IV)
Tiamat
I tre si fermarono in un bar per decidere sul da farsi. Sembrava proprio
che quella fosse la tappa finale del viaggio di Giuseppe, ma le aspettative di
riuscita sembravano ancor minori di quanto lo fossero al momento
dell’inizio.
Suigintou: Esisterebbe quindi una persona con due anime in
se?
Giuseppe: Non è così strano in fondo. Io ho un’altra anima con me, ma non
è nel mio corpo, questo lo sai, e la nostra stessa esistenza è qualcosa che,
umanamente parlando, non è possibile. Due anime che si contendono un corpo però
è anche più strano. Due anime che potrebbero essere in eterno
conflitto…
Suigintou: Cerchiamo in un manicomio? Se le anime litigano tra loro è
facile che la persona in questione sia stata presa per
pazza.
Giuseppe: Buona idea, buona ma… non so, è fin troppo sensata. Non so chi
possa essere questa persona, ma se ha le risposte che cerco non credo si sarebbe
lasciata rinchiudere in un manicomio.
Hina: Io non ci capisco niente na no…
Suigintou: Non preoccuparti se non capisci, è una cosa complicata anche
per noi…
Giuseppe: In ogni caso direi che il raggio delle ricerche si è
decisamente ridotto. La pergamena è in giapponese, quindi chi cerco si trova
qui.
Suigintou: Che c’entra la lingua in cui è scritta la pergamena con la
zona in cui cercare?
Giuseppe: Finora gli indizi erano scritti nella lingua della nazione dove
dovevo cercarli, se vale così anche per l’ultimo allora la Duplice Anima deve
essere per forza qui.
Hina si stava davvero sforzando di capire la situazione, ma non
indipendentemente dall’impegno che ci metteva non capiva nulla di quella
situazione, tranne che in Giappone ci fosse una persona che Giuseppe doveva
incontrare.
Non ci volle molto prima che si distraesse del tutto e notasse altri
bambini che giocavano con le giostre nello spiazzo antistante il bar. Scese
dalla sedia per andare anche lei a giocare, ma Suigintou se ne accorse subito e
disse.
Suigintou: Dove stai andando?
Hina: A giocare fuori. Posso?
La biondina guardò la sorella con due occhioni da cerbiatto capaci di
sciogliere chiunque. Era una cosa che le aveva insegnato Nori. Diceva sempre che
se una bambina adorabile come lei faceva gli occhi dolci in quella maniera
nessuno poteva resisterle. Ed era davvero così.
Suigintou: Va bene, ma ti avverto: tempo mezz’ora, giusto per riordinare
le idee e poi andiamo.
Hina OK!
La piccola uscì finalmente a giocare, mentre dalla sua posizione
Suigintou la controllava, vigile come un cane da guardia. Giuseppe non poté fare
a meno di sorridere e disse.
Giuseppe: Sei davvero cambiata, e dire che non è passato molto tempo
dalla mia partenza…
Suigintou: Che vuoi dire?
Giuseppe: Solitamente le persone impiegano anni a modificare una piccola
parte del loro carattere, mentre tu hai praticamente rivoluzionato il tuo intero
modo di essere in così poco tempo. È vero, sei ancora un po’ irascibile e sono
certo che l’orgoglio della prima Rozen Maiden non è morto, ma… non so spiegarlo
a parole, ma sei decisamente diversa da prima. Un tempo non credo avresti
cercato di rassicurare Hina come hai fatto prima in treno, né ti sarebbe
importato che lei andasse o meno a giocare o l’avresti sorvegliata… sembri
davvero una sorella maggiore modello.
Suigintou si sentì imbarazzata ed a disagio, proprio come la prima volta
in cui lo aveva incontrato. Quel ragazzo era l’unica persona capace di farle
provare quel genere di sensazioni, anche se sembrava non farlo di proposito. E
lei non sapeva come rendergli pan per focaccia…
Nel frattempo Hina stava giocando sullo scivolo, anche se lo stava
utilizzando come torretta d’osservazione, nonostante non ci fosse niente di
particolare da osservare…
O almeno così lei credeva.
Infatti, mentre i suoi compagni di gioco simulavano colpi di cannone
verso una ipotetica nave nemica notò per caso una ragazza che mangiava un gelato
su una panchina, ma appena l’ebbe guardata meglio notò che aveva un qualcosa di
anomalo.
Cercò di scendere dallo scivolo, ma per la fretta scivolò all’indietro,
colpendo un altro bambino a mo’ di domino e scivolando entrambi giù per la
giostra.
Appena si mise a sedere cadde di nuovo all’indietro a causa di uno
spavento, procuratole da Suigintou, che era già lì, reattiva come una madre più
che come una sorella. Assieme a lei si era avvicinato anche
Giuseppe.
Suigintou: Dove ti sei fatta male? Sanguini da qualche
parte?
Hina si riprese dal duplice shock della caduta e della repentinità della
sorella, tornando alla prima cosa che l’aveva
sorpresa.
Hina: L’HOVISTAL’HOVISTAL’HOVISTA!!!
Suigintou: Visto cosa?
Hina: L’anima doppia! È su quella panchina!
La piccola si voltò, ma non vide più la
ragazza.
Hina: Ma… ma era lì…
Suigintou: Sicura che fosse lei?
Hina: Sicurissima! Se l’avessi vista pure tu non avresti avuto dubbi na
no!
L’albina guardò Giuseppe e disse.
Suigintou: Non può essere andata molto lontana, possiamo ancora
tro…
Hina strattonò la sorella, indicando silenziosamente una persona che si
stava avvicinando.
Suigintou non ebbe più dubbi che la piccola avesse visto bene. L’aspetto
della ragazza che si stava avvicinando sembrava del tutto anomala.
Da un lato i suoi capelli erano lunghi e castani, mentre dall’altro a
caschetto e rossi. Gli occhi bicromatici, esattamente come quelli di Suiseiseki,
il destro rosso ed il sinistro verde. E non solo questo. In lei sentì
chiaramente la presenza di due entità, ma non riusciva a distinguere la buona
dalla malvagia. Non sembravano alternarsi, né essere in conflitto. Si poteva ben
dire che convivessero pacificamente tra di loro.
La ragazza si avvicinò a Giuseppe e disse.
?: Ma guardati. Ti sei rammollito in tutto questo
tempo…
Senza aspettare una risposta cercò di colpirlo con un affondo di mano, ma
il ragazzo la evitò, per poi stenderla a terra con uno strano movimento
terminante cin uno sgambetto.
Giuseppe: Mi conosci?
?: Non fare il finto tonto. Sarai cambiato, ti sarai indebolito, ma
riuscirei a sentire la tua disgustosa presenza dappertutto, Bahamut.
Giuseppe si allontanò da lei di scatto, mettendo Hina e Suigintou dietro
di se.
Giuseppe: Non ci sono dubbi, è lei la duplice. Ben fatto
Hina.
Poi si rivolse alla ragazza, dicendole.
Giuseppe: Questo non è il posto adatto per regolare la questione,
cambiamo zona.
?: Da quando ti permetti di darmi degli ordini?! Non ti avrei ascoltavo
nemmeno prima, quando eri degno di essere definito il Signore dei Draghi,
figurati se riesci a costringermi ora che sei un
debole!
Giuseppe: Se la metti così…
Il ragazzo prese rapidamente il pugnale e lo scagliò verso l’avversaria,
la quale però lo afferrò al volo.
?: Sei peggiorato davvero molto, fratello mio. È troppo prevedibile da
parte tua…
Appena ebbe finito di parlare dalla lama scaturì una fiamma nera. La
ragazza lasciò cadere l’arma, sorpresa da quell’effetto inaspettato. Suigintou
capì subito quale fosse la vera natura della fiamma, corse verso il pugnale e
lanciò un fendente dietro la Duplice Anima, dove si alzò un nero muro di
fuoco.
Un passaggio per l’N-Field.
Facendo attenzione a non
farsi scoprire Hina usò le sue piante di fragole per immobilizzare i piedi della
ragazza, e Giuseppe ne approfittò per scagliarla nella fiamma, per poi seguirla.
Lo stesso fecero anche Hina e Suigintou.
Una volta dentro l’N-Field la ragazza sembrò calmarsi e, con un sorriso
che avrebbe avuto un senso se prima non li avesse assaliti,
disse.
?: Non sai da quanto tempo ti cerco. Pensavo non ti avrei mai
trovato.
Giuseppe: Tu chi sei?
La ragazza si alzò, assumendo nuovamente l’aspetto aggressivo di
prima.
?: Non riconosci nemmeno più la tua famiglia? Io sono Tiamat, nata in
questo mondo col nome Morgana! E sono qui per farti a
pezzi!
NDA: Scusate per l’attesa, ma non riesco a trovare l’ispirazione adatta,
e questo capitolo proprio non mi voleva venire… spero di riuscire ad aggiornare
più spesso da ora in poi. Ringrazio Vi Vanish per i commenti e, credo l’avrà
notato, ho cambiato il colore della storia, da questo capitolo in poi sarà blu,
meno fastidioso. Al prossimo aggiornamento! ^.^