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Autore: Bitter_sweet    02/03/2011    3 recensioni
Tutto come sempre, tu ed io in cucina e le mie solite movenze da giullare.
Nulla è cambiato, tutto è come sempre nonostante i due anni trascorsi.
Perchè io sono solo il giullare di corte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm just the court jester Allora, torno qui a scrivere, ma sto già prendendo un aereo per un paese ignoto. Molte vorranno il mio scalpo u.u
In tutti i casi, questa ff è nata da una discussione su di un forum, tutto pur di non vedere quei malefici lumacofoni viola. Ma posso affermare con certezza che grazie a questa sorta di sfida, perché sì, la reputo quasi una sfida scrivere una sannami, mi è tornata la voglia di scrivere.
E poi, almeno so che posso scrivere di tutto xD

Va bhè, la dedico a DJ, un nuovo amico che ho conosciuto da poco ma a cui sono già affezionata.

Buona lettura.



I’m just the court jester




“Ecco a lei, mia dolce Nami-san” Sanji posò la tazza fumante davanti alla rossa elargendo un sorriso gentile.

Era stata una giornata piuttosto frenetica quella, nonostante fossero in un periodo di relativa calma. La Sunny solcava placida il mare del Grand Blue verso la loro prossima meta, in silenzio, interrotto solo dalle urla di giubilo dei ragazzi, intenti a provare alcune delle nuove armi inventate da Usopp.

Nami sorrise riconoscente al biondo cuoco spostandosi una ciocca ribelle da davanti al volto, portandosela dietro all’orecchio. “Grazie” ribattè per poi prendere la calda bevanda tra le mani, immergendosi nei propri pensieri mentre Sanji tornava ad asciugare un bicchiere dietro al bancone della cucina.

La sigaretta tra le labbra, lo sguardo perso tra le pieghe dello strofinaccio ed i pensieri che correvano a tutto e nulla nullo stesso istante -in un punto imprecisato del tempo-. Era passati due anni dall’ultima volta che avevano solcato il mare tutti assieme, ma ora, quel tempo sembrava esser stato resettato. Tutto era tornato come un tempo, anzi, forse era addirittura migliorato il loro rapporto.

Dividersi era stata una cosa difficile per tutti loro, dividere la famiglia, la loro nakama, era stata una decisione sofferta. Ma erano stati gli ordini del capitano e loro, come sempre avevano ubbidito senza porre domande -fiducia incontrollata-.

Ma ora, Sanji, era felice. Si sentiva più leggero dopo esser tornato a solcare il mare con i suoi compagni. Sì, anche testa d’alga gli era mancato, anche se forse, aveva sperato che non raggiungesse l’isola di Sabaody dato lo scarso orientamento. Ma la sua, era stata una speranza vana.

Ripose l’ultimo bicchiere pulito ed asciutto e si accese la sigaretta che aveva tenuto per tutto il tempo tra le labbra. Sbuffò una nuvola grigiastra di fumo posandosi al ripiano, lo sguardo vagò per qualche istante lungo le pareti della cucina, soffermandosi su alcune cose, fino ad incrociare la figura della navigatrice, seduta composta al tavolo, la tazza tra le mani. Lo stava fissando.

Inarcò appena un sopracciglio dubbioso per poi sorriderle apertamente, come solo lui sapeva fare e provocando una lieve risata in Nami.

Adorava sentirla ridere.

“Mia dolce Nami-san, tu non sai quanto sia stato difficile per me questi due anni senza avere la tua dolce presenza accanto” da perfetto galantuomo, si buttò nell’ennesima commedia smielata gettandosi quasi sopra al bancone che li divideva.

“Di certo ti sarai consolato” lo stuzzicò quella continuando a ridere per l’ennesima recita del biondo cuoco.

“A dire il vero non molto” borbottò di rimando Sanji mentre il ricordo di quell’isola spaventosa, abitata solo da uomini travestiti da donne, gli tornava prepotentemente in testa. Una delle sue peggiori esperienze che non avrebbe mai augurato neppure al suo peggior nemico. “Ma ora sei qui Nami-san, davanti a me ed il mondo assume tutta un’altra sfumatura” miagolò quasi, ondeggiando, pensando già ad un tramonto romantico in compagnia della sua dolce Nami.

“Non credi di star esagerando?” gli chiese Nami osservandolo contorcersi sul ripiano. Però, non riusciva davvero ad avercela con lui, anzi, quel suo comportamento la divertiva.

“Non è mai abbastanza ciò che faccio quando si tratta di te mia dolce dea” sparò ancora a raffica Sanji recuperando un po’ di contegno.

Si alzò recuperando la postura eretta con un sorrisetto ad increspargli le labbra. Si aggiustò il nodo della cravatta, che sempre indossava, sotto lo sguardo vigile della cartografa.

Alle volte, Sanji si comportava proprio come un bambino. Infantile si definiva lui stesso, soprattutto quando si trattava di una bella donna, e Nami, dio se era una bella donna. Ma in fondo, non era poi così male. Alle volte, poteva quasi sembrare serio.

“Sai Sanji, mi sei mancato” buttò lì Nami bevendo un sorso dalla sua tazza mentre il cuoco ancora si buttava nell’ennesima scenetta comica, con annessi occhi cuoriformi, che fece di nuovo scappare un sorriso alla rossa. “Forse questa era una cosa da non dire” si rimangiò presto le parole la navigatrice, nascondendo l’ennesimo sorriso dietro il bordo della tazza.

“L’ho sempre saputo che il tuo cuore batte per me” il cuoco sorrise radioso mentre spegneva il residuo della sigaretta sotto un fiotto d’acqua fresca.

La risata di Nami gli raggiunse le orecchie, mentre le voltava le spalle per gettare quel che rimaneva della sigaretta ora bagnata e spenta.

Si asciugò con lentezza le mani, quasi dosando il tempo che impiegava per farlo, come se stesse cercando di emulare una pausa misurata ad arte -attore e registra di una commedia sua-. Quando si voltò si ritrovò a specchiarsi negli occhi marroni della navigatrice, ora resi leggermente lucidi a causa delle risate che per tutto il tempo l’avevano scossa.

Sanji sorrise lievemente, finalmente sicuro di aver reso importante quelle poche decine di minuti passati con la sua preziosa e piccola Nami-san.

“Sei sempre il solito” lo schernì Nami sospirando scuotendo il capo in un segno insofferente. Ma sorrideva ancora, nonostante tutto.

“Ma-ma” piagnucolò il biondo stringendo e stropicciando lo strofinaccio che teneva ancora tra le mani, cercando in qualche modo di trovare una qualsiasi frase da elargire in quella circostanza. “Nami-san!” si ritrovò solo a boccheggiare mentre vedeva la rossa alzarsi in piedi, la sua bevanda ormai finita.

“Su caro Sanji” lo rabbonì lei scoccandogli uno dei suoi sorrisi più pericolosi e canzonandolo allo stesso tempo. “In fin dei conti sei fatto così e ormai mi sono abituata” lo salutò con un veloce segno della mano ed una linguaccia furba, prima di voltargli le spalle e lasciare la cucina definitivamente.

“Nami-san!” urlò ancora Sanji piangendo quasi per quell’ultima frase detta proprio dalla navigatrice. Si accasciò sul bancone in segno di sconfitta prima di tornare a sorridere lievemente.

Dio se le era mancata, pensò mentre si alzava e poggiava i gomiti sul bancone, posando la testa su di una mano. Sorrise guardando la porta da dietro la quale Nami era sparita.

Raccolse la tazza vuota e la portò al lavello sempre con il sorriso stampato sulle labbra. Nonostante fossero passati due anni dall’ultima volta che l’aveva vista, nulla era cambiato. Si portò una mano alla tasca dei pantaloni trovando le sue amate sigarette ed accendendosene una. Lui faceva il cascamorto e le dichiarava il suo amore, lei lo rifiutava prendendolo in giro come solo lei era in grado di fare, con fermezza e gentilezza assieme.

Espirò un filo di fumo puntando gli occhi al soffitto.

Tutto come sempre.

Perché tu sei nata per essere la miglior cartografa,
io sono nato solo per essere il buffone di corte
   
 
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