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Autore: Hui Xie    09/01/2006    7 recensioni
Il puzzle e Yami sono scomparsi, Jounouchi è tornato un teppista, Gozaburo è ancora a capo della Kaiba Corporation, Marik non è più un custode delle tombe... E' un altro anime? No, è solo una semplicissima distorsione temporale... Capitolo nove modificato.
Genere: Avventura, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La macchina del tempo

La macchina del tempo (presenta Seto Kaiba)

“Una semplice distorsione temporale” rispose Kaiba, quindi avanzò lentamente verso di loro, scoccando un’occhiata in tralice alla stele ormai totalmente cambiata. “Immaginavo che c’entrava con quello, ma speravo di no…” aggiunse sospirando.

“Insomma, Kaiba, spiegati!” esclamò Jounouchi, che veniva preso da una voglia incredibile di prenderlo a pugni ogni volta che lo vedeva. “Una distorsione che?”

“Temporale” rispose Seto.

Marik incrociò le braccia sul petto e scosse la testa. “Stai dicendo che qualcuno o qualcosa ha cambiato un avvenimento del passato e adesso pure il futuro sta mutando?” chiese beffardo. “Ma andiamo. Con cosa l’avrebbe fatto, poi?”

Seto abbassò leggermente lo sguardo a terra, poi lo rialzò. “Con la macchina del tempo di mia invenzione”

“Come, scusa?!”

Seto inarcò leggermente il sopracciglio, mentre osservava il gruppo. “Sarà meglio continuare questa conversazione nel mio laboratorio…”

Fortunatamente, la limousine della Kaiba Corporation era abbastanza grande da poter trasportare tutti i ragazzi contemporaneamente, quindi in meno di mezz’ora arrivarono senza troppi problemi alla fabbrica in periferia che apparteneva a Seto, e quest’ultimo li guidò nel labirinto di corridoi fino all’ultima stanza, piena fino all’orlo di strani marchingegni dagli usi più disparati. La macchina del tempo in questione era costituita da una cabina grande circa un metro quadrato, con il soffitto a cupola, e una tastiera del computer con lo schermo su uno dei lati, mentre su quello opposto si trovavano le porte automatiche di entrata.

“Sembra un ascensore” fu il commento di Jounouchi, e probabilmente la descrizione migliore che si potesse fare.

“Ricapitolando” disse Honda, che sentiva in arrivo un grande mal di testa. “Tu sostieni che qualcuno ha usato questa macchina del tempo per andare nel passato e cambiare qualche avvenimento per impedire a Yuugi di avere il puzzle?” Dopotutto, se suo nonno già non si ricordava più della sua esistenza, era probabile che nel cambiamento Yuugi non lo avesse mai ottenuto.

“Credo che, chiunque sia stato, abbia fatto ben di peggio” scosse la testa Marik. “Ha cambiato il passato di tremila anni fa, o non si spiegherebbe il disegno sulla stele”

“Lo temo anche io” commentò Seto, sconsolato per il fatto di dover ammettere una cosa del genere.

Jounouchi strinse forte i pugni. “E’ tutta colpa tua, Kaiba!” esclamò. “Si può sapere perché hai inventato una cosa così pericolosa?! Dì la verità, volevi usarla per cambiare le tue meritatissime sconfitte, vero?”

“Non mi stupisce certo che un imbecille come te non capisca la portata di una simile cosa” commentò Seto degnandolo solamente di un’occhiata annoiata. “So benissimo quanto cambiare anche una solo gesto del passato sia pericoloso, anche per chi lo compie”

Il biondo rimase un pochino interdetto. “Allora perché l’hai inventata?”

“Per migliorare i miei videogiochi” spiegò brevemente l’altro. “Per quanto riguarda la grafica e la storia, i miei prodotti sono insuperabili rispetto alle altre aziende e queste, per ottenere almeno una fetta del mercato, si concentrano maggiormente sull’aspetto storico e scenografico dei vari giochi. Per questo l’ho inventata: supererò la concorrenza per tutto. Dopotutto, un filmato realizzato al computer non vale una ripresa reale di Giulio Cesare mentre varca il Rubicone”

I ragazzi si limitarono ad osservarlo schifati per qualche minuto: non potevano credere che avesse realizzato un’invenzione che sapeva così pericolosa solo per il gusto di dimostrarsi il migliore, ma avrebbero dovuto aspettarselo.

“Scusate…” Anzu ruppe il silenzio alzando timidamente la mano. “Ma, visto che il passato è stato cambiato, anche al nostro presente avrebbe dovuto accadere la stessa cosa. Come mai, invece, ricordiamo tutto?”

Dopo la sua domanda, si alzò un leggero coro di “si, è vero, come mai”, una sorta di mormorio confuso e dubbioso.

“Non è esattamente così…” Seto scrutò il gruppo, ben sapendo che tutto il discorso sarebbe stato molto complesso per le loro menti insignificanti. “Come posso spiegarvi abbassandomi al vostro livello…?” Si avvicinò ad una lavagnetta appesa alla vicina parete e prese il gesso appoggiato nel contenitore accanto. “Immaginiamo il corso del tempo come una semiretta con origine nel Big Bang, anche se non è proprio così” Disegnò una linea che partiva da un cerchietto e che andava all’infinito verso l’alto. “Ogni singolo istante di questa linea – e badate che stiamo parlando di infinitesimi, qualcosa di ben più piccolo dei secondi – corrisponde ad un particolare evento. La modifica di anche uno solo di questi attimi porta ad una distorsione temporale.

“Ovviamente, il tipo di distorsione che si crea dipende anche dal gesto che si compie. Se qualcuno tornasse indietro nel tempo e si fermasse per cinque minuti, senza muoversi, in mezzo al deserto del Sahara, è chiaro che non succederebbe nulla. Se invece qualcuno uccidesse, ad esempio, Hitler prima che fondi il partito nazional-socialista, anche se la Seconda Guerra Mondiale dovesse ugualmente scoppiare, probabilmente non sarebbe così disastrosa e antisemita”

Fece una croce ad un punto qualsiasi della linea. “Supponiamo ora che qualcuno abbia cambiato un evento di una simile portata. Ovviamente, anche tutti quegli infinitesimi istanti che compongono il tempo dovrebbero cambiare in conseguenza di ciò. Tuttavia, essendo appunto minuscoli e in un numero spropositato, l’effetto non è immediato” Disegnò un’altra linea, che partiva dalla croce e procedeva poi parallela alla prima. “Si forma invece un ramo collaterale, che potremo quasi definire un’altra dimensione, con il futuro modificato. Piano piano, ogni istante del nuovo corso si sostituisce all’originale, fino al cambiamento completo”

Iniziò a disegnare una serie di linee trasversali che partivano dalla seconda retta e la collegavano alla prima. “Non essendo questo processo immediato, per prima cosa si hanno delle visioni, o dei contatti, con quest’altra dimensione, che ci mostrano il nuovo futuro che ci attende, finché anche noi non dimenticheremo tutto…” Rimase un attimo sorpreso dal silenzio che aveva accompagnato la sua spiegazione e che regnò anche successivamente nella stanza. “E, sinceramente, quello che ho visto non mi piace neanche un po’!” aggiunse.

Yuugi non poté fare altro che assentire mentalmente. Probabilmente, durante la prima telefonata che aveva fatto quella mattina, aveva avuto il piacere di conversare con il nuovo Jounouchi, quello dell’altra dimensione che, a quanto pare, non era affatto suo amico. Non gli piaceva affatto una simile eventualità, anche se significava negare a sé stesso di non essere capace di ottenere degli amici senza l’aiuto del suo prezioso puzzle, come invece aveva sostenuto davanti a Yami a Battle City. Ma, nonostante questo sentimento di incapacità, non poteva assolutamente permettersi di perdere il suo doppio: forse, l’avrebbe dimenticato con il passare del tempo, ma finché ricordava anche una sola cosa su di lui, anche solo il colore dei suoi occhi, o il suono della sua voce, non poteva arrendersi. Avrebbe fatto qualunque cosa, pur di riportare la storia sulla giusta via.

“Come facciamo…” domandò timidamente, “…a rimettere tutto a posto?”

Tutti si voltarono a guardarlo, visto il silenzio comprensibile che lo aveva accompagnato fino a quel momento. “L’unica cosa da fare è scoprire chi sia il colpevole, quindi tornare indietro per impedirgli di andare a modificare il passato. Roland!” Seto schioccò le dita e il suo dipendente si manifestò al suo fianco, porgendogli una paio di fogli scritti con una lista di nomi. “Io ho presentato ieri la mia invenzione alla Mostra della Scienza e della Tecnologia, e la notizia dovrebbe essere uscita sui giornali di stamani” Passò il foglio a Yuugi. “Poiché noi abbiamo iniziato ad avere problemi da oggi, significa che il misfatto è stato compiuto la notte scorsa, perciò può trattarsi solo di una persona presente alla presentazione di ieri”

I ragazzi iniziarono ad esaminare i nomi. “C’era anche Hirutani!” esclamò Jounouchi. “E’ stato lui!” Infatti, non poteva immaginare nessun’altra ragione per cui il suo ex-amico teppista potesse recarsi ad una mostra sulla tecnologia, materia in cui probabilmente capiva meno di lui.

“Quello che dici è assurdo” intervenne Honda. “Abbiamo detto che è la storia del Faraone ad essere cambiata, vero? Hirutani non ne sa nulla”

“Potrebbe averlo scoperto facendo delle ricerche” ribatté il biondo. “Chi non riconoscerebbe Mou hitori no Yuugi sulla stele?” E l’amico comprese che, qualunque cosa avesse detto, non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea su quella questione.

“Ce ne sono tanti…” Yuugi scorse la lista con la punta dell’indice. “Anche Haga e Ryouzaki… Il padre di Otogi…” Tutte persone che, in una maniera o nell’altra, avevano conosciuto la vera identità del suo doppio e che avrebbero avuto un buon motivo per vendicarsi, sebbene lui ritenesse questo sentimento totalmente inutile e controproducente.

“Quanto tempo abbiamo?” domandò Marik, che si era limitato ad una breve occhiata a quei nomi, non conoscendo la maggior parte delle avventure vissute dal Faraone con i suoi amici.

“Precisamente, non lo so” rispose Seto. “Facendo un breve calcolo…” Iniziò a disegnare sulla lavagna una serie di formule complicate e radici cubiche senza una ragione apparente.

L’egiziano lo fermò subito. “Lascia perdere! Tanto, sono sicuro che da quei calcoli uscirà qualcosa di molto piccolo”

“Dell’ordine di dieci alla meno nove, si” Seto finse di non aver sentito quel tono troppo autoritario per lui.

“E’ troppo poco tempo!” esclamò Bakura, il quale era rimasto in silenzio fino a quel momento, una specie di presenza fantasma, un ladro che non desiderava farsi notare. “Mandami nel passato, Kaiba. Ti rimetto io a posto le cose”

“Proprio per niente” replicò questi. “Chissà quanti altri casini finiresti per creare”

“Ti ho detto di mandarmici, cazzo!” E tirò un calcio alla cabina della macchina del tempo, con una violenza più apparente che reale.

Seto lo afferrò per il collo della maglietta. “Che diavolo fai? Vuoi spaccarmela?”

“Ti sei cagato sotto, eh?” Bakura sorrise ironico. “Perché sai benissimo che senza una macchina con cui tornare indietro, tu e la tua bella azienda siete fottuti…”

“Fanculo” commentò lasciandolo. “Che vorresti poi fare, nel passato?”

L’albino si spazzolò tranquillo la maglietta a righe blu e bianche. “Se io scoprissi qual è l’evento che è stato modificato, potrei impedirlo direttamente al giusto tempo e risistemare tutto correttamente” Scoccò uno sguardo agli altri ragazzi. “Conducendo due indagini in parallelo, una nel passato e una nel presente, avremo più possibilità”

“Hai ragione” convenne Yuugi, in un tono che dimostrava quanto non fosse convinto di quest’ultima idea. Troppe volte Bakura si era rivelato un temibile avversario, sotto le spoglie di amici sincero, fidato, anche se forse non del tutto disinteressato. Aveva imparato a non fidarsi più, sebbene, una volta, avesse creduto alla sue parole.

“Non devi preoccuparti, piccolo re” commentò allora lui. “Dopotutto, lo faccio soltanto per me stesso” Allungò il braccio verso di lui. “Vedi? Sto scomparendo anche io, e permetterai che non ci tenga affatto” Lentamente, il braccio si dissolse in una nebbia tremolante, come un miraggio di un’oasi lontana. Durò un battito di ciglia, poi l’arto ricomparve più nitido.

“Allora, forse non è una cosa malvagia” disse Anzu, dopo aver ripreso il fiato che quella visione aveva tolto a tutti. “Voglio dire… Forse, qualcuno è tornato indietro per modificare la situazione in favore del Faraone”

“Che intendi dire?” chiese Jounouchi, manifestando il pensiero di tutti.

“Noi sappiamo che Mou Hitori no Yuugi si trova nel presente perché tremila anni fa si è sacrificato in combattimento” cercò di spiegarsi, gesticolando vistosamente. “Ma se invece avesse vinto senza avere alcun bisogno di sacrificarsi, non ci sarebbe necessità della sua presenza nel futuro, da noi… E quindi, nemmeno di Ryou e di Kaiba che sono… Bè…” Abbassò lo sguardo per evitare le occhiatacce che, sapeva, le sarebbero arrivate, “…delle reincarnazioni…”

“Questo è anche peggio!” Bakura rabbrividì: per lui era già abbastanza essere stato sconfitto tremila anni fa e costretto a rimanere intrappolato nell’anello millenario, senza contare le umiliazioni subite nel presente. Non aveva davvero bisogno del primo idiota che passava a peggiorare ulteriormente la situazione.

Yuugi non aveva minimamente pensato ad una simile eventualità, e rimase profondamente scosso. Certo, Yami era il suo idolo, l’obiettivo da raggiungere, ma avrebbe potuto sacrificare la sua felicità per riaverlo accanto a sé? Forse, se nel passato era davvero sopravvissuto, aveva avuto dei giorni felici, una fidanzata, forse…

Jounouchi fu più spiccio. “Tu non lo vuoi più con noi?! Vuoi far cambiare tutto?”

“No! Assolutamente!” si difese Anzu. “Lo sai che Mou Hitori no Yuugi è il mio-” Si bloccò, arrossendo, senza terminare la frase. “Solo che… Dovremo pensare anche al suo bene…”

Seto guardò le loro espressioni incerte e depresse, scuotendo la testa. In quella situazione, sapeva di poter contare solo su di loro, ma, al tempo stesso, non si fidava assolutamente. “Bakura, preparati a partire” disse solo, accendendo lo schermo della macchina del tempo. “Dimmi dove ti devo mandare”

“Finalmente!” esclamò l’interessato, avvicinandosi alla porta.

“In questo caso, vengo anche io” intervenne Marik, precedendolo.

“Perché?” Bakura lo scrutò con i suoi occhi nocciola, sospettoso.

“Primo, perché sono un custode delle tombe ed è mio dovere verificare che nessuno cerchi di cambiare la storia a suo favore” E gli scoccò un’occhiata eloquente. “Secondo, perché sono l’unico che se ne intende di Egitto e terzo… Siamo amici, giusto?” Sorrise beffardo.

Bakura ricambiò. “Perché no? Andiamo”

“Allora, lascio questo a voi” disse infine Yuugi, sentendo comunque una morsa nel cuore per non poter accompagnare i due ragazzi nel passato, ad incontrare il suo doppio per poterlo toccare come avrebbe fatto con un qualunque amico. “Noi cercheremo il colpevole nel presente” Aspettò un istante, prima di rispondere alla domande silenziose degli altri. “Finché non scopriamo chi è stato e cosa ha cambiato, non possiamo essere certi che lo abbia fatto per il bene di Mou Hitori no boku” E non si poté far altro che assentire a questa affermazione.

“In questo caso, io vado nel passato” disse Jounouchi, il quale non si era mai fidato di Bakura, né era mai riuscito a perdonare a Marik il controllo mentale che aveva avuto su di lui a Battle City.

“Non ci pensare neanche, bonkotsu” lo deluse immediatamente Kaiba. “E’ già un problema, per me, mandare questo due, figurati il campione dei perdenti”

Il biondo strinse le labbra all’ennesimo insulto. “Se la situazione non fosse grave, ti prenderei a calci nel sedere”

“E provaci” sorrise Seto ironicamente. Al suo fianco, Roland, silenzioso, infilò la mano nella tasca dei pantaloni.

“Non ho tempo da perdere” Si girò, strappò la lista dalle mani di Yuugi e si avviò verso l’uscita. “Andiamo da Hirutani: prima troviamo il colpevole, meglio è” Ed i ragazzi, salutando leggermente gli altri, si accinsero a seguirlo, onde evitare che combinasse qualche guaio per la troppa foga e per la rabbia.

“Per voi” Seto si rivolse a Bakura e Marik, passandogli due semplici guanti bianchi con un pulsante blu sulla parte del dorso. “Pronti a partire?” Premette un pulsante sulla tastiera e la porta della cabina si aprì.

“Fai meno chiacchiere” sbottò l’albino, entrando nella macchina mentre si infilava il guanto alla mano destra. Marik lo seguì.

“Ti accontento subito” commentò Seto, premendo un'altra serie di pulsanti sulla tastiera con abile velocità. “Via!”

Le porte si chiusero con un leggero suono cigolante, quindi la luce nel soffitto si accese. Da dentro, la macchina del tempo somigliava ancora maggiormente ad un ascensore, ma non avendo né pulsanti per decidere la destinazione né botola, era molto più soffocante, e dava l’idea di una prigione dalla quale era impossibile uscire. Inoltre, alla partenza i due ragazzi non sentirono alcun rumore o alcun movimento né il salita né in discesa, solo un fastidioso ronzio nelle orecchie, come se una mosca stesse volando attorno alle loro teste. Quando cessò, le porte si aprirono, lasciando stupefatti i passeggeri che erano convinti di trovarsi ancora nello stesso posto.

Uscirono lentamente dalla cabina, e furono accecati da un sole caldo, che scottò la pelle e gli occhi come se una fiamma viva ci fosse passata sopra. Dopo che la loro vista si fu finalmente abituata a quella luce soffocante, che faceva loro bagnare le maglie leggere dal sudore, ebbero il coraggio di voltarsi: la macchina del tempo era scomparsa. Attorno, si stendeva solo una poco familiare distesa di sabbia rossa e bollente, che si perdeva nell’orizzonte, e, poco lontano, una serie di altipiani che formavano costruzioni simili a canyon.

A quanto pareva, si trovavano in Egitto, tremila anni prima.

Nella prossima puntata…
Sono decisamente molto preoccupato… Chissà cosa sarà successo a Mou hitori no boku… Anche se, adesso, quello che mi preoccupa di più è quello che potrebbero combinare Marik e Bakura nel passato… Ma non toccheranno nulla, vero? Vi prego, qualcuno mi dica che non toccheranno nulla!
Prossima puntata: “Come trovare guai quando questi non ti vengono a cercare“ Non perdetela!  

Hola!
Grazie a
Death Angel, Likos, Ayuchan e Evee per le recensioni, e soprattutto per i complimenti che avete fatto al mio stie, sul serio, non lo credevo così tanto buono come mi avete detto. Mi fa anche molto piacere che abbiate visto “Ritorno al futuro”, perché è davvero un film che merita e che non credo proprio che avrò modo di eguagliare con la mia storia. Comunque, come vedrete, vi si distaccherà anche molto: alla fine, la sola cosa che ho preso, è l’idea del viaggio del tempo, anche se praticamente è quella centrale del film ^^’’ A proposito, ho saputo che hanno intenzione di girare il quarto film della saga! Chissà come verrà…
Ho dovuto aggiungere l’avviso “spoiler!” perché, dal prossimo capitolo, appariranno dei personaggi della nuova serie e non so se saranno già comparsi in tv ora che danno le puntate due volte a settimana. Mi scuso anche per le parolacce che ho scritto, solo che mi sembravano adatte ai personaggi, anche se nell’anime non le pronunciano. Voglio dire, Bakura era un ladro, Jounouchi un teppista… Due così, nella realtà, ne direbbero a iosa, e mi sembrava più realistico fargliele pronunciare anche nella mia storia. Spero di non offendere nessuno.
Evee mi ha fatto notare che ho inserito dei termini in giapponese (e sono contento che ti piaccia come idea ^^) dando per scontato che il lettore li conoscesse. Se così non fosse, fatemelo presente e provvederò a tradurli. Ancora grazie per i commenti, e
, grazie anche a chi avesse solo letto la storia. Continuate a seguirla. A presto.
Hui Xie

 

 

  
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