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Autore: EffieSamadhi    23/02/2011    1 recensioni
“Ehi, questo è nuovo” commentò, sfiorando con la mano un tatuaggio all’altezza del cuore. “E’… sono…”
“Il nome di mia madre” completò lui, spostando la propria mano su quella di lei. “E quello di mio fratello. E il tuo.”
“Mancano Angel e Jerry” gli fece notare.
“Oh, loro sono qui” ribatté lui, indicando un altro tatuaggio. “Ma questo è un posto speciale. Mia madre, Jackie, tu… avete il mio cuore.”
Adia osservò il tatuaggio, poi alzò gli occhi nei suoi, guardandolo con amore. “Farò di tutto per meritarmelo, Bobby” bisbigliò, suggellando la promessa con un bacio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Four Brothers - Call Me When You'Re Sober.

20. Fino in fondo

 

 

            Erano rientrati ormai da cinque ore. Il display della sveglia segnava le tre del mattino. Nel buio della stanza, stesa sul lato sinistro del letto, Adia fissava la quercia innevata al di là del vetro. Sospirò. “Scusami, Bobby” sussurrò.

            “Per che cosa?” le domandò lui con la voce impastata. Evidentemente non dormiva, mentre lei aveva sperato di sì.

            “Immagino pensassi a qualcosa di diverso, quando ti ho chiesto di restare.” Adia lo sentì muoversi alle sue spalle, e anche senza guardarlo sapeva che doveva essersi voltato sul fianco sinistro, e che probabilmente si stava puntellando con il gomito sul cuscino. Ormai lo conosceva. “Insomma, pensavo che…”

            “Che avessi accettato per la prospettiva di fare sesso?” la interruppe. “Ammetto di aver preso in considerazione l’ipotesi di farlo, ma non è l’unica ragione per cui ho accettato.” Accarezzò i lunghi capelli scuri della ragazza e si attorcigliò una ciocca attorno al dito. “Sono abbastanza grande da rendermi conto che una relazione non può essere basata esclusivamente sul sesso.”

            “Non avrei mai pensato di sentirlo dire da…”

            “Uno come me?” la interruppe ancora. “Sono d’accordo. Ma il bello della vita è che si cambia: un giorno la pensi in un modo, il giorno dopo ti rendi conto di aver sbagliato. È questo il bello.” Un fruscio le fece capire che si era di nuovo steso accanto a lei. Con il braccio destro le cinse la vita, stringendola a sé con una dolcezza fino a quel momento mai dimostrata. “Che fai, non rispondi con una delle tue solite battute acide?”

            “L’hai detto tu, che nella vita si cambia.”

            Bobby la strinse più forte. “Ti aiuterò, Adia. Ti aiuterò a trovare quei soldi.”

            “No, non voglio che tu perda tempo per questa storia.”

            “Non è una perdita di tempo, se può renderti felice.” Un altro lungo silenzio gli fece sospettare che si fosse addormentata. “Adia?”

            “Perché?”

            “Perché voglio aiutarti? Credevo di avertelo detto…”

            “Perché ti sei innamorato di me?”

            Bobby inspirò profondamente. “Perché sei la persona più forte che abbia mai conosciuto.”

            “Forte? Io? Sicuro di non avermi confuso con la ragazza del giovedì?”

            “Dai, non fare la scema” ribatté lui, con un sorriso. “Tu sei forte, Adia. Ne hai passate tante in vita tua, eppure non ti sei mai stancata di combattere. Hai perso praticamente tutta la tua famiglia, eppure continui a stare dalla parte giusta, continui a… sei forte, Adia.”

            Nel buio, Adia sorrise. “E poi, ho resistito al tuo fascino” lo prese in giro.

            “Mi mancavano già le tue battute” rise lui, obbligandola a voltarsi per baciarla.

 

            “Che hai, fratello? Ti vedo preoccupato.”

            “Niente” rispose Bobby, senza preoccuparsi di risultare convincente.

            “Dai, sai che puoi parlarmi di tutto. Si tratta di Adia? Avete litigato?”

            “No, va tutto bene. Dai, non voglio parlarne.” Liquidò rapidamente la faccenda, sperando che il fratello demordesse. Ma Jerry era un vero Mercer, e non avrebbe mai lasciato perdere senza prima aver combattuto.

            “Le bambine si sono innamorate di lei, sai? Stamattina a colazione non hanno smesso nemmeno per un minuto di parlare di zia Adia. Non mi stupirebbe se stessero già pensando ai nomi da dare ai loro cuginetti.”

            “Che ci pensino pure, ma tanto non se ne parla. Non in un prossimo futuro, almeno.”

            Jerry fece spallucce. “Le faresti felici.”

            Bobby si immobilizzò e guardò il fratello con tanto d’occhi. “Dovrei fare dei figli soltanto per far contente le tue figlie?” domandò, incredulo.

            “Ehi, se la metti così è squallida. Però devi ammettere che hai l’età giusta per diventare padre.” Bobby non rispose a quella frecciatina da parte del fratello. Non poteva rischiare di tradirsi e ammettere che ci aveva pensato, a come sarebbe stato avere un figlio. Ci aveva pensato più di una volta, l’ultima proprio quella notte. Adia aveva chiuso gli occhi e lentamente si era addormentata, proprio tra le sue braccia. Bobby aveva sentito il suo respiro cambiare e farsi più lieve, e in quel momento aveva compreso che Adia si sentiva al sicuro, accanto a lui. Lui stesso si sentiva diverso, quando era con lei. Avrebbe potuto chiudere gli occhi e dormire, esattamente come stava facendo lei, eppure non ci riusciva. Non faceva che ripensare agli anni passati, quando cambiava le ragazze con la stessa frequenza con cui si cambiava i calzini, e iniziava a chiedersi se quelli fossero davvero stati anni sprecati. Davvero aveva gettato al vento anni, rincorrendo le cose sbagliate?

            “Bobby?” La voce di Jerry lo riportò bruscamente alla realtà.

            “Cosa?”

            “Che ti prende?”

            Bobby aspettò, prima di rispondere. Avrebbe voluto trovare una scusa, mentire… ma da un po’ di tempo, non ci riusciva più. “Jack” sussurrò. “Se avessi un maschio, lo chiamerei Jack.” Incontrò lo sguardo incredulo di Jerry. “Non fare quella faccia. Mi è capitato di pensarci, tutto qui. E ho pensato che sarebbe stata una bella idea per ricordare nostro fratello.”

            L’espressione basita di Jerry si sciolse fino a diventare un sorriso, mentre una sonora risata riempiva la casa, ormai quasi ultimata. “Vi prego, ditemi che è una candid camera! Non posso credere che Bobby Mercer abbia davvero deciso di mettere la testa a posto!”

            “Fanculo, Jerry.”

   
 
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