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Autore: roma_fics    27/03/2011    1 recensioni
Certe volte la magia non basta.
"La magia sta sparendo, Potter. Diventeremo tutti dei fottutissimi Maghinò e i figli dei nostri figli saranno Babbani."
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Titolo: The Taste of Magic (Il Sapore della Magia)
Autrice:
roma_fics
Traduttrice: Mari McSly

Sommario: Certe volte la magia non basta.


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.
ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale

Potete trovare la storia originale qui e il Livejournal dell'autrice qui.

Qui invece potete trovare il PDF di questa traduzione. 

-

1. Something in the Air (Qualcosa nell'Aria)

"Ho alzato la bacchetta ed ho detto 'Agitare e Colpire'."

"E poi non è successo niente?"

"Esattamente, Auror Potter. Sin da allora la mia magia è stata oscillante."

Harry bagnò la piuma nel calamaio e poi scribacchiò la risposta del Professor Vitious nel taccuino, pieno degli incidenti di magia erratica degli altri professori.

Lanciò un'occhiata alla Preside McGranitt che sedeva dietro la scrivania, fissando il guanciale appoggiato sul davanzale della finestra; era stata silenziosa quanto i ritratti che fingevano di essere addormentati. "Preside, c'è qualcos'altro?"

La mascella di lei si contrasse e il suo sguardo si posò su di lui. Gli fu dato un riluttante cenno d'assenso. Harry fece un sorriso rassicurante. "Va tutto bene. Sistemeremo tutto, ma devo sapere."

Il Professor Vitious saltellò giù dalla sedia. "Dovrei andare. Se ha bisogno di me, può trovarmi nelle mie stanze, Auror Potter."

"Grazie, Professore."

La porta si chiuse. L'unico suono rimasto fu il ronzio degli strumenti d'argento. Harry posò la piuma e versò una tazza di thè ad entrambi.

"Preside," bisbigliò Harry. "Me lo dica."

"H-ho... ho perso la mia capacità di Animagus."

Harry non riprese la piuma. Era sicuro che questo se lo sarebbe ricordato.

"Mi dispiace, Preside. Quando è successo?"

La vide sbattere via le lacrime; lui distolse lo sguardo, puntandolo sul cuscino a stampa scozzese che stava sul davanzale. Era coperto da peli di gatto.

"Due settimane fa, anche se c'erano stati alcuni incidenti prima. P-pensavo fosse dovuto alla mia età."

Harry non poté trattenersi dal sorridere. Pensava che la magia della Preside fosse forte come sempre. Era un semplice caso di negazione che ci fosse qualcosa di più in ballo. Harry chiuse il taccuino e lo mise via. Gli occhi di lei erano sgombri di lacrime mentre sorseggiava il suo thè.

"Nient'altro?"

Minerva appoggiò la tazza e si schiarì la gola. "Il Libro... è da mesi che non è stato aggiunto alcun nome."

Harry strizzò gli occhi e scosse la testa. Non era stato preparato per quella risposta e non aveva idea di cosa significasse.

"Ha parlato con gli Elfi Domestici?"

"Sì. Non sembrano essere preoccupati da questo... questo... problema. Hanno accennato al fatto che sentono una differenza nell'aria."

Harry aggrottò le sopracciglia. "Una differenza nell'aria?"

"E, Harry" disse la McGranitt, scrutandolo da sopra le lenti. "I ritratti... i ritratti sono fermi da questa mattina."

Ad Harry gli sì gelò il sangue quando alzò lo sguardo per esaminare la fila di teste chinate e di occhi chiusi. Non stavano dormendo.

*

"Potter, mi stavo proprio chiedendo quando avresti chiesto di me." Draco Malfoy entrò lentamente nell'ufficio di Harry e prese immediatamente posto davanti alla sua scrivania. Nonostante il tono lamentoso fosse lo stesso, Malfoy non aveva il solito aspetto. La pelle grigiastra, le vesti sgualcite, i capelli aggrovigliati e gli occhi iniettati di sangue ricordavano ad Harry un Malfoy che non stava combinando niente di buono.

"Me lo aspettavo da mesi." Le dita tremanti di Draco si allungarono verso il barattolo di Tuttigusti+1 ed afferrarono una gelatina viola. Harry lo guardò con anticipazione; George aveva detto che quelle sapevano di vomito. Draco si mise la caramella in bocca e ghignò.

Harry roteò gli occhi alla sua stessa credulità.

"Sei l'unico Indicibile di cui conosco il nome, Malfoy, o ne avrei sicuramente chiamato un altro. Cosa sai dirmi? E comunque, sembri uno straccio."

Un singolo sopracciglio inarcato disse a Harry che l'informazione non sarebbe stata offerta spontaneamente. Malfoy si stava chiaramente godendo questo momento. Proprio come Harry ammetteva si era goduto dare l'ultima firma di cui Malfoy aveva bisogno per essere accettato nel programma degli Indicibili tre anni prima.

"Riguardo l'esaurimento magico. Cosa sai?"

"Qualcosa." replicò Draco, mentre prendeva un'altra gelatina.

"Niente giochetti, Malfoy. Dimmi cosa sai."

Draco sospirò. "Presumo che se non te lo dico compilerai dei documenti contro il mio dipartimento, che poi compilerà una confutazione, e finiremo davanti al Wizengamot entro un anno."

Harry annuì.

Draco si mise la caramella in bocca, ma non masticò. Harry sapeva che si stava facendo espandere il sapore sulla lingua, e poi il forte profumo lo colpì: violette. Il ricordo di quel sapore assalì i suoi pensieri. Non era fruttato, ma ricco e denso come una spezia. Aveva assaggiato quel gusto solo due volte prima, e il ricordo di ognuna era sfocato come la sua vista senza occhiali.

"Potter!"

"Cosa?"

"Stavo parlando. Non hai sentito quello che ho detto?"

Harry odiava ammettere che Draco era riuscito a distrarlo, ma l'argomento era troppo importante per sorvolare. "No, Malfoy. Puoi ripetere, per favore?"

Draco si passò la lingua sulle labbra. Tirò fuori dalle vesti una fiaschetta d'argento. "Vuoi un sorso?"

"Malfoy, sono le dieci di mattina." disse Harry, prendendo il bicchiere d'acqua sempre-pieno. Bevve il liquido cristallino e sbatté le palpebre quando il bicchiere si riempì solo per metà.

Draco svitò il tappo della fiaschetta; pendeva da una sottile catenina. Gli occhi di Harry si ingrandirono quando Draco prese tre lunghi sorsi.

"Da quanto tempo bevi così?" Harry sorprese persino se stesso col tono preoccupato.

Draco sbuffò. "La magia sta sparendo, Potter. Diventeremo tutti dei fottutissimi Maghinò e i figli dei nostri figli saranno Babbani."

Le parole non avevano senso; Draco inclinò di nuovo la fiaschetta e si fece cadere le ultime gocce sulla lingua. Harry chiuse gli occhi e scosse la testa.

"Tutta quanta?" bisbigliò. La sua mente ripassò i casi dei mesi passati per cercare indizi di magia andata storta nelle forze Auror. Sussultò, ricordando le suppliche inascoltate dei criminali che affermavano di non aver avuto intenzione di fare certi incantesimi o di renderli così potenti; gli Auror stavano affrontando dei problemi disciplinari per essere stati troppo violenti o per aver lasciato i criminali scappare.

Draco si alzò lentamente. "Potter, di solito sono ubriaco entro mezzogiorno, quindi perché non ne discutiamo da qualche altra parte? La mia fiaschetta è vuota; portami fuori di qui, ed io ti aiuterò."

Harry rise. "Mi stai chiedendo di uscire, Malfoy?"

Draco gli mostrò un ghignò beffardo. "No, coglione. Ti sto dicendo che se vuoi più informazioni, dovrai provvedere da bere."

Harry si alzò dalla sedia. Appellò la giacca e ne passò una di ricambio a Draco. "Ricordavo che diventassi felice ed affettuoso quando bevi, non che aumentassi la tua bastardaggine."

"Un bar Babbano?" grugnì Draco mentre si levava il mantello e si infilava la giacca di pelle nera. "Suppongo che dovrò abituarmici. E Potter, bastardaggine non è una parola. Inoltre, sei tu che diventi sdolcinato e arrapato quando sei sbronzo."

Harry afferrò il gomito di Draco e lo guidò verso la Metropolvere. "É l'unico modo per sopportare di pomiciare con te, Malfoy."

"Abbiamo fatto più che pomiciare, Potter."

Harry fece una smorfia e spinse Draco nel camino. "Paiolo Magico" disse, buttando a terra una manciata di Polvere Volante.

Harry si infilò le mani nelle tasche della giacca e uscì a passo svelto dal Paiolo Magico con Draco. In testa stava riascoltando le parole che Malfoy si era lasciato sfuggire sulla perdita della magia. Si fermò improvvisamente davanti ad un edificio sgangherato a due piani con un insegna logora. Il Passaggio.

"Cadiamo in basso" commentò Draco mentre Harry apriva la porta. Le alte finestre erano annerite da anni di sporcizia e fuliggine. L'unica luce proveniva da una lampadina che pendeva da un filo di rame sopra le loro teste.

"Sì, infatti." Harry afferrò il braccio di Draco e lo strattonò indietro. "Non dire un'altra parole finchè non ci sediamo." Draco sbuffò, ma permise a Harry di guidarlo dietro l'ultimo separé dello stretto tugurio, vicino ad una rampa di scale traballanti. Harry si sedette ed accese una piccola candela rossa. Presto una bottiglia di scotch apparse sul tavolo di legno con due bicchieri ed un cesto di fish'n chips.

"Il proprietario è un mago?"

Harry annuì e fu ancora sorpreso dal profumo di violette che permeava l'alito di Draco. "Ora parla, Malfoy. Hai il tuo alcool." Harry cosparse le patatine di aceto e sale. Draco aprì la bottiglia di scotch e versò un bicchiere ad entrambi.

Draco sospirò. "La magia, Potter, è una risorsa naturale. Lo sapevi?"

"No, ma cosa..."

Draco alzò una mano. "La magia è contenuta nell'atmosfera terrestre. Si muove come il vento, ma è sempre presente."

"Molto poetico, ma cosa cazzo centra con quello che sta succedendo?"

"C'è un buco nella stratosfera terrestre."

"Non c'è davvero un buco nello strato d'ozono, è un assottigliamento."

"Lo so questo, Potter, è solo un modo di dire. Ma sono impressionato da quanto tu sia informato."

Harry sospirò. "Sono stato cresciuto tra i Babbani, ricordi? Mi capita di tenermi informato sugli altri abitanti di questo pianeta." Harry fece per prendere il pezzo più largo di pesce, ma Draco gli schiaffeggiò la mano e lo rubò.

"Granger. Scommetto che te l'ha detto lei."

Harry sorrise. Lui e Draco parlavano raramente, me si conoscevano bene. Una volta superato l'Ardemonio insieme, bevuto così tanto da dover dividere il bagno di una taverna in cui poter vomitare... e poi c'erano quei due incidenti. Le relazioni cambiavano.

"Quindi lo sai da un po'. Qual'è la soluzione? Come l'aggiustiamo?"

"Non possiamo" rispose Draco francamente. "La scala è troppo ampia. I raggi ultravioletti hanno effetti negativi sulla magia dei maghi. E anche se la magia non è finita, non si rigenera in fretta. Per ora, e probabilmente per il prossimo secolo, la situazione andrà solo peggiorando. Alcuni Babbani e i loro governi hanno avviato dei cambiamenti per proibire l'uso delle sostanze chimiche che sono i maggior colpevoli della situazione, ma non hanno fatto abbastanza e certamente non abbastanza veloce."

La mano di Harry, istintivamente, si alzò verso la fronte e strofinò la cicatrice. "Mi stai dicendo che il mondo intero sta per finire la magia?"

"Sì, Potter, è esattamente quello che ti sto dicendo. L'assottigliamento dell'ozono nella stratosfera sta facendo passare i raggi ultravioletti, più specificatamente i raggi UV-B, che stanno distruggendo la nostra magia."

Harry si sentì all'improvviso terribilmente scombussolato.

Draco spinse il bicchiere di Harry più vicino a lui. "Ora lo vuoi quel bicchiere?"

Harry lo sollevò. Le sue mani stavano tremando quasi quanto avevano tremato prima quelle di Draco. Prese un lungo sorso e all'istante capì perché Draco stava bevendo così tanto. Anche Harry voleva che quell'informazione la smettesse di ronzargli in testa, illuminando a caso pensieri di cosa sarebbe successo al mondo magico, ma poi ricordò la conversazione con la McGranitt.

"E le creature magiche?"

"Gli Elfi Domestici estraggono la loro magia dalla terra stessa e i Goblin dai minerali, quindi staranno bene. Il resto delle creature della Bretagna dovrà vivere nella Foresta Proibita e nel Lago. Questa è tutta la protezione che i maghi possono garantire. I Centauri, abbiamo notato, hanno già iniziato a ridurre il loro territorio."

Harry ingoiò l'ultimo sorso di scotch. "Cosa significa che possiamo garantire la loro protezione? Come possiamo se non c'è magia?"

Draco versò a Harry dell'altro whisky. "Abbiamo fatto delle simulazioni e crediamo che la Bretagna potrà sostenere circa un centinaio di maghi a tempo indefinito, ma gli altri dovranno sacrificare la loro magia. Forse dopo si potrà trovare una soluzione."

"Cento" borbottò Harry mentre risollevava il bicchiere. "Dovranno sparpagliarsi per tutta la Bretagna?"

Draco annuì. "Forse sei persone o più potranno vivere ad Hogsmeade e probabilmente a Hogwarts, dato che l'area ha un clima naturalmente favorevole alla magia, ma per il resto solo due o tre adulti potranno vivere nella stessa casa ed usare comunque la magia."

Harry fece una smorfia al sapore dello scotch mischiato con le patatine all'aceto. La combinazione non era piacevole, ma non lo era neanche questa conversazione.

"Dio" sospirò Harry. "Come facciamo a decidere?"

Draco rimase in silenzio. Si portò il bicchiere alle labbra per la prima volta da quando erano entrati nel bar.

"Tu lo sai. Cazzo, dimmelo!"

Draco si appoggiò allo schienale dell'alta panca. Sollevò un piede coperto dallo stivale e lo posò sulla panca accanto alla coscia di Harry.

"Non provare a distrarmi, Malfoy. Non sono ancora abbastanza ubriaco per toccarti. Dimmi solo come cazzo facciamo a scegliere cento persone in modo imparziale."

"Il Calice di Fuoco."

"Non è infallibile."

Draco scosse la testa e prese un'altra patatina. "No, Potter, tu e Shacklebolt dovrete occuparvi della sua protezione una volta che sarà attivato e fare un voto davanti al Wizengamot per garantire che farete ciò che vi sarà richiesto."

"E i nomi?" chiese Harry, scioccato dal fatto Malfoy gli affidasse il Calice di Fuoco e l'obbligo che questo avrebbe eseguito. "Che facciamo, chiediamo a tutti, inclusi i bambini, di mettere i loro nomi? Separerà le famiglie."

"No, non i bambini. Non devono registrarsi se non sono maggiorenni."

"E quando lo diventano? Che, verrano cacciati dal Paiolo Magico?"

Draco ingoiò una patatina. Harry si chiese quando era stata l'ultima volta che Draco aveva mangiato, data la quantità di roba che aveva ingurgitato finora. "Sì, a meno che il Calice non chiede loro di restare. Sarà considerata una responsabilità del Calice determinare quali sono lo persone necessarie a salvaguardare la comunità magica. Oltretutto, Potter, una volta che la magia scompare, gli edifici magici non saranno nemmeno visibili. Sarà come essere Babbani, neanche Maghinò."

"Cazzo!" Harry picchiò la testa contro l'alto separé. "Mi sono appena ricordato quello che mi ha detto la McGranitt. Non penso che dovremo preoccuparci dei bambini."

Draco si inclinò in avanti, ed i suoi occhi grigi tornarono finalmente alla vita. "Cosa ha detto?"

"Nessun nuovo nome è stato registrato nel Libro di Hogwarts negli ultimi mesi."

Harry guardò Draco mentre digestiva l'ultima informazione. Il suo piede si scontrò con la gamba di Harry e sembrò fissare un punto proprio dietro di lui. "Va bene, ma per quelli già nati e magici, se un genitore viene scelto e non l'altro, possono tutti andare bel Mondo Babbano, o solo quel genitore che può restare con i bambini." disse Draco

Si versarono entrambi un altro bicchiere.

"Dio, perché non avete detto qualcosa prima?"

"Lo sai perché, Potter. Non c'è via d'uscita. Devi fare la domanda direttamente ad un Indicibile per poter dire qualcosa."

Harry scosse la testa. "Devo dirlo a Kingsley."

Draco scrollò le spalle e continuò a divorare il cibo davanti a lui. "Non preoccuparti, Potter, sono sicuro che voi due resterete. É il resto di noi poveri coglioni che non avrà alcuna possibilità."

Continua...

   
 
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