La legge del cilindro
Un silenzio spettrale regnava sovrano nella stanza dei ragazzi del settimo anno, mentre un sussurro dettato dal vento faceva rabbrividire –di freddo o di paura?- uno dei presenti.
Un tavolino, posizionato al centro della stanza, divideva i quattro ragazzi, seduti ognuno a un lato di esso.
Al centro del tavolo, un cappello a cilindro.
-Siete sicuri di voler decidere così, ragazzi? Potrebbe essere rischioso.
-Non importa, James. È giusto che tutti noi corriamo gli stessi rischi. Siamo dei Grifondoro, e che diamine!
-Sirius ha ragione, James. Facciamolo.
Quattro mani si avvicinarono contemporaneamente al cappello, tremanti. Una alla volta, tirarono fuori dal cappello un biglietto.
James, Remus e Peter sospirarono, sollevati.
-No, no e poi no!- esclamò Sirius infuriato.
-Cosa c’è, Felpato?- chiese James, ghignante.
-Tocca a me.. io mi rifiuto!
-Non puoi rifiutarti Sirius, è la legge del cilindro!- disse Peter, improvvisamente molto più rilassato.
-Non lo farò mai! Perché devo essere io?
-Perché così ha deciso il cappello- Esordì Remus.
-Maledetti cappelli. È del primo anno che creano confusione!
-Arrenditi, tocca a te farlo Sirius. Oh che sarà mai! Nemmeno a noi è andata bene, abbiamo dei costumi ridicoli per la festa di Halloween!
-Cosa? Tu devi vestirti da clown, Remus da cowboy e Peter da cacciatore di taglie, e io…no! Non mi travestirò mai da Mocciosus per Halloween, la questione è chiusa!
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Non scrivo nulla di demenziale da….secoli, credo.
Ma sono tornata, con una flash abbastanza idiota, credo.
Spero possa piacervi almeno un po’, strappandovi qualche risata!
Alla prossima, Marzia.
Ps: Se fosse dipeso da me, sarebbe ancora tra i file del pc ._. ci tenevo a specificarlo xD