La
mattina seguente, reduce da un sonno
pesante e senza sogni, mi incontrai con Valentina perché
volevo andarmene dalla
storia Noah/Vale al più presto possibile. In fondo, quella
che doveva essere una
relazione a due era diventata un quadrilatero e se Michael avesse
voluto
partecipare, buon per lui, ma si sarebbe dovuto accontentare di un
triangolo;
io volevo uscirne.
A
colazione, mi sedetti con lei e le
raccontai la mia conversazione con Michael (omettendo ora e luogo) in
cui lei
vide un successo enorme, sorridendo per aver indovinato i pensieri del
bel
biondo. Mi abbandono a metà caffè
perché era impazientissima di, come aveva
detto Michael, starci. E chi poteva darle torto? Dopo settimane di
attesa perché
perdere tempo con i flirt? Tanto valeva passare direttamente ai fatti...
Dal
canto mio, ero fiera del mio lavoro da
consulente e intermediario, e anche contenta per Vale che stava per
ottenere
quello che voleva.
Quella
stessa sera mi sentivo inquieta
quasi quanto la precedente ed il mio letto mi sembrava troppo piccolo
per
contenere tutto quello che mi si agitava nella testa. Mi
salì ancora la voglia
di camminare e senza pensare a dove stavo andando, mi ritrovai
all'estremità
del molo.
Di
notte il lago era decisamente più bello.
Se durante il giorno l'acqua sembrava ricoperta da milioni di diamanti
la notte
aveva più l'aspetto di una lastra di argento solidissima.
L'atmosfera
era delle migliori: bellissimo
panorama, cielo stellato...mancava solo la colonna sonora!
"Peccato
non avere..." Pensai. No, un
momento...
Portai
la mano alla tasca e fui felice di
tirarne fuori il mio lettore MP4 che pensavo di aver perso, inghiottito
dalla
moltitudine di vestiti sparsi per la camera. Feci partire una canzone
acustica
al volume più alto possibile lasciando che la
semplicità di una chitarra e una
straordinaria voce maschile iniziasse a vibrarmi nelle vene.
Restai
così per qualche interminabile
minuto, ignorando il freddo che cominciavo a sentire nonostante fosse
pieno
agosto. Poi un tocco sulla spalla mi costrinse a mettere in pausa la
canzone e
sentii una voce alle mie spalle.
"No,
ti prego non ti buttare! Hai ancora
tanto per cui vivere!" Riconobbi
subito quella voce.
Mi
girai infastidita ed eccola lì...la mia
“cosa” col suo sorriso da Stregatto.
Quello che pensai indipendentemente dalla mia volontà fu: ma
sei un personaggio
del paese delle meraviglie...o direttamente una meraviglia?
Zittì
quei pensieri per fare in modo di trovare qualcosa di sagace e pungente
con cui
rispondere al suo sarcasmo.
"Ma
quanto sei
divertente!" dissi mentre mi toglievo le cuffie dall'orecchio.
"Me
lo dicono tutti
sai?> disse avvicinandosi con le spalle alte e la mani in tasca.
"Potrei
dirti la stessa
cosa, mi pare."
"Verissimo."
"Quindi?"
"Ho
fatto due
passi."
"Due
passi, eh? Che
coincidenza, anch'io!"
"Pensavo
che tu fossi
più il tipo da due...mila passi!"
"Quello
non eri tu?"
Roteò
gli occhi e sospirò.
"Dettagli."
dissi io
poi mi rigirai a guardare l'acqua e ripresi ad ascoltare la canzone
acustica
per la terza volta di seguito.
Mentre
gli davo le spalle
lo immaginai andarsene con una faccia stranita invece si
materializzò alla mia
sinistra.
Mi
voltai si scatto perché
sembrò spuntare dal nulla (cominciava ad assomigliare
veramente tanto allo
Stregatto).
"Cosa
ascolti?"
Disse mentre tendeva una mano verso il mio orecchio per prendere una
delle
cuffie ma io mi allontanai di botto quando le sue dita erano ancora
lontane.
Mi
guardò malissimo mentre
mi toglievo entrambe le cuffie dalle orecchie.
Disse
solamente "Scusa" con tono seccato.
Sospirò
fissando il lago e
un attimo dopo era già a qualche passo di distanza.
Indubbiamente
non aveva
capito niente di me e la cosa non poté farmi più
piacere: decisi che, se lui
avesse voluto, mi avrebbe potuta conoscere, esattamente come volevo io.
Capii
che la questione della nuova e vecchia Larissa non era altro che una
storiella
che mi ero raccontata per farmi stare buona. Non ci sarebbero state
più nuove versioni
o rimodernizzazioni, ci sarei stata soltanto io.
Inseguii
Michael quasi
correndo, lo bloccai tenendolo per la spalla e lo costrinsi a guardarmi
mentre,
con un gesto che marcai, tolsi il cavo delle cuffie dal lettore e la
chitarra
cominciò ad espandersi nell'aria dalla piccola cassa
incorporata.
"Pensi
sempre il peggio
delle persone, o io sono una privilegiata?"
Non
rispose ma mi guardò
con uno sguardo che sembrò dire: ok, hai dimostrato che mi
sono comportato da
idiota, lo sai tu e lo so io, quindi non costringermi ad ammetterlo!
Va
bene, Michael, non 'sta
volta, ma preparati: non sarai sempre così fortunato!
Camminammo
piano verso la
fine del molo e, come se ci fossimo messi d'accordo, ci sedemmo
entrambi con le
gambe a penzoloni e con le scarpe che rasentavano l'acqua.
"Che
canzone è?"
chiese dopo poco.
"She will be loved, dei Maroon 5."