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Autore: lady luna love    08/03/2011    1 recensioni
durante la guerra tra i Na'vì e gli umani una scienziata trova una bambina e decide di portarla sulla terra mentre suo marito vuole trsformarla in un'arma contro gli alieni
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elen raggiunse il soldato che le puntò addosso il fucile , poi mise a fuoco l'immagine dalla moglie stravolta e l'abbracciò forte .

Lei piangeva e la maschera era piena di lacrime -Elen...stai bene?- Elen guardò suo marito negli occhi si chiedeva se dirglielo oppure aspettare -si Sten sto bene ma c'è una cosa che ti devo far vedere- le lacrime gli scesero dagli occhi e tirò fuori dallo zaino in pargolo blu -Elen cosa...?- chiese il marito guardando la bambina -sua madre è morta e non ho potuto abbandonarla – Il marito ricordò la storia della moglie , e la capì -Elen cosa facciamo?- la moglie non aveva pensato a questo particolare -hai ancora quegli apparecchi per fare respirare gli avatar ?-.

Sten aveva capito subito l'idea della moglie .

Ed era d'accordo , l'avrebbero portata sulla terra .

Elen temeva che fosse soltanto per qualche esperimento , ma quella era sua figlia .

Il marito portò la moglie fino alla basa presa in possesso dagli alieni .

Elen mise di nuovo la bambina nello zaino .

Gli alieni li notarono quasi immediatamente e gli consigliarono di buttare la armi .

Elen fu contentissima di buttare quello stupido fucile .

Al contrario Sten ci era affezionato al suo .

Era di suo padre e non gli andava di lasciarlo là .

Elen lo convinse e lui mollò la presa .

Vennero scortati fino all'ingresso della base .

Anche gli altri umani sopravvissuti erano là .

Sten cercò suo padre , si aspettò di vedere la sua cicatrice sulla testa .

Ma non c'era .

Era morto .

Elen gli mise una mano sulla spalla lei sapeva com'era perdere qualcosa a se caro .

Sten l'abbracciò e si ripromise che si sarebbe ripreso quel pianeta e quell'assurdo minerale che interessava a suo padre .

E la bambina era un'arma perfetta , dovevano soltanto aspettare che avesse l'età giusta , fargli credere qualcosa per spiegare gli esseri uguali a lei e farla combattere .

Tenne stretta Elen a se , bruciava di rabbia pura , e in più sapeva che Elen non poteva avere figli , questo lo aveva saputo dopo l'analisi medica prima di farla salire sulla nave verso quel pianeta lontano .

Elen capiva la rabbia del marito e guardò lo strano cielo di Pandora .

Tra poco avrebbe visto il cielo di casa , il suo cielo azzurro .

Ma sua figlia non avrebbe mai visto il cielo di casa sua , quello di Pandora .

Gli alieni fecero imbarcare gli umani , solo alcuni furono scelti per restare .

Elen salutò Pandora sperando che fosse l'ultima volta che la vedeva .

Invece Sten la salutava con un arrivederci pieno di rabbia .

Di celle di addormentamento vuote c'è n'erano a miliardi , ma Elen volle dormire nella stessa cella di sua figlia .

Si ritrovò così in quel cassetto bianco aspettando solo che partissero , sua figlia era accanto a lei .

Dormiva già e lei si addormentò poco dopo .

QUINDICI ANNI DOPO

La luce entrò dalla finestra stuzzicando il viso della povera ragazza che era sdraiata sul letto .

Lei si girò dall'altra parte .

Aveva sonno .

Poi una voce che la chiamava di sotto.

-Diana svegliati!sono già le sei!-

Diana si alzò dal suo maledettissimo letto troppo piccolo per lei e si guardò allo specchio . La sua pelle blu si era accesa di un blu ancora più intenso .

Prese in mano la sua coda e con un metro da sarta la misurò -un metro e sette centimetri - sussurrò tra se e se .

Aprì l'armadio e cercò qualcosa da mettersi .

Prese una maglietta bordò e un paio di pantaloni militari .

Ma come al solito entrambi erano troppo corti .

Alzò le spalle rassegnata .

Controllò il collare che portava per respirare .

Sua madre aveva detto che lei era nata speciale e non c'era nessuno come lei era nata diversa per questo era blu aveva le orecchie a punta e la coda , in più senza quel collare non sarebbe sopravvissuta .

-Diana muoviti- la richiamò la voce di suo padre .

Lei si lavò la faccia diversa e infine spalancò la porta della sua camera , cercando i non battere la testa la oltrepassò con un salto si ritrovò giù dalle scale

-eccomi padre- disse sedendosi al tavolo e prendendosi una fetta di pane con marmellata di mele -oggi devi fare molta palestra Diana!- disse il padre con fermezza -ma papà faccio già otto ore !- ribatte la povera ragazzina -e allora fanne nove- la quindicenne si arrese al volere di suo padre .

Sua madre entrò poco dopo , con il suo solito sorriso extra grande sul volto

-mamma quando sorridi così mi fai venire i brividi-disse Diana guardando la madre , poi si versò un po' di succo d'arancia .

Infine si alzò e si diresse verso la palestra .

Elen la guardò andare via e si ricordò quando era appena arrivati sulla Terra , quando avevano fatto costruire quella casa remota con tutti i macchinari per allenarla come una vera guerriera .

Qualche volta suo padre gli faceva anche degli esperimenti per creare nuovi avetar . Si ricordò che appena arrivata lì Diana era più grande del loro San Bernardo di nome Miky .

Suo marito gli mise una mano sulla spalla

-sta per arrivare il momento – disse lei

-sapevamo che sarebbe arrivato il momento , sai che c'è l'hanno fatta tenere solo perché noi abbiamo promesso di portarla di nuovo lì-

-ma Sten è mia figlia-

-Lo so-

Diana non sapeva niente di niente , a parte che era nata speciale .

E così svolgeva la sua normale giornata , con un po' di ore di ginnastica , allungate in questi giorni , sollevava pesi , correva sul tapirulan , faceva flessioni , tutto normale per lei .

Poi dopo i doveri i suoi gli avevano regalato una chitarra e certe volte suonava .

Ma soprattutto amava uscire all'aria aperta .

Intorno alla casa c'era solo un foresta , anche se qualche volta aveva visto dei bambini che l'avevano vista a sua volta .

La descrivevano come un scimmia blu , ma lei non era un scimmia era solo diversa e così non si era mai spinta tanto in là di solita si arrampicava sugli alberi più alti e annusava il mondo e ascoltava la natura .

Si lei era diversa .

Alla sera suo padre gli faceva degli esperimenti come per esempio metterla dentro generatori di DNA clonato , o prendere campioni di pelle capelli saliva e queste cose .

Infine leggeva un capitolo o due di uno dei suoi libri e restava a fissare le stelle sentendosi diversa come sempre .

Forse lassù c'era qualcuno e qualcosa che le assomigliasse , un tassello si puzzle in un videogame .

Lei non era sola e lo sapeva .

   
 
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