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Autore: Yunalesca Valentine    10/02/2011    1 recensioni
I Fayth sono coloro che dettero la loro vita per diventare Eoni, la cui anima venne rinchiusa in delle statue all’interno di Templi sparsi per tutta Spira. Queste sono le loro Storie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anima, Ifrit, Ixion, Shiva, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IXION

 

La navigazione era sempre stata la mia passione, e, quando divenni capitano di una nave tutta mia, finii col diventarne assuefatto. Non c’era un giorno in cui non fossi per mare insieme alla mia piccola ciurma, anche solo per consegnare un pacco a pochi kilometri di distanza.

Tutto questo fino a che non invecchiai ed incominciai a leggere male la bussola e le cartine nautiche. Ma nonostante questo mio “handicap” continuai lo stesso a navigare; mi era impossibile stare lontano dall’acqua, ma soprattutto dalla mia nave.

La prima regola di un capitano era quella di non abbandonare il suo vascello; ed io la stavo seguendo da bravo capitano qual ero.

 

Una notte mi ritrovai ad essere coinvolto in una tempesta veramente brutale, e provai tutte le manovre che conoscevo pur di non arenarmi o di non sbattere contro gli scogli che mi si paravano davanti, ma non ci fu molto da fare: la tempesta era troppo forte.

La nave venne sballottata a destra e sinistra, ed il timone era fuori controllo: sembrava che l’intera nave fosse posseduta.

Quando il momento no era passato ormai la nave si era arenata e c’era poco da fare; così scesi e controllai la situazione: l’imbarcazione era danneggiata in più punti, e per ripararla ci avrei impiegato molto tempo da solo.

Allora decisi di andare a vedere se nelle vicinanze c’era qualche villaggio nel quale potevo chiedere aiuto.

Percorsi un sentiero che era stato battuto di sicuro molte volte, e mi ritrovai nei pressi di un ponte e di un incrocio: non sapevo dove andare.

Purtroppo stava calando il buio, e se non mi davo una mossa sarei finito col vagare per i sentieri di notte, e la cosa era molto pericolosa, visto che con il buio la gente di malaffare ed i mostri uscivano allo scoperto.

Senza indugiare oltre, mi diressi a passo sicuro verso il ponte e, una volta attraversato, mi ritrovai di fronte ad un gigantesco masso: ero finito in un vicolo cieco.

Ad un tratto un fulmine colpì il masso, che poco dopo vibrò e, lentamente, si aprì in due, rivelando al suo interno un Tempio di Yevon. Immediatamente mi inchinai come era stabilito dal credo, ed entrai.

All’interno tutto era basato sul fulmine; dalle decorazioni del pavimento alle colonne accanto alle statue dei Grandi Invocatori del Passato.

Trovandomi lì, pensai: “E se il fatto di arenarmi sia stata causato da Yevon per la mia mancanza di fede?”. In effetti era da molto tempo, esattamente da quando ero diventato capitano, che non mi recavo più nei Templi a pregare.

Ovviamente nessuno mi degnò di uno sguardo, ma era normale, dopotutto potevo essere benissimo un fedele che era entrato per pregare, anche se in realtà non ero giunto lì per quello.

Purtroppo la struttura dell’edificio era ben diversa da quello che c’era nei pressi della mia città e finii col perdermi. Mi accorsi di essermi perso quando (mi accorsi di essermi smarrito quando), seguendo il corridoio e superato quella specie di trappola costituita dallo spostare i vari globi luminosi e dal dare corrente elettrica ai macchinari, mi ritrovai in una stanza in leggera penombra, nella quale c’era una porta con il simbolo di Yevon sopra.

Pensando che dietro di essa ci fosse la stanza del Gran Sacerdote, l’attraversai, ritrovandomi in una stanza circolare, illuminata da una lastra alquanto insolita: perché al suo interno era presente uno spazio vuoto a forma d’uomo?

Cosa si nascondeva dietro di ciò?

Purtroppo non uscii mai da quella stanza: alcuni sacerdoti, accompagnati da alcune guardie, mi avevano accerchiato ed avevano bloccato l’uscita, impedendomi così la fuga.

Provai a spiegare il perché mi trovassi lì, ma quelli non sentirono ragioni e finii col ritrovarmi una lancia nel fianco sinistro. La vista mi si appannò quasi subito, e non mi accorsi nemmeno che avevano estratto la lancia dal mio fianco e che mi stavano trascinando di peso sopra quella lastra luminosa.

Non so per quanto rimasi privo di sensi, ma, di fatto, sta che quando mi svegliai mi accorsi di vedere le cose diversamente: vedevo tutto un po’ sfuocato, come se davanti ai miei occhi ci fosse una sorta di velo opaco.

Poco dopo sentii delle voci provenire da dietro la porta: «Finalmente abbiamo anche noi un Eone. Da adesso ci saranno molti più pellegrini in visita e potremmo farci, finalmente, un nome!».

«Sì, hai ragione. Però mi dispiace un po’ per quell’uomo...dopotutto non gli è stato dato nemmeno il tempo per parlare».

«Ascolta, con il suo sacrificio tante altre vite verranno salvate dalle grinfie di Sin e delle sue scaglie; quindi dovresti vedere la cosa come una benedizione di Yevon».

Quindi...vedevo le cose a quel modo perché ero rinchiuso in quella lastra che avevo visto prima di perdere i sensi? Ma perché proprio io? Se solo non avessi deciso di entrare nel Tempio...ma forse la mia sorte non sarebbe cambiata in ogni caso...dopotutto anche se non sarei finito sospeso tra la vita e la morte, forse, sarei morto ucciso per mano di qualche brigante per i sentieri.

E pensare che ero andato in quel Tempio alla ricerca di qualcuno che fosse stato in grado di ripararmi la nave...

 

Da quell’infausto giorno in poi mi divisi in due: una parte era costituita dal mio ruolo di Intercessore, mentre l’altra dal mio ex ruolo di capitano. Ma c’era una cosa alla quale non riuscivo a non pensare: quella misteriosa città che mi appariva in sogno ogni volta.

C’era qualcosa, in quel sogno, che mi attirava, anche se non sapevo bene cosa.

Nonostante la mia passione per il mare, quindi l’acqua, l’elemento che venne associato al mio Eone fu il tuono, e questa cosa non mi andò mai giù: perché dovevano essere gli altri a decidere per me?

 

Il mio nome era Ixion, ed ero l’Intercessore ed Eone dell’Isola del Tempio di Djose. E questa era la mia Storia.

   
 
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