Elen raggiunse il soldato che le puntò addosso il fucile , poi mise a fuoco l'immagine dalla moglie stravolta e l'abbracciò forte .
Lei piangeva e la maschera era piena di lacrime -Elen...stai bene?- Elen guardò suo marito negli occhi si chiedeva se dirglielo oppure aspettare -si Sten sto bene ma c'è una cosa che ti devo far vedere- le lacrime gli scesero dagli occhi e tirò fuori dallo zaino in pargolo blu -Elen cosa...?- chiese il marito guardando la bambina -sua madre è morta e non ho potuto abbandonarla – Il marito ricordò la storia della moglie , e la capì -Elen cosa facciamo?- la moglie non aveva pensato a questo particolare -hai ancora quegli apparecchi per fare respirare gli avatar ?-.
Sten aveva capito subito l'idea della moglie .
Ed era d'accordo , l'avrebbero portata sulla terra .
Elen temeva che fosse soltanto per qualche esperimento , ma quella era sua figlia .
Il marito portò la moglie fino alla basa presa in possesso dagli alieni .
Elen mise di nuovo la bambina nello zaino .
Gli alieni li notarono quasi immediatamente e gli consigliarono di buttare la armi .
Elen fu contentissima di buttare quello stupido fucile .
Al contrario Sten ci era affezionato al suo .
Era di suo padre e non gli andava di lasciarlo là .
Elen lo convinse e lui mollò la presa .
Vennero scortati fino all'ingresso della base .
Anche gli altri umani sopravvissuti erano là .
Sten cercò suo padre , si aspettò di vedere la sua cicatrice sulla testa .
Ma non c'era .
Era morto .
Elen gli mise una mano sulla spalla lei sapeva com'era perdere qualcosa a se caro .
Sten l'abbracciò e si ripromise che si sarebbe ripreso quel pianeta e quell'assurdo minerale che interessava a suo padre .
E la bambina era un'arma perfetta , dovevano soltanto aspettare che avesse l'età giusta , fargli credere qualcosa per spiegare gli esseri uguali a lei e farla combattere .
Tenne stretta Elen a se , bruciava di rabbia pura , e in più sapeva che Elen non poteva avere figli , questo lo aveva saputo dopo l'analisi medica prima di farla salire sulla nave verso quel pianeta lontano .
Elen capiva la rabbia del marito e guardò lo strano cielo di Pandora .
Tra poco avrebbe visto il cielo di casa , il suo cielo azzurro .
Ma sua figlia non avrebbe mai visto il cielo di casa sua , quello di Pandora .
Gli alieni fecero imbarcare gli umani , solo alcuni furono scelti per restare .
Elen salutò Pandora sperando che fosse l'ultima volta che la vedeva .
Invece Sten la salutava con un arrivederci pieno di rabbia .
Di celle di addormentamento vuote c'è n'erano a miliardi , ma Elen volle dormire nella stessa cella di sua figlia .
Si ritrovò così in quel cassetto bianco aspettando solo che partissero , sua figlia era accanto a lei .
Dormiva già e lei si addormentò poco dopo .
QUINDICI ANNI DOPO
La luce entrò dalla finestra stuzzicando il viso della povera ragazza che era sdraiata sul letto .
Lei si girò dall'altra parte .
Aveva sonno .
Poi una voce che la chiamava di sotto.
-Diana svegliati!sono già le sei!-
Diana si alzò dal suo maledettissimo letto troppo piccolo per lei e si guardò allo specchio . La sua pelle blu si era accesa di un blu ancora più intenso .
Prese in mano la sua coda e con un metro da sarta la misurò -un metro e sette centimetri - sussurrò tra se e se .
Aprì l'armadio e cercò qualcosa da mettersi .
Prese una maglietta bordò e un paio di pantaloni militari .
Ma come al solito entrambi erano troppo corti .
Alzò le spalle rassegnata .
Controllò il collare che portava per respirare .
Sua madre aveva detto che lei era nata speciale e non c'era nessuno come lei era nata diversa per questo era blu aveva le orecchie a punta e la coda , in più senza quel collare non sarebbe sopravvissuta .
-Diana muoviti- la richiamò la voce di suo padre .
Lei si lavò la faccia diversa e infine spalancò la porta della sua camera , cercando i non battere la testa la oltrepassò con un salto si ritrovò giù dalle scale
-eccomi padre- disse sedendosi al tavolo e prendendosi una fetta di pane con marmellata di mele -oggi devi fare molta palestra Diana!- disse il padre con fermezza -ma papà faccio già otto ore !- ribatte la povera ragazzina -e allora fanne nove- la quindicenne si arrese al volere di suo padre .
Sua madre entrò poco dopo , con il suo solito sorriso extra grande sul volto
-mamma quando sorridi così mi fai venire i brividi-disse Diana guardando la madre , poi si versò un po' di succo d'arancia .
Infine si alzò e si diresse verso la palestra .
Elen la guardò andare via e si ricordò quando era appena arrivati sulla Terra , quando avevano fatto costruire quella casa remota con tutti i macchinari per allenarla come una vera guerriera .
Qualche volta suo padre gli faceva anche degli esperimenti per creare nuovi avetar . Si ricordò che appena arrivata lì Diana era più grande del loro San Bernardo di nome Miky .
Suo marito gli mise una mano sulla spalla
-sta per arrivare il momento – disse lei
-sapevamo che sarebbe arrivato il momento , sai che c'è l'hanno fatta tenere solo perché noi abbiamo promesso di portarla di nuovo lì-
-ma Sten è mia figlia-
-Lo so-
Diana non sapeva niente di niente , a parte che era nata speciale .
E così svolgeva la sua normale giornata , con un po' di ore di ginnastica , allungate in questi giorni , sollevava pesi , correva sul tapirulan , faceva flessioni , tutto normale per lei .
Poi dopo i doveri i suoi gli avevano regalato una chitarra e certe volte suonava .
Ma soprattutto amava uscire all'aria aperta .
Intorno alla casa c'era solo un foresta , anche se qualche volta aveva visto dei bambini che l'avevano vista a sua volta .
La descrivevano come un scimmia blu , ma lei non era un scimmia era solo diversa e così non si era mai spinta tanto in là di solita si arrampicava sugli alberi più alti e annusava il mondo e ascoltava la natura .
Si lei era diversa .
Alla sera suo padre gli faceva degli esperimenti come per esempio metterla dentro generatori di DNA clonato , o prendere campioni di pelle capelli saliva e queste cose .
Infine leggeva un capitolo o due di uno dei suoi libri e restava a fissare le stelle sentendosi diversa come sempre .
Forse lassù c'era qualcuno e qualcosa che le assomigliasse , un tassello si puzzle in un videogame .
Lei non era sola e lo sapeva .