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Autore: Jaded_Mars    09/02/2011    3 recensioni
Due ragazze inglesi nella Los Angeles del 1985,l'incrocio delle loro vite con quelle di cinque ragazzi e musicisti fuori dal comune, i Guns n' Roses,e una valigia da preparare per seguire il tour di una delle più oltraggiose band del momento, i Motley Crue.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Beatrix Bloom posò a terra una pila di vestiti, si lasciò cadere sul divano con uno sbuffo. Si raccolse i lunghi capelli neri in una coda arruffata. Avrebbe dovuto tagliarli presto, ormai erano ingestibili. E poi era da un po’ che stava ponderando di farsi un bel caschetto un po’ retrò. Tutta quella moda di cotonarsi i capelli con fiumi di lacca era fin troppo impegnativa, non aveva il tempo per starci dietro tra l’acconciarli e controllare ogni mezz’ora che la piega fosse rimasta perfetta. Era piuttosto stanca, aveva sistemato i suoi bagagli tutto il pomeriggio cercando di fare stare la sua valanga di abiti in quell’unico armadio che avrebbe dovuto dividere con Andy. In più aveva iniziato a sfoderare tutti i poster che si era portata da casa per mimetizzare le pareti multi-colorate della casa di arlecchino (l’avevano ufficialmente ribattezzata così) in attesa di potere dare una bella mano di vernice ai muri. Ci vedeva bene un color salmone, così si sarebbero abbinato ai mattoni a vista che c’erano in cucina. Alzò un po’ il volume della radio portatile che aveva di fianco, consentendo alle note potenti di  “Money For Nothing” di riempire la stanza. Incrociò gambe e braccia e  si mise ad osservare il risultato del suo lavoro: il megaposter di London Calling spiccava sulla parete centrale della stanza a fianco di una foto dei mercatini di Portobello che aveva scattato circa un anno prima. Era una fotografa Bea, sin da quando aveva preso in mano la macchina fotografica di sua madre per la prima volta a 8 anni sapeva che quella sarebbe stata la sua strada. Inquadrare con l’obiettivo gli oggetti, le persone, fissare il momento nello scatto. Cercare di cogliere i particolari, o gli aspetti alternativi della realtà per creare un’immagine contenente frammenti di vita che sarebbero durati per sempre. Questo era quello che faceva, che le piaceva fare, anche se non sempre era come avrebbe voluto. Lei preferiva concentrarsi su ciò che accadeva nel mondo, fotografare le persone nella loro vita, paesaggi, non fare le foto da studio. Non che le dispiacesse, affatto. Era una gran cosa collaborare con tanti artisti famosi, si divertiva e aveva occasione di conoscere un sacco di gente, però fare le foto ai concerti era tutta un’altra cosa. Catturare l’energia e le vibrazioni che emanavano gli artisti, quello sì che era appagante. In realtà il suo sogno era quello di fare la reporter, andare in giro per il mondo e fare servizi fotografici, ma si rendeva conto che la strada era ancora lunga e ne aveva da sudare per arrivare a realizzare la sua aspirazione. Abbassò il volume della radio, sentiva le note di una chitarra provenire dalla strada, “Sarà sicuramente quel tizio coi capelli neri che sentiamo sempre” si disse. Chiuse gli occhi e si rilassò, ascoltando quella musica.

“BEA!” Andrea entrò in casa di corsa, così come era scappata da Izzy, si tolse le scarpe, le gettò in un angolo all’ingresso, lasciò i libri per terra e si diresse verso il salotto-cucina rapidamente. “Bea! Ho una news! Izzy ci ha invitate stasera al concerto e noi dobbiamo ass….wow!” si era fermata a guardare la sistemazione della casa. Era proprio tutto perfetto, d’altronde come poteva non esserlo, era opera della sua migliore amica! Bea, che grazie alla furia di Andy si era ripresa dal torpore in cui era caduta, la guardò soddisfatta, “Ti piace?”.

“E dai B ovvio che mi piace! Lo sai, come può non piacermi qualche cosa di tuo? E quella foto è una delle mie preferite.”

“Beh io chiedo lo stesso, magari prima o poi capita che non ti piaccia qualcosa che faccio.” Disse alzandosi  dal divano e dirigendosi verso il frigo per prendere qualcosa di fresco. Faceva davvero caldo, anche per essere le sette passate. Tirò fuori una lattina di coca,la aprì e ne bevve un sorso.

“Comunque Bambi…cosa stavi blaterando su un concerto questa sera? E da dove sbucherebbe questo Izzy? Uno che hai conosciuto alla libreria dell’università?”. Andrea intanto era andata verso l’amica e si era appoggiata al banco da cucina.

“Ma scusa B, è pieno agosto, chi cavolo credi che ci sia in università?”

“Boh, magari qualcuno preciso e secchione come te che si porta avanti prendendo adesso i libri che dovrà usare fra 3 mesi.” E le tirò una pacca sulla spalla. Ricevette una linguaccia da Andy “Ah ah ah, miss simpatia ora ascoltami, hai presente quel tipo che sentiamo suonare giù in strada? Quello col cappello, capelli scuri, sigaretta perennemente in bocca…”

“Ah è quello? E si chiama Izzy? Che nome curioso che ha…Izzy…ma si chiama davvero così?!”
Andrea la guardò un secondo “Sì si chiama così, ma non penso che sia il suo vero nome, magari è un nome d’arte, visto che fa il musicista se ne sarà trovato che attiri l’attenzione, sai come fanno no? Ma poi anche se fosse quello vero, a noi che ce ne frega?”

“Ti vedo molto su di giri per questo tipo Bambi… che è successo?”

“Se non ti focalizzassi su particolari insignificanti come l’originalità del nome magari te lo direi anche! Dunque si da’ il caso che lui abbia un gruppo, e che suonino proprio questa sera al Whisky. Ci ha invitate ad andare. Ah aspetta un secondo” prese il flyer che Izzy le aveva dato poco prima e lo passò a Bea “Ecco guarda questo è il suo gruppo, Guns N’ Roses si chiamano. Devono essere bravi sai, prima mi ha fatto sentire un loro pezzo, era molto bello.”

Bea, che intanto stava studiando le facce dei cinque ragazzi nella foto guardò l’amica “Allora era proprio lui che suonava. L’ho sentita anche io quella canzone e hai ragione, è molto bella! Però….”

“Però?”

“Però non mi convinci…socia tu stai omettendo qualche particolare, non puoi essere così esaltata solo perché ci ha invitate a vedere il suo concerto! Dai quante volte è già successo? Dai avanti sputa il rospo.”

Andy arrossì un po’, Bea la conosceva troppo bene per capire quando le succedeva qualcosa di particolare. “Bea ecco, in primis per convincermi mi ha detto che mi avrebbe dedicato quella canzone che mi ha fatto ascoltare…”

“Come?!” Bea aveva gli occhi sbarrati per la sorpresa “ Ti dedica una canzone e nemmeno ti conosce? Hai subito fatto breccia nel suo cuore eh, Andy? Bene bene, si prospetta interessante la serata, dobbiamo andare assolutamente allora! Anche perché sti ragazzotti qua son proprio dei bei tipi…soprattutto questo!” e indicò uno di quei cinque, quello con i capelli lunghi chiari (il flyer era in bianco e nero) e due grossi aviator specchiati che gli coprivano il viso dall’espressione strafottente e la posa da divo.

“Ah sì anche a me è caduto l’occhio su di lui appena ho visto la foto, è molto carino!”

“Carino?! Andy andiamo dai come fai a dire che è carino? Ma ti sei sentita? Questo qua è un figo punto! Dai ammettilo!”
Andrea alzò gli occhi al cielo e alla fine dovette cedere all’evidenza “Uff Bea sì è vero, hai perfettamente ragione, è un figo” e sorrise all’amica.

“Anche se gli cambierei quell’acconciatura da schizzato coi capelli sparati…Però se è bravo quanto figo direi che li andremo spesso a vedere!” fece Bea, quasi tra sé e sé mentre sorseggiava un altro po’ di coca fredda. Stava studiando quei cinque tipi nella foto. Uno lo aveva già visto, lì per strada, ora sapeva che si chiamava anche Izzy, però la foto non gli rendeva molta giustizia, sembrava totalmente un’altra persona. Di fianco a lui c’era il ragazzo-divo che l’aveva colpita, che tra l’altro sembrava anche il più dedito a perseguire la moda glam, affiancato a sua volta da uno con un cappello nero calato in testa adornato da dei medaglioni. Aveva lunghi ricci neri che gli incorniciavano il volto che aveva un’espressione a metà strada tra l’imbronciato e lo strafatto (probabilmente era strafatto e non si reggeva in piedi concluse Bea). Indossava pantaloni di pelle nera, come i due biondi che gli stavano a fianco. Uno era alto, molto alto. Braccia incrociate al petto e occhiali neri, con un cappello da militare russo in testa. L’altro era un po’ più basso, sempre con una grossa chioma di capelli biondi come il suo amico spilungone, ma nonostante cercasse di assumere un’espressione convinta e da duro come gli altri, sembrava in realtà molto simpatico, anzi dava proprio l’idea del cazzone.  

“…e quindi mi ha detto di fare così. Hey B? Bea? Terra chiama Beatrix!”  disse Andrea sventolando una mano davanti agli occhi dell’amica.

“Mh?” fece Bea, alzando lo sguardo dal flyer.

“…non hai ascoltato una sillaba di quello che ti ho detto vero?”

“Scusa stavo studiando sti tizi qui, a vederli non sembrano male, hanno un’immagine forte, se sono tanto bravi quanto belli avranno un  grande successo! Comunque, dicevi?”

“Dicevo che loro iniziano a suonare alle 10, e a fine concerto ci aspettano al bar. E se vogliamo essere puntuali, dobbiamo darci una mossa! Uff… nemmeno ho idea di che mettermi!”

“Vogliamo farci belle per un certo moretto?” il  tono di Bea era scherzoso, sapeva che avrebbe irritato l’amica.

“Ma che dici dai! L’ho appena conosciuto, figurati!”

“Certo certo, e ti ha già baciata…non negare che non vedi l’ora di riverderlo!”

“Aaah!  Ma allora mi avevi ascoltata furbona! Mi hai fregata!.....bene allora mi farò prima io la doccia, visto che come vostra signoria ha detto, mi devo fare bella!” Andrea, ridendo, fece uno scatto verso il bagno.

Bea la seguì nel corridoio “Andreaaaaa non metterci una vita come tuo solito,vorrei avere anche io del tempo per essere alla tua altezza, sai non vorrei sfigurare!”. Poggiò sul comodino la lattina di coca che ancora aveva in mano e iniziò a frugare tra i suoi vestiti per trovare qualcosa di bello da mettersi, era la prima sera fuori a Los Angeles, voleva essere impeccabile.

 
   
 
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