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Autore: Quintessence    19/02/2011    4 recensioni
Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
~
Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Due ~ Cosa ha detto Loretta


"L'ho conosciuta in un pomeriggio piovoso di qualche tempo fa, ancora faceva la prima superiore credo, ma già ti amava molto. All'epoca, sua madre era una madre modello. Suo padre era vivo e vegeto. Un bellissimo uomo. Un imprenditore" -Matteo ascoltava sorridendo di malinconia. Tutti sapevano della madre di Alessandra. La picchiava quotidianamente. Perché la credeva colpevole di quell'incidente d'auto. Per poco spesso non la uccideva.
Lei sopportava stoicamente. Ma tutti additavano la sua famiglia come marcia. Tutti sapevano che qualcosa non andava. Anche i vicini. Le assenze erano quasi più eloquenti dei lividi a volte. Parlavano di più dei lupetti d'estate. Sempre gli stessi. Bastava che fossero di colore diverso. Rosa, Rosso, Blu, Verde, Nero. Sempre gli stessi.
Provò a immaginare il padre di Alessandra. Un uomo prestante, sempre gentile con tutti, un imprenditore. Sembrava di sentire parlare dell'uomo perfetto. Son sempre i migliori ad andarsene. Fece un paragone involontario con suo padre. Anche lui era un imprenditore. La famiglia di Matteo possedeva la CAR, una grossa azienda di distribuzione di prodotti automobilistici. Di gran successo. Tutto il paese conosceva la loro azienda, e questo era un motivo di gran prestigio per tutti loro. Matteo ne andava molto fiero.
"Allora era ricca, prima?" -Chiese incuriosito dal racconto.
"Abbastanza, sì. Benestante" -Matteo si stupì. Anche lui aveva pensato la stessa parola nello stesso momento. Benestante. Non si addiceva ad Alessandra- "Innamorata di te, come dicevo prima, per parecchio tempo si era interessata di te e anche della tua famiglia, fino a quando è successa la tragedia. Tuo padre è morto in un incidente d'auto. Tua madre è impazzita. Ha cominciato a bere. Ha cominciato a picchiarti. Lei lo sapeva. Sapeva che eri triste, sapeva perché andavi male a scuola, eri magro, perché eri così timido e a volte anche irascibile. Sapeva perché la odiavi. Perché la sua famiglia era perfetta. La tua no..."
"Hey" -Proruppe lui indignato, interrompendola- "Prima cosa, non la ho mai odiata. Secondo, io non sono mai stato così..."
Anche Loretta lo interruppe, facendo come se non avesse sentito una sola parola di quello che lui aveva detto in tono iroso.
"...Ma, come sai, ti amava. e avrebbe voluto fare qualcosa per te. Ovviamente tu non l'ascoltavi. Per chi ha difficoltà è difficile ascoltare chi non ne ha. Aveva perfino chiesto a suo padre, che all'epoca dirigeva con successo la CAR, dei consigli, ma non aveva trovato soluzione. La soluzione era ovviamente denunciare tua madre perché ti picchiava. Non c'era altro scampo, per te. Però sapeva che soffrivi, e si distruggeva".
Matteo ridacchiò divertito, capendo il malinteso. Aveva capito male quello che Alessandra le aveva raccontato. Oppure lei, in uno dei suoi impeti di ottimismo, aveva scambiato le loro vite per dire a Loretta come stavano le cose, e indirettamente stava chiedendo aiuto per se stessa. In poche parole, aveva raccontato una balla. Pensò che fosse doveroso farlo presente a Loretta. Non erano state confidenze avanzate, ma solo bugie. Lei credeva di conoscere Alessandra, forse, invece non sapeva un bel niente di Lei. Arrogantemente, dopo qualche secondo, si prese la parola.
"Non hai capito un cazzo di quello che ti ha raccontato. Hai invertito i ruol-"
"Certo" -Disse lei amabile- "Perché lei mi ha chiesto di farlo"
"COSA?" -Stronzate. Sono tutte stronzate- "QUELLO era il suo desiderio?" -Come può essere possibile una cosa del genere? Non poteva essere assolutamente possibile. Quella donna era completamente pazza, e tutto quello che gli stava raccontando era probabilmente frutto della sua immaginazione e dell'incenso. Lei gli lasciò il suo tempo per riflettere, aspettandosi che da un momento all'altro si alzasse e scappasse. Invece, con grande sorpresa della Donna, rmase lì fermo. Con gli occhi piantati sul pouf colorato, Matteo rifletteva. Voleva dire che si era preso la vita di un'altra persona? Impossibile. Stronzate. Loretta respirò profondamente e riprese a parlare.
"Già. Quando sei morto non ha saputo darsi pace per non essere riuscita a salvarti. Per impedire che la persona che amava venisse uccisa. Avrebbe preferito annientarsi, piuttosto che subire le pene dell'inferno, non vedendoti. Quello che avevi subito, avrebbe voluto subirlo lei per risparmiarlo a Te" -Matteo sbiancò. Aveva detto la parola tabù. Morte. Sapeva che sarebbe arrivata. Però sbiancò lo stesso. Il silenzio era calato su di loro, e a Matteo sembrò che anche la penombra fosse aumentata. Adesso aveva l'impressione che non fosse uno scherzo, che non stesse scherzando, però era ovvio che era delirante. Probabilmente era una sua zia impazzita dopo che la ragazza si era uccisa.
"Basta Stronzate. Non posso essere morto. Io... Io..." -Non sapeva come dirlo esattamente- "Io sono qui!"
"Perché lei lo ha desiderato. E ha pagato perché tu potessi esserci"
"Bugiarda" -La fulminò lui con il suo tono meno gentile.
"Tua madre ti ha ucciso con una coltellata alla schiena. Non hai potuto chiamare l'ambulanza. Ti picchiava, vero?" -Chiese decisa, fissandolo.
Lui era confuso. Non ricordava niente. Nessuna cosa del genere. E se non te lo ricordi, non è successo. Così diceva suo padre. Ma adesso aveva capito che suo padre su una cosa aveva torto. Ci sono cose che puoi sentirtele dentro.
"Io... no... Mia madre non ha mai..." -E anche se cerchi di liberartene con la ragione, il tuo cervello sanguina.
"E alla fine ti ha ucciso, assassino di tuo padre perché tu ti eri salvato e lui no." -Stronzate- "Io avevo rifiutato la proposta di Alessandra, all'inizio, perché come ti ho detto ogni desiderio va pagato, e non volevo che pagasse tanto, una persona pura come lei... Che non ti ha mai invidiato nemmeno dopo... Che non ti ha mai odiato nemmeno dopo tutto quello che è successo... che è successo dopo." -La sua voce tremava, si accorse Matteo- "Non volevo che pagasse tanto per una persona che non l'aveva mai amata. Ma la vedevo. Tornava ogni giorno. Deperiva. I suoi genitori non sapevano cosa fare e io, io... Io lo sapevo..." -Disse, e poi lo ripeté- "Io lo sapevo che non si sarebbe data pace pensando che non aveva fatto tutto il possibile. Avrebbe pensato per sempre che era colpa sua".
Matteo le fece subito un cenno, allungando la testa, esortandola a continuare. Il nodo che aveva in gola non gli permetteva di parlare. Improvvisamente gli sembrò che tutto tornasse ad avere un senso. Si poteva fare! Si poteva ricominciare...
"Ogni desiderio ha un prezzo. Non posso darti tempo se non mi rendi del tempo, non posso cambiare il futuro se non mi dai un futuro differente in cambio, non posso farti volare se non mi dai delle ali... Non posso salvare una vita senza un'altra. Non potevo cambiare la tua vita, né resuscitarti, senza una vita in cambio. Sarebbe stato come chiedermi di scrivere senza una penna"
"Allora... Lei..." -Chiese tacitamente deglutendo. Aveva la bocca secca.
"Ha comprato la tua serenità e la tua Vita con la sua felicità e la sua vita"
"Ma perché?" -Chiese subito allora. Perché non me l'ha detto? Questa era la domanda inziale, poi aveva cambiato idea. In realtà quello che lui voleva sapere era, perché fare una cosa del genere. Perché relegarsi ad una vita di impopolarità e di sfortuna, perché decidere di vivere gli anni delle superiori come una reietta, sempre costretta all'ombra di una figura con una scopa in mano, al posto che alla luce della spensieratezza? Matteo non avrebbe mai cambiato la sua vita con quella di nessun altro. Specialmente non con quella di Alessandra.
"Per amore" -Ma perché, Lui non l'amava!
"Ma io non l'amavo...! O almeno, certo che l'amavo, ma lei non lo sapeva..."
"Ci sono cose che non serve sapere"
Aveva sopportato tutto quello che avrebbe dovuto sopportare lui. Voleva dirlo, ma non gli uscì nulla. Ancora non capiva, anche se il suo cuore gli diceva sì. Non credeva, non voleva creerci, non poteva crederci! Eppure era chiaro, lineare. O come poteva quella donna sapere tutto? Perché Alessandra avrebbe dovuto raccontarglielo? Come sapeva della CAR? Come, come? Erano stati i suoi amici? Non era divertente. Era impossibile. Si chiedeva ininterrottamente come? cercando altre spiegazioni, arrovellandosi, riflettendo, attorcigliando il cervello fino a farsi male, trattenendo il fiato e alla fine rinunciando.
Loretta lo guardava ancora.
"Che cosa desideri?"
Questa volta, Matteo non esitò un istante.
"Voglio tornare indietro nel tempo. Voglio tornare a salvarle la vita. Riportami a qualche ora prima della sua morte. Sistemerò quello che ho fatto. E dopo che l'avrò salvata, voglio che sia felice. Che l'esclusione finisca per sempre"
Loretta lo guardò di nuovo. Questo meravigliava Matteo più di ogni cosa. Lei lo guardava. Nessun altro l'aveva guardato da quando Alessandra era morta. Tutti evitavano accuratamente di guardarlo, forse per paura di trovare qualche traccia sul suo viso che dicesse "sei colpevole". Perché Matteo era colpevole, ma non meno degli altri. L'avevano spinta tutti. Mille mani premute sul suo petto. Chissà se in quel momento Alessandra le aveva sentite. Chissà se aveva riconosciuto le sue.
"Ti costerà un po'" -Suggerì Loretta ricordandogli i prezzi. Per un secondo il suo entusiasmo sfumò.
"Quanto?"
"Vuoi del tempo? Bene, ho bisogno di un po' del tuo tempo"
"Il mio tempo? Quanto?" -La speranza si era riaccesa. Il tempo era un prezzo ridicolo. Si aspettava qualcosa di doloroso. Non so, un tributo di sangue di quelli dei riti voodoo.
"Un giorno" -Disse Loretta- "Posso dilatarlo. Ma non così tanto. Devi darmi un giorno" -Matteo annuì soddisfatto. Non aveva niente da perdere, no? Poi gli salì un dubbio.
"Sì, okay. Ma come te lo do un giorno del mio tempo?" -Non ho dimestichezza con i giochini di magia, voleva aggiungere. Ma gli sembrò scortese.
"Lo metteremo in questa ampolla" -Rispose Loretta estraendo da sotto il tavolo una grossa boccia di vetro a collo alto- "Te ne starai qui a chiacchierare con me di Lei per ventiquattr'ore. Vuoi del tempo per salvarla? Usa del tempo per lei"
Matteo se ne stupì, per la ventesima volta, ma dopo un paio di telefonate e qualche bugia si convinse che sarebbe stato perfettamente possibile passare ventiquattr'ore fuori casa. Disse che avrebbe dormito da Andrea. Avvisò Andrea. Spense il cellulare.
"Okay, sono pronto. Di che vuoi parlare?" -Disse divertito, alla fine, sprofondando nei pouf. Allargò le braccia- "Sono qui!"
"C'è un'altra cosa" -Oddio, si disse lui, ora viene la parte del dolore. Mi chiederà il tributo di sangue e- "Se salvi una vita, dovresti dare una vita" -Addirittura la morte. Bene!- "Ma io sarò buona. Ti chiederò solo di rinunciare ad una vita" -Evvai, niente dolore fisico!- "Se vuoi tornare indietro e salvarla, devi rinunciare a Lei per sempre".


Insomma, alla fine ancora non vi ho svelato segreti abbruttiti, anche se la parola "esclusione" da sola dovrebbe farvi venire in mente qualcosa. Che cosa è successo davvero ad Alessandra? Matteo è pronto a rinunciare a Lei? In fondo sembra che la prima volta non abbia avuto problemi a farlo. Ma la seconda? Il prossimo capitolo sarà un intermezzo. E poi, vi racconterò la verità sui cinque anni che hanno passato insieme, dopo che Lei ha scambiato le loro situazioni, e senza che lui ne sapesse niente. Se avete ancora voglia di seguire, vi garantisco che scoprirete ben peggio che una frase buttata lì, mentre una ragazza è in piedi su una finestra. Recensioni sempre gradite.

   
 
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