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Autore: _Ayame_    21/03/2011    3 recensioni
Fanfiction a quattro capitoli sull'unità d'Italia, dalla fine di Nonno Roma, alla presa di Roma, fino al 17 marzo 2011.
[accenni guerra]
Citazione: "«Dovete promettermi che qualsiasi cosa accade veglierete sulla vostra gente», il volto smunto del nonno, l’espressione fiacca eppure fiera, gli occhi pieni di malinconia, mentre scompigliava le chiome brune dei suoi nipotini, «sulla nostra gente».
Non avevano lasciato che il suo ricordo li lasciasse neanche quando era scomparso, un giorno del lontano 476 d.C., e anche dopo quel fatto, l’Italia era rimasta unita anche sotto quei popoli germanici."
Spero vi piaccia, e auguri a tutti♥
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aph centocinquanta insieme cap4

NOTE:

Vaticano: Tiziana

Italia: Massimo

Centro Italia: Alessandro

So che avrei dovuto pubblicarlo ieri, ma proprio non mi è riuscito! Scusate!

Quindi, buona lettura!

Centocinquanta insieme

Capitolo 4: Italiani ogni giorno

 

Avevano guardato le tre capitali, avevano guardato gli edifici illuminati del tricolore, i fuochi d’artificio verdi, bianchi e rossi ad occhi spalancati, come bambini, avevano cantato l’inno, in disparte.

Tra loro, stringendosi per mano, a formare una corda unica di persone, senza più contare le rivalità.

Ma l’inno più bello era quello cantato dalla gente, non quello dei cantanti, era quello cantato con la passione nel cuore, mentre si crede a quello che si dice, anche perché l’Italia era stata fatta dal popolo.

Senza, loro non avrebbero mai potuto far nulla.

Ed era anche per quelle persone, che bisognava sentirsi italiani tutti i giorni, non quel giorno, non ai mondiali, ma in ogni momento, in ogni piccola differenza, perché loro era una famiglia, forse grande e scombinata rispetto alle altre, ma era quello che la rendeva così bella ed omogenea.

Altrimenti “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani” sarebbe stato ancora vero!

Possibile che ci credevano più le generazioni passate di loro?

 

Si svegliò e gli pareva un giorno come tanti.

«Buon compleanno » Feliciano l’abbracciò stretto, una tazza di caffè nella mano sinistra.

«Oh.. ah, grazie. Anche a te», disse Romano e prese la tazzina che l’altro gli porgeva.

Nord Italia canticchiava allegro tra sé: lui era sempre di buon umore del resto.

«Aspett-! Sono già centocinquanta anni?!», Sud Italia era sorpreso.

«Sì!», Veneziano rise di gusto, «Sei felice?»

«Mh», fu la non-risposta, «Mi meraviglio di come io ti abbia sopportato facilmente».

Nord Italia rise: inutile che nascondesse i suoi sentimenti; si avvicinò al suo fratellone e l’abbraccio: «Anche io ti voglio taanto bene!».

«I-io non ho detto nulla!»

«Cos’è questo trambusto?», un piccolo bambino si avvicinò ai due, l’aria sonnecchiosa.

Incredibile quanto somigliasse ai due.

«Buon compleanno, tesoro!», Veneziano gli si avvicinò, si piegò e l’abbracciò.

«Grazie, anche a voi»

«Ma che dolce!», Veneziano incominciò a fare lo smielato.

«Sì, grazie, auguri, Italia!», Romano scorbutico come sempre non lo guardò nemmeno.

Il bambino sorrise a Feliciano; quest’ultimo, inutile a dirlo sorrideva, ma stavolta era un sorriso complice.

Si avvicinarono quatti quatti al meridionale e l’abbracciarono, per poi fargli solletico.

«Rumorosi, dannati», Tiziana col tempo aveva imparato da Sud Italia.

Vanitosa come solo Francia sapeva essere, vestiva un abito costoso che guadagnò commenti acidi da parte di Romano: «Non sai proprio come spendere i soldi, tu, eh?»

Tiziana roteò gli occhi al soffitto: dopo la presa di Roma, si era vestita sempre a ‘lutto’, e dal 1929 [1] aveva iniziato a rivestire gli altri colori. Recuperava il tempo, come spiegarlo a Lovino?

Qualcuno sbatté malamente una porta.

Il piccolo Italia corse fine alla fonte del rumore: «Buon compleanno, Alessandro».

«O, ma grazie, anche a te!», il Centro Italia entrò nella cucina con in braccio il bambino.

«Che razza di modo di vestirsi!», Romano e Tiziana parevano d’accordo per una volta.

«Non voglio concordare con lei!»

«Concordo», disse secca lei.

E tra le urla isteriche per nuovi accordi, la porta d’ingresso di aprì.

Fecero irruzione le varie Nazioni, prime tra tutte, Prussia.

Abbracciò la famiglia Vargas al completo e iniziò ad intonare:

«Zum Geburstag viel Glück,

zum Geburstag viel Glück

zum Geburstag Dir Italien, zum Geburstag viel Glück[]», con Gilbird che faceva da direttore d’orchestra tra i suoi capelli.

Germania guardò sospettoso il fratello abbracciare Feliciano.

«B-buon compleanno Italia», disse senza sapere a quale, ma tanto non importava, perché alla fine erano una, facce diverse della stessa medaglia, la stessa faccia di diverse medaglie.

Un coro di: «Grazie» fece scoppiare i presenti a ridere.

Eppure c’era qualcuno che mancava all’appello, e quella felicità sudata era rattristata dalla sua sofferenza.

Erano certi che si sarebbero ripresi, però, perché Kiku era forte, era forte davvero.

Alfred cercò di riportare il buon umore, abbracciando gli italiani: «Happy B Day!!»

«I agree with the big mouth!».

E tra gli auguri di tutte quelle persone, il buon umore sembrò tornare; perché per farcela bisogna avere il sorriso sulle labbra, anche quando si vorrebbe piangere, e tante di quelle Nazioni lo sapevano.

Si godevano quella buona giornata, tra Feliciano e il piccolo Massimo che urlecchiavano scandendo: «Torta, torta!», a cui si aggiunse America: «CAAKE!», Romano e Tiziana che litigavano come Prussia e Austria, mentre Eliza tratteneva l’istinto di tirar fuori la fedele padella.

 

«Finalmente se ne sono andati!», Sud Italia era esausto.

Veneziano rise, mentre lavava i piatti.

«Tiziana, tu una mano mai, eh?»

«Non puoi farlo tu?», la risposta ovvia alla domanda di Romano, che scatenò l’ennesimo litigio.

Alessandro sospirò: quando l’avrebbero finita?

«Guardate che bello fuori!!», il piccolo Massimo indicò il paesaggio: come non si poteva sentirsi uniti, partecipi di un solo Paese, unico, a quella vista?

[1] Patti Lateranensi, risoluzione alla Questione Romana: il papa rifiutava di riappacificarsi con il Regno d'Italia
[2] Al compleanno molta fortuna (x2)

Al compleanno a te Italia, al compleanno molto fortuna

Lo auguro davvero all'Italia.

Beh, spero vi siano piaciuti questi capitoli, alla prossima!
_Ayame_
   
 
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