EPILOGO
Meg Giry,anni
dopo, rievocò tutta questa storia, ridendo,tremando e piangendo.
Era chiaramente sconvolta.
Nel pomeriggio, insieme ai propri figli e al marito, era stata al cimitero.
Era l’anniversario di morte di sua madre, e mentre vagava fra le tombe,
era capitata di fronte a quella di Gustave Daae. La vista di quella povera pietra tombale,abbandonata da tutti, le aveva riportato alla mente
dolorose memorie.
Nessuno conosceva la storia di quanto era accaduto nei sotterranei
dell’Opera.
Nessuno,tranne il Visconte de Chagny.
Lo aveva trovato, curvo e stanco,dinanzi alla tomba di sua madre.
Il Visconte si era salvato per miracolo da quel colpo di pallottola, e non si
era mai perdonato di non aver recuperato i sensi,la
forza prima…pochi,fatali secondi che avevano strappato la vita alla sua
dolce Christine.
Aveva vissuto una vita di rimpianti e di dolore.
Non si era mai sposato, e da allora viveva da recluso in mezzo ai suoi ricordi.
Era bastato un sorriso di comprensione fra loro, un’amichevole stretta di
mano,perché tutto il peso di quell’angoscia li travolgesse.
Chiedendo al marito di riportare a casa i bambini, si incamminò
lungo i viali di cipressi del camposanto, riportando alla vita
persone,luoghi,eventi sepolti nelle sabbie pesanti del tempo.
Raoul si asciugò una lacrima traditrice.
“Sapete, madame Lefrave….” Le disse,chiamandola per la prima volta con il suo nome da sposata
“ho sentito che le autorità hanno deciso di far perlustrare il
lago sotterraneo. La storia della strana morte di Barion
a quanto pare è destinata a fare nuovo
scalpore… Suppongo abbiano intenzione di trovare il cadavere del suo
assassino,giusto per mostrare alla nazione la solerzia delle proprie forze
dell’ordine.”
Meg abbassò lo sguardo, uno strano sorriso le
illuminava ora lo sguardo.
“Non troveranno nulla, in quei sotterranei.”
Raoul la guardò stupito.
“Allora voi…allora sapete cosa è accaduto loro in
realtà?”
Meg scrollò le spalle con noncuranza.
“Ho visto il cadavere di Christine con i miei
stessi occhi,era morta per davvero. Ma esiste qualcosa
al di là del corpo, e le loro anime sono andate
in quel luogo, migrate dal nostro mondo che non le aveva accettate e comprese.
Là sono state, e sono ancora, sicuramente felici.”
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
Arrivederci fratello mare, Nazim Hikmet
Raoul
annuì,sospirando,e porgendo il braccio a Meg.
Il tramonto si stagliava rosso sopra di loro, e un lieve soffio di brezza
scompigliò loro i capelli.
L’ultima carezza di quegli angeli agli affetti che avevano abbandonato il
mondo terreno.