Mi dicevano che il sole andava visto dal basso puntando la punta del naso verso su.
Narravano anche che nessun uomo ha mai saputo come fossero i veri raggi solari, e allora si limitavano a disegnarli ed inciderli come saette rudi e zigzagose e avevano così poca morbidezza del normale, non davano la reale forma di come sapeva baciarci sulla fronte, bastando solamente chiudere le palpebre nelle penombra per non scottarsi, un esempio banale, ma non c'era.
Allora dov'erano quelle labbra?
Ben preso imparai che quello in cui credevo la possedeva davvero una bocca ed aveva un sapore di buono, precisamente.
Illuminava, ma era umano.
Come il sole, i miei occhi erano su di lui con la vetta del naso all'insù – perfettamente in armonia.
Stella era e tale discese – si spense e scomparve. In verità cadde, come fanno le comete senza lasciare una vera scia dietro di se – e come quel raggio, giungeva alla fine della corso, lo stesso faceva il mio spirito – rapito da quella scheggia.
Lontano, sempre più giù nel baratro dell'oscurità.

Così morirono in due, abbracciati da un'altra entità.