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Autore: adrienne riordan    01/03/2011    4 recensioni
Un giorno Norvegia si sveglia e scopre che Danimarca è scomparso. Nessuno sembra ricordarsi della Nazione danese, persino i libri di storia sembrano negare la sua esistenza. Toccherà a Norvegia capire cosa è successo e dimostrare a tutti - e a se stesso - di non essere pazzo...
Attenzione: questa è la traduzione di una fanfiction inglese, ed è stata pubblicata col consenso dell'autrice.
[DenNor, presente anche OC!Groenlandia]
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Si trascina

*Si trascina .. * Ce l’ho fatta… con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia ma ce l’ho fatta!

Ringrazio di cuore tutti coloro che stanno seguendo e dimostrando affetto per questo lavoro (mio di traduzione e di Aseies per l’opera originale) lasciando un marchio d’ammmmore noto col nome di recensione.

Allora, i vostri dotti lacrimali hanno ripreso a funzionare correttamente dopo la lettura del quarto capitolo? Per farmi perdonare, ecco un capitolo pieno di SPERANZA! Danimarca, il tuo principe verrà a salvarti, non temere deficiente! ;_;

Buona lettura a tutti! ^O^

Adrienne

 

CAPITOLO 5: GROENLANDIA

La settimana successiva Norvegia non aveva più manifestato altri sintomi di malattia, e gli altri Nordici decisero che probabilmente ciò che era successo era dovuto a una conseguenza della situazione emotiva instabile di Norvegia. Così, come promesso, Islanda organizzò i preparativi per sé e Norvegia per andare a trovare Groenlandia. Islanda non fu in grado di mettersi in contatto direttamente con la Nazione, infatti Groenlandia aveva l’abitudine di ignorare le telefonate o le e-mail.

Ogni volta che Islanda chiedeva a suo fratello perché volesse far visita a Groenlandia, Norvegia insisteva col rispondere che era solo “perché aveva voglia di vederlo”. Islanda era abbastanza sicuro che la cosa avesse a che fare con Danimarca, ma poiché Norvegia apparentemente “non ricordava” di aver mai nominato Danimarca, non riusciva ad immaginare in che modo far visita a Groenlandia potesse essere d’aiuto a Norvegia per ritrovarlo, oppure perché Norvegia non avesse pensato di chiedere a lui fin dall’inizio. Per adesso, poteva solo sperare che il buonsenso tornasse ad ispirare il fratello prima che fosse troppo tardi.

Il loro aeroplano atterrò nella capitale groenlandese, Nuuk, nel pomeriggio. Norvegia lasciò che Islanda lo conducesse alla casa dell’Inuit, perché Islanda aveva fatto visita a Groenlandia molto più spesso di quanto avesse fatto Norvegia, e Norvegia non era completamente certo di sapere dove si trovasse esattamente la casa.

Groenlandia viveva in una casa modesta, leggermente più piccola rispetto alle altre nella stessa strada. Sembrava vecchia, fatta di legno, e la pittura verde era sbiadita in alcuni punti. Nonostante ciò, la casa sembrava ben tenuta. Le piante in crescita erano state potate, e c’era un comodo recinto costruito vicino alla casa dove stava giocando un gruppo di cani. Islanda bussò alla bianca porta tre volte. Nessuno rispose. Islanda aspettò qualche secondo prima di provare di nuovo. Ancora nessuna risposta. Proprio quando stava per rinunciare, un cane abbaiò dietro di loro.

“Oh” fece una voce giovanile “State cercando Ataninnuaq?”.

Girandosi indietro, le due Nazioni videro un ragazzo Inuit che sorrideva loro con un grande cane husky al suo fianco. Comprendendo che “Ataninnuaq” fosse il nome che Groenlandia usava con la popolazione locale, Norvegia rispose di sì.

“Atan è andato a nord un paio di giorni fa” lo informò il ragazzo “Lui fa così. Un giorno è qui, il giorno dopo parte per diversi mesi ogni volta”.

“Oh” l’espressione di Norvegia calò leggermente. Non avrebbe dovuto accettare quel periodo di riposo imposto. “Mi sarebbe piaciuto andare con lui”.

Il ragazzo guardò con curiosità i due. “Siete suoi amici?”.

“Io lo sono” rispose Islanda. “E questo è mio fratello. Volevamo vedere l’aurora boreale con lui come facevamo di solito”.

Improvvisamente, il cane abbaiò allegramente e corse verso le due Nazioni, annusando le loro gambe e leccando la punta delle loro dita.

“Torna indietro, Suka” rimproverò il ragazzo con un sorriso. Il cane abbaiò di nuovo verso di loro, ma corse indietro verso il padrone, e accarezzò la sua testa su di lui. Dopo pochi secondi, tornò indietro verso le due Nazioni.

“E se vi portassi da lui? Voi due non siete di queste parti, giusto? Sarebbe una vergogna aver mancato Atan dopo che avete fatto tutta questa strada per incontrarlo”.

“Puoi davvero farlo?” chiese Norvegia speranzoso.

Il ragazzo annuì. “La mia famiglia porta i turisti in gita con le slitte trainate dai cani tutte le volte. Anche se probabilmente Atan è più lontano rispetto a dove andiamo di solito”.

“Non ci dispiace pagare un extra” disse rapidamente Norvegia con la speranza che cresceva di nuovo dentro di lui.

“Oh, non avevo intenzione di far pagare a tutti” il ragazzo li guardò con un’espressione sorpresa, poi sogghignò. “Ma va bene! Mio fratello non si arrabbierà con me in questo modo. A proposito, il mio nome è Amak. E gli amici di Atan sono amici miei. Seguitemi ~”.

Stentando a credere alla loro fortuna, i due fratelli seguirono il ragazzo. Di solito era impossibile trovare Groenlandia se decideva di partire per il deserto.

“Come conosci… Atan?”chiese Islanda al ragazzo, combattendo appena contro il nome umano di Groenlandia.

“Parlo con lui quando posso” Amak si voltò a guardarli, camminando all’indietro. “Ha quest’aria così diversa, sapete? Come se fosse sempre stato qui”. Fece una pausa, perso nei suoi pensieri per un momento, poi chiese improvvisamente “Sapete cosa significa il suo nome?” le due Nazioni si guardarono a vicenda e scuoterono la testa; Amak rise “Significa <>. Adatto a lui, vero?”. Si girò di nuovo e camminò avanti. “Anche se di solito sono l’unico con cui parla. É così tranquillo. Ma è davvero simpatico! Mi ha aiutato a trovare l’amore della mia vita ~”.

Quindi Amak si lanciò in una serie di storie sulla sua fidanzata fino a quando i tre raggiunsero casa sua. Quando arrivarono, il fratello di Amak fu impressionato dal prezzo elevato che Norvegia si era offerto di pagare per i loro servizi. Diede ai tre un pasto e andò a preparare i cani.

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Norvegia e Islanda si incontrarono col fratello di Amak ai confini della città. Quest’ultimo aveva già attaccato i cani alla slitta, assieme allo zaino di emergenza. I ragazzi inuit fecero il controllo di routine della slitta, e quando fu ritenuta sicura, le Nazioni furono invitate a sedersi davanti alla slitta mentre Amak prendeva posto dietro.

Amak pronunciò qualcosa in lingua groenlandese, e i cani partirono.

Era sorprendente quanto lontano avessero viaggiato in un periodo di tempo così breve. Norvegia ebbe l’impressione che stessero facendo un percorso più rapido e meno panoramico rispetto a quello riservato ai turisti. Tuttavia a Norvegia non importava molto, fintanto che avesse la possibilità di incontrare Groenlandia.

Dopo circa un’ora di viaggio, la neve bianca all’orizzonte assunse un bagliore verdastro. Sogghignando, Amak accellerò. Oltre la collina, splendenti aurore verdi riempivano l’aria attorno a loro. Tale visione riempì Norvegia di un tepore che poteva venire a lui solo in notti come questa, dove le aurore brillavano luminose. Anche Islanda, che non trovava estranee quelle luci, fissava avanti il cielo. Amak, comunque, rimaneva concentrato sul suo compito, e continuò ad attraversare quel panorama nevoso.

Infine, Amak richiamò i cani, e quelli rallentarono per un minuto o due finché finalmente non si fermarono. Si trovarono in un’area aperta, selvaggia, con l’aurora intorno a loro. Norvegia quasi buttò giù Islanda per scendere dalla slitta. Anche se la slitta non era molto confortevole, Norvegia sentiva che ne era valsa la pena, soprattutto quando guardò solo venti metri avanti a lui.

Groenlandia si voltò ad affrontarli; aveva la sua slitta, e i suoi cani stavano squadrando quelli di Amak. Sebbene Norvegia fosse già in piedi, gli fu difficile camminare. Le sue ginocchia erano traballanti e tese per l’immobilità forzata per lungo tempo. Amak, che era abituato a quel modo di viaggiare, corse verso Groenlandia e quasi lo abbracciò.  Groenlandia sembrava sorpreso di vedere il ragazzo ma fu ancora più sorpreso di vedere le due Nazioni dietro di lui.

“I tuoi amici ti stavano cercando!” spiegò Amak. “Così li ho portati qui. Va bene?”

Groenlandia guardò l’inuit e annuì, “Nn”.

Disse ad Amak di restare indietro e si avvicinò a Norvegia e Islanda. Mentre diede a Islanda un rapido abbraccio senza parole, Groenlandia li fissò e chiese “Perché?”. I fratelli supposero che intendesse “Perché siete venuti qui?”.

Islanda si schiarì la gola, “Noregur voleva parlare con te”.

Lo sguardo fisso di Groenlandia si diresse verso Norvegia, che improvvisamente si sentì la gola secca.

“I… Io volevo solo parlare con te…” Norvegia tormentò la cucitura del suo guanto. “Lo so che non ti sono mai piaciuto molto dopo l’Unione Danimarca-Norvegia… anche se suppongo che non ricorderai tutto. N-non sono sicuro di quanto possa valere dopo tutto questo tempo, ma mi dispiace. Ho solo provato a proteggere te e Ice. E Danmark… lui… Anche lui ha detto che era dispiaciuto. Molto, molto, molto, molto, molto dispiaciuto.”.

Islanda guardò Norvegia, le sopracciglia inarcate per la preoccupazione e la confusione. Ma Groenlandia non sembrava farci caso.

“Nn” convenne Groenlandia, “Ice mi aveva detto che Dan ti aveva ordinato di farlo. Non è stata colpa tua”.

“Sì, ma Danmark…” ma Norvegia si interruppe, guardò in su e fissò l’inuit. “Tu.. ti ricordi di Danimarca?”.

“Nn” confermò Groenlandia. “L’ho incontrato qualche settimana fa”.

Islanda rimase a bocca aperta.

Norvegia cadde in ginocchio. Avrebbe voluto urlare da quanto era felice. Avrebbe voluto abbracciare l’uomo, ma si trattenne dal farlo. Ci concesse però un ampio sorriso di sollievo.

Prima che Norvegia potesse dire qualcosa, comunque, Islanda parlò “Così stai dicendo che questo Danimarca è reale?”.

Groenlandia fissò Islanda per qualche momento e chiese “Non ricordi?”.

“No” rispose Norvegia “Nessuno si ricorda di lui”.

“Ah, meglio così” prese una pausa. “Forse”. Posò una mano sulla spalla di Islanda, mentre Islanda lo guardava con una espressione confusa.

“Non mi sembri sorpreso” notò Norvegia.

Groenlandia si strinse nelle spalle.

Norvegia aspettò una risposta ma quando questa non venne chiese “Sai cos’è successo a Danimarca?”.

Groenlandia guardò Norvegia dritto negli occhi prima di rispondere “Voleva essere un umano”.

Norvegia fissò Groenlandia, cercando di analizzare quello che gli aveva appena detto. Dopo qualche secondo, chiese “Cosa intendi dire?”.

“Non gli piaceva essere una Nazione. Voleva riposarsi e morire come un essere umano. Era stanco”. Groenlandia si avvicinò a Norvegia “Pensava che tu lo odiassi”.

“Io.. No.. Io..” ma le parole non riuscivano ad uscire.

“Ha detto che lo amava” rispose Islanda al posto suo, guardando entrambi, incerto su come iniziare a riprendersi dal suo shock.

“Ah” disse Groenlandia, guardando Islanda, poi tornò a guardare Norvegia. “Dovresti dirlo a Danimarca. Lo renderà felice”.

“Io.. non posso più farlo” disse Norvegia fissando il terreno.

“Perché?”.

“Perché” disse Norvegia scuotendo la testa “Lui non è qui…”.

“Non come Paese” lo corresse Groenlandia “É ancora vivo, ma come umano”.

Gli occhi di Norvegia si alzarono a guardarlo “É davvero vivo?”.

Groenlandia annuì.

“Quindi” iniziò Norvegia “É una persona che vive nel territorio che prima corrispondeva a Danimarca *?”.

Groenlandia annuì di nuovo. “Ma come umano. Lui non ricorda nulla”.

A questo punto, Norvegia considerava un caso di amnesia l’ultima delle sue preoccupazioni. Danimarca era vivo! La speranza gli riempì il petto così pienamente che sentiva di poter scoppiare. “Conosci il modo per farlo tornare indietro?”.

Groenlandia scosse la testa.

Il cuore di Norvegia precipitò tanto repentinamente quanto si era risollevato poco prima. “Noi… non possiamo fare niente?”.

“Puoi fargli ricordare” disse Groenlandia “Allora Danimarca deciderà”.

“Deciderà che cosa?” chiese Norvegia.

“Se vorrà essere Danmark oppure un umano”.

Norvegia deglutì. E se non fosse riuscito a convincere Danimarca a tornare ad essere di nuovo una Nazione? Se a Danimarca non fosse piaciuto quello che avrebbe ricordato? Ci sono stati bei tempi, ma anche molti brutti periodi. E Norvegia non avrebbe potuto essere d’aiuto – essendo stato un tale stronzo nei confronti di Danimarca.

“Come sai tutto questo?” chiese Islanda incredulo.

Groenlandia guardò il suo amico “L’ho fatto io”.

Le due Nazioni nordiche lo fissarono.

“Tu…” disse in tono calmo, più scioccato che arrabbiato “Tu hai fatto tutto questo?”.

Groenlandia annuì. “Danimarca mi aveva chiesto di farlo dopo essersi scusato”.

“Tu puoi fare questo?” chiese Islanda, sconcertato dal fatto che il suo amico e vicino di casa avesse così tanto potere.

Groenlandia si strinse nelle spalle. “Posso trasformare in umano. La gente dimentica – come in un incidente. Niente di che”.

Il silenzio cadde sui tre, ciascuno perso nei propri pensieri. Nessuno parlò per più di un minuto, e il loro spettatore finalmente sbottò.

“Per quanto ancora dovrò restare qui?” chiamò Amak dal suo posto assieme ai cani. “Non avete ancora finito?”.

“Abbiamo finito” annuì Groenlandia “É stato bello. Tornate indietro adesso”.

Amak sogghignò. “Anche tu?”.

Groenlandia annuì.

“Ok!” Amak preparò prontamente i cani per il viaggio di ritorno verso la civiltà.

Groenlandia si girò verso le altre due Nazioni. “É un bravo ragazzo” disse trascinando i piedi.

“Sembra di sì” convenne Islanda “Come lo hai conosciuto?”.

“Semplicemente ha iniziato a parlare con me” Groenlandia si strinse le spalle.

Amak portò i cani verso il gruppo con un ampio sorriso. “Chi vuole correre?”.

 

FINE

 

* angolino scemo della traduttrice*

Go, Norvegia, GO! XD

 

 

*Letteralmente la frase era “Quindi è una persona che vive nella posizione che prima era stata la Danimarca?”. Pur essendo corretta questa forma, non so, mi suonava male.

 

  
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