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Autore: Flaqui    21/03/2011    5 recensioni
Questo è il modo in cui funziona: Sei giovane finchè non lo sei più. Ami finchè non smetti. Provi finchè non puoi più farlo. Ridi finchè non piangi. Piangi finchè non ridi. E tutti devono respirare fino al loro ultimo respiro.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Angolo autrice
 
Ciao, miei angioletti!!!
Questo capitolo lo dovuto riscrivere più volte, anche perché sarà l’ultimo divertente della storia. Infatti se ben notate nell’icona della storia ho scritto “Drammatico” e fino ad ora si è trattato soprattutto di una storia divertente, quindi dal prossimo capitolo abbandonerò i capitoli divertenti e passerò a quelli sentimentali (che secondo il mio modesto parere sono il mio forte)…
Inoltre nei prossimi capitoli si farà reale la presenza di Juan Cruz e della CC Corporation…
Vi avviso però che per un pò non potrò connettermi, quindi... GODETEVELA!

Spero che il capitolo vi piaccia, RECENSITE!!
 
Flaqui
 
P.S. per la parte dell’interrogazione di Tefi, ho preso spunto da un episodio della terza serie!
BUONA LETTURA…
 
 
 

Capitolo 9
Target


 
-Aaaaaaaaaaaaaaa!-
Ed eccolo con precisione impressionante l’urlo che le ragazze si aspettavano. Avevano ormai preso l’abitudine di considerare lo strillo mattutino di Tefi come il segnale che era arrivato il momento di alzarsi.
Ma Francesca non ci era ancora abituata e saltata sul letto, prese la prima cosa che trovò, la sveglia a forma di mucca di Caridad, e se la portò sopra la testa, pronta a difendersi dagli attacchi di eventuali nemici.
-Mmmm!- Mar si rigirò nel sonno.
Jasmine con un lancio ben assestato colpì Tefi in pieno stomaco.
-Ma sei pazza!- urlò la brunetta rispondendo con uno schiaffo sul braccio.
-Sta zitta stecchino!-esclamò piccata la gitana e ignorando i vari insulti tornò a rifugiarsi nel caldo del suo letto.
Tefi infuriata si mosse a passo di carica verso il bagno.
Un altro urlo mentre scivolava sul pavimento bagnato e un tonfo mentre atterrava con grazia su Luca.
-Non riesci proprio a starmi lontana, eh?- commentò lui ridendo.
Tefi lo guardò cercando di mostrare disprezzo.
-Io direi il contrario visto che mi tieni ancora in braccio-
Luca rispose a tale affermazione con una sonora risata, ma non fece nulla per liberarla dalla stretta in cui l’aveva “imprigionata”.
 
-Assolutamente no-
Nico sorrise davanti al secco rifiuto della nipote.
Poi, con calma le porse, per la seconda volta, la divisa della Rockland.
-Ma stiamo scherzando?- esclamò lei, per la seconda volta, spingendo i vestiti verso l’uomo. Con un broncio degno da premio Oscar si apprestò ad eseguire alla lettera il copione che sempre seguiva in queste occasioni.
-Per favore Zio N avevo già scelto cosa mettere!- si chinò rapida sul mucchio di vestiti che aveva creato la sera prima, intenta nell’arduo compito di “trovare qualcosa di decente”, ed estrasse trionfante la maglia azzurra, un po’ lunga e aderente –Guardala! È deliziosa! Non senti cosa ti dice “Fammi andare a scuola! Fammi andare a scuola!”-
-Senti non so cosa dica a te quella maglia, ma io ti dico che devi indossare la divisa!-
-Ma no! Non ho mai messo una divisa in tutta la mia vita!-
-Non so se sono stato chiaro, è obbligatoria! La mettono tutti!-
-Ah, quindi è questo che vuoi? Che mi adegui alla massa?- Francesca assunse una posa scioccata –Da te non me la sarei mai aspettata!-
-Basta! Ora tu ti infilerai questa felpa e questi pantaloni e poi andrai dritta, dritta a scuola! Fine della questione!- chiuse il discorso lui, poi andò a svegliare i bambini.
-Ma Zio N! Almeno non c’è una versione più alla moda? Un top? Un vestitino?- esclamò lei, rincorrendolo.
 
La colazione era ormai a tavola.
Feli aveva superato se stessa, quel giorno, nel tentativo vano, di alleggerire la tensione del rientro a scuola. Una deliziosa torta, faceva bella mostra di sé, proprio al centro della tavola, con tanto di biscotti al cioccolato e bignè alla panna, come contorno.
Lleca si leccò i baffi e prese a riempirsi le tasche prima che Monito facesse sparire tutto.
-Devi stare tranquilla d’accordo?- disse Nico, rivolto a Mar, che era in piena crisi isterica. Quella mattina lei e Jasmine avrebbero dovuto sostenere l’esame per essere ammesse rispettivamente al secondo e al terzo anno.
Quanto a Jasmine era così impegnata a ripetere che neanche si era accorta della misteriosa dissoluzione della sua torta ad opera di Monito.
Ma visto che non c’è due senza tre, a completare il quadretto, ci si metteva anche Francesca che, dopo aver fatto inalberare Nico per la sua versione personale e un po’ troppo evidente della divisa (Con tanto di minigonna corta e zeppe) e essere stata spedita a “ricomporsi”, stava subendo un collasso nervoso.
-Sono sicuro che la prova di canto andrà benissimo. Non devi preoccuparti- la rassicurò Nico –Dopotutto la voce l’hai presa da me…-
-È proprio per questo che mi preoccupo- fu la secca risposta.
Tacho scoppiò in una risata, soffocata bruscamente da una gomitata da parte del suo tutore. La reazione scatenante fu tale che, il ragazzo contorcendosi dal dolore, colpì con la sua mano da lottatore il tavolo, facendo volare il bignè alla crema, posto in precario equilibrio sul vassoio, dritto, dritto sul naso di Thiago.
Ovviamente Bedoja, non rimase impassibile e passò al contrattacco, lanciando il suo pezzo di torta sulla maglietta dell’amico.
Ben presto la cucina si riempì di risate e grida, fra cui l’inconfondibile urlo di Tefi che si nascose sotto il tavolo, evitando per un pelo, il cannolo siciliano lanciato da Rama.
 
-Dunque ho corretto i vostri temi e devo dire che, a parte qualche eccezione erano del tutto deludenti…- proferì il signor Hertz, mentre passando fra i banchi assumeva un brusco cipiglio
-Paz, il suo tema mi ha deluso, mi aspettavo di più…- commentò consegnando il compito a Melody, la ragazza annuì, poi non appena l’uomo si fu girato riprese a truccarsi, cosa che aveva fatto per tutta l’ora.
-Bedoja, non commento neanche…-
Thiago si strinse nelle spalle –Sa come è professore, si fa quel che si può!-
Hertz scosse la testa e poggiò il compito sul banco.
-E infine Morales- continuò l’uomo –Il suo tema era davvero originale-
Tacho sorrise.
-originale per la sua assurdità! Le avevo detto di scrivere un saggio di attualità, non di consegnarmi un giornale con il suo nome sopra!-
Il biondo sbuffò e disse con aria scocciata –Insomma, se non c’è attualità sul giornale!-
La classe scoppiò in una risata collettiva, subito soffocata da un gesto imperioso di Hertz. L’uomo fissò ad uno ad uno i suoi alunni fino ad individuare la sua preda.
-Elordi, potrebbe lasciare il suo telefonino e venire qui?- chiese poi ghignando.
Melody diede una gomitata all’amica, che troppo presa a messaggiare, non si era neanche accorta del richiamo dell’insegnante.
Tefi alzò la testa e guardò il docente con aria interrogativa.
-Si Elordi, venga! Interrogata!-
Il terrore si fece largo sul volto di Tefi.
Il giorno prima non aveva aperto libro, troppo presa a ideare un piano per farsi baciare da Luca, che ora la fissava preoccupato due file di banchi più dietro.
Con incertezza si alzò e andò alla cattedra.
-Allora, Elordi, mi parli della lezione del giorno…-
Tefi setacciò la classe in cerca dello sguardo di Melody, che aveva aperto a raffica il libro, alla pagina della lezione del giorno, e cercava disperatamente di assimilare tutto ciò che potesse essere utile alla sua amica nell’interrogazione.
-Allora, si ma da dove parto?- chiese la brunetta cercando di prendere tempo.
-Dalla lezione del giorno, le ho detto, sa quale è vero?-
-Oh, si certo. L’ho studiata con attenzione-
 
-Come sta andando?- sussurrò Jasmine, abbassandosi in modo che l’astuccio, posto in posizione strategica, le coprisse il viso.
-Più o meno, matematica credo bene, ma di inglese non ne so una!- esclamò l’amica istericamente.
Il test era cominciato solo da mezzora e Mar era nel panico.
Jasmine, seduta accanto a lei, non se la passava meglio.
-Io non capisco… tu lo sai tradurre?- chiese la brunetta indicando la sfilza di parole in una lingua, per lei incomprensibile.
-No, no ti ho già detto che non ci capisco niente. So solo che è il testo di una canzone, una canzone dei Beatols, Let it be… ma non so altro…-
-Rinaldi, Romero, cosa sono tutte queste chiacchiere?- le rimproverò aspramente la signorina Gomez, vice preside e eletta “la carogna” dall’intero corpo studentesco.
-No, professoressa, le ho chiesto la gomma!- si giustificò Mar prontamente, mentre Jasmine sollevava l’oggetto e sorrideva con aria innocente.
-Bhe, la prossima volta gliela chieda con meno parole, Rinaldi-
Mar annuì, sorridendo, poi quando la donna si fu allontanata si portò le mani fra i capelli, disperata -E ora come faccio?-
Josè, al banco dietro, si alzò facendo strascicare la sedia sul pavimento in lineum, e dopo aver sorriso alla professoressa le consegno il compito.
Quando la donna si fu girata per mettere il foglio nella sua cartellina, il ragazzo lasciò un altro pezzo di carta sul banco di Mar, e filò via.
-Ah!!!- esclamò Mar, trattenendosi dall’urlare, poi si rivolse a Jasmine, raggiante –Me l’ha passata! Me l’ha passata!-
Jasmine soffocò un esclamazione di felicità e sussurrò concitata –Copia e passa, copia e passa, veloce!-
Poi sorrise alla Gomez, facendole il dito medio da sotto il banco.
-Fregata!-
 
 
-Muoviti!! Sono in ritardo, anzi in ritardassimo!- urlò Francesca, mentre colpiva Simon sulla schiena facendolo quasi strozzare con il muffin ai mirtilli.
Il ragazzo prese a tossire convulsamente e continuò così per tutto il tragitto che portava alla sala multimediale della Rockland, dove si sarebbero tenuti gli esami.
Francesca prese a stritolare l’elastico della sua tracolla, nervosa.
Era la prima volta che cantava davanti a così tanta gente.
E c’è da dire che nella sala erano presenti solo una decina di persone.
-Bene io ora vado, Mar avrà quasi finito l’esame e voglio esserci quando uscirà!- esclamò lui.
-Cosa, te ne vai?- protestò lei, nel panico.
-Si, sai come è Mar, se non mi vede mi uccide!-
Il ragazzo, le sorrise e, dopo averla salutata con un bacio sulla guancia, corse via.
La bionda si guardò intorno preoccupata.
Come avrebbe fatto senza nemmeno un volto familiare a darle sicurezza?
 
-Ecco, si, la lezione del giorno…-
Tefi guardò Melody disperata, ricevendo come risposta dei gesti incomprensibili.
Posò allora lo sguardo sulla cattedra, dove troneggiava in bella mostra il libro di storia.
Era aperto, così la ragazza approfittando di un momento di distrazione del professore (-Ordognes, la finisca di trastullarsi con quella chitarra e la metta via subito, o gliela darò io una bella “nota”!-) sparò il primo nome che riuscì a decifrare.
-Cleopatra!- esclamò trionfante.
Il professore la guardò perplesso.
-Si, dico l’argomento, quello che abbiamo preso in considerazione, che abbiamo analizzato, studiato, ecco…-
-Elordi, ho capito vada avanti, si chiama Cleopatra ma chi era? Perché era famosa?-
Tefi aggrottò la fronte.
Melody prese a gesticolare, imitando una danza egiziana, nel vano tentativo di far capire all’amica la provenienza della regina.
-Lei, lei era… una danzatrice!- continuò convita la brunetta, mal interpretando i suggerimenti dell’amica.
-Una danzatrice? Elordi, lei mi sta prendendo in giro per caso?-
-No, è che…- Tefi, messa alle strette ricorse alla sua arma migliore –La verità è che ho qualcosa, qui! Che mi impedisce di ricordare!- piagnucolò indicando un punto imprecisato dietro alla nuca.
Melody scosse la testa, sconfitta.
-Il problema è che…- Tefi scoppiò in un pianto a dirotto –È che nessuno mi vuole bene! Nessuno!- la ragazza si coprì il viso con le mani, mentre le lacrime da coccodrillo scendevano a precipizio.
Il professore, seriamente colpito, cercò di porre rimedio alla crisi adolescenziale, che pensava di aver causato.
-E va bene Elordi , si calmi, per oggi fa nulla, ma domani verrà interrogata, d’accordo?-
Tefi chiuse subito il suo rubinetto ambulante, sorrise felice e tornò a sedersi.
Luca la guardò ammirato.
E meno male che tutti la pensano stupida!
 
Mar spalancò la porta dell’aula e inspirò con forza.
Finalmente era libera!
Jasmine accanto a lei sorrise.
Grazie all’intervento propizio di Josè, il test era andato davvero bene.
-Mi sono liberata da un peso enorme, sul serio!- commenta la biondina.
Il sorriso disegnato sulle sue labbra, sparisce velocemente quando vede arrivare, a braccetto Crudelia e il suo braccio destro.
-Davvero ottima la tua recitazione…- sussurra Melody all’amica.
Mar, le ignora e scansandosi per farle passare si alza in punta di piedi per cercare di arrivare al suo armadietto. Da quando, circa a metà anno, lo hanno spostato più in alto, la ragazza faceva molta fatica a prendere le sue cose.
-Sai ormai il target di questa scuola si è cosi abbassato- continua Tefi, lanciando un occhiatina a Mar, con chiare intenzioni, e poi scoppiando a ridere con la sua complice.
-Si hai proprio ragione, il target è davvero basso. Ormai ammettono chiunque, anche li zingari…- la frecciatina di Mel questa volta è diretta a Jaz.
-Sta per caso cercando di insultarci?- mormora Mar alla gitana, trattenendosi a stento.
-Tu lasciale perdere, non le considerare…-
 
-Rama!- ululò Nico, bloccando il biondino, che camminava tutto piegato, cercando di non farsi vedere da nessuno –Che cosa ci fai fuori dall’aula?-
-Niente Nico, niente! Io non ho nessun problema con la scuola, solo avevo bisogno di una piccola pausa!- si giustificò il ragazzo.
-Piccola pausa un corno!- esclamò il tutore, prendendolo per il bavero della camicia e trascinandolo verso l’entrata della Rockland –Tu devi stare in aula, come tutti. Come Tacho, Thiago, Luca…-
Nico si interruppe bruscamente, quando davanti al bar dei Teen Angels, vide il solido gruppetto che cercava di rimorchiare un paio di biondine.
-Tacho, Thiago, Luca!!!!!!!!! Che cosa state facendo?-
-Nico rilassati!- esclamò Thiago che stava giocando a carte con Gero.
-Già Nico, diciamo che noi siamo in ricreazione!- spiegò Luca, mentre riammirava la sua nuova amichetta.
-oh, si lo vedo che tipo di ricreazione! Ma voi dovete andare a scuola! Andate, su!-
Fu un attimo, poi tutto precipitò.
Luca si eclissò nel locale con la bionda.
-Ma così non vale!- urlò Gero, gettando tutte le carte contro Thiago –Tu bari!-
-Io non baro affatto! Sei tu quello che gioca sporco, solo perché non sopporta di perdere!- controbatté Bedoja.
I due iniziarono a picchiarsi di santa ragione.
-No, fermi, fermi!- gridarono Rama e Tacho, cercando di separarli e contemporaneamente mandando all’aria il tavolino del bar.
-Basta!- urlò Nico cercando di imporsi.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!- l’urlo isterico di Tefi si sparse nell’aria mentre Jasmine, saltatale addosso, le tirava i capelli.
-Ferma lì giraffa!- ululò Mar, rincorrendo Melody.
Il direttore della Rockland a vedere lo sfacelo formatosi, si girò furente verso Nico.
-Bower, cosa è tutto questo?-
Nico si schermì e chinandosi giusto in tempo per evitare la spazzola lanciata da Tefi, si strinse nelle spalle –Ecco signor direttore, ci sono dei problemi tecnici, ma io volevo dirle… so che non è il momento più adatto, ma volevo parlare dell’integrazione di mia nipote nella scuola…-
Il direttore lo zittì con un gesto della mano ma prima che potesse dire qualcosa, fu colpito in pieno volto dal porta tovagliolini scagliato da Tacho.
 
-Numerazione, veloci!- urlò Nico al limite della pazienza.
-Sei- borbottò Mar, risentita.
-Sette- disse Jasmine, mentre frugava nel suo zainetto alla ricerca dello smalto.
-Otto- sussurrò Rama, massaggiandosi il braccio dove Thiago l’aveva colpito.
-Nove- continuò Tacho.
-Dieci- esclamò meccanicamente Thiago.
Poi ci fu silenzio.
Caridad pestò con veemenza il piede a Tefi, che si stava aggiustando i capelli, in una situazione pietosa dopo la lotta con Jasmine.
-Undici- commentò la ragazza svogliatamente.
-Dodici- proseguì Luca, ancora con il pensiero della lotta fra Jasmine e Tefi.
-Tredici- proclamò Valeria.
-Quattordici- mormorò Caridad, che pur non avendo fatto niente, era quella che si sentiva più in colpa di tutti.
-Si può sapere come devo fare con voi?- ululò Nico –Come? Come? Dimmelo tu, otto!-
-Nico scusaci, davvero- rispose prontamente Rama.
-Ci dispiace sul serio- asserì Tacho, dando man forte all’amico.
-Ragazzi, io non so proprio cosa fare con… NUMERO CINQUE! Che ci fai qui!?-
Lleca che stava camminando verso la cucina si girò spaventato.
-Oggi uscivamo alle dodici Nico!-
L’uomo si portò le mani al capo, poi attirò il biondino in una abbraccio –Scusa numero cinque, vai pure…-
 
-D’accordo, Bower Francesca?- chiamò l’insegnante.
La ragazza prese un grosso respiro e salì sul palco.
-Bene Francesca, cosa ci canterai?-
-Girlfriend di Avril Lavigne- rispose lei con voce flebile.
-Molto bene, è una canzone impegnativa…- commentò la professoressa.
Francesca non trovò meglio da dire, cosi si limitò ad annuire.
La musica partì, ma le parole non le uscivano.
Chiuse gli occhi concentrandosi.
Come diavolo faceva la canzone?
Tutti la stavano fissando.
Francesca nel panico, si asciugò le mani sul jeans, poi prese un altro respiro profondo.
-Dai Frankie!- urlò una voce dall’auditorio.
La ragazza guardò verso il basso e sorrise.
Simon appoggiato al muro, in fondo al teatro sorrideva e le mostrava il pollice all’insù.
Ehi, ehi you!
I could be your girlfriend!”

   
 
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