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Autore: Wendy_magic_forever    18/03/2011    3 recensioni
Una storia che parla sopratutto di MJ, ma durante il corso di essa aggiungerò tutto quello che mi viene in mente, tra film, fumetti ecc ecc.
Come generi metto Azione, Fantasy e Fantascienza, ma avverto che avrà qualche sfumatura horror a partire dal capitolo 7.
Michael è morto da un anno, ma una sua grande fan ancora in lutto lo riporta in vita. Lui si risveglia in un laboratorio segreto e riunito ad altri della sua razza. Esatto, razza, visto che lui è il Dominatore del Fuoco. E chi l'ha portato in vita è il Dominatore dell'Acqua, che dopo un po' di tempo, rinchiudono anche lei insieme a lui e a quelli della Terra e dell'Aria.
Riusciranno a uscire da quella trappola infernale?!?
Genere: Azione, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La Cattura

 

 

«CE L'HO FATTA! CE L'HO FATTA! CE L'HO FATTA! CE L'HO FATTA! CE L'HO FATTA! Alééééééééééééééééé, oh ooooooooooooooooh!» gridava ancora Sikuri, preso dalla gioia più irrefrenabile. Una reazione del genere l'aveva avuta solo da bambino, quando era riuscito a riprodurre la sua prima lampadina elettrica.

 

Corse fuori dal laboratorio, gridando come un tifoso impazzito dopo che la sua squadra aveva vinto il mondiale.

Corse verso la stanza del generale Komàndo con il suo immancabile registro con tutte le informazioni che aveva raccolto. Quando si trovò davanti alla porta, si ricompose, schiarì la voce e bussò.

 

«Chi è?» rispose la voce scocciata del generale.

«Chiedo scusa, signore, ma ho appena trovato il Dominatore dell'Acqua!»

 

Appena finì la frase, gli arrivò la porta in faccia; il generale era scattato come se fosse scoppiata una bomba nella stanza accanto e, completamente nudo (con un fisico niente male, tra l'altro), era uscito dalla stanza e stava riempendo di domande il povero dottore dal naso mezzo sfracellato: «Chi è?!? Dov'è?!? Com'è?!? Dove lo acchiappiamo?!?»

«Si calmi, generale!» disse Sikuri, massaggiandosi il naso, poi notò la nudità del superiore «E si copra, per favore!»

 

(poco più tardi nella stanza del generale)

 

Ora che il generale si era messo l'accappatoio, Sikuri si sentiva molto più a suo agio.

 

Il dottore si schiarì la voce e attivò il registro, che mostrò proiettato in aria il video che Sikuri aveva trovato. Mise in pausa quando doveva, zummò sulla ragazza e nitificò: «Vede, generale? È lei il Dominatore dell'Acqua!»

 

«Dove si trova?»

«In un paesino dell'Alaska, vicino alla capitale. Il suo nome è Isabel, non può confondersi: quella cittadina conta appena settecento abitanti.»

«Le ha già prese le coordinate?»

«Sì, sono già state inviate al suo computer personale.»

 

Il generale si girò su se stesso e attivò il videoproiettore. Dall'altra parte della chiamata c'era il Capitano DeNapoleon, pronto a eseguire gli ordini del suo superiore.

 

«Capitano, raduni sei o sette uomini tra i migliori che abbiamo; dobbiamo recuperare il Dominatore dell'Acqua entro questa mattina.»

«Sissignore!» rispose il capitano, rivolgendo il saluto militare, e la videoproiezione si disattivò.

 

Sikuri tirò un sospiro di sollievo; il generale non aveva notato il drago.

Ma si ricredette subito, poiché il superiore disse: «In un secondo momento penseremo anche a Kuala e agli altri draghi rimasti.»

 

A sentire questa frase, i capelli di Sikuri passarono dal grigio scuro al bianco neve.

 

(da Isabel)

 

Era ancora sotto shock per ciò che le era successo fantasticando su di Michael.

 

Nella sua testa rimbombava la stessa incredula frase: “Mi ha baciata... mi ha baciata...”

Non riusciva a credere che le sue labbra avevano toccato quelle di Michael. Non aveva neanche idea di come era capitato, era successo e basta. Se solo però non fosse suonato il telefono proprio mentre credeva di poter fare la prossima mossa...

 

Appena uscita dalla discoteca, camminava nel parco buio. Non era solita frequentare luoghi del genere, ma da tutto il giorno la sua mente era incentrata su quei fantastici due minuti e mezzo; si era lasciata trascinare per tutta la giornata e in quel momento nemmeno sapeva dov'era, né cosa stava facendo.

 

Fu risvegliata da un faro potente che si accese alle sue spalle. Si girò e vide una Jeep enorme, che incuteva un certo timore. Alla luce delle lanterne lì presenti, vide solo che era argentata e che sulle porte e sul cofano portava due lettere in grassetto color blu metallico; C.E.

 

Chiunque fosse a bordo, schiacciò l'acceleratore e la Jeep partì a stecca contro di lei.

 

La giovane donna si lanciò a lato della strada per evitare di venire investita e cadde sul cemento, sbucciandosi le ginocchia.

Ignorando il dolore, cominciò a correre, lasciando la sua borsa a terra. Dalla Jeep scesero una decina di uomini vestiti di un unica tuta argentata con le stesse lettere della Jeep scritte sopra al cuore, delle spesse cinture alla vita, piena di schermi sporgenti e degli altrettanto grossi braccialetti ai polsi; sembravano essere usciti da un film di fantascienza.

 

Gli uomini la seguirono, camminando e la raggiunsero senza problemi; sembrava che cinque dei passi di corsa della donna equivalessero a uno lento dei loro.

 

Loro la presero per le spalle e la bloccarono supina a terra.

La donna gridò aiuto, ma loro le tapparono la bocca.

 

All'improvviso nella visuale di Isabel entrò il capitano DeNapoleon, che aveva la stessa uniforme degli uomini, solo verde scuro invece di argento. Egli ordinò agli uomini di lasciarla e la bloccò lui stesso a terra con un laser nel suo bracciale destro.

 

«Chi siete?!? Cosa volete?!?» chiese la donna, spaventata.

 

«Stia tranquilla, milady. Siamo gli agenti della C.E., siamo qui per portarla alla nostra base.»

«Cosa??? Di che diavolo state parlando?!?»

 

Il capitano le pose l'indice e il pollice sulle tempie: «Le spiegheremo al suo risveglio.» e con un colpo di polso, Isabel perse i sensi.

 

Il capitano DeNapoleon si mise ritto sulla schiena, poi schiacciò un pulsante sul bracciale sinistro e apparve in ologramma il busto del generale Komàndo.

 

Il capitano fece il saluto militare al suo superiore: «Abbiamo recuperato il Dominatore dell'Acqua, signore. Siamo pronti a procedere con la fase di mascheramento per poi rientrare!»

«Molto bene, capitano.» rispose il generale «Appena rientrerete, portatela in isolamento e affidatela alla dottoressa Paxa. Alle dieci di mattina di oggi la porteremo dagli altri Dominatori. La voglio alla base entro venti minuti, sono stato chiaro?!?»

«Sissignore! Passo e chiudo.»

 

L'ologramma si disattivò.

Il capitano cliccò un paio di tasti, e al posto della donna (in braccio a uno dei suoi uomini) apparve un corpo inanimato con un coltello infilato nel petto. Chiunque l'avesse trovata la mattina dopo, l'avrebbe creduta morta.

 

Al comando del superiore, i soldati caricarono Isabel sulla jeep, e il capitano li seguì.

 

Dopodiché la jeep si trasformò: le ruote sparirono, il cofano di appiattì e la marmitta diventò un tubo di scappamento multiplo per razzi.

 

La jeep era diventata una navetta.

 

La navetta partì a una velocità elevatissima, in direzione del deserto in cui risiedeva il nucleo della C.E.

 

(alla C.E.)

 

Il dottor Sikuri andò alla camera d'isolamento e svegliò Michael.

 

A quest'ultimo non dispiacque il risveglio, stavolta, poiché Isabel non c'era.

 

«Dottore... che succede?» chiese, ancora un po' assonnato.

«Il generale mi ha dato l'ordine di riportarti all'appartamento.»

«Oh, finalmente.» rispose il Dominatore, alzandosi «L'avete trovata?»

«L'abbiamo trovata.»

 

Un ombra di paura attraversò il cuore del cantante: «Dov'è ora?»

«La stanno recuperando. Sarà qui tra poco. Tuttavia hanno intenzione di riunirvi solo in piena giornata.»

«Perché così tardi?!», Michael voleva finalmente vederla e stringerla a se sul serio.

«Non ne ho la minima idea! Ma adesso è meglio se ritorni nella sua stanza.»

Detto questo, il dottore lo invitò a uscire da quel cubo di metallo in cui era stato rinchiuso per tanto tempo.

 

Prima di lasciarlo per sempre, però, Michael volle rivolgere un ultima domanda al prof: «Un ultima cosa, dottor Sikuri... che le è successo ai capelli?»

 

Il dottor Sikuri aveva ancora i capelli bianchi.

 

«Ho preso un colpo!» rispose «E temo che non torneranno più del loro colore originale!»

 

Michael camminò lungo i corridoi verso l'appartamento, dove i suoi due amici lo aspettavano con impazienza.

 

Appena Chiara lo vide entrare, abbandonò la sua posizione (era sdraiata sul divano intenta a scrivere) per abbracciarlo.

 

Michael ricambiò la sua stretta, contento di rivedere un'amica tanto... stravagante.

Pierre, invece, si limitò a stringergli la mano.

 

«Come mai tutti svegli a quest'ora?» chiese il cantante

«Naa, non avevamo voglia di dormire.» rispose la giovane «E poi... come posso dormire quando so che una della mia specie sta passando chissà quale incubo!»

 

«Una della tua specie?!?» disse Pierre, allibito «Ma... Speechy, noi non siamo un caso a parte! Siamo esseri umani!»

«Errore, Lomby!» disse Chiara. La ragazza mosse la mano in circolo, creando una corrente d'aria leggera. Quando la corrente divenne un piccolo tornado nelle mani di Chiara, la ragazza lo prese in mano e lo mostrò all'amico: «Questo... ci differenzia da ogni altro essere umano. Noi siamo unici, Lomby. E, soprattutto, siamo speciali.» concluse Chiara disattivando il mini tornado.

 

Pierre sospirò: «A volte non vorrei essere l'ultimo Dominatore della Terra. A volte vorrei essere come tutti gli altri!»

«Ma stai scherzando?!? Va benissimo così! Non hai idea di che noia la mia vita, prima!»

«La TUA, forse! Ma la mia era perfetta.»

«Sì, sì; preferivi forse continuare a piangere e a sognare su un “unico amore” che non sarebbe mai venuto?! O, almeno, sarebbe venuto, ma in una forma diversa?!?»

Pierre si sorprese dalla durezza della voce dell'amica: «Speechy... ma che ti prende?»

Chiara si accorse di quello che aveva detto: «Scusami, Lomby... ma mi è difficile pensare che tutto questo che ci sta accadendo non ti piaccia.»

«COSA?!? Ti piace essere stata rapita?!? Ti piace che la tua famiglia ti pensi morta?!?»

«No, ma di certo mi piacciono questi super-poteri che Dio mi ha dato!»

«Riattacchiamo con la storia di Dio! Non...»

Non riuscì a finire la frase, poiché Michael, quasi incredulo alle parole che aveva sentito, li interruppe: «Aspetta, aspetta! Hai detto “che Dio mi ha dato”?!?»

«E, certo! Chi altri doveva darmelo, un tal dono?» rispose Chiara, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

 

Michael rimase sorpreso: «...............Wow.......»

«Oh, no!» disse Pierre, incredulo «Non un altro!»

 

«In questo ci somigliamo!» disse Michael sedendosi sul divano, vicino ai fogli che Chiara aveva lasciato.

«Mike....» disse la ragazza, sedendosi accanto a lui «...non solo in questo ci somigliamo! Per esempio, anch'io adoro la Disney e i cartoni animati!»

«Sul serio???»

«Certo! Io ho solo due idoli, Michael. Te...» Michael ridacchiò, lusingato «... e Walter-Elias-Disney

«Wow! Che forte!»

«Sono una patita dei cartoni animati! Li ho visti tutti; dai migliori ai peggiori! Tanto che se vedo qualcosa per la prima volta so già se avrà successo e in che quantità! E ti giuro che se fossi IO una regista d'animazione, a furia di modifiche per la ricerca della perfezione, rischierei di far morire per lo stress me e tutto lo staff!»

«Cosa? Stai parlando seriamente?»

«Assolutamente sì! Chiedilo a Lomby se non sono stressante quando una cosa ESIGO che venga bene!»

Michael rivolse lo sguardo al ragazzo, che rispose, prima che lui facesse qualsiasi domanda: «Sì, lei è ESTREMAMENTE stressante!»

«Per questo lavoro da sola. Oltre al fatto che io non so disegnare bene. Le mie idee sono abbastanza buone e le scrivo inchiostro su carta. Quando ho un idea prendo foglio e penna e inizio a scrivere. Questa, per esempio...» gli porse quattro fogli scritti «...è una favola. S'intitola: “La bambina che dormì con gli orsi”. Se vuoi, puoi darci un occhiata.»

 

Michael, curioso del talento della ragazza, iniziò così a leggere quella favola.

 

Dopo qualche minuto, Michael le restituì il foglio: «È davvero molto carina. Sei brava.»

«Sì, ma devo migliorare! In confronto ad altri, faccio schifo!»

«Ma sei già brava...»

«Mike... non basta essere bravi, bisogna essere i migliori!»

Michael rimase allibito: «Come? Già pensi a essere la migliore???»

«Solo i migliori lasciano il segno, e io voglio lasciare il segno.»

«Ma, Chiara, sei la migliore del mondo!»

«Mmm... bello slogan, dovrei usarlo più spesso!»

«Perché vorresti lasciare il segno?»

«...........a dir la verità non lo so. Lo voglio e basta.»

«Bhe... sono sicuro che lo lascerai. Dopotutto... sei ancora giovane.»

Chiara scosse la testa «No, a quest'ora avrei già dovuto far uscire due libri.»

«Due??? Ma hai intenzione di bruciare così la tua vita?!?»

«Bruciare come?!?»

 

Come me, stava per dire Michael.

Poi venne assalito da un dubbio terribile: «Non vorrai diventare come me, vero?!?»

«Come te? Bhe, non proprio... non aspiro a diventare una cantante così famosa da passare alla storia, ma una scrittrice così famosa da passare alla storia. Poi, se arrivo ai tuoi livelli...» Chiara sorrise e mise le mani dietro la testa «...bhe... la mia vita sarà completamente realizzata!»

«Realizzata?!?» Michael non poteva credere a quello che stava sentendo «Ma quel tipo di vita non è dei migliori!»

Chiara fu molto ironica: «Oh, certo, perché essere circondata dai fans e dai soldi non è una vita delle migliori, no??? Michael, a te bastava uno schiocco di dita e avevi tutto ciò che potevi volere! Vuoi pattinare sul ghiaccio a mezzanotte? Schiocchi le dita, e tutte le piste del mondo si aprono davanti a te! Vuoi comminare in cima alla Muraglia Cinese gratis? Schiocchi le dita e...» Chiara imitò un cinese, inchinandosi «...nessun ploblema, onolevole signole, lei può venile ogni volta che desidela! Vuoi arrivare in cima alla Tour Eiffel in elicottero? Schiocchi le dita e nessuno ti ferma! E tutto questo perché lo puoi fare?!? PERCHÉ TU SEI MICHAEL JACKSON, IL CANTANTE E BALLERINO PIÙ BRAVO E FAMOSO DEL MONDO, ECCO PERCHÉ!»

 

Michael capì che Chiara non comprendeva come stavano realmente le cose: «Oh, è così che la pensi, eh? Bhe, se lo vuoi sapere non è così che funzionano le cose! Sarò stato fortunato in ricchezza e talento, ma non ho avuto altro! Volevo un amico vero che mi aiutasse e mi sorreggesse? Non potevo! Volevo una donna che mi amasse sul serio e per chi sono non per cosa sono? Non potevo! Volevo una vita privata tranquilla con i miei figli? Non potevo! Volevo poter guardare i bambini al mio ranch giocare tranquillamente senza pensieri? Non potevo! E tutto questo perché non potevo averlo? Perché sono Michael Jackson, ecco perché!»

Detto questo, Michael incrociò le braccia, triste e arrabbiato allo stesso tempo, e si girò per non guardarla più in faccia.

 

Chiara stette a pensare per qualche secondo: anche se non l'aveva mai provata sulla pelle una vita del genere, sapeva bene cosa comportava. Anche se tutto questo non la interessava.

 

Gli amici? Da tutta una vita era senza amici, solo negli ultimi tempi se ne era fatto qualcuno. Un anno in più o un anno in meno di solitudine non le poteva dare fastidio.

 

E l'amore? Chi poteva volere una ragazza brutta, grassa e scontrosa come lei???

 

E la vita privata? Non aveva niente da nascondere, che i paparazzi venissero pure; non avrebbero trovato niente.

 

Nonostante tutti questi pensieri negativi, però, sapeva che Michael non poteva sopportare la solitudine, non dopo tutto ciò che aveva passato.

 

Chiara era una ragazza estremamente buona, alla fine, e non sopportava vedere qualcuno ridotto in quello stato.

 

«Ripeti la prima domanda, Michael.»

«Quale, quella dell'amico?» chiese Michael senza girarsi

«Sì, ripetila per intero.»

Michael sospirò, triste: «Volevo... un amico... vero... che mi aiutasse... e mi sorreggesse?»

«Sono qui.» rispose Chiara, senza lasciarlo finire.

 

Michael rimase esterrefatto: «C-cosa?!?»

«Esattamente! E anche Lomby è qui!»

«Te lo puoi scordare!» disse Pierre in svedese

Chiara strinse una corda di vento intorno al suo amico e lo tirò verso di loro dicendo, a denti stretti: «E anche-Lomby-è qui

«Certo, certo! Stavo scherzando!» rispose il ragazzo di nuovo in inglese

 

Chiara tornò serena: «Noi due ti siamo amici, e non per profitto! Ma perché davvero ci teniamo. E ti vogliamo bene.» detto questo, Chiara strinse a se Michael, chiudendo gli occhi. Pierre, invece, si limitò a toccargli una spalla, in segno di amicizia.

 

Michael stentava quasi a crederci; i suoi occhi erano così... sinceri...

«Wow, ragazzi...» disse, quasi con le lacrime agli occhi «... siete fantastici!»

Chiara si staccò da lui: «Bhe, dopotutto... chi è la migliore del mondo?!?»

Pierre la guardò con sconcerto: «Chi sei tu?!? Dov'è finita Speechy?!?»

 

Chiara e Michael risero.

«Posso chiedervi come mai tra di voi vi chiamate Lomby e Speechy?» chiese Michael

«Sono i nostri nicknames!» rispose Chiara «Io mi sono fatta conoscere sotto il nome di SpeechlessGirl, lui, invece, come Lombnut.»

«Lomb...che???» chiese Michael

«Lombnut!» rispose Pierre «Ovvero pazzo per i Lombax.»

«I... cosa?»

Chiara cercò di chiudere il discorso: «È una lunga storia, Michael, te la racconterò più tardi!»

 

All'improvviso dalla porta entrò Sikuri: «Ragazzi! Ho una notizia buona, una cattiva e una pessima!»

 

Michael scattò in piedi: «E cioè?»

«La buona è che hanno trovato Isabel.» Michael sorrise, mentre Pierre e Chiara esultavano.

«E ora veniamo alle cattive...» a questo punto tutti ammutolirono «... la cattiva è che non verrà qui nell'appartamento prima delle dieci di mattina. La pessima è che è stata affidata alla dottoressa Paxa!»

«NOOOOOOOOOOO!» gridò Chiara «Quella pazza della Paxa nooo!! Datela in mano a Hitler, a Giuda Iscariota, a Lucifero, ma non alla Paxa!»

«È così terribile questa dottoressa?» chiese Michael, visibilmente preoccupato

«SÌ!!!!» risposero in coro Chiara, Pierre e Sikuri.

 

«È un mostro di malvagità!» disse Chiara

«È una folle che ama la vivisezione in una maniera smodata!» continuò Sikuri

«E quel che è peggio è che ama spaventare i propri ospiti mostrando loro i suoi gusti macabri! Non hai idea di quali mezzi di tortura colleziona e usa!» disse Pierre

 

«Ragazzi, così mi preoccupate!» disse Michael, spaventato.

«E fai bene a preoccuparti! Quella è una malata di mente!» continuò Pierre

«Lomby!» chiamò Chiara con serietà «Ha ragione! Lui ama quella donna, non bisogna preoccuparlo.» poi si rivolse al dottore «Sikuri, lei farà qualcosa per aiutare Isabel, giusto?»

«Ma certo! Starà sotto la mia sorveglianza più completa, le starò attaccato come un ombra, anzi, no, come una gomma attaccata alla suola delle scarpe! Non lascerò che una donna talmente pazza la massacri come ha fatto con altri!» disse Sikuri, sicuro.

«Come ha fatto con me!» disse Chiara, con un tono di voce più basso.

 

Sikuri si avvicinò a Michael: «Stia tranquillo, signor Jackson, incontrerà Isabel dal vivo e lei sarà tutta intera!»

 

E detto questo, se ne andò.

 

Michael si tenne le tempi con una mano: «E se le facesse davvero del male?!?»

Chiara gli mise una mano sulla spalla: «Non lo farà. C'è Sikuri con lei, ora.»

Michael, per non piangere per la disperazione, la strinse a se, ben consapevole che su di lei poteva contare.

 

Quinto capitolo!

Scusate per il dialogo lungo e noioso, ma ho trovato l'occasione per farmi conoscere meglio da voi <3.

 

Cosa accadrà alla povera Isabel ora che è nelle mani folli della folle dottoressa Paxa?!? Riuscirà ad arrivare illesa tra le braccia di Michael?!?

 

Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

O lo aggiungerete voi, se lo volete! <3

 

Love,

SpeechlessGirl<3


P.S. C'è davvero una favola che si chiama “La Bambina Che Dormì Con Gli Orsi”. Nelle originali, sezione “favola”. Se vi interessa, dateci un occhiata e recensite, Thanks a lot! <3<3<3

   
 
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