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Autore: Channy    21/02/2011    6 recensioni
Kyle ha fatto la sua scelta: Jessi. I due passano dei mesi indimenticabili, in cui scoprono anche l'amore intimo, fin quando Kyle tradisce la fiducia di Jessi e lei è costretta a mollarlo. Pochi mesi dopo lei decide di lasciare casa Trager. Anni dopo i due si incontrano inaspettatamente dove avevano passato quei momenti felici, e Jessi porta con sè un segreto troppo grande da nascondere, un segreto che si chiama Adam... Spero di aver attirato la vostra attenzione. Questa è la mia prima fanfic e spero veramente che vi piaccia. E' ambientata dopo la fine della terza serie ed è ovviamente una Kessi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jessi XX, Kyle XY
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Dio scusate! E’ da fine luglio che non aggiorno. Son imperdonabile, ma non è dipeso da me, seriamente. Per prima cosa dopo l’ultimo aggiornamento sono andata a Londra con i miei...e poi mi sono trasferita lì, quindi ora ufficialmente vivo a Londra. Ma dato che mio padre fa la navetta tra Milano e Londra, è ancora un casino. I miei mi hanno regalato un portatile per Natale dopo che li ho implorati di comprarmi n computer perché a Londra non avevo assolutamente niente. Quindi bella. Poi c’è stato il problema internet, modem, bla bla bla. Fatto sta che ora ho il portatile, ho internet, ma comunque mi trovo in Italia per le vacanze di metà trimestre.

Per quanto riguarda questo capitolo..ho scritto l’inizio subito ai primi di agosto, ma non sapevo mai come concluderlo etc.....

So già che non vi piacerà quello che accadrà. Sinceramente non piace neanche a me, ma era necessario un po’ più di drammi per andare avanti verso ciò che voglia accada dopo.

Buona lettura, e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.

Bacioni

Channy


Capitolo  13: Confusione, Amore

Jessi’s POV

Appena Kyle e Adam uscirono chiusi la porta dietro di loro, prima di poggiarci la testa contro. Ero confusa, stremata e preoccupata.  Cos’era successo quella mattina? Non mi era ancora chiaro, ma se non mi sbagliavo Kyle aveva detto di amarmi, ma mi aveva dato la sua benedizione per stare con Blake?! Ma stava bene? …alla fine avevo ottenuto quello che volevo, ma era davvero ciò a cui miravo, ora? Le cose – da quando avevo appena conosciuto Blake e avevamo architettato di far ingelosire Kyle- erano cambiate. Io stavo con Blake? Non lo sapevo ancora con certezza, anche se sapevo di provare dei forti sentimenti per lui…che fosse solo amicizia? Ovviamente no, perché non ci avrei fatto l’amore assieme se l’avessi considerato solo un amico. Ma io volevo ritornare con Kyle, la mia anima gemella, il padre di mio figlio? Sospirai. Non ne ero più così tanto sicura. Avevo bisogno di parlare con qualcuno…Kyle era escluso, dato che era il diretto interessato, e Blake…non volevo fargli del male…Lori era pro-Kyle e non mi avrebbe dato mai un consiglio obbiettivo, Sophie, neanche a parlarne…Forse Nicole? Era la figura più vicina ad una madre per me…però volendo potevo usare la scusa ‘una mia amica…’. Non ne ero sicura. Andai in camera mia e mi buttai sul letto. Presi il cellulare che avevo lasciato sul comodino e vidi che avevo ricevuto due messaggi. Il primo era di Blake e diceva:

Hey, bellissima, ti sei divertita a fare shopping? Spero per te di sì. Ti va di vederci? Voglio farti vedere una cosa. Bacio’  sorrisi e risposi con:

‘Mi hai incuriosito. Okay. A stasera, alle 8? Adam passa la notte dal padre’ non so perché gli avevo dato quest’ultima informazione…

Il secondo messaggio era di Kyle

‘Voglio rimediare. Pranziamo insieme uno di questi giorni?’ risi felice. Avrei aspettato un po’ prima di rispondergli, anche perché non so se sarei dovuta uscire con lui, quando la mia situazione sentimentale con Blake non era ancora del tutto risolta…

Cominciai a pensare a cosa avrei dovuto mettere per la serata. Alla fine optai per una gonna semplice e una camicetta bianca. Andai a farmi una doccia in fretta, mi cambiai e mentre aspettavo che Blake venisse a prendermi mi misi a correggere i compiti dei miei alunni. Era assurdo quello che alcuni scrivevano…come si poteva fare chimica, e biochimica all’università e scrivere cavolate del genere? Scossi la testa dopo aver fatto la lista delle persone che si erano beccate un’insufficienza sugli esercizi…avrei dovuto fare un ripasso generale perché gli esami si stavano avvicinano in maniera esorbitante e se avessi lasciato correre avrei dovuto bocciare diverse persone.

Suonarono al citofono e corsi a vedere chi era: Blake, ovviamente. Sorrisi prima di dirgli che sarei scesa. Non ebbi la pazienza di aspettare l’ascensore dopo aver chiuso la porta a chiave dietro di me. Scesi i gradini delle scale a due a due e quando lo vidi lì, aspettarmi davanti al portone del mio palazzo corsi verso di lui e l’abbracciai. Lui contraccambiò.

“Woah…a cosa devo tutto questo entusiasmo?” rise

“A te. Mi sei mancato.” confessai

“Oh…”mi guardò a disagio “Mi sei mancata anche tu.” disse timido

Gli baciai la guancia “Dove mi porti?” presi la sua mano nella mia e lui s’immobilizzò immediatamente. Mi guardò negli occhi con un punto interrogativo dipinto sul volto

“Cosa stai facendo, Jessi?”

Mi raschiai la gola “Perché? Ti da fastidio?” chiesi improvvisamente sulla difensiva

“No, certo che no, ma—“

“Blake…”

“Cosa?” chiese accarezzandomi il braccio pensando che fossi arrabbiata

“Non parliamone ora, okay? Hai detto che dovevi farmi vedere una cosa” cambiai argomento e lui sorrise. Non potei fare altro che ricambiare

 

“Quanto ci vuole?” chiesi curiosa. Eravamo in macchina da circa 20 minuti e non eravamo ancora arrivati a destinazione

“Siamo quasi arrivati. Pazienta ancora un attimo.”

Guidò ancora per circa 5 minuti prima di parcheggiare davanti ad una villetta. Spense il motore, tolse la cintura di sicurezza, scese dalla macchina, e mi aprì la portiera. Mi porse la mano e io l’accettai volentieri

“Dove siamo?” domandai guardando la villetta

“A casa mia…” disse prendendomi per mano e incamminandosi con me sul vialetto. Arrivammo alla porta d’ingresso, inserì la chiave nella toppa ed entrammo.

Appena misi piede dentro mi accolse un profumo di vaniglia…la mia fragranza preferita. La casa sembrava vissuta, c’era quel calore e quell’affetto nelle stanze che sembrava caratterizzare i miei momenti passati a casa Trager

“Cosa ne pensi?”

“E’…stupenda, Blake. Da quanto vivi qui?”

“Sei mesi, giorno più giorno meno.”

“E’ davvero bello qui.” gli sorrisi prima di stringere la presa sulla sua mano

Ore dopo eravamo seduti sul divano con un bicchiere di vino a parlare del più del meno quando decisi di raccontargli quello che era successo quello stesso giorno al centro commerciale

“Blake, devo parlarti.”

“Spara.” mi guardò intensamente prima di posare le sue dita sulla mia mano e accarezzarla

“Oggi al centro commerciale ho visto Kyle.”

“Oh….e quindi?”

“Niente…mi ha dato la sua benedizione per stare con te.”

“Sul serio?” disse stupito “Wow…questo cambia le cose” si schiarì la gola “Perché non gli hai semplicemente detto la verità? Cioè che vuoi tornare con lui?” mi guardò. Nella sua voce si sentiva distintamente una nota di dolore

Sospirai, abbassando lo sguardo per non incontrare i suoi occhi “Perché non ne sono più sicura ora…”

Non rispose, ma si alzò dal divano.

“Blake…”

“Jessi…stai rendendo tutto più difficile.” sospirò frustrato

“Ma io ci tengo a te!” lo rassicurai

“Ma tu lo amerai, sempre! Fai una bella cosa, torna con lui, per favore!”

Lo raggiunsi e tentai di abbracciarlo. Si scostò “Io voglio provarci...”

“A che scopo? Tanto tornerai da lui comunque.” Rise amaramente

“E chi te lo assicura? Che ne so io, magari—“

“Ma magari cosa? Non prendiamoci in giro, Jessi, per favore.” Disse irritato

“Blake...” cercai di farlo ragionare

“Piantala, Jessi. Chiamalo così vi rimettete insieme.” Era visibilmente arrabbiato

“Ma che fine ha fatto ‘carpe diem’, Blake?”

“E’ andato nel cesso quando ho scoperto che...” s’interruppe bruscamente. Sospirò “Jessi, non complichiamoci la vita inutilmente. Torna da lui. E’ meglio. E’ il padre di tuo figlio, è l’amore della tua vita.”

Ignorai questa sua frase “Cosa hai scoperto, Blake?” chiesi cauta guardandolo negli occhi

“Se te lo dico rovinerò tutto. E io non voglio.” Posò una mano sulla mia guancia e mi avvicinò a sé

Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Ero così confusa. “Blake, io non ci capisco più niente.” Sussurrai “E adesso so con certezza che mi sto innamorando di te.” Confessai

Mi guardò stupito “Davvero?”

Annuii. La tensione nella stanza era palpabile. Mi alzai sulle punte e lo baciai con forza. Le sue mani sul mio volto, le mie braccia intorno al suo collo. La voglia di baciarci era talmente tanta che i baci erano brevi, intesi, passionali.

Lui ruppe l’abbraccio “Jessi..” cercò di farmi ragionare

“Fai l’amore con me.” Gli domandai. Lui non se lo fece ripetere due volte. Mi prese in braccio e mi condusse in quella che doveva essere la sua stanza. Non prestai attenzione all’arredamento. Mi buttò sul letto bruscamente prima di avventarsi di nuovo sulle mie labbra, mentre mi sfilava la gonna e la buttava di lato. Cercai di sfilargli la maglietta ma mi risultava impossibile perché le nostre labbra non volevano separarsi. Esercitai un po’ di pressione e la strappai.

Lui smise di baciarmi e mi guardò stupito. “Oddio.” Disse, la sua voce piena di stupore

Mi morsi il labbro inferiore, troppo concentrata ad osservare il suo petto per poter prestare attenzione alla sua domanda. Mi alzai sui gomiti e riempii di baci il suo collo, il suo petto. Lui si riprese e cominciò a togliere i bottoni della mia camicetta, ma dopo solo due sbuffò e fece saltare tutti i bottoni. Le mie mani raggiunsero il bottone dei suoi jeans, lo tolsero e tirarono giù la zip. Mi tolse il reggiseno e gli slip lasciandomi completamente nuda al suo cospetto. Il suo sguardo era fisso sul mio corpo e lo ammirava. Mi baciò dolcemente le labbra, prima di scendere all’altezza del mio collo e permearlo di attenzioni. Ricoprì il mio corpo di baci, mi toccò con amore, tenerezza, rallentando così il ritmo frenetico con cui ci eravamo voluti prima. Mi stava facendo sentire desiderata, amata, coccolata. Mi stava facendo provare sensazioni indescrivibili, e ogni sua carezza, ogni suo bacio mi faceva fremere di piacere.  Cercai di togliergli i boxer, ma sembrava impossibile. Mi diede una mano a sfilare quell’ultimo capo di abbigliamento che ci separava dal diventare un tutt’uno.

Mi guardò negli occhi. Verde, incontrò verde. “Sei pronta?” mi chiese accarezzandomi l’interno coscia sensualmente.

Annuii incapace di esprimere a parole il mio consenso. Si posizionò tra le mie gambe e diede inizio a quello che sarebbe stato il culmine di una lenta e profonda passione.

Al raggiungimento del Nirvana temporale mi resi conto di due cose: la prima era che ero innamorata di Blake; la seconda era che questo rendeva ancora tutto più difficile.

Prima di addormentarmi tra le sue braccia lo fissai intensamente e sorrisi.

“Cosa c’è?” mi chiese aggrottando le sopracciglia

“Mi sono resa conto di una cosa.” Mormorai baciandogli la punta del naso

“Davvero, cosa?” domandò curioso, stringendomi ancora di più a sé

Valutai un attimo se dirgli dei miei sentimenti per lui o no...dirglielo avrebbe reso davvero le cose complicate. Non sapevo se avrebbe ricambiato, ma se lo anche lui provava per me amore, allora tornare con Kyle sarebbe stato molto difficile se alla fine avessi scelto lui....

Sospirai optando per la verità “Io ti amo.” Sussurrai “Non sei costretto a ricambiare, ma io ti amo.”

Mi guardò incredulo prima di rivolgermi un sorriso smagliante “Ti amo anch’io, Jessi.” Mi baciò e entrambi sprofondammo nel mondo dei sogni.

Venni svegliata dal suono insistente del mio cellulare che squillava. Sbuffai  voltandomi. Blake mi stringeva tra le sue braccia e questo rendeva l’alzarmi dal letto un po’ difficile: non volevo rischiare di svegliarlo, soprattutto perché sembrava dormire così bene. Facendo attenzione mi scrollai le sue braccia di dosso e cercai in vano una vestaglia. Dato che non riuscivo a trovarne una, corsi in salotto, dove avevo lasciato la mia borsa, l’apri, presi il cellulare e risposi.

“Pronto?”

“Jessi, dove sei?” era Kyle, e sembrava preoccupato. Immediatamente ero preoccupata anch’io

“Kyle? Che ore sono?” chiesi passandomi una mano trai capelli

“Sono le 3 del pomeriggio. Sono venuto a lasciare Adam a casa, ma tu non ci sei.”

“Oddio, scusami. E’ che...” lasciai la frase in sospeso “Adam sta bene?”

“Sì, sì sta bene.” Sospirò “Comunque siamo entrati lo stesso in casa, con la copia elle chiavi che mi hai dato.” Disse abbastanza irritato “Potresti tornare a casa? Tuo figlio chiede di te.”

“Certo, scusa, arrivo subito. A fra poco.” Misi giù il cellulare, mi voltai e vidi Blake davanti a me. Mi spaventai

“Scusa, non volevo spaventarti.” Cinse la mia vita con le sue braccia e depositò un casto bacio sulla mia fronte “Devi tornare a casa?”

“Sì, Adam chiede di me.”

Sorrise. “Allora preparati, così ti accompagno a casa.”

“Devo ricordarti che la mia camicia non è più presentabile? Hai fatto saltare tutti i bottoni.”

Rise di gusto “Oh, povera. Ma l’hai visto lo stato in cui hai ridotto la mia maglietta?”

Lo guardai malissimo

“Comunque non ti preoccupare, ti do una mia maglietta da indossare.”

“Grazie.” Gli sorrido contenta

“Di niente. Ah e comunque...ti amo.”

“Ti amo anch’io.” Risposi prima di avvicinarmi a lui e baciarlo con passione. “Che ne dici se per risparmiare tempo facciamo la doccia insieme?” lo guardai maliziosamente

“Questa è un’ottima idea!” esclamò ridendo. Mi prese in braccio e mi condusse in bagno.

Un’ora dopo ci trovavamo in prossimità di casa mia

“Jessi, posso farti una domanda?” mi chiese Blake cauto

“Certo, chiedi tutto quello che vuoi.” Posai una mano sulla sua

“Non mi hai mai voluto dire per quale motivo non hai l’ombelico...”

Mi immobilizzai all’istante. Un flashback mi colse all’istante

“Kyle, noi siamo fatti per stare insieme! Non dovrai mai tenermi all’oscuro di nulla. Non dovrai mai proteggermi da nessuno. Io so, e ti accetto per quello che sei.”disse esasperata. Non riuscivo a capire per quale motivo stava insieme ad Amanda. Noi eravamo perfetti insieme, noi ci completavamo.

“Jessi....” sussurrò posando una mano sulla mia guancia

“Jessi? Ci sei? Non sei obbligata a rispondermi...” mi rassicurò

“Prima o poi te lo dirò. Stai tranquillo.” Non sapevo se stavo dicendo la verità o solo una bugia

  
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