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Autore: White Gundam    14/02/2011    3 recensioni
[Nona classificata al concorso "Era un sogno" indetto da Fabi Fabi e vincitrice del premio speciale "Premio giuria (fandom)"]
La battaglia contro Spehiroth al reattore mako di Nibelheim è finita con una bruciante sconfitta, sei finito in prigione su di una nave diretta nell'artide, possono le cose, Cloud, andare peggio di così?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Crisis Core
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Ciao a tutti e benvenuti a questa mia nuova fanfiction, scusatemi tanto per l'html (wordpad mi da qualche problema), e, se potete, lasciatemi qualche recensione, mi servirebbero a potermi migliorare^^

 
 

Nightmares

La nave solca le gelide acque vicine all'artide, la neve ricopre d'un candido manto ogni spiaggia, ogni scoglio. La temperatura segna meno di quarantacinque gradi sotto lo zero, ma l'imbarcazione pare resistere ad ogni intemperia. Il vento soffia gelido verso nord e gonfia le vele della nave come i palloncini con cui i ragazzi giocavano al tuo villaggio. Ma tu, Cloud, tutto questo non lo puoi vedere. Ti trovi in prigione, la porta è chiusa con un solido e pesante lucchetto. Guardi con occhi vuoti le numerose sbarre coperte di ruggine e sporcizia, trentadue in tutto, le hai contate mentalmente non riuscendo a trovare nessun altro modo con cui occupare il tuo tempo. Tempo, quest'ultima parola ti suona strana alle orecchie, nonostante i tuoi sforzi non riesci a ricordare da quanto ti trovi lì dentro: settimane, mesi, forse anni o, magari, Cloud, non sono passati altro che una decina di minuti. Il motivo per cui ti trovi in quella prigione, anch'esso ti sfugge, solo una parola ti rimbomba nella testa: traditore. Scuoti il capo sperando invano che così potrai allontanare anche quell'inquietante senso di rabbia che ti scuote il corpo in fremiti che non riesci a controllare. I tuoi denti battono, mordono la gelida aria senza ricavarne nutrimento, il tuo corpo è magro e spossato, il tuo fiato, che si disperde in nuvole di vapore, si fa via via più pesante.

Gli occhi azzurri, unico punto lucente del tuo viso, appaiono ora spenti, privi di luce, come se tu fossi diventato cieco e, invece, ci vedi benissimo. Riesci a vedere quelle maledette sbarre che sembrano decadenti ma dalle quali, quando hai cercato di sfondarle con una spallata, ne hai ricavato solo un livido nero bluastro che ti fa gridare di dolore ogni volta che le onde ti sbattono contro la parete in acciaio della cella. Riesci a vedere fuori un lunghissimo corridoio in penombra, che, se potessi percorrere, potrebbe forse portarti alla libertà. Riesci, infine, a vedere la sagoma di un uomo, in fondo al lato destro del corridoio, alto e slanciato, con lunghi capelli che gli scendono sulla schiena ed, al fianco, una katana lunghissima, riposta nel fodero.

Pensi a quell'uomo e rimpiangi di essere ancora mentalmente sano, il che ti permette di ricordare perfettamente i dettagli del viso dell'uomo e della sua spada: la Masamune; ma soprattutto ti permette di ricordare che quella persona era stata il tuo modello ed il tuo eroe.

Senza riuscire a controllare anche per un solo secondo di più l'ira che pervade la tua mente ed il tuo corpo, lasci che sia il tuo istinto a dominarti. Serri la tua mano destra in un pugno e ti fiondi con violenza verso le sbarre e verso la parete, e continui a riempire di pugni il metallo finchè non ti senti più la mano; la guardi e noti con preoccupante noncuranza che le nocche sono scorticate, perdi sangue e non riesci più a muovere la tua mano, evidentemente fratturata a causa dei colpi auto infertoti. Le goccie di sangue che stai perdendo bagnano il tuo arto ed il terreno di rivoli cremisi, che scorrono, mossi dal lento ondulare della nave, fin fuori dalle sbarre, fino a bagnare il corridoio di tracce rosse, chiaramente tue.

Pensi di aver finalmente perso il lume della ragione quando ne sorridi e ti compiaci che, in qualche modo, almeno una parte di te è riuscita ad evadere, ma già il fatto che lo stai pensando ti indica che almeno un barlume di coscienza ti è rimasto. Guardi nuovamente i rivoli di sangue e ti viene da vomitare, ma questa volta, ne sei sicuro, non è a causa del mal di mare. I tuoi occhi assumono nuovamente uno sguardo vuoto mentre ti concentri su quella piccola pozzanghera scarlatta, lì dentro i globuli rossi coagulati ti mostrano delle immagini grottesche che paiono visi umani. I due volti, uno femminile ed uno maschile, ti guardano: lei implora il tuo aiuto, lui ti guarda con disapprovazione. Chiedi perdono alla prima figura, gridi, ti contorci sul pavimento, le chiedi scusa per non essere stato in grado di proteggerla; poi guardi l'altra immagine e passi il tuo sguardo da quella, alla tua mano ed, infine, alla figura femminile, non sai che dire e rimani imbambolato, abbassi la testa e piangi. Le due immagini che hai visto sono quelle delle due persone più care che hai: Tifa e Zack. Forse sei davvero impazzito, ma la tua pazzia dura ben poco e subito ti riprendi, vedendo solo una prigione ed una macchia di sangue.

Sospiri e ti passi le mani sulla pelle nuda in un vano tentativo di lenire il freddo, i tuoi vestiti sono fradici e sporchi, non ti conviene indossarli. La tua pelle viene quasi bucata dalle ossa del tuo corpo magro, i tuoi bronchi ed i tuoi polmoni sono pieni di catarro, la tua fronte scotta e sei febbriccicante; eppure di tutto questo non te ne importa. Guardi il corridoio attraverso le linee grigio marrone che sono le sbarre, e ti chiedi quando potrai essere libero.

Il freddo e la fame sembrano avvoltoi che ti volano sulla testa, ma tu li scacci, a fatica, con quella curiosa miscela di disperazione e speranza.

Fuori dalla tua prigione, fuori dalla tua visuale, il ghiaccio e la neve giocano con il sole formando strisce di colori di rara bellezza. La landa desolata è l'unico spettacolo della natura che l'uomo e la Shinra non riescono ancora a contaminare, e presto sarai arrivato.

Tu, invece, lì dentro non vedi più nulla, la tua vista si è talmente offuscata da impedirti di scorgere anche la sagoma di quell'uomo e, in fondo, ne sei contento; almeno, adesso, puoi fingere che non esista, che non ci sia mai stato.

Nel delirio della febbre ti tornano i ricordi, seppure poco chiari, di quanto accaduto. Ti sforzi per metterli in ordine, crearne una storia comprensibile; quando, finalmente, ci riesci ti è venuto un forte mal di testa, ma hai ricavato quel che volevi.

E' andata così, quando Sephiroth ha incendiato il tuo paese, Zack e Tifa si sono precipitati nel reattore di Mako. Tifa, ovviamente, non ha potuto far nulla e anche Zack, seppur combattendo, ha fallito. Poi, sei arrivato tu, hai combattuto, ma la tua debolezza ti ha fatto fallire, in una sconfitta che non potevi permetterti. Loro sono vivi, ma probabilmente saranno finiti anch'essi in galera.

L'aver ricordato quanto accaduto fa aumentare la tua rabbia, ma sei talmente debole da non riuscire nemmeno ad alzarti. Vomiti, tossisci e sputi sangue, speri che la signora ammantata di nero ti venga a prendere al più presto. Poi, la nave si ferma.

Degli uomini vestiti di nero ti vengono a prendere, una ragazza dai capelli rossi ti sussurra che Zack l'ha fatto scappare, chiedi con flebile voce la sorte di Tifa e ti risponde che ci sono solo i SOLDIER traditori sulla nave. Due uomini ti afferrano, vorresti opporre resistenza ma non ci riesci. Essi ti trasportano fin sul ponte della nave, il freddo, qui fuori è ancora più pungente; gemi e starnutisci. I due uomini ti afferrano per le spalle e ti lanciano in acqua.

Lo schianto con la superficie del mare ti fa gridare di dolore, l'acqua è gelida e la tua mano rotta ti impedisce di tenerti a galla. Volgi lo sguardo verso l'alto e vedi una ragazza che non conosci, ma che altri non può essere se non Aerith, che getta piangendo un mazzo di gigli, rose e ciclamini nell'acqua. Guardi quel mazzo e sfiori i lisci petali della rosa, poi senti il ghiaccio liquido entrarti nei polmoni e sai che la tua fine è vicina, poi, improvvisamente, apri gli occhi.

Ti trovi in un canion roccioso, fa caldo e l'aridità del paesaggio che a malapena riesci a vedere, ti mette sete. Sei ancora stanco, il coma da cui sei appena uscito pesa ancora sulle tue giovani spalle, il lungo sogno che ti ha accompagnato, ti fa quasi tremare di paura.

 

E' un gesto a farti riprendere dai tuoi pensieri. Una mano calda si posa sulla tua testa e ti scompiglia i capelli biondi con una carezza. Volgi lo sguardo rassicurato in quella direzione, ma vedi Zack allontanarsi. Alzi la tua mano destra, liscia e perfetta, nella sua direzione, vorresti chiedergli dove va, gridargli di aspettarti, ma dalle tue labbra non esce alcun suono.

Ad ogni modo, la sua carezza è riuscita a tranquillizzarti, ti appoggi al masso che hai dietro la schiena, chiudi gli occhi e ti addormenti.

E' il rumore degli spari che ti ha svegliato, Cloud? O è stata forse la pioggia che bagna il tuo viso e il tuo corpo?

Cerchi di alzarti, ma le forze ti vengono meno e cadi nuoavamente a terra, seduto, la pioggia cade incessante e il terreno è diventato fangoso. Ti butti in avanti con le poche forze che riesci a trovare, ti bagni di fango e di pioggia, ora sei disteso sulla pancia e muovi le mani, facendovi forza per arrancare.

Non sai nè il tempo nè le forze che impieghi per raggiungere il tuo migliore amico. Lui giace in terra, sdraiato supino, il volto striato di sangue e il petto farcito di proiettili.

Piangi, unendo alla pioggia le tue lacrime, lui ti sorride e ti abbraccia. Senti sul tuo viso la carne tritata dai proiettili e la loro consistenza dura e fredda. Poi, lui ti parla, ma tu, sconvolto, non riesci a fare altro che ripetere le parole che egli pronuncia, senza comprenderne nemmeno una. Alla fine la sua mano, quella che ti aveva accarezzato, si posa ormai quasi fredda sulle tue. Tra le tue mani ha messo la sua spada e tutto quello che per lui voleva dire; vedi i suoi occhi chiudersi e gridi la tua rabbia ed il tuo dolore al cielo, che muto e sordo non pare ascoltarti.

Pensi che gli incubi peggiori sono quelli che si fanno da svegli, pensi che il fatto di aver sconfitto Sephiroth non ha fatto altro che peggiorare le cose, pensi che avresti preferito essere tu a morire; ora che lui non c'è più ti senti vuoto ed inutile. Ma non ti preoccupare, Cloud, presto, molto presto, scorderai anche tutto questo.

   
 
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