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Autore: Flaqui    08/03/2011    4 recensioni
Questo è il modo in cui funziona: Sei giovane finchè non lo sei più. Ami finchè non smetti. Provi finchè non puoi più farlo. Ridi finchè non piangi. Piangi finchè non ridi. E tutti devono respirare fino al loro ultimo respiro.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2
Nuovi arrivi.


 

 
Quella era una mattina come tutte le altre alla Casa Magica.
Il sole splendeva alto nel cielo, Caridad aveva già iniziato a pulire il bagno, non ostante fosse sabato, e borbottava fra sé e sé su quanto quei ragazzi sporcassero.
Jasmine era stesa a testa in giù sul suo letto con Tacho accanto e canticchiava svogliatamente.
Valeria era intenta a scrivere il secondo capitolo del suo nuovo racconto e Rama sbirciava preoccupato, assicurandosi che, per un capriccio dell’autrice i personaggi di Valeria Rocio e Ramiro Gaston non si lasciassero. Thiago, Luca, Lleca e Nacho, che era rimasto lì a dormire, stavano aiutando Nico in alcuni “lavoretti per soli uomini”.
Mar, che aveva rinunciato ormai da un pezzo a cercare di finire il saggio di storia, e con l’intenzione di copiarlo lunedì da Josè, si era stesa sul divano in soggiorno e guardava la Tv dove stavano trasmettendo per l’ennesima volta il film record di incassi, completamente privo di trama e di originalità.
Tefi e Melody erano sedute lì vicino e sfogliavano una rivista di moda.
Nico, che dopo l’imbarazzante scena avvenuta in cucina mentre cercava di riparare il rubinetto, aveva lasciato la squadra di lavoretti manuali nelle mani di Luca, era uscito per prendere un po’ d’aria.
Così quando suonarono la porta l’unica a portata d’orecchio era proprio Mar, che, brontolando e strascicando i piedi, si diresse alla porta.
A suonare era stata una ragazza.
Aveva lunghi capelli biondi arricciati alla fine con alcune ciocche tinte di un fucsia brillante.
Indossava una gonnellina che a Mar sembrò una di quelle delle squadra delle ragazze pon- pon ma con un tocco di classe in più.
Un top senza spalline e una collana di pietre colorate completavano il suo abbigliamento.
La ragazza si portò una mano agli occhiali e, facendo tintinnare la sfilza di braccialetti che portava al polso, li sollevò poggiandoli sulla nuca.
Aveva gli occhi di un colore indefinito a metà fra il verde e il marrone.
La ragazza sorrise con un sorriso che le era in qualche modo familiare.
Anche Mar sorrise di ricambio.
Quella ragazza le ispirava simpatia.
Aveva qualcosa di conosciuto, di rassicurante come se fosse stata una di famiglia.
-Ciao, cerchi qualcuno?-chiese Mar stupendo se stessa per il suo tono cortese.
Era raro che qualcuno riuscisse a cavarle una risposta educata la mattina presto.
-Si, sto cercando Nicolas Bower…-la ragazza sorrise di nuovo.
-Mi dispiace Nico ora non c‘è, ma se vuoi puoi aspettarlo dentro…-
-Grazie- l’altra si girò per osservare qualcosa dietro di lei.
-Sei un’amica di Nico?-
-Diciamo così… Io sono…-
-Francesca!-
Mar si spostò giusto in tempo evitando così di essere colpita da Cristobal, che correndo come un pazzo si era buttato nelle braccia della sconosciuta.
-Crissi!- urlò la ragazza stringendolo forte.
-Che cosa ci fai qui? Papà lo sa?-
-Non lo so. Sai come è tuo padre probabilmente si sarà dimenticato che venivo-
Mar ci capiva sempre di meno.
-Scusa ma tu chi sei…-
-Francesca!-la voce di Nico le fece voltare.
-Zio N!-urlò la ragazza gettandosi ad abbracciarlo.
Nico la strinse forte e la sollevò.
Ma il momentaneo istante di affetto si dissolse in meno di un secondo.
-Come hai potuto lasciarmi all’aeroporto! Che razza di zio sei? Scommetto che neanche ti sei ricordato di chiamare papà per avvisarlo che ero arrivata!-
Nico cerco di circumnavigare.
-Bhe, io non me lo sono affatto dimenticato. I ragazzi erano già al corrente di tutto, vero Mar?-
Quando la nipote si fu girata a guardare Mar, Nico prese a gesticolare freneticamente quasi a volerle suggerire che cosa dire.
-Ah, allora tu sei la famosa Mar!- esclamò Francesca.
Mar le porse la mano, ma l’altra la ignorò e la abbracciò forte.
-E li altri dove sono? Malvina, Cielo, Thiago…?-
Mar la fissò stupefatta.
Sembrava conoscere tutti.
Ma se era davvero la nipote di Nico era ovvio che li sapesse.
-Ah, si giusto…- mormorò Nico -FAMIGLIA!!!!!-
I ragazzi si trascinarono nell’ingresso.
Tacho al vedere Francesca sorrise, ottenendo così una gomitata nello stinco, ben assestata, da Jasmine.
La nuova arrivata sorrideva a tutti e inconsapevolmente aveva già conquistato l’intera famiglia.
-Allora sì, famiglia, bhe… lei, ecco lei…-
Francesca prese in mano la situazione.
-Sono Francesca Bower. Sono sicura che Zio N, si è dimenticato di informarvi del mio arrivo quindi mi sembra giusto avvisarvi che resterò qui per un po’. Se non è un problema-
-Si, ecco, io non me lo sono dimenticato. Mi è solo sfuggito dalla mente. Comunque ragazze se non è un problema le preparo un letto nella vostra stanza-
-Perché nella loro? Può dormire nella nostra stanza!- si fece avanti Lleca.
Francesca rise.
-Tu devi essere Lleca, giusto?-
-Bene, vedo che sai già il nome di quello più bello, fico e desiderato della casa. Ora ti presento gli altri-
Francesca lo interruppe.
-No, non ce ne è bisogno! Zio N. parla sempre di voi e sono sicura che riuscirò a riconoscervi anche da sola-
E fu così.
Non ne sbagliava una.
L’unico intoppo fu l’identificazione di Melody.
-Sei bionda, quindi potresti essere Valeria. Ma hai i tacchi quindi sei di sicuro Melody!- esclamò alla fine indicando le decolté della giraffa che erano un po’ il suo marchio di fabbrica.
Melody storse un po’ il naso, ma il commento “Sono della Marc Jacobs, no?” fatto dalla bionda la rabbonì.
Un suono di clacson proveniente da fuori li fece voltare tutti.
-Oh my Gosh! Mi stavo dimenticando i bagagli!- Francesca si batté la mano sulla fronte. Nico cercando di recuperare alla sua dimenticanza corse al taxi che aspettava fuori, stracarico di valigie rosa shocking.
A nulla valsero le sue scuse.
Alla fine toccò a lui pagare l’astronomico conto segnato dal tachimetro.
 
-Mi piace!- commentò Francesca entrando nella sua nuova stanza.
-Sul serio?- mormorò un po’ curiosa e un po’ schifata dei suoi gusti Tefi.
L’altra annuì.
-Il verde è il colore della speranza, no?- ribatté la nuova arrivata sorridendo.
Le altre sorrisero e la aiutarono a portare la sua roba nella stanza.
-Senti il tuo letto non è ancora pronto, quindi dovrai accontentarti del materasso, ma se vuoi puoi prendere quello di Mar…- continuò Tefi, ricevendo un occhiataccia dalla sorella. La nuova arrivata le era simpatica ma non avrebbe mai rinunciato al suo letto.
-No, non è un problema. Anzi grazie ancora per avermi fatto dormire qui-
-Quanto tempo resterai?- chiese Caridad.
-Penso qualche settimana. Fino a quando mio padre non troverà un appartamento qui vicino. Ci siamo appena trasferiti…-
-Oh mio Dio! Gordi ma quella è… è una Prada! Una Prada originale!- urlò Tefi afferrando la borsa nera che troneggiava sulla scrivania.
-Si, si. Ti piace?- chiese Francesca sorridendo.
-Oh mio Dio! Ma questo modello non è ancora uscito in America! Solo in Italia! Tu quindi sei stata in Italia!?-
-Bhe, non proprio. Ecco io sono italiana…-
Le ragazze le si avvicinarono eccitate.
-Italiana? Tu sei italiana?-
-E anche Americana, Argentina, Australiana, Inglese e Francese… si, si, risparmiami la pappardella…- esclamò una voce sarcastica.
-Salvador!- urlò Francesca correndo ad abbracciarlo.
-Piccola! Come stai e Antonio?-
-Tutto okey, papà sta bene e ancora a casa per preparare le cose del trasloco-
 
Quella sera i ragazzi si radunarono tutti intorno a Francesca, per ascoltare la sua storia.
-Allora mio padre è il fratello di Nico, mentre mia madre è italiana. Così io ho vissuto fino a dieci anni in Italia. Poi papà ha cambiato lavoro e ci siamo trasferiti spesso… siamo stati un anno a Chicago, un anno a Londra, due in Australia e altri due in Francia. E ora papà è stato trasferito qui, così mentre lui cerca casa, io ne approfitto per stare un po’ con Zio N. e con questi famosi ragazzi della Casa Magica di cui ho sentito fin troppo parlare…-
 
“Ciao a tutti ragazzi,
come state? Io sono arrivata da solo ventiquattro ore e già sento la vostra mancanza!!
Qui in Argentina il tempo è davvero stupendo e sarei tentata di andare a mare visto che non posso andare a scuola!
Eh, si, avete sentito bene!
Zio N. si è dimenticato di mandare la mia richiesta di iscrizione (almeno si ricorda chi sono! XD!) e ora ne sta parlando con il direttore…
La mia nuova scuola si chiama Rockland. Tutti i miei nuovi amici e ragazzi della Casa Magica la frequentano.
E ora per rispondere alla domanda di Arianne, si ci sono ragazzi carini, ma sono per lo più tutti fidanzati. Vedrò cosa riesco a fare! Ahahahah!
Comunque ora devo andare!
Voglio andare a prendere i ragazzi sotto scuola e fare un bel giro della città alla ricerca di nuovi aspiranti fidanzati e locali dove fare N.F. ***
Mi mancate tantissimo! Ci sentiamo prestooo!

 
Vostra S.S.”

 
Francesca camminava velocemente, cercando di guardare tutto e tutti.
Fu forse per questo che inciampò cadendo dritta, dritta nella fontana.
-Ahhh!- la ragazza urlò sorpresa, dimenandosi nell’acqua ghiacciata.
Si rimise in piedi e controllò che nessuno si fosse accorto del suo piccolo incidente.
Bene. Forse così sarebbe potuta tornare subito a casa a cambiarsi.
-Vuoi una mano?- le chiese una voce vagamente familiare.
La ragazza annuì afferrando il braccio dello sconosciuto e uscendo dalla fontana.
Per un secondo si vide riflessa nella vetrina del negozio proprio lì di fronte.
I capelli e i vestiti zuppi che gocciolavano sul pavimento.
Stava per darsi un sistemata quando qualcosa la fece raggelare.
La mano che stava velocemente passando fra i capelli bagnati interruppe il suo cammino.
Strizzò gli occhi, concentrandosi sulla figura accanto a lei.
Il ragazzo era alto,con capelli neri e spalle larghe.
Il fiato le mancò per un attimo.
Non sentendola parlare il ragazzo, che si era allungato per recuperare la borsa che ancora galleggiava sull’acqua, le chiese preoccupato –Ehi, stai bene?-
Ancora quella voce familiare.
Troppo familiare.
La ragazza cercò di reprimere il sentimento di speranza che stava riaffiorando in lei.
Non poteva essere lui.
Provò a rispondere ma le uscì solo un borbottio indistinto.
Il ragazzo era finalmente riuscito a prendere la borsa.
Si girò verso di lei con un sorriso trionfante.
Poi i loro occhi si incontrarono e tutto fu chiaro.
La borsa cadde di nuovo nella fontana.
Non può essere.
Impossibile.
Eppure eccolo lì.
-DBR?- sussurrò lei.
-SS?-
 



Angolo Autrice

Ciao a tutti!
Questo è il mio secondo capitolo, della mia prima fan fiction, quindi siate clementi e recensite!!!!
Vorrei dedicare questocapitolo a MissTata55 che per prima ha recensito la mia storia (GRAZIEEE!!! <3) e a Tayra che è stata la prima che mi ha accolta (e fatta sentire a casa!)
Bhe, non mi resta altro da dire se non Recensitee!!!
Flaqui <3
   
 
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