Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
Segui la storia  |       
Autore: AngelsVoice_    15/02/2011    1 recensioni
1987. Eliza,venticinque anni,ha un'unico grande sogno: diventare una cantante professionista e dimenticare il suo passato. Un'audizione le cambierà la vita, e le darà l'occasione che aspettava da sempre. Un ragazzo le insegnerà ad amare ed a credere in se stessa,le mostrerà che,nonostante tutto,esiste sempre un modo migliore in cui vedere la propria vita.
Chi è lui? Beh.. E' Michael Jackson.
Come le melodie di una canzone,le vite dei due si intrecceranno creando un'unica,splendida armonia. Un'armonia che non si può spezzare,neanche con la morte.
The Armony Of Love.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
006.

                                                                                                                          
                                                                                                                                      - Like A Rainbow -                                                                                                                                                     
                                                                                                                                                  P.o.V Michael

Dopo giorni e giorni passati in studio, registrazioni rimandate e litigi, il 27 Agosto 1987, alle otto e venti, finimmo di incidere I Just Can't Stop Loving You, dopo tre ore di prove incessanti iniziate alle sei del mattino. Tutto lo staff assistette al duetto, e quando concludemmo definitivamente, fuori dalla sala ci attese un applauso scrosciante. Battei le mani divertito, e ringraziai tutti per il loro magnifico supporto. Dopo, fu un fiume di complimenti,  a destra e a manca, soprattutto per Eliza, la quale sedeva timidamente su uno sgabello. "Devo abituarmi agli applausi!" mi aveva sussurrato, lasciandosi scappare un sorriso emozionato. "Beh,meglio tardi che mai no?" le avevo risposto con gli occhi che brillavano.
<< Cioè ragazzi siete.. Una bomba! Sapevo sarebbe andata bene,ma non così! >> esclamò Quincy, stringendoci entrambi a sé come un papà fiero della recita scolastica dei suoi bambini. Credo fosse per quello che adoravo Quincy: lo sentivo davvero con un padre, in fondo.
 In quel momento Eddy e John entrarono nella sala, festanti, dandomi numerose pacche sulla schiena.
<< Grande,fratello! >> esclamò Eddy, con il suo tipico slang da ragazzo di strada.
<< Fantastico, Michael! >> disse invece John, sorridendo gentilmente. A volte mi stupivo di quanto quei due, seppur gemelli, fossero estremamente differenti. Ricordavo la tristezza negli occhi di entrambi quando li avevo incontrati per la prima volta, due anni fa. La loro storia mi aveva colpito profondamente, e ancora adesso non riuscivo a capacitarmi della loro sorte: separati alla nascita a causa della povertà dei loro genitori, erano cresciuti in due famiglie completamente diverse. Ad Eddy era toccato di crescere per strada, in uno dei quartieri più malfamati e desolati di Los Angeles, a John era andata molto meglio.
Mi preoccupavo spesso per loro, ma sembrava non avessero problemi ora. Ci basta stare insieme,mi avevano confessato.
In quello stesso momento, nella stanza riecheggiò un colpo sordo e tutti girammo la testa, preoccupati: una ragazza mulatta aveva stappato una bottiglia di champagne, e distribuiva bicchieri a destra e a manca, felice come una bambina a Disneyland. Tirammo un sospiro, e il frastuono allegro ricominciò più forte di prima. Scossi la testa, correndole incontro.
<< Ma che ti salta in mente?! >> esclamai, quando ci staccammo da un forte abbraccio. Lei alzò la bottiglia piena, facendo spallucce.
<< Bisogna festeggiare, fratellone! >>
Eh già,lei era Janet. La mia pazza,incredibile sorellina. Ridacchiai e guardai distrattamente Eliza: osservava ora me, ora Janet, con una strana espressione in volto. Incrociò il mio sguardo e smise immediatamente di fissare dalla nostra parte, facendo finta - peraltro,senza riuscirci granchè - di interessarsi a ciò che le stavano dicendo Eddy e John.
<< Liza! >> la chiamai, urlando per farmi sentire sopra tutto quel fracasso. Lei si girò immediatamente e mi raggiunse con un'insolita timidezza.
<< Janet,questa è Eliza. >> mia sorella le tese la mano, sfoggiando uno di quei sorrisi che scioglierebbero un'iceberg << Eliza.. Lei è mia sorella,Janet. >>
Mi sembrò che tirasse un sospiro di sollievo a lungo trattenuto, poi sorrise sinceramente e ricambiò la stretta della ragazza di fronte a lei.
<< Ehi, ti ho sentita cantare! Wow, sei incredibile! >> le disse Janet << La tua voce e quella di mio fratello sembrano fatte apposta per stare insieme! >>
Sorrisi stupidamente a quelle parole, come se fosse la cosa più bella del mondo.
<< Beh, l'ho scelta apposta,no? Una ragazza affascinante, ed anche brava! Mica potevo lasciarmela scappare! >> scherzai, ritornando poi serio << E' finita, finalmente! Non vedo l'ora di lanciare il nuovo disco.. >>
Janet mi punzecchiò un fianco. << Mio caro, ricordati che devi anche organizzare il tour, quindi non è affatto finita! >> lì fece l'occhiolino ad entrambi << E' appena iniziata! >>
Il tour. Come dimenticarselo. Lo odiavo, lo odiavo, sì.
<< Bene,grazie per avermelo ricordato >> sbuffai, facendo il finto offeso << Hai compromesso il mio sonno per almeno tre mesi! >>
<< Ma va! >> esclamò, dandomi un buffetto affettuoso sulla spalla << E poi, hai deciso il nome per l'album? >>
Annuii con decisione, alzando il sopracciglio e sorridendo appena.
<< Bad >>  
<< Oh, certo Michael, sei proprio cattivo >> mi prese in giro << Davvero. >>
Sbuffai rumorosamente e lei corse via, ridacchiando. Eliza era rimasta immobile e muta, ad ascoltare i nostri battibecchi con un sorriso.
<< Pazza,vero? >> sospirai,mettendole le mani sulle spalle scoperte dalla canotta. Lei mi squadrò con aria critica e sentenziò: << Non più di te,sicuro! >>
Risi di cuore,accarezzando quella pelle color caffèlatte.
Quella stessa sera la riaccompagnai a casa, stanco dopo una giornata di accesi festeggiamenti. Parlammo per tutto il il tragitto, ricordando la faccia di Quincy quando avevamo finito di registrare, del suo urlo entusiasto da vecchio cowboy, e ridemmo come non mai. Le tenni stretta la mano fino al pianerottolo, dopodichè la lasciai.
Rimanemmo per un po' fermi sulla soglia, ad ascoltare il respiro l'uno dell'altro, e quando feci per andarmene fui bloccato da una stretta gentile.
<< Michael.. ti dispiace restare ancora un po'? >>
Mi voltai, radioso. << Certo che no.. >>
Entrai, seguendola sul divano e sedendole accanto. Accese la televisione, fece un po' di zapping e, infine, si sintonizzò sul canale musicale. Mandavano proprio in quel momento "Out Here On My Own", di Irene Cara. Senza accorgersene, Eliza cominciò a canticchiarla, stringendosi le gambe al petto.
<< E' una bella canzone.. >> dissi, avvicinandomi di più al suo corpo accovacciato. Lei alzò le spalle, accennando un sorriso.
<< Adoro le parole.. E' come se l'avessero scritta per me soltanto.. >>.
<< Raccontami la tua storia >> le chiesi, appoggiando la testa sulla sua spalla. Lei smise di cantare, voltandosi per guardarmi. Ci fissammo a lungo negli occhi - feci fatica a reggere il suo sguardo, tanto da sbattere più volte le palpebre per non rimanere ipnotizzato dalla profondità di quei due occhi -  poi si voltò di nuovo.
<< Sono nata in Egitto.. Mio padre era un militare, partito per il fronte arabo a causa di una guerra scoppiata parecchi anni prima. Due giorni prima del ritorno in America, connobbe mia madre, e decise di non andarsene mai più da lì. Due anni dopo ebbero una figlia, che decisero di chiamare con un nome inglese e uno arabo, per ricordarle le sue origini. Erano.. così orgogliosi della loro piccola Shereen.. >>
Si interrompeva spesso,come se non ricordasse davvero bene tutto, benchè sentissi che non era affatto così.
<< Poi a sette anni.. Entrambi si ammalarono gravemente, e dopo poco andai a vivere dai miei zii. Ero..così piccola.. e quando domandavo di loro dicevano: "Mamma e papà stanno bene, torneranno presto". Li ho aspettati a per sei anni.. >>
Tirò sul col naso, impercettibilmente. << .. Solo quando ebbi compiuto i dodici anni, mi dissero che erano morti. E' stato un periodo orrendo, mi sentivo tradita da chi mi aveva cresciuta al loro posto, per avermi illusa per sei, atroci anni, pieni di false speranze.. e odiavo i miei genitori. Li odiavo perché mi avevano abbandonata. Ho incominciato a non fidarmi più di nessuno, soprattutto a non affezionarmi più alle persone. Prima o poi ti deludono sempre, e tu ci stai male. Ora mi rendo conto di quanto sono stata stupida, e quanto mi mancano mamma e papà.. >>
Si lasciò scappare un singhiozzo, guardando il vuoto. La voce di Irene Cara risuonava ancora nella stanza colma di un silenzio irreale.
 
                                                             Until the morning,sun appears
making light of all my fears.
I dry the tears,I've never shown
out here on my own.

<<
Mi dispiace >> sussurrai,provato dalla sua storia
Lei si asciugò le guance,senza nascondersi, abbozzando un sorriso dolce ed amaro allo stesso tempo.
<< Ora è diverso.. Li sento vicino a me, e a volte.. >> la voce si ridusse in un sussurro << ..posso quasi udirli chiamarmi, e dirmi quanto sono fieri di me e di ciò che sono diventata.. >>

But when I'm down and feeling blue
I close my eyes
so I can be with you
Oh baby be strong for me
baby belong to me
help me through
help me
need you.

Aspettammo la fine della canzone fermi sul divano, la mia testa ancora poggiata sulla sua spalla. Non riuscivo ad immaginare che avesse avuto un passato così terribile, e pensai che ciò che avevo passato io era davvero nulla in confronto a tutto quello. Anzi, ero stato maledettamente fortunato.
La guardai cambiare canale,sfinita, e puntellarsi sulle nocche per alzarsi in piedi: la seguii, senza sapere cosa fare o cosa dire.
<< Eliza.. >> sussurrai, mentre lei apriva distrattamente una bottiglia d'acqua << .. Sono contento che tu mi abbia raccontato la tua storia. Sapere che ti fidi di me a tal punto.. E' una bella sensazione.. >>
Due piccole gemme castane incontrarono il nero profondo dei miei occhi, emanando bagliori fiochi e tremanti.
<< Non avevo mai detto a nessuno tutti i miei ricordi.. Ma tu sei diverso. Ma ti prego, non dire a nessuno tutto questo. >>
Annuii soltanto e ci abbracciammo di nuovo, separandoci solo parecchi minuti dopo.  Mi disse di aspettare, e corse in una stanza che doveva probabilmente essere la sua. Ritornò trionfante con un libro fra le mani, mostrandomelo entusiasta. Lessi il titolo e mi si aprì un sorriso luminoso sul viso: Peter Pan.
<< E' il mio libro preferito >> spiegò con un mezzo sorriso << E' sempre stato il mio sogno leggerlo con te.. >>
Lo presi dalle sue mani e mi accomodai nuovamente sul divano, picchiettando sul posto accanto a me per farle cenno di sedersi.  Leggevamo ad alta voce, scambiandoci le pagine e i ruoli,- lei: Wendy, i Bimbi Sperduti, Trilly; io: Peter Pan, Capitan Uncino, Spugna e il resto della ciurma - divertendoci come non mai. Improvvisammo una piccola sceneggiata, sbagliando di proposito le battute per confondere l'altro. Mi divertivo troppo.
<< Vieni qui, pirata dei miei stivali! >> urlò, facendo per rincorrermi. Mi scansai prontamente, riuscendo ad evitare la sua rovinosa caduta a terra afferrandola per la vita. Risultato? Cademmo entrambi stesi sul tappeto, ridendo fino alle lacrime.
<< Ok, ho vinto io! >> esclamò Eliza, mettendosi a sedere e spolverandosi i jeans, estremamente soddisfatta.
<< Ah si? >>
In un'attimo le fui addosso, bloccandola a terra. Avete presente Nala e Simba del Re Leone? La scena è praticamente la stessa.
<< Va bene, ma solo perchè sei maschio e hai più forza di me >> sospirò, punzecchiandomi << Siete fatti così, tutti muscoli e niente cervello >>
<< Damigella, voi mi avete ferito nell'orgoglio! >>
L'unione di due risate cristalline e sincere.
Un'amicizia speciale.
Così come l'arcobaleno squarcia le nubi per far spazio al sereno, così quel gioco infantile aveva spezzato un maledetto girotondo di ricordi passati, di dolore nascosto il fondo all'anima.
Chissà,forse l'arcobaleno era proprio lei.


                                                                                                                            


Spazio dell'Autrice:

Eccomi di ritorno!
Mi scuso IMMENSAMENTE per il ritardo, ma il mio computer era poco propenso a collaborare -.-
In tutto questo..
Michael ed Eliza sono sempre più.. Confusi? Sì, credo che questa sia la parola giusta. C'è ancora una microscopica
parte di loro che non vuole ammettere l'inevitabile..  Chi sarà il primo ad aprire gli occhi? .. Non
ve lo dicooo *-*
Marica.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AngelsVoice_