Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: violacciocca    04/03/2011    2 recensioni
Mefisto, Gabriel, Alphonse e Rosemay sono quattro fratelli adottivi. Passano le loro giornate tra scherzi, balli e lezioni di scherma, uniti da un forte affetto. Crescendo però le cose cambiano. Mefisto si rende conto di provare per Gabriel qualcosa che va ben oltre l' affetto fraterno, qualcosa che non dovrebbe sentire, non per lei! Mefisto è così costretto a reprimere i suoi sentimenti, fingendo indifferenza nei confronti di colei che ama...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Gabriel

 

La contessa Trydennè era famosa in tutta Shappusy per le sue meravigliose serate di ballo. Essere invitati ad una di queste serate significava trovarsi in saloni immensi e riccamente addobbati, pieni di nobili ben vestiti e intenzionati a divertirsi con balli, ottimo cibo e stupenda musica. Anche Al, che detestava la mondanità, partecipava volentieri a questi ricevimenti. Per questo non aveva fatto storie quando nostra madre aveva comunicato che la contessa in persona aveva recapitato l'invito con il quale ci convocava per la sua prossima festa.

Dopo l'invito i giorni erano volati senza che me ne accorgessi e come mio solito mi ritrovavo al pomeriggio,poco prima del tanto agognato evento, senza nulla da mettermi.

Fissavo torva il mio grande armadio stracolmo di abiti, domandandomi quand'è che quell'ammasso di legno e vernice avrebbe magicamente partorito l'abito più adatto alla serata, risparmiandomi la fatica di scegliere.

Ero ancora nel pieno del mio monologo mentale quando bussarono alla porta.

-Non ci sono- Dissi cupa.

Dalla porta comparve una piccola faccetta dolcissima, incorniciata da fluenti capelli ramati.

-Ah, sei tu Ross. Entra.-

La mia tenera sorellina si avvicino a me facendo frusciare il delizioso abitino da sera bianco e rosso che indossava.

-Sei bellissima Rosemay! Scegli tu un abito per me.-

May sorrise, felice dell'incarico che le avevo affidato e si tuffò dentro l'armadio. Ne riemerse con un abito blu, composto da un corpetto aderente e senza maniche. La lunga gonna a tre balze era impreziosita da eleganti ricami d'argento.

-E' perfetto Ross, grazie!-

Indossai velocemente l'abito (dato il ritardo accumulato grazie alla mia indecisione cronica) e mi acconciai i capelli in modo che ricadessero sulla mia spalla destra, aggiungendo gioielli argentati con lapislazzuli alla mia corvina chioma.

Mi sentii tirare la gonna e mi voltai, Rosemay mi stava porgendo una sottile catenina dalla quale pendeva una minuta e bellissima pietra blu a forma di lacrima.

-Insomma, ti muovi o no Gab! Siamo in ritardo!- Urlò Alphonse dal piano di sotto. Era una persona molto puntuale, lui.

Mi precipitai giù dalle scale con May al seguito. Appoggiato allo stipite della porta d'ingresso c'era Mefisto, le mani in tasca, elegante col suo stile sempre “in disordine”. Mi sorrise beffardo e io di slancio lo presi a braccetto trascinandolo prima fuori casa, poi dentro la carrozza, seguita dai mie fratelli. Il primo borbottava, la seconda rideva.

 

 

 

 

Il palazzo della contessa Trydennè si ergeva su una collinetta isolata. Era riconoscibile anche da lontano essendo illuminato a giorno.

Ad accoglierci venne la contessa in persona, grande ammiratrice dei gioielli che commerciava nostra madre.

-Siete finalmente arrivati, miei cari! Quale immenso dispiacere è l'assenza della vostra nobile madre!- Si crucciò la contessa Trydennè.

-Grazie mille per l'invito, signora contessa, è un onore e un immenso piacere prendere parte al vostro ricevimento stasera. - Salutò educatamente Al che tra tutti noi era il più educato e diplomatico.

-Grazie a voi per essere venuti. Suvvia entrate e divertitevi!- La contesse ci fece largo lasciandoci passare davanti a lei. Con la coda dell'occhio la vidi palpare il sedere di mio fratello maggiore quando la sorpassammo. Mefisto si girò verso di me strabuzzando gli occhi, dovetti trattenermi dal scoppiare a ridergli in faccia.

 

Entrando nel salone principale non si poteva non notare l'immensa marea di fiori disseminati per tutta la stanza. Rose, per la precisione. Rose rosse.

Riempivano i vasi di cristallo sui lunghi tavoli ai lati della sala, erano attaccate alle pareti, s'inerpicavano sulle colonne, erano perfino sul soffitto e petali di rosa erano sparsi sul pavimento bianco. Oltre alle rose vi erano una quantità immane di candele. Un nutrito drappello di ospiti si girò alla nostra entrata per poi avvicinarci. Vidi mio fratello maggiore cercare di defilarsi. Lui amava le feste ma odiava le cerimonie e i convenevoli e di certo non doveva essere rilassante per lui quel luogo saturo dell'aroma di rosa.

-Mefisto, mio caro!- Mi girai verso la proprietaria di quella voce. Armida Dokonalost, una ragazza poco più grande di me. Aveva un debole per mio fratello da praticamente tutta la vita, fin da quando eravamo bambine e giocavamo insieme. Potevamo definirci amiche un tempo. Amicizia che non si era protratta nel tempo grazie alla superficialità della bionda che ora stava avvinghiata al braccio di mio fratello.

Armida si sporse per sorridermi e farmi l'occhiolino. Tutto sommato eravamo rimaste in buoni rapporti.

-Mefisto invitami a ballare.-

-Speravo di poter prendere qualcosa da bere, Armida, prima di lanciarmi nelle danze.-

-Allora prendi da bere mentre io scambio due parole con tua sorella!-

Mefisto mi guardò roteando gli occhi.

-Allora vado. Tu vuoi qualcosa Gab?-

-No, grazie sono a posto.-

Lo vidi allontanarsi a passo svelto nella folla. Mi girai verso Alphonse, stava intrattenendo una conversazione con svariate persone, tutte adulte. Se non ne avesse avuto l'aspetto nessuno avrebbe pensato che Al fosse un ragazzino. Era estremamente maturo e diligente, non ricordavo di averlo mai visto fare i capricci. Come al solito Ross se ne stava attaccata alla manica di Alphonse. Sembrava una graziosa e silenziosa bambola di porcellana.

-La piccola Rosemay diventa ogni giorno più adorabile! Peccato non parli, deve avere una vocetta davvero dolce.- Armida guardava la mia sorellina come si guarda un tenero cucciolo.

-Ross parla solo con la sua famiglia, sopratutto con Al-

-Già,ricordo. Sai, mi è sempre piaciuto il fatto che tra voi vi chiamate con dei nomignoli, è così che bisognerebbe fare quando si è con persone a cui si vuole bene. Da piccole ne ero un po' invidiosa,comunque sono in buona compagnia. Mefisto è l'unico a cui non avete dato un soprannome.-

Sospirai – Mio fratello odia i nomignoli-

-Oh, ne sono ben consapevole. Spero di poter essere io l'unica persona al mondo che possa chiamarlo in modo diverso-

-E sentiamo come lo vorresti chiamare?-

Armida arrossì. -”Amore”- Detto questo si copri la faccia con le mani -Waaa!! Sono così imbarazzata!-

In quel momento pensai che la ragazza che mi stava di fronte fosse davvero bellissima, con la faccia rossa e gli occhi azzurri lucidi per l'emozione. Potrebbe diventare mia sorella se si sposasse con Mefisto, starebbero davvero bene insieme. A quel pensiero, improvvisamente mi sentì male. La mia testa ronzava e sentivo un enorme peso sul cuore. Vacillai e pensavo sarei caduta quando delle calde braccia mi sostennero.

-Gabriel, tutto bene!- Alzai gli occhi e vidi mio fratello fissarmi preoccupato. Mi stringeva a se con forza e senza un motivo il suo gesto mi fece venire voglia di piangere.

Al e Ross si erano avvicinati e mi guardavano preoccupati.

Volevo rassicurarli ma non riuscivo a parlare, il gigantesco nodo che mi si era formato in gola impediva alle parole di uscire.

Cosa mi succede?

-Gabriel vuoi che ti porti fuori?-

Annuì.

-Al, Ross, porto Gabriel a prendere un po' d'aria. Voi rimanete qui, se qualcuno vi chiede qualcosa inventate una scusa.-

-Mefisto, vuoi che venga con voi- Riconobbi la voce di Armida.

-No, per favore stai vicina ad Al e Ross-

Detto ciò Mefisto mi prese in braccio e si diresse a lunghi passi fuori dalla sala, in un corridoio buio. Mi strinsi a lui più che potevo e iniziai a piangere.

 

 

 

Next...

Mefisto: Ero davvero preoccupato ma allo stesso tempo felice e intenerito. La donna che amavo mi stringeva come se da me dipendesse la sua vita. La portai fuori e mi sedetti su una panchina di pietra con lei in braccio. Inizia ad accarezzarle dolcemente la schiena per cercare di porre fine alle sue lacrime. Ogni carezza era un brivido.

 

 

Note:

Ben ritrovati!

Vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo.

Un grazie speciale lo devo a _isabella_cullen_ e liyen: veramente grazie di cuore! Le vostre parole mi hanno incoraggiata molto! Spero continuerete a seguirmi e a darmi il vostro prezioso parere.

Sinceramente questa storia non so più come si svilupperà. Avevo un idea precisa prima di mettermi a scrivere ma mano a mano che vado avanti la trama cambia senza che io possa farci nulla. Mha, speriamo in bene!

Consigli e pareri sono ben accetti!

 

A prestissimo!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: violacciocca