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Autore: alister_    20/03/2011    9 recensioni
E' dura essere una giovane scrittrice in erba, se il tuo editore ti obbliga a scrivere qualcosa che venda. Specie se quel ''qualcosa che venda'' è una sdolcinata e banale storia d'amore che non hai alcuna intenzione di scrivere. E soprattutto se sei una single incallita e inacidita del tutto incapace di portare a termine un compito simile.
Come si può porre rimedio ad una totale inesperienza in campo amoroso? Tra esperimenti fallimentari, idoli delle teenager e film di qualità scadente, romanzetti rosa e tentativi di vita sociale si snoda la storia della scrittrice più cinica e nevrotica di tutti i tempi!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pazzesco, non riesco a credere ai miei occhi! Non credevo avrei vissuto tanto al lungo da vedere una cosa simile!

Così recita il primo post sulla mia bacheca Facebook. A scriverlo, pochi minuti fa, è stata la mia per ora unica amica virtuale, nonché migliore amica nel mondo reale. E' stata la prima a cui ho mandato  la richiesta d'amicizia, e per garantirle che sì, sono davvero io, ho dovuto allegarle un messaggio con scritto una cosa che soltanto la sottoscritta potrebbe conoscere. Qualcosa di talmente segreto e imbarazzante che preferisco non rivangare oltre.

Comunque, il fatto che alla fine abbia ceduto alla tentazione demoniaca e mi sia iscritta a Facebook è già di per sé abbastanza vergognoso. Tant'è vero che per ora ho chiesto l'amicizia- mi mette i brividi usare questo gergo!- soltanto alla mia migliore amica, al mio editore e ai miei genitori (ebbene sì, anche loro sono più informatizzati di me, e passano le domeniche a giocare con la loro inquietante fattoria virtuale). Anche perchè, prima di mostrarmi troppo in pubblico, devo trovare una foto decente da mettere come immagine personale.

Il problema è che io e le macchine fotografiche, dopo anni di conflitti irrisolti, siamo giunti alla decisione di evitarci a vicenda nel modo più assoluto, in modo da beneficiarne entrambe: io non mi sento precipitare l'autostima sotto lo zero quando vedo quale mostruosità ha immortalato l'obiettivo e l'aggeggio demoniaco evita di venir lanciato contro varie pareti in una più che giustificata reazione d'ira. Ciò che mi servirebbe, sarebbe uno di quei pochi scatti venuto bene per la mia campagna promozionale: a quel poveraccio del fotografo si sono imbiancati non pochi capelli, ma alla fine è riuscito a tirar fuori una decina di foto decenti che lamia casa editrice raziona per i quarti di copertina dei miei vari libri. Un tempo il mio editore me le aveva passate, ma il mio hard-disk non ne conserva traccia, quindi l'unico che può darmi la spinta decisiva a cominciare la mia vita sociale online è soltanto lui, il vile traditore.

Se mi accettasse l'amicizia in tempi ragionevoli, potrei provare la chat e chiedergli di mandarmi per email le foto in questione; ma, a quanto pare, nei rari momenti in cui serve che se ne stia attaccato al computer a seguire ogni mio minimo movimento, decide di dedicarsi ad altre attività. In fondo anche lui ha una famiglia- per quanto sembri assurdo- ed è comprensibile che passi la domenica con i suoi cari in santa pace.

E invece no. Deve pagare il fio per avermi squallidamente scartata in favore di... di.... Non riesco neppure a dirlo. Perciò ora lo chiamo: adoro disturbalo e vendicarmi di tutte le volte in cui lui disturba me.

Il mio cellulare, posato sulla scrivania a pochi centimetri dal mouse, comincia a vibrare. Oddio. Il mio ingresso nel web mi ha concesso il potere della telepatia?


– Pronto?-, dico, deglutendo. Solo quando sento  la voce dall'altro capo mi accorgo di non aver neppure guardato il numero sul display –


– Carissima collega, che piacere sentire la tua voce svuotata da ogni ostilità! –


Oh. Mio. Dio.


Non è possibile. Non può davvero essere vero.


Nel mio mondo non può accadere che mi trovi al telefono con... con... quello.


Eppure la voce strascicata e melliflua che mi giunge all'orecchio destro non lascia molto spazio ad interpretazioni diverse: è per forza lui.

– Ehi, hai riattaccato? –


Uhm, questa è un'idea. Riattaccare, sbattergli il telefono in faccia. Perchè no?


Ma io dico, come cavolo fa ad avere il mio numero?!


– Il mio numero. Chi te l'ha dato? –, chiedo appunto, gelida.


E la risposta si rivela ovvia nel momento in cui Satana l'articola:


– L'ho chiesto al tuo editore –.


Ah certo. Come ho fatto a non arrivarci? E' sempre colpa sua. Mi si spezza un'unghia? E' sicuramente colpa del mio editore che mi costringe a scrivere fino allo sfinimento. Carenza di sonno, influenza? Vedi sopra. E che dire della fame nel Terzo Mondo? Naturalmente colpa del mio editore, che da buon stacanovista, priva la forza lavoro di tutti i suoi elementi per trasformarli in scrittori. Di love story.


– E si può sapere per quale motivo? –


Cerco di caricare il mio tono di voce di una buona dose di cattiveria inespressa, ma evidentemente non è abbastanza per intimidirlo.


– Be', l'altro giorno non ti sei dimostrata molto felice di fare la mia conoscenza. Un vero peccato, dato che avrei scambiato volentieri due chiacchiere con te. Ma mi sei sembrata così piena di pregiudizi nei miei confronti! Ho avuto la netta impressione che tu non mi consideri uno scrittore a pieno titolo! –


Ma che intuizione brillante! Come avrà fatto ad arrivarci? Sarà stato lo sguardo omicida a tradirmi? O forse il fatto che non ho spiccicato più di due parole e mi sono defilata come un leprotto in fuga non appena ne ho avuta l'occasione?


La finestra di Facebook mi segnala una notifica. Quando si parla del diavolo... Ecco che il mio odiato ed odioso editore ha accettato la mia richiesta d'amicizia.


Mentre lo scrittorucolo continua a blaterare qualcosa in difesa dei suoi best-seller, trovo il responsabile di tutte le mie sciagure in chat e lo placco.


E' maleducazione distribuire a cani e porci il numero di telefono altrui, scrivo, e la risposta mi arriva dopo pochi secondi.


Buongiorno anche a te.


Cosa fa, del sarcasmo?


–...In fondo gli adolescenti hanno bisogno di sentirsi espressi dagli scrittori e vogliono riconoscersi nelle loro opere, a prescindere dai contenuti altri che possono apprendere dall'assimilazione di concetti più profondi nascosti tra le righe –.


Ma quali concetti profondi?! Mi mordo il labbro per non sbottare, e nel frattempo mi arriva il secondo pezzo della risposta del mio editore.


Deduco dal tuo “tono” più acido del solito che tu abbia ricevuto una telefonata dal tuo nuovo collega.


Collega? Collega?! Oddio, ma perchè mi deve offendere in questo modo? Come se non bastassero tutti i colpi bassi che mi sta infliggendo da un paio di mesi a questa parte a farmi desiderare intensamente- molto intensamente- la sua morte.


–… E non va sottovalutato l'impegno sociologico che può sortire lo sfruttamento mediatico del prodotto cinematografico, benchè io sia sempre a favore della controparte cartacea...–


Lo sto sentendo sblaterare dall'altra parte del telefono proprio in questo momento, digito in fretta, piccata.


Mi sfugge un sospiro esasperato, che- non so se per mia sfortuna o sfortuna- il mio interlocutore non manca di cogliere.


– Perdonami, ti sto forse annoiando con le mie considerazioni? –


Noooo. Perchè mai dovrebbe annoiarmi il tuo monologo?


– Sinceramente non capisco dove tu voglia andare a parare –.


Sono fiera della maniera gentile in cui sono riuscita a formulare il concetto “mi stai rompendo i coglioni”. Persino il mio editore- che pare si sia deciso ad ignorarmi- mi darebbe una pacca sulle spalle di approvazione.


– Già, forse mi sono lasciato un po' prendere la mano. Sai, come tutti gli scrittori, anch'io talvolta rischio di diventare un po' logorroico. Immagino tu capisca –.


Che strano. Ho visto quest'individuo una sola volta nella vita, eppure riesco a figurarmelo senza nessuna difficoltà mentre esibisce ostentatamente un sorriso da pubblicità del dentifricio. Saranno suoi i denti, oppure saranno già finti? Non deve avere più di trenta, trentacinque anni, ma è così artefatto che non saprei come esprimermi.


– In ogni caso, ho chiamato perchè ci terrei molto ad avere un tuo parere sul mio nuovo libro –.


Il dito mi si blocca a mezz'aria mentre finisco di scrivere un Non ignorarmi! al mio editore.


– E magari darti anch'io qualche consiglio su come rendere avvincente una storia d'amore tra adolescenti. Ti piace la cucina thailandese? –


Le mie labbra, rese mute dallo sgomento e dal terrore, riescono solo ad articolare due lettere:


–No –.


Quella parola- una delle mie preferite, devo ammetterlo- scuote le dita dal loro torpore, ed esse corrono veloci alla tastiera.


Ti odio! Questo pazzo mi sta invitando a mangiare fuori per avvelenarmi! Cosa dovrei fare?!


Il pazzo in questione non pare intenzionato ad arrendersi.


– Comprensibile, non piace a tutti. Che ne dici del più comune cinese? –.


– No –.


Accetta. Non credo voglia avvelenarti. Sarebbe un'impresa troppo ardua considerando quanto sei velenosa.


– Giapponese? A chi non piace il sushi? –.


– No –.


Scordatelo, porca puttana! Non ho intenzione di avere nessun rapporto umano con questo viscido verme schifoso!


– Immagino tu stessi rispondendo alla prima domanda, e facendolo hai risposto anche alla seconda! Ebbene, a non tutti piace il sushi! Ma il kebab, a quello non puoi dire di no! –.


– No –, dico, prima che finisca la frase. E, a scanso di equivoci, aggiungo: –Sì, si può dire di no –.


Cerca di essere gentile con il nostro nuovo acquisto.


Un cazzo!!!, scrivo, anche se il fumettino affianco al nome del mio editore m'informa che sta ancora digitando.


– Non sarei voluto arrivare a questo, ma non mi lasci molte altre scelte: Mc Donald's? –


– No! –


Dato che non ti stai impegnando affatto per togliere dai guai la nostra casa editrice, vedi almeno di  non crearne altri facendo fuggire uno scrittore che, a differenza tua, si dà da fare per fare ciò per cui è pagato. Non so quanto al lungo potrò difendere i tuoi ritardi con i dirigenti.


Minacce. Arriviamo sempre a questo, eh? Sono l'asso nella manica del mio editore. La cosa che mi scoccia di più, però, non è il venir sottoposta per l'ennesima volta al solito ricatto, quanto piuttosto il fatto che, in fin dei conti, ha ragione. Sono mesi che non consegno qualcosa di scritto. E, ancor peggio, mesi che non scrivo.


– Pizza –, sospiro.


Ok, scrivo nel frattempo, ma sappi che ti odio ancor più di prima.


– Pizza? –, mi fa eco un po' perplesso l'odioso scrittore più produttivo di me. –Pensavo ad un pranzo, ma va bene lo stesso. Vada per la sera! Temo però che dovrai attendere fino a mercoledì. Sai, sono molto gettonato... –


Mi passo una mano sulla fronte, svuotata di ogni energia. Di nuovo riesco ad immaginarmelo facilmente mentre mi strizza l'occhio ammiccante. Oddio, ho appena firmato la mia condanna a morte.


– D'accordo, a giovedì –, taglio corto, e riattacco senza aspettare risposta.


E al mo editore, ancora in linea, scrivo:


Almeno inviami per e-mail le foto promozionali. E' il minimo.


Spero il mondo finisca nei prossimi quattro giorni. Cataclismi, meteore, alieni: qualsiasi cosa va bene, purchè mi salvi da quell'essere.









 

 

 

 

Nota dell'autrice:

Yes, I'm back, once again!
Credo che ormai vi siate abituati alle mie, ehm, frequenti sparizioni e abbiate capito che in ogni caso torno sempre.

Come un boomerang! XD Mi scuso davvero, ma oltre alle varie simulazioni pre-maturità (*urlo di terrore*), a distogliermi da questa storia ci ha pensato anche LeftEye,

che ha indetto un magnifico contest sui vampiri, cosicché  tutto il mio (poco) tempo libero l'ho speso a scrivere una storia di spietati succhiasangue che vedrete presto su questi lidi.
Parlando di ringraziamenti, questa volta la lista è piacevolmente più lunga del solito, perchè oltre alle mie adorate Lucya, eLLy e Fall, si intrattenuti con le disavventure della nostra scrittrice anche

Atris, LeftEye, Lady Aika e AnnitaB, e grazie al loro contributo il Demone del Tre è stato ampiamente e definitivamente sconfitto! *innalza stendardo di vittoria*
Ma, soprattutto, bisogna consacrare un altare sacro a LeftEye, per ringraziarla di aver segnalato questa storia per l'inserimento di questa storia tra le scelte.

E, a quanto pare, l'amministrazione pare averle dato ascolto, perchè da un pochino questa commediola è entrata a far parte delle storie scelte,  con mia più che somma gioia!
E con questo credo sia tutto! Ci si rivede presto, non vi preoccupate!

P.s.: presto mi adopererò per fare un logo meno orripilante, anche se le mie abilità in campo grafico sono inferiori allo zero!

   
 
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