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Autore: Quintessence    12/03/2011    3 recensioni
Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
~
Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sei ~La Rabbia


Poche persone mi fanno arrabbiare come Giovanni. E non lo dice uno che è facile alla rabbia, credeteci. Pochi mi fanno arrabbiare come lui. Giovanni è il tipico esempio di secchione-non-sfigato. Si è affermato lasciando che Gabriele copiasse i suoi compiti, e che Andrea prendesse le sue risposte. E' molto intelligente e parecchio perspicace; è una persona che sa quando essere gentile, ma anche quando smettere e dire un bel no secco per evitare di non farsi rispettare. E' una persona da stimare, o almeno così sembrerebbe. E' gentile con tutti, sempre, ma sotto sotto -credetemi se lo dico- è uno sporco ipocrita di quelli proprio del cazzo, che davanti dicono una cosa e stà certo che fra due minuti ne hanno detto un'altra alle spalle.
Comunque in fondo basta stargli lontano, ed è quello che faccio di solito; non me ne importa niente di quello che fa, almeno finché non lo vedo con Alessandra e capisco che sta tramando qualcosa. Perché è questo che fa, Giovanni. Trama. Sempre e comunque.
Lo sento bisbigliare con lei. Mi sale qualcosa in corpo, sono vicini come eravamo vicini quella sera? Impossibile, lei non lo farebbe mai. Non è una facile. Vorrei proprio sapere cosa si stanno dicendo. Faccio in tempo a fare due passi e lei ha già annuito e si sono separati. Se ne va. Lo raggiungo subito in giardino, curioso di sapere.
"Oh, ma perché parlavi con quella sfigata?" -Dico calciando un sasso con aria indifferente. Mi sento una merda a chiamarla così.
"Così, dovevo chiederle una cosa di Latino. Lei va troppo bene in Latino".
E la cosa mi puzza subito, perché Giovanni va molto meglio di Alessandra in Latino.
"Non prendermi per il culo Gio, che le stavi dicendo...?" -Nella mia voce c'è un sibilo che quasi non riconosco. La mia mano s'è chiusa a pugno.
"Ma scusa, a te che te ne frega" -Chiede lui, e ha ragione- "Stavo parlando con lei! Le dicevo della festa di Halloween, voglio invitarla"
Ah, vedi che c'è l'inghippo. E di sicuro ci sarà anche un motivo per cui lui vuole invitarla... Bisogna farlo saltare. Metto la maschera da amicone e mi avvicino aggrottando la fronte in modo convincente.
"Ma sei scemo?" -Comincio- "Hai il cervello in pappa a invitare quella alla festa?! Guarda come cazzo si veste! Voglio dire, è sfigatissima e rompe pure per l'alcool! Sei proprio una testa di cazzo!" -Ottimo, mi dico. Ho fatto un ottimo lavoro. Non si è accorto di niente perché mi guarda scocciato, e io mi sento sempre peggio. Insomma, pur sempre mi piace.
"Ho bisogno che mi porti del ghiaccio secco" -Almeno ha funzionato- "Quella ce l'ha gratis con la madre, e così non lo pago. Tutti vogliono degli effetti da paura. E poi, intendimi...".
Mi fa una faccia eloquente e sono costretto a scuotere la testa. Sto per vomitare. Giovanni è proprio sempre il solito. E mi verrebbe davvero da dire sfigato, ma con lui non si può dire.
Uh, se la vita è ingiusta.
*
"No, ci vado con la madre di Giovanni" -Dice velocemente rifiutando il mio invito. Io ci resto spiazzato, strano, non è da lei rifiutare un mio invito.
"Ale, dai, per favore, vieni con me" -Insisto, e mi sento patetico davvero. Spero che mi dica di sì. Lo so cosa vuole fare Giovanni, prendere il suo maledetto ghiaccio secco per gli effetti e mollarla. Porco e stronzo. Anzi, forse già che c'è, mi ricordo la faccia di prima e capisco che probabilmente le vuol dare una botta già che è lì e ...
"Matteo, no..." -Cerca i miei occhi infiammati di rabbia- "...Dai, gli ho detto di sì, non farmi pentire" -Sorride leggera, e sembra contenta davvero.
Giovanni, sei una merda.
Mi sta crescendo qualcosa dentro di nuovo, ed è una fiamma tale che la prendo per le spalle e la scrollo, e quasi la sbatto al muro. Non sono un violento, lo giuro. Ma nessuno mi fa arrabbiare come Giovanni e... Sto per vomitare davvero. Parole però.
"Senti" -Le dico sottovoce guardandomi intorno- "Ma non lo capisci proprio che lui da te vuole solo l'utile e poi ti butta via?"
Lei mi guarda ancora negli occhi, devo sforzarmi a mantenere la calma. Cazzo. Il sorriso s'è spento.
"Ma che cos'hai? Forse non ti piace Halloween?" -Come è possibile che sia così idiota? Come è possibile che non capisca? Adesso non è solo Giovanni a farmi arrabbiare, ma lei. Lei con la sua ingenuità, lei con le sue gonne di merda, lei convinta che il viola e il giallo si amano e che i mughetti parlino con il sole. Lei e tutte le sue stronzate da prima elementare, e mi arrabbio ancora di più perché le amo anche io. Adesso sono arrabbiato anche con me, e non riesco a fermare questa rabbia terribile, assordante. Mi pulsa la testa e non riesco a non urlare.
"Svegliati!" -Sono a due centimetri dal suo naso- "Quelli non ti vogliono alla loro festa!"
Aggrotta la fronte e sembra arrabbiata anche lei, ma quando mi risponde il suo tono di voce è calmo e freddo.
"Idiota" -Mi volta le spalle spostando le mie mani, ma prima di rientrare si gira di nuovo e il sorriso è tornato. Mi viene da piangere, di nuovo- "Ci vediamo stasera"
Domani non verrà a scuola.
La giustifica citerà, con la sua calligrafia tonda e un po' tremante, forte mal di testa; ma io so cosa è successo.
*

Scosse la testa pensierosa mentre il vapore color ambra passava nell'ampolla.
"Ci hai provato" -Disse. Matteo aveva aperto gli occhi e stava ancora sbraitando, senza rendersene conto.
"CAZZO! Non mi ascoltava quando doveva, e quando on doveva non lo faceva. STUPIDA, CRETINA! Maledizione!"
Loretta annuì, grave, intuendo il profondo dramma che Matteo subiva nell'incomunicabilità della situazione.
"Lo sai, non è facile distinguere. Nemmeno tu ci sei riuscito"
Matteo respirò a fondo per prepararsi; mancava ancora un bel gruzzoletto di ore. Bene, le avrebbe fatte fruttare.
"Che mi dici del Rimpianto?"
Matteo respirò ancora, ancora più a fondo. Rabbrividì solo pensando al ricordo che si stava formando nel suo cervello, e cercò di scacciarlo. No, ti prego, questo no. Non questo. Scosse la testa. No, questo no. Non poteva sopportarlo.
Alessandra, si disse in silenzio senza riuscire ad impedire che il ricordo lo travolgesse come un fiume in piena, prima o poi mi perdonerai.

   
 
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