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Autore: foxfeina    07/03/2011    10 recensioni
Insieme spiarono una famiglia scartare i regali, nella casa proprio di fronte alla loro.
Con desiderio, gli occhi chiari dei due piccoli Black conobbero la letizia di quel giorno.

Seconda classificata a parimerito al Contest "When I was young" indetto da Jessy_Lupin sul forum di EFP.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un Natale senza neve.

Buio, senza stelle, il cielo coperto di nubi.

Sembrava un Natale triste.

Eppure attraverso le finestre di ogni casa si distinguevano bagliori rossi di luci natalizie, si udivano musiche allegre intonate da bambini.

Sirius invidiava quelle case.

Non conosceva ancora l'invidia, eppure la viveva.

Le mani del bambino si poggiarono al vetro del grande finestrone che dava su Grimmauld Place.

Risate e cori, dalla strada.

Tintinnio di bicchieri dal piano di sotto.

“Sirius. Mamma ti cerca.”

Si voltò, lanciando al fratellino uno sguardo sconsolato.

“Andiamo fuori?”

Regulus scosse il capo, l'aria un po' spaventata.

“Guarda...” Sirius gli indicò la finestra, chiedendogli di guardare oltre.

Il fratello, dopo un attimo di esitazione, non resistette alla curiosità e lo raggiunse.

Insieme spiarono una famiglia scartare i regali, nella casa proprio di fronte alla loro.

Con desiderio, gli occhi chiari dei due piccoli Black conobbero la letizia di quel giorno.


°*°*°*°


“Walburga, dove sono i ragazzi?” Orion Black, dalla sua posizione d'onore a capotavola, si rivolse alla moglie. Lei scosse il capo. “Regulus sta cercando Sirius.” Come sempre, difese il figlio minore. Il suo favorito. Il marito assentì con il capo.

Gli ospiti tacevano, in attesa che il dialogo terminasse.

Una giovane Bellatrix ghignava al pensiero della punizione che il cuginetto avrebbe ricevuto.

“Kreacher.”

L'Elfo comparve con uno schioppo, al richiamo del padrone.

“Porta qui i bambini.”


°*°*°*°


Regulus teneva gli occhi bassi, tremava appena.

Lo sguardo di Sirius restava alto, negli occhi quasi si scorgeva ancora il riflesso dei suoi desideri.

Fu a lui che Orion rivolse uno sguardo amareggiato.

“Sedete.” mormorò, a labbra strette.

Il silenzio regnava sulla tavolata.

Regulus obbedì senza attendere oltre, controllando il proprio tremore.

Sirius restò immobile, a guardare il padre.

“Posso uscire?” chiese, sfrontato.

La madre, alla destra di Orion, lo afferrò per un braccio e strinse, facendogli male.

Il bambino non trattenne una smorfia, ma non si lamentò.

“Stai seduto.” il padre credette di aver chiuso il discorso, ripetendo l'ordine. Si accinse a ricominciare l'importante discorso affaristico che si era visto costretto ad interrompere, data la lunga assenza dei figli.

“E' Natale.” ribatté Sirius, caparbio. “E' tutto più bello, nelle altre case.”

Negli occhi di Orion lampeggiò la collera.

“Ci sono le luci, ci sono i regali, anche le canzoni...” il bambino continuava, senza curarsi degli sguardi sin troppo eloquenti che gli venivano rivolti. “ Perché qui dobbiamo solo stare seduti a tavola mentre tu parli? Che Natale è, così?”

In molti temettero che il padrone di casa perdesse il controllo, a quel punto. Si limitò a stringere ulteriormente le labbra, invece, e a richiamare l'Elfo domestico.

“Portalo in camera. Chiudilo dentro.”

Sirius tentò di sfuggire alla presa del servo, ma inutilmente.


°*°*°*°


Nella solitudine della sua stanza, cercava ancora di guardar fuori. Ma, con il passare dei minuti, le luci accese erano sempre di meno. La città dormiva, dopo aver gioito.

Sirius restò sveglio finché i rumori dal piano inferiore non cessarono.

Si alzò, poi. Rovistò tra i suoi giochi, scelse il modellino di un mago nella posa di lanciare un incantesimo. Si guardò intorno, all'apparente ricerca di qualcosa.

Lo sguardo si illuminò quando gli occhi si posarono sulla federa del cuscino. Verde, naturalmente.

Senza troppe cerimonie la separò dal cuscino stesso e infilò al suo interno il modellino. Poi la arrotolò su di esso. Non era bello come i regali di tutti gli altri, ma Sirius lo credette meraviglioso.

Con la piuma tracciò a grandi lettere il nome “REGULUS”, la calligrafia inevitabilmente un po' sbilenca. Ammirò il suo piccolo capolavoro con occhi orgogliosi. E felici.

Felici per la bellezza di quel piccolo gesto, che a molti altri sarebbe risultato banale. Felici perché quello che desiderava poteva in parte realizzarsi, in quell'unica notte.

Perché, almeno per una volta, poteva essere un bambino normale.


   
 
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