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Autore: adrienne riordan    07/02/2011    3 recensioni
Un giorno Norvegia si sveglia e scopre che Danimarca è scomparso. Nessuno sembra ricordarsi della Nazione danese, persino i libri di storia sembrano negare la sua esistenza. Toccherà a Norvegia capire cosa è successo e dimostrare a tutti - e a se stesso - di non essere pazzo...
Attenzione: questa è la traduzione di una fanfiction inglese, ed è stata pubblicata col consenso dell'autrice.
[DenNor, presente anche OC!Groenlandia]
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA SCOMPARSA DI DANIMARCA

* faccia da lutto *

Salve a tutti! Avete preparato I fazzoletti, come vi avevo chiesto di fare, sì? Qui di seguito leggerete il capitolo che mi ha fatto consumare un pacchetto intero…

E spero di non aver disintegrato la bellezza del capitolo con la mia umile traduzione. Qui il link per rendere adeguata giustizia al capitolo e alla mente del capitolo, aseies à http://aseies.livejournal.com/4006.html#cutid1

 

Ho spedito all’autrice il link con le recensioni. Dopotutto, non potevo tenerli tutti per me, dato che il merito maggiore è suo.

Questa è stata la sua risposta:

“Oh mai gosh /searches for link /translates comments into English

You should tell those guys that although I can only google translate their comments I read every one and I love them. *__*”

Naturalmente anch’io ringrazio chi sta seguendo questa storia e chi perde qualche minuto a commentare! Tra l’altro, sono commenti talmente belli! Mi date davvero la forza per continuare questa sfacchinata di traduzione, un bell’impegno, visto che i miei lavori “nella vita reale” stanno aumentando invece di diminuire! ^^’

Grazie per il sostegno che la vostra presenza e le vostre parole contribuiscono a darmi, siete il mio carburante! ^O^

E adesso, beccatevi questo capitolo depressivo! Il prossimo capitolo sarà bello lunghetto, amerete Groenlandia e avrete delle ulteriori risposte su cosa è successo a quel deficiente di Danimarca e come si potrebbe riuscire a tirarlo fuori dal GROSSO problema in cui è andato a cacciarsi, ma almeno c’è un po’ di speranza e non cercherete lamette con cui tagliarvi le vene XD!

Buona lettura!

 

 

Capitolo 4: Messaggi

Quando Norvegia si svegliò si trovava nella sua stanza. La luce rossa che filtrava dalla finestra della sua stanza indicava che doveva essere l’alba o il tramonto. Norvegia girò la testa in direzione opposta, e fece una smorfia per il dolore alla guancia. Almeno il gonfiore sembrava essere diminuito ...
Seduto su una sedia accanto al letto torreggiava Svezia. Guardava Norvegia da vicino, e Norvegia aveva la netta sensazione che Svezia l’avesse fatto per un bel po’ di tempo.
"Nn". Era una sorta di saluto di Svezia.
"Ehi", disse Norvegia distrattamente. Cercò di alzarsi, ma tutto quello che ottenne fu un gran mal di testa. Norvegia si sdraiò di nuovo nel letto, sconfitto. "Potrei avere dell’acqua?"
"No".
Norvegia guardò incredulo lo svedese. "Come mai?"
”Ordini d’ Fin. Dev’ t’nerti d'chio".
Norvegia alzò gli occhi al soffitto e scoppiò in una risata amara. "Giusto ... non importa ..." Si girò su un fianco. Sentì un fruscio di stoffa, e dato che Norvegia non si stava muovendo, intuì che si trattava di Svezia. Sembrava come se stesse premendo rapidamente i tasti di un telefono ... Aspetta, stava scrivendo un sms? Norvegia si rigirò verso Svezia, incredulo, ma il telefono, qualora ci fosse stato, non era nemmeno visibile. In ogni caso, in meno di un minuto Finlandia apparve con una brocca d'acqua. La mise sul tavolo accanto al letto, e riempì un bicchiere per Norvegia.
"Come ti senti?" chiese Finlandia mentre aiutava Norvegia a sedersi.
"Come se Inghilterra mi avesse dato un pugno in faccia e mi avesse tenuto sotto un incantesimo paralizzante per diverse ore". Norvegia prese il bicchiere da Finlandia e sorseggiò l'acqua.
"Islanda è al piano di sotto ..." disse Finlandia tranquillamente. "E’ preoccupato ... vieni giù quando ti sentirai meglio, ok?"
Vagamente, Norvegia si chiese perché  non potesse semplicemente essere Islanda a salire per vederlo, ma comunque rispose con un "Okay".
Più tardi, quando Norvegia finalmente riuscì a scendere al piano di sotto, scoprì che in realtà Islanda aveva le mani occupate. Sealand aveva insistito affinché qualcuno giocasse ai videogiochi con lui, e chi meglio del suo “proletario” * poteva accollarsi quell’incombenza?

Quando però Islanda vide Norvegia fermò il gioco e si avvicinò per tenerlo sotto controllo.
"Come ti senti?"
"Meglio rispetto a poche ore fa," rispose Norvegia con un piccolo sorriso.
Gli occhi di Islanda cercarono di esaminare la sua espressione per scorgervi un accenno dei veri sentimenti del norvegese, ma, come al solito, non ne trovò. Sospirando, abbracciò suo fratello. "Vorrei che tu potessi semplicemente dirci cosa c'è che non va."
Norvegia restituì l'abbraccio "Te l’ho già detto."
Islanda si allontanò e guardò dritto negli occhi di Norvegia per qualche istante. Dopo un po', fece un piccolo sorriso e chiese: "Vuoi un caffé?"
"Pensavo che non me l’avresti chiesto" rispose Norvegia, rivolgendo la propria attenzione verso la cucina.
Nonostante i rimbrotti di Sealand, Islanda andò con Norvegia in cucina e lo guardò preparare il suo caffé. Anche Finlandia e Svezia erano lì, ma Norvegia stava iniziando ad abituarsi ad essere osservato come un animale allo zoo.
Mentre aspettava che il caffé fosse pronto, gli occhi di Norvegia vagavano senza meta per la stanza, come faceva di solito. Il suo sguardo cadde sulla segreteria telefonica, e la piccola luce rossa che segnalava un messaggio non ascoltato era ancora accesa. "E’ il momento buono per ascoltarlo” pensò Norvegia mentre si avvicinava all’apparecchio, e premette un pulsante.
"Ehi, Norge, sono io ..."

Norvegia dovette stringere la mano alla bocca per non emettere un sonoro respiro affannoso. Era la voce di Danimarca!
"Mi dispiace di averti chiamato così tardi ... Probabilmente starai già dormendo, eh ... Immagino che non sentirai questo fino a domattina allora. Ah, bene. Forse è meglio così ...."
Norvegia poteva sentire gli stivali pesanti di Danimarca toccare contro il suo pavimento in legno. "Senti, lo so che ti ho causato un sacco di problemi nel corso degli anni ... sono stato un vero bastardo**,  lo so. Mi dispiace per tutte quelle volte che ti ho fatto del male o ti ho spaventato. La situazione durante l'Unione e tutto il resto. Mi dispiace per questo. Ma tu lo sai già, suppongo ... almeno credo che tu lo sappia. Ah, beh, se non lo sapevi, te lo dico adesso…"
La voce della Danimarca suonava estremamente sobria e precipitosa. Cosa era successo? Questo non era da lui ... Se solo Norvegia avesse ascoltato prima il messaggio, avrebbe potuto fare qualcosa!
"Quello che sto cercando di dire è che so di averti causato un sacco di problemi, e mi dispiace per questo. Ma volevo farti sapere che non devi più preoccuparti di niente di tutto questo. Sono - ".
Ma il messaggio era terminato. Cosa voleva dire che Norvegia non doveva più preoccuparsi “di niente di tutto questo” ? Aspetta .. Era stato Danimarca a pianificare la sua scomparsa? Norvegia spinse rapidamente il bottone 'Salva', e partì il messaggio successivo.
"Gah, mi dispiace. Questa stupida segreteria mi ha interrotto".
Norvegia quasi sorrise. Sembrava proprio il solito Danimarca.
"Sì, così ... ho deciso di andare via. E-e non come le altre volte quando ti prendevo in giro. Dico sul serio questa volta ... non c'è bisogno di venire a cercarmi, va bene? I-io non ti disturberò mai più. "
Che cosa voleva dire? Oh dio, Danimarca ....
"Se vuoi ... t-tu puoi dimenticarti di me ..." La sua voce sembrava addolorata. Sullo sfondo si sentivano una serie di tonfi pesanti. "Ah .. è qui", disse Danimarca a se stesso. "Senti, Norge ... so di avertelo detto un milione di volte, e probabilmente mi hai odiato di più ogni volta che l’ho fatto ... Ti amo, Norge. Ecco perché sto facendo questo". Deglutì. "Sarebbe .. Sarebbe bello se tu non ti dimenticassi di me". Il suo tono suggeriva che stava indossando un sorriso triste. "Addio, Nor".
Era la fine del messaggio.
Norvegia fissò la segreteria telefonica e ignorò il messaggio automatico. Il messaggio venne ripetuto una seconda volta, quando Norvegia allungò una mano tremante e premette il pulsante 'salva'. Ci fu un segnale acustico in lontananza, ma non significava niente per lui. Lentamente, le sue gambe non riuscivano più a sostenerlo, e Norvegia cadde in ginocchio. Non cercò di fermare le lacrime, questa volta; piangeva e singhiozzava lì dove era seduto. Poteva sentire delle mani confortanti provare ad appoggiarsi sulle sue spalle, ma le allontanò bruscamente.
Se l’era davvero meritato. Era stata una persona orribile prima, e questa era la sua punizione. Lui non meritava di essere confortato in quel momento. Inoltre, che cosa avevano capito comunque? Norvegia stesso riusciva a malapena a capire! Cosa aveva fatto Danimarca? Si era forse suicidato? Era per questo motivo che tutti lo avevano dimenticato? Era dunque questo che accadeva quando una nazione commetteva un suicidio? Tutti dimenticavano la sua esistenza ...  e un’altra nazione la sostituiva? La storia veniva riscritta, era proprio così!?
Molte domande e molti scenari giravano nella testa di Norvegia, che iniziò a sentirsi male. Scacciando la serie di mani che tentavano di sostenerlo, Norvegia si alzò in piedi e barcollò verso il lavello della cucina. La bile che si era formata nella sua gola nei giorni scorsi venne rilasciata, e presto andò a raggiungere le fogne. Appoggiato su entrambe le braccia, Norvegia guardava distrattamente l'acqua del rubinetto scorrere giù nello scarico. Udì le voci come echi da un luogo lontano, ma non aveva molta importanza. Norvegia si sentì privo di forze, e l'immagine del rubinetto iniziò confondersi.


Norvegia cadde, come al rallentatore, e un paio di forti braccia lo presero al volo. Norvegia alzò vagamente la testa per vedere chi fosse. La prima cosa che notò fu il mento forte, poi le guance che si tesero in su in un ampio e familiare sorriso. Tutto in un colpo vennero a fuoco infine il naso dritto, gli occhi azzurri e i capelli biondi e selvaggi. Ma lui non aveva bisogno di vedere nulla di tutto questo per riconoscerlo. Quel sorriso indescrivibile era tutto ciò di cui Norvegia aveva bisogno per capire che la persona che l’aveva afferrato era Danimarca – il suo Danimarca.
"Ti sono mancato?" chiese scherzosamente, sollevando Norvegia da terra. Cominciò a camminare verso qualche parte, tenendo Norvegia vicino sé.
Norvegia arrossì. "Dannazione Danmark, se questo è stato uno dei tuoi scherzi che avete voluto tutti a giocare insieme -"
"Non lo era" disse con tono serio Danimarca, guardando Norvegia con occhi tristi.
L’espressione di Norvegia si incupì; tutta la sua rabbia evaporò all’istante. "Allora ... che cosa ..."

Venne posato gentilmente su qualcosa di morbido, una nuvola, forse. Danimarca era accanto a lui, e si chinò ad accarezzare guancia dì Norvegia prima di dargli un dolce bacio.
"Mi dispiace ..." disse debolmente, esattamente nello stesso modo con cui lo aveva pronunciato al telefono. "Avevo pensato che avrei potuto fare in modo tu mi amassi ..." Danimarca scosse la testa, la voce cominciò a venirgli meno e le lacrime gli velarono gli occhi. "Ma dopo tutto questo tempo, non ho ancora imparato."
"No," disse Norvegia in fretta, afferrando il danese per mano. "Ero così testardo, non ti avevo mai dato una possibilità anche se sapevo che i miei sentimenti ..."
"Non è colpa tua, Nor" disse Danimarca, tenendosi lontano da Norvegia, pur mantenendo il contatto tra le loro mani. "Capisco che nessuno avrebbe potuto amarmi dopo tutto quello che ti ho fatto passare .... Usando i ragazzi contro di te, e costringendoti a maltrattarli durante l'Unione ... è stato meschino da parte mia"
"Ma sei pentito adesso, giusto?" ragionò convinto Norvegia. "Questo è quello che conta .. imparare dai propri errori!"

Danimarca scosse la testa e disse: "Non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto a te, a Islanda e a Groenlandia. E comunque ... è già troppo tardi."
"Che vuoi dire?" chiese Norvegia con un tuffo al cuore.
"Sono già andato via, Nor ..."
"Ma .. Perché?" Norvegia fu finalmente in grado di mettersi a sedere. "Tu sei qui, no? Basta stare ... di nuovo .. per favore ..." Norvegia strinse la mano di Danimarca con le lacrime che minacciavano ancora una volta di rotolare giù per le guance.
Danimarca ricambiò il gesto e asciugò le lacrime dagli occhi di Norvegia. "Nor, è troppo tardi per fermarmi. E’ già tutto fatto. Ma puoi riportarmi indietro."
Norvegia lo fissò e gli chiese debolmente "Come ..?"
"Sei intelligente" rispose Danimarca, tirando fuori il suo sorriso che era ormai il suo marchio di fabbrica. "Riuscirai a capire qualcosa".
Norvegia si chiese senza capire come avrebbe potuto fare ciò. Non capiva come quello stupido gioco era iniziato.

Danimarca alzò gli occhi al cielo. Era pieno di stelle.
"Ti ricordi quella volta che ti ho dato la tua forcina?" chiese Danimarca, senza distogliere lo sguardo.
Norvegia sbatté le palpebre. "Sì ... Mi stavi prendendo in giro per i miei capelli lunghi, e me l’avevi comprato per scherzo ... poi l’ho indossata solo per dimostrarti che gli uomini potevano indossare le forcine".
Danimarca ridacchiò. "Mi dispiace, Nor, ma hai davvero fallito su questo fronte."
"Sta zitto", brontolò Norvegia, e sbatté la mano di Danimarca contro il suo fianco. Danimarca rise.
"Questo è il Norvegia che conosco!" disse felice, stringendo la mano di Norvegia, e guardandolo negli occhi. "Mi rendi felice quando lo indossi."

In circostanze normali, Norvegia si sarebbe semplicemente allontanato da Danimarca per negargli la soddisfazione di mostrargli una sua reazione adeguata, ma adesso, dopo quegli ultimi giorni in cui Norvegia aveva continuato a cercare Danimarca, fissava i suoi lineamenti, nel tentativo di memorizzarli. "Lo so", disse semplicemente.
Danimarca annuì e si voltò verso il cielo. Un aurora verde soffiava nella notte. Come se avesse ricevuto un segnale, Danimarca si rivolse a Norvegia e disse: "Devo andare".
Nonostante le numerose proteste, Norvegia non fu in grado di fermare Danimarca. Il suo corpo si rifiutò di muoversi mentre Danimarca iniziava a svanire in una nebbia verde pallido. Lentamente, cominciò a sollevarsi e a raggiungere l’aurora e a soffiare via, chissà dove.
Norvegia poteva solo guardare con meraviglia.

==

Il risveglio dal sogno fu quasi doloroso fisicamente. Non voleva svegliarsi un mondo dove Danimarca non esisteva, soprattutto non dopo il sogno che aveva appena fatto. Ma suppose che fosse ormai giunto il tempo di svegliarsi, e il fatto che la sua testa pulsasse per il mal di testa non significava nulla, era arrivato il momento per lui di affrontare la realtà. Quando riaprì gli occhi, ancora una volta, Norvegia era di nuovo nella sua stanza. Islanda era il solo occupante della stanza, seduto accanto al letto mentre teneva la mano di Norvegia. Quando i loro occhi si incontrarono, Islanda sembrò molto sollevato, e aprì la bocca per dire qualcosa, ma Norvegia glielo impedì.

"Se stai per chiedermi come mi sento, giuro che ti colpirò."
Islanda scoppiò in una risata nervosa e sperò che questo significasse che Norvegia si sentiva meglio.
Norvegia guardò fuori dalla finestra. Era scuro.
"Cosa è successo?" ha chiesto.
"Sei svenuto dopo aver vomitato ... Svezia ti ha preso prima che cadessi a terra, e ti ha portato qui."
Norvegia annuì distrattamente, ma continuò a guardare verso il cielo nero come se si aspettasse di vedere qualcos’altro là, oltre alle stelle.
Islanda se ne accorse e chiese: "Qualcosa non va?"
"Manca qualcosa ..." rispose Norvegia vagamente, guardando fuori dalla finestra.
"... Danimarca?" Islanda aveva tentato un azzardo eccessivo. Norvegia quasi sorrise.
"Non lui ... nel cielo."
Islanda si spostò dalla sedia al letto per guardare meglio fuori dalla finestra. "Non so ... le stelle e la luna sono lì, che altro vuoi?"
Norvegia scosse la testa, ricordando l'aurora dal suo sogno. "Voglio vedere l'aurora boreale".
Islanda si rivolse a lui, sorpreso: "Davvero?" .

Sembrava così ... normale, dopo tutto quello che Norvegia aveva fatto di recente.
Norvegia annuì. "Voglio andare da Groenlandia e vedere l'aurora boreale con lui".
Islanda continuò a fissare il fratello.
"Non voglio fare niente a lui," dichiarò Norvegia quasi troppo in fretta. "Ho solo ... voglia di incontrarlo. Tutto qui".
Islanda lanciò un’occhiata tra Norvegia e la finestra, e rifletté sulle condizioni di suo fratello. Norvegia in realtà non sembrava essere in grado di affrontare un viaggio. D'altra parte, Groenlandia aveva un aria diversa rispetto a lui e alle altre nazioni. Forse parlare con lui poteva giovare a Norvegia.
"Va bene," acconsentì Islanda. "Ma aspetta qualche giorno. Se dovessi ammalarti la tua gente potrebbe risentirne”.
Norvegia fissò l'Islanda. Dopo pochi istanti, annuì e disse: "Va bene. Ma solo se mi chiami fratello maggiore".
L'Islanda fu colto alla sprovvista. I suoi occhi si spalancarono, e sembrava che il suo cuore sprofondasse. "A-ancora non hai rinunciato a questa cosa?"
"No," rispose Norvegia con un sorriso sornione. "Sentiamo. In norvegese."
Islanda aprì e chiuse la bocca più volte prima di voltarsi e mormorare verso la porta, "Storebror". E senza una parola, fuggì via.
Norvegia si lasciò sfuggire una risatina. Islanda era ancora un ragazzino.

FINE

 

 

Note:

* “underclassman”: google traslate mi ha dato qualcosa tipo sottoproletariato. Suppongo sia riferito a quella scan nel web comic che appena riuscirò a trovare posterò.

** “brat”: andrebbe tradotto come monello o ragazzaccio… ma non mi sembravano termini molto forti per giustificare il comportamento che Danimarca aveva tenuto durante l’Unione di Kalmar…

  
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