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Autore: Ai_chan4869    09/03/2011    12 recensioni
Ambientata dalla fine dell'espisodio 3x17...
" Entrò senza pensare, doveva trovarla. Il corridoio era lungo, buio e puzzava di muffa. I suoi passi rimbombavano cupi tra le mura dello scantinato, ma di lei, nessuna traccia. Nessun segno. Doveva essere li. Ne era certo, perché se si sbagliava Kate Beckett sarebbe stata un'altra vittima di 3XK, e questo, lui, non lo avrebbe mai permesso. Lo aveva fatto scappare una volta, non avrebbe commesso lo stesso errore una seconda."
Genere: Commedia, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tuttiii! Oddio, è la prima Fan Fiction di Castle che scrivo, sono emozionata… XD
C’è chimi potrebbe uccidere visto che ho mille altre cose pubblicate da finire, ma quando l’ispirazione arriva, non la si può perdere! Spero di riuscire a postare regolarmente… Mi metterò molto d’impegno!
L’immagine che ho messo mi ha dato uno spunto in più per farla, ci sta bene con quello che scriverò…
(Premetto, è una scena presa da un film che sta girando Stana Katick dal titolo “For lovers only” … Ma con tutta la nostra fantasia, nelle figure possiamo vedere sicuramente Beckett e Castle… ^^ )
Ora vi lascio alla lettura… Spero vi piaccia il primo capitolo! Si accettano anche critiche!


 






- Solitudine -




Non sapeva come, ma era finito tutto finalmente.
Sorrise a Kate che si trovava davanti a lui, poi iniziò a parlarle « Che giornata eh? »
Lei contraccambiò il sorriso « Che giornata »
Castle riprese a parlare, si sentiva stranamente intimidito ed emozionato, ma cercò di non farlo notare « Sai… stavo pensando…» Si bloccò qualche istante, come poteva chiederglielo? Come avrebbe fatto ad invitarla a casa sua per passare una serata con lei? L’aveva stretta tra le braccia quella notte, in quella cella frigorifera e ora aveva voglia di farlo ancora. « Pensavo che forse… » Alzò impercettibilmente lo sguardo, qualcuno si stava avvicinando verso di loro.
In quel momento fu come se le pareti che lo circondavano lo stessero stritolando, si sentì soffocare. « dovrei… si… dovrei …andare a casa, a riposare un po’… » Fece un respiro profondo, e sorrise di nuovo, sperando di riuscire a celare lo sconforto che lo aveva assalito.
« è stata una lunga giornata… » Indietreggiò, all’improvviso voleva uscire da quella stanza « Buona notte… » Le voltò le spalle e si diresse verso l’ascensore.
« buona… notte » Rispose Beckett un po’ disarmata, sapeva che Castle le stava per dire qualcosa, lo sentiva, eppure se n’era andato e nell’esatto istante in cui formulò quel pensiero Josh le sfiorò la schiena com’era suo solito fare, poi l’abbracciò. Non ebbe il tempo di capire cosa gli era preso. Non ancora.
Seguì Rick con lo sguardo finché non lo perse di vista, dopodiché, contraccambiò l’abbraccio del suo ragazzo.
Le porte dell’ascensore si chiusero, appoggiò la schiena alla parete, si era trattenuto dal guardare Kate, faceva male vederla tra le braccia di qualcun altro, ma pensandoci lucidamente forse era meglio così.
Lui, era un donnaiolo, questo doveva ammetterlo, si era sposato più volte e quando ce n’era stata l’opportunità, era andato a letto con molte donne. Come poteva Kate provare qualcosa per lui? Josh era un bravo ragazzo, salvava vite umane, non aveva speranze contro di lui. E poi, la sua occasione di poter stare con lei, l’aveva persa quella stessa estate quando aveva scelto di andare via con Gina.
Mise una mano su di un fianco, l’altra la infilò tra i capelli stringendoli in un pugno.
Iniziò a camminare avanti e indietro per quel che gli era possibile fare in quella scatola di ferro, si strofinò la faccia, poi gli occhi con pollice ed indice cercando di calmare quel sentimento di rabbia che lo stava per assalire. Voleva prendere a pugni qualcosa, qualcuno. Voleva sfogarsi.
Un “ding” lo avvertì che era arrivato al pianterreno, uscì quasi correndo dall’ascensore, chiamò un taxi e si diresse verso il suo appartamento. Quando vi entrò si ritrovò solo.
Solo, come non lo era mai stato.
Alexis e Martha negli Hamptons, Backett con Josh.
Come aveva potuto pensare di potersi dichiarare quella sera? La ragione forse lo aveva abbandonato?
Probabilmente sì. Lo aveva abbandonato il giorno in cui quella bellissima detective era arrivata alla sua festa e gli aveva chiesto di seguirlo in centrale, quando aveva percepito la sua emozione nel ricevere l’anteprima de “la caduta di Storm”, quando lo aveva spinto contro il muro dandogli dell’idiota, preoccupandosi per lui, per la prima volta; e infine, quello che lo aveva probabilmente, se non certamente fatto innamorare di lei, era stato il suo sguardo. Il modo in cui lo guardava l’aveva fatto capitolare. Quando alla fine del loro primo caso lui l’aveva invitata a casa sua per conoscerla meglio e lei lo aveva rifiutato.
Sorrise tra se, perchè ricordava ancora le loro esatte parole:
« Bhè, ci salutiamo qui» aveva detto Bekett.
« e perché? Potremmo andare a cena, interrogarci a vicenda...» gli aveva risposto.
« perché Castle, per essere un'altra delle tue conquiste?»
« potrei esse io una delle tue… »
« è stato un piacere conoscerti Castle »
« è un vero peccato, sarebbe stato fantastico… »
Lei gli si era avvicinata sussurrandogli: « Non immagini quanto… » E il suo sguardo malizioso, quando aveva pronunciato quelle parole, gli avevano fatto capire che non poteva lasciarla. Avrebbe dovuto trovare una scusa per rivederla.
Accese lo stereo, aprì un bottiglia di vino rosso, ne versò un po’ in uno dei suoi calici di cristallo ed infine si sedette sul divano.
La stanza era buia, l’unica flebile fonte di luce proveniva dalla finestra. La musica che usciva dalle casse pronunciava parole tristi, parlava di un amore spezzato, di un cuore distrutto.

“…I need your arms to hold me now
The night are so unkind
Bring back those nights when I held you beside me
Unbreak my heart
Say you'll love me again
Undo this hurt you caused
When you walked out the door…”

Guardò il calice facendolo dolcemente roteare in mano, aveva un colore scarlatto.
Ne annusò il contenuto, profumava di ciliegie. Sorrise tristemente, poi lo sorseggiò più volte.
Spostò all’indietro la testa appoggiandola sullo schienale, ricordando il giorno in cui Kate gli aveva salvato la vita sparando all’assassino di sua madre, il modo in cui si era inginocchiata sull’uomo cercando di rianimarlo, ricordò il sangue che le ricopriva le mani come se fossero un guanti.
C’erano giorni, giorni come quello, in cui si ripeteva che se non avesse insistito a starle accanto, se non si fosse intromesso nella sua vita, forse sarebbe stata più felice.
Quella notte, l’aveva quasi persa dentro alla cella frigorifera, l’aveva stretta tra le braccia, aveva sentito il suo respiro farsi sempre più lento e quando aveva chiuso gli occhi e le era caduta la mano mentre gli sfiorava il mento, in quell’esatto istante si era accorto che non poteva più nasconderle i suoi sentimenti, quel giorno, sarebbero potuti morire entrambi e la sensazione della fine che stava per avvicinarsi, aveva fatto smuove qualcosa dentro di lui.
Doveva farlo. Fino a quella sera era pronto a distruggere la relazione che col tempo si era instaurata tra loro, era pronto anche ad un rifiuto da parte sua, e gli sarebbe andato bene anche se significava non poter più lavorare insieme al distretto. Voleva dirle quello che le aveva sempre taciuto in quei due anni.
L’aveva baciata una volta, sotto copertura, ma bramava ancora le sue labbra. La desiderava con tutto se stesso.
Voleva poter sentire il calore della sua pelle sotto le mani, il profumo di ciliegia del suo collo.
Con lei non era solo questione di attrazione fisica come con tutte le altre donne, l’emozione che gli dava starle accanto non era descrivibile a parole. Con lei vicino, si sentiva vivo come non lo era mai stato.
Avrebbe voluto dirle quanto l’amava quella sera, ma quando aveva visto Josh, gli si erano bloccate le parole in gola.
Lui era tornato per lei. Era tornato per restarle accanto.
Non importava quante volte avesse potuto salvare la vita a Kate, lei avrebbe sempre scelto Josh, come quella sera.
Il campanello suonò, ma non rispose.
Suonò di nuovo. Un’altra volta, ancora e ancora, ma Castle rimase immobile con lo sguardo fisso in un posto lontano ignorando il crudele suono della realtà.




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Ed eccoci alla fine del primo capitolo... È un pò corto... lo so... ma spero che il primo capitolo vi sia piaciuto... ^^
Il capitolo 2 sarà sotto il punto di vista di Kate... e si ripartirà dall'inizio... con un finale di capitolo un pò a sorpresa...
  
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