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Autore: Quintessence    05/03/2011    3 recensioni
Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
~
Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Tre ~ Cosa ha deciso Matteo


Matteo restò fermo per qualche minuto prima di decidere se aprire la bocca e per dire che cosa. Perché per quanto potesse sembrare irascibile e impulsivo, Matteo ci pensava, alle cose da dire, e rispondeva male solo se davvero portato al limite. Per un attimo si gonfiò di orgoglio. Era una persona intelligente, cazzo!
Non poté impedirsi di chiedersi da quanto tempo erano lì, né se quello che avesse risposto avrebbe avuto o meno un qualche peso rilevante in quella faccenda. Ma non gli veniva in mente nessuna parola, aveva la testa vuota. Solo una parola gli fluttuava nel cervello. Fu quello che disse.
"D'accordo".
Loretta aveva sorriso a malapena, guardandolo negli occhi tristi. E appena i loro sguardi si erano incrociati, la testa di Matteo si era riempita di nuovo, aveva preso fiato e sparato come un mitragliatore.
"Ma non c'è un modo per-" -Ma Loretta aveva un giubbetto antiproiettile antiparole evidentemente.
"Mi dispiace" -Disse sollevando una mano- "Non credo che tu la meriti".
...E Matteo invece non ce l'aveva, il giubbetto antiparole. Lei aveva pure fatto centro. Gli faceva male il cuore, per poco non lo sentiva sanguinare. Si mise una mano sullo stomaco nel tentativo di non vomitare.
"Forse..." -Doveva parlare. Loretta attese- "Forse... hai ragione... Ma... io... faccio fatica ad accettarlo. Sono abituato a trovarmela intorno, visino ridente e occhi blu e tutto il resto. I regali strampalati" -Stava vomitando parole- "L'aria da sfigata" -Cazzo. Alzò lo sguardo e Loretta lo stava guardando con occhi sgranati. Fece uno scatto indietro con la schiena, terrorizzato.
Lei gli puntò il dito contro, e a Matteo non poté che ricordare il giorno al tavolo da pingpong. Si sentì il peso di tutto addosso, sulle spalle, tanto che dovette poggiare le mani sulle ginocchia per sostenerlo.
"TU" -Disse lei, e la voce le vibrava di rabbia- "Dovresti fare silenzio. L'hai uccisa tu" -Farebbe proprio comodo questo giubbetto antiparole. Soprattutto antiverità. Scattò veloce al contrattacco.
"Non posso condannarmi per sempre..."
"Non devi farlo. Non lo sto facendo" -Allargò le braccia come per arrendersi- "Manterrai la tua vita, e lei la sua. Solo che non ti amerà più come prima. Forse dovrai riconquistarla".
Brutta faccenda.
"Non ci proverò".
"Vedi qual è il tuo problema? Sei abituato ad avere il tutto servito. Vuoi tutto e su-" -Questa volta il giubbetto se lo prese da solo. Non voleva sentire un'altra sola parola. Un'altra sola verità e sarebbe scoppiato. Probabilmente avrebbe ucciso Loretta. Alzò una mano e la fermò.
"Senti, accetto questa cazzo di proposta. Cominciamo a riempire la tua cazzo di ampolla senza i tuoi commenti velenosi. So bene cosa ho fatto" -cosa abbiamo fatto- "So che ho sbagliato" -che abbiamo sbagliato- "Adesso rimedierò. AVANTI!" -Stava urlando senza accorgersene. Loretta rise un pochino, con la bocca storta per il dolore che le provocava la dentiera. Matteo aggrottò la fronte e deglutì forte, sentendosi bruciare la gola. Voleva acqua, acqua.
"Va bene. Devi pensarle intensamente"
"Devo pensare ad Alessandra?" -Fece saliva, e la ingoiò per togliersi quel senso di secchezza. Respirò più tranquillo.
"Devi pensare ai momenti passati con lei. Devi ricordarli. Sentirli..."
Okay, si disse Matteo, allora era facile. Si rilassò, non ci sarebbe voluto tanto come credeva.
"...Non ricordi qualsiasi" -Ecco, le cose si complicano, aggiunse a se stesso sospirando.
"Il tempo è di tipi diversi, e me ne serve un po' di ogni tipo.... Perché non cominci con... Non so, un ricordo felice?"
Matteo la guardò. Meglio, la squadrò. Ci pensò su un poco. Un ricordo gioioso con Ale? Ah, quella volta! Sì, si ricordava.
Chiuse gli occhi.

   
 
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