’occhiata in direzione d’Evangeline. Non sembrava più così seccata, anzi, rideva pure alle battute di Duncan.
Guardai il cielo, pensando a mia madre. Se non m’avesse cacciato di casa, non avrei vissuto tutte quelle esperienze che m’avrebbero fatta diventare quello che ero. Grazie, pensai mentalmente.
«Balli?», mio maritò s’avvicinò.
Annuii, mentre lui mi cingeva la vita. Ballammo un lento. 

There I was again tonight
Forcing laughter, faking smiles
Same old tired, lonely place
Walls of insincerity
Shifting eyes and vacancy
Vanished when I saw your face
All I can see, is that it was enchanting to meet you. 


«Sei contenta?», chiese.
«Perché non dovrei?».
«Ti vedo silenziosa. A che stai pensando?».
«Ne abbiamo passate tante, Caleb. Abbiamo rischiato di morire, abbiamo messo in pericolo la nostra famiglia».
«Peggio d’una telenovela!».
Risi, divertita, «Esatto». 

You’re eyes whispered ‘have we met?’
Crossed the room, your silhouette
Starts to make its way to me
The playful conversation starts
Counter all your quick remarks
Like passing notes in secrecy
And it was enchanting to meet you
All I can say was I was enchanted to meet you.

 

«Ora sei una Hale, sei una di noi. E sei tutta mia»
Mi baciò sul collo.
«Perché, prima non lo ero?».
«Sì, ma ora sei mia moglie e non c’è nessun Neith che ti vuol portare via».
Risi. 

 This night is sparkling
Don’t you let it go
I’m wonderstruck
Blushing all the way home
I’ll spend forever wondering if you knew
I was enchanted to meet you.

«Cosa avrai fatto tu agli uomini per piacergli così tanto?»

«E cosa avrai combinato tu, perché io sia così ossessionata da te?».
Stavolta rise lui. «Segreto professionale», spiegò.
Ballammo stretti l’una vicino all’altro, fino alla fine del brano. 

Please, don’t be in love with someone else
Please, don’t have somebody waiting on you.

Lo baciai dolcemente sulle labbra.
«Siamo finalmente insieme, nessuno può separarci, sei mia moglie».
«Vedo che anche tu sei ossessionato da me e non poco!». Rise ancora.
«Perché ridi?».
«Perché sei buffa».
«Non mi lascerai mai, vero?».
«Ascoltami Bene, tu sei la miglior cosa che mi sia mai capitata, la mia esistenza era insignificante senza di te. Samantha Dallmore, io ti amo più della mia stessa vita»
«Anch’io ti amo, Caleb Hale».
Mi baciò dolcemente sulle labbra. Questa era la mia, la nostra vita. La vita più bella del mondo.
Io e Lui. Samantha e Caleb. Insieme.
Per l’eternità.

 

 

Oh, ho le lacrminucce :)
Un'altra fatica conclusa. Spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sognare e perchè no, anche soffrire un poco.
Non è una delle mie migliori storie, L'ho scritta qualche anno fa e non ho voluto sconvolgerla completamente.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato (Ossequi_Monet, Lupagic, abby_morns, Lady mE, Julia Bi, Little Shinedown), che hanno inserito la storia nelle preferite (abby_morns, Ossequi_Monet, _stellina999) e nelle seguite (Lady mE, Little Shinedown, monicamonicamonica). Mi ha fatto molto piacere che mi abbiate accompagnata in questa avventura.
Le canzoni utilizzate nel testo sono Hear Me Out di Frou Frou - prologo, Haunted e Enchanted di Taylor Swift -capitolo 5 e 20).
Non so esattamente quando, anche se la storia è a buon punto, pubblicherò A Way Through the Hell e spero mi seguirete anche lì.
Vi ringrazio di cuore, per l'ennesima volta.
la vostra Jo

 

   
 
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