Storie originali > Introspettivo
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Autore: whitevelyn    06/03/2011    1 recensioni
Davi.
Lo sguardo più triste del mondo.
Demon.
Attratta dalle luci.
Jess.
L'innocenza di una chitarra ed il rogo di una passione.
Demon, Jess e Davi, tre artisti, tre sguardi allucinati fissi sulla vita che scorre, o talvolta diretti verso un altrove, aspettando ognuno il proprio Nirvana. Demon, Jess e Davi, che a volte hanno l'anima di chi non ce la fa. Geneticamente inetti alla vita. Demon, Jess e Davi e le loro storie fatte di fuoco, aria e fiori. E magari, alla fine, di morte.
Genere: Erotico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Hallelujah-Jeff Buckley


Quando avevo sette anni.
La prima volta che ho desiderato di morire è stato quando avevo sette anni.
Nell'auto di mio padre guardavo i semafori rossi liquefarsi come macchie di sangue contro i finestrini rigati dalle gocce di pioggia, o forse erano le lacrime represse nei miei occhi.
Forse erano le lacrime represse nei miei occhi a farmi vedere tutto così bagnato. E sgretolato.
Il mondo che un pezzo per volta si sgretolava in un bagno di sangue.
Un bagno di sangue, Jess.
Tu eri all'ospedale.
Ed io avevo sette anni la prima volta che ho desiderato di morire.
Nell'auto di mio padre guardavo i semafori rossi intralciare il traffico, le file delle auto ferme, io ferma. E immaginavo fermo il tuo cuore.
Immaginavo di chiedere a mio padre se era vero che poi saresti volato in cielo.
E intanto tu eri all'ospedale.
Te lo ricordi cosa mi hai detto quando hai aperto gli occhi?

"Mescoliamoci il sangue, Davi, quando esco di qui."
Tua madre ti ha guardato senza capire, ma per lei eravamo solo due bambini di sette anni.
Guardavamo troppi film, disse e ti abbracciò piano e commossa.

La tua vita scorre nella mia, Jess.
A volte il destino ha paura che io ti dimentichi.
Come quando entro in una caffetteria e c'è pronto un juke box che suona l'hallelujah di Buckley, e allora ripenso al funerale di mio nonno.
A te che non sei venuto perchè a scuola avevi l'interrogazione di storia, quella che ti serviva per recuperare il tuo stupido debito e cercavo di non avercela a morte con te per questo, perchè cazzo Jess, come potevi avere il debito in storia, e lasciarmi lì sola, in mezzo a tutta quella gente vestita di nero? E invece poi sono tornata a casa e tu eri lì, sugli scalini.
La camicia dell'uniforme spiegazzata, la tua faccia da mal di testa, e la chitarra classica fregata a tuo padre sulle coscie.

"Vaffanculo jess."
Ma tu hai continuato a cantare.
E il destino non lo sa che non lo corre questo pericolo.
Io non ti posso dimenticare.
E la tua vita scorre nella mia, Jess.

Ma i semafori rossi fermano il cuore, anche se non ho più sette anni e tu non sei volato in cielo.
  
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