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Autore: Joseph Bell    14/03/2011    1 recensioni
Una volta si riteneva che lavorare in banca fosse un mestiere tranquillo, sicuro e senza rischi. Samuel Donovan potrebbe non essere d’accordo. Tra cassette di sicurezza, bombardamenti della Luftwaffe, intrighi internazionali e nobiluomini eccentrici, un giovane impiegato di banca inglese e la sua amata moglie scoprono cosa è accaduto a Sherlock Holmes durante il cosiddetto Hiatus. Dimenticate le Reichenbach e preparatevi a viaggiare, parecchio.
Note dell’Autore: prima di qualsiasi cosa debbo ringraziare miss Bellis, senza di lei questa opera non sarebbe mai nata. Poi debbo precisare che quella che andrete a leggere è un’opera di fantasia liberamente ispirata ai personaggi di Sir Arthur Conan Doyle. Ogni altro personaggio, luogo o situazione è frutto della fantasia di chi scrive.
Tutti i personaggi realmente esistiti citati nel racconto non hanno mai preso parte a colpi di stato, distribuzione su larga scala di sostanze stupefacenti o sovvertimenti di governi legittimi. Solamente miss Bellis ed io, alle volte, ci dilettiamo a sovvertire il vassoio del tè procurando tanto rumore ed un congruo numero di cocci rotti. Per pura curiosità, chi fosse interessato agli eventi legati al crack della Banca Romana può consultare la pagina apposita di Wikipedia.
Buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VI  – Considerazioni

 

Lessi d’un fiato il racconto del dottore e mi scontrai contro quell’ interruzione come contro un muro di mattoni. L’unica mia speranza era Bess: la grande esperta delle storie di Holmes.

 

“Ho letto le pagine che il dottore aveva scritto” le dissi quella stessa sera a cena “a quanto pare fanno parte di uno dei racconti inediti, ma la storia non è completa.”

“Quando è stata scritta?”

“non molto tempo fa, immagino, ma parla di avvenimenti accaduti nel gennaio 1894”

“Impossibile, controlla meglio, nel gennaio ’94 Holmes era creduto morto da tutti, forse avrai letto male, come minimo dovrebbe essere maggio 1894”

“no, Bess. Gennaio 1894”

Mia moglie parve confusa

“tu sai cosa sia lo Hiatus?”

“no, francamente, no”

“E’ il nome che si da ad un periodo che va tra il 1891 ed il 1894. Periodo in cui Sherlock Holmes viene creduto defunto nelle cascate Reichembach, in svizzera, dopo un mortale duello con il temibile professor James Moriarty”

“Ah, si, queste cascate vengono nominate da Watson” cercai il passo del racconto “ecco, ascolta: << lo immaginavo immerso nella sua prigione dorata alle porte di Firenze mentre i suoi concittadini lo credevano morto in una cascata svizzera>> Quindi Watson sapeva che era vivo!”

Bess parve sempre più stupita

“No, lui lo rincontrò nell’ avventura della casa vuota, dopo tre anni. Anche Watson era convinto che Holmes fosse morto. Non capisco, ma sei sicuro che quella roba l’abbia scritta Watson? Anche perché Holmes non rimase a Firenze, ma viaggiò per mezzo mondo, pensa che andò addirittura in Tibet!”

Evidentemente mi trovavo di fronte ad un qualcosa di veramente anomalo. Le parole di Oswald Cullen, l’anziano cassiere della banca in cui lavoravo, risuonarono ancora nelle mie orecchie:

Signor Donovan, non le è stato fatto un bel regalo e francamente non vorrei trovarmi al suo posto

No, non mi era stato fatto un bel regalo affatto. In principio avevo creduto di trovarmi di fronte a qualche raccontino poliziesco partorito da una mente molto creativa, ma mi resi conto subito che quanto avevo per le mani non era frutto di una invenzione, era una realtà, una verità che a molti ancora poteva risultare sgradita, pur dopo quasi cinquanta anni.

Era evidente che, la prima cosa da fare era informarsi sulla vita del signor Holmes, dei suoi amici e dei parenti. Nessuno era più vocato a questo compito della mia adorabile moglie.

 

In solo due mesi ricevetti una buona istruzione su tutto quello che viene definito “Canone holmesiano” ovvero tutte le opere scritte dal dottor Watson ed apparse sullo Strand. Notai moltissimi dettagli discrepanti tra un racconto e l’altro, specialmente per quanto riguardava le date. Quando poi andai ad incrociare i dati desunti dal “Canone” con quelli che si potevano estrapolare dai racconti della mia “eredità”, in particolare con il mutilo resoconto del viaggio in Italia, emersero delle divergenze davvero imbarazzanti:

 

1-     Holmes e Watson abitano al 221b di Baker street secondo la versione ufficiale, ma per ammissione dello stesso Watson, nel “viaggio in Italia”, quello non è il loro vero indirizzo. Questa informazione la si può desumere anche dall’ “avventura della casa vuota”. Questo racconto, sebbene forse frutto dell’ immaginazione di Watson, riporta un tragitto che i due amici percorrono per le strade di Londra, seguendo questo percorso ci si ritrova all’ altezza del civico 22 di Baker street, la sede, appunto, della casa vuota. Ne segue che l’appartamento di Holmes è al civico 21, dall’altra parte della strada.

2-     Holmes proviene da una famiglia benestante di estrazione rurale, originaria del Sussex. Non si precisa altro nella “avventura dell’ interprete greco” se non che Holmes è il discendente di un pittore francese, Horace Verenet. Tempo dopo, nell’ avventura del “costruttore di Norwood” fa la sua comparsa un oscuro individuo, Verner,  che Watson dice di non conoscere e che poi si rivela un parente di Holmes. Eppure dal “viaggio in Italia” si apprende che Verner e Watson si conoscono benissimo e non solo, si apprende anche che Verner è un nobile italiano e che la sua zia, Beatrice, è la madre dei fratelli Holmes.

3-     Holmes muore in una cascata svizzera lottando con il suo acerrimo nemico Moriarty. Come è possibile che una rivalità così aspra venga a comparire solo in un breve resoconto di poche pagine senza mai un minimo riferimento durante le precedenti avventure? Inoltre nelle lettere si parla di un non meglio precisato affaire o “scandalo” come causa della fuga precipitosa di Holmes da Londra, fuga che deve essere creduta una morte.

 

Alla luce di queste informazioni era perciò possibile dedurre che:

 

1– Watson alterava intenzionalmente molti dei dettagli che avrebbero potuto ricondurre ad elementi sulla vita privata sua e di Holmes.

 

2- Holmes non è mai stato alle cascate Raichembach e non ha mai lottato contro un professore di matematica di nome James Moriarty

 

3- Holmes, tra il 1891 ed il 1894 è stato coinvolto in un’ indagine su scala internazionale relativa ad un presunto scandalo di cui non conosciamo i dettagli.  A seguito di questa indagine è dovuto scappare da Londra per rifugiarsi a Firenze, da dove ha continuato ad occuparsi del caso, con il vantaggio di essere creduto morto.

 

 

Nel febbraio 1942 tutta l’Europa, ad eccezione della Gran Bretagna, era dominata dal giogo tedesco. Il fronte russo dava parecchie noie alla Wermacht, nonostante l’imponente mobilitazione del piano Brbarossa, l’esrcito russo, decisamente inferiore per risorse e qualità dei mezzi, offriva una strenua resistenza, come del resto aveva già fatto in occasione dell’ invasione napoleonica.

La sede della banca presso cui lavoravo era stata ricostruita e venni reintegrato in servizio con la promozione a capo commesso per meriti civili in tempo di guerra.

Fu in una giornata dei primi di marzo, verso le sei del pomeriggio, che, finito il lavoro,  volli andare a dare un’ occhiata a Baker street per vedere i luoghi da cui partivano tutti i racconti di Watson.

Avevo come riferimento la descrizione della “casa vuota” ed il percorso fatto da Watson e Holmes per arrivarci. Raggiunsi quindi George street, girai per Kendall place e mi trovai esattamente dietro il numero 22 di Baker street. Entrai nell’ edificio per la porta sul retro sperando di non essere visto da nessuno ed uscii dall’ ingresso che dava sulla strada. La sorpresa fu amara, il palazzo georgiano che aveva ospitato le avventure del famoso investigatore era un povero cumulo di macerie, pensai:  “proprio come la mia casa a Luton” (Per la cronaca segnalo che al momento della stesura del presente racconto, sul terreno del numero 21 si trova la filiale di una banca multinazionale1). L’appartamento da cui ero appena uscito era esattamente quello descritto da Watson, bianco, con una lunetta di vetro sopra la porta. Non potevo sbagliarmi, ero arrivato all’ inizio della mia personale indagine su Sherlock Holmes.

Da un telefono pubblico chiamai il pub di Coleman, l’unico a Clapham ad avere un telefono, perché avvertisse Bess che quel giorno avrei tardato a rientrare. Era infatti nei miei piani di andare al

142 di Pall Mall, la sede del Diogenes Club, per chiedere notizie di Horace Verner o di un suo erede in grado di fornirmi il racconto mancante. Con un taxi impiegai qualche minuto ad arrivare a destinazione, non potei fare a meno di sorridere pensando ad Holmes che si appollaiava dietro le carrozze o che impiegava venti minuti per andare da un quartiere all’ altro di Londra. Giunto a destinazione, scesi e bussai alla porta.

Mi venne ad aprire un signore anziano con abiti dimessi, molto probabilmente un custode, a cui chiesi:

“E’ questo il Diogenes Club?”

“Questo era il Diogenes, signore. Adesso è solo la sede degli archivi del Reform Club2.”

“Stavo cercando il signor Verner, sa dove posso trovarlo?”

“Verner?” il vecchio si passò una mano sulla guancia mal rasata “Beh, credo che lo potrà trovare ad Highgate se non ha deciso di essere sepolto in patria” il vecchio sorrise mostrando numerose finestre tra i suoi denti “sa, signore, era italiano, purtroppo è morto prima di vedere quello che stiamo combinando ad i suoi amici in nord Africa” Rise sguaiatamente, il vegliardo, guadagnandosi tutto il mio disprezzo

“Non sa se aveva dei figli?” chiesi freddamente

“Si, forse uno, un certo… oh, non ho granchè memoria signore” disse sorridendo viscidamente, al che gli tirai una moneta e lui riprese a parlare

“Oh, si adesso ricordo! Si chiama Jorge Horace Verner” si passò una mano in testa “Abita a Glastonbury, nel Sommerset”

“Non è che per caso ricorda anche la strada?”

“Ma certo signore, 23 Old Temple street.”

 

A marzo presi tre giorni di ferie dal lavoro, deciso a godermi una gita con la mia famiglia, in un incantevole posto della Cornovaglia, noto per il suo clima delicato ed il paesaggio pieno di sole: Glastonbury.

 

1, sulla ubicazione del 221b di Baker street confronta il bellissimo articolo a questo indirizzo: http://www.unostudioinholmes.org/case.htm

2, Reform Club celebre club londinese con sede in Pall Mall

  
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