Crossover
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Autore: telesette    28/03/2011    7 recensioni
In un mondo fantastico, popolato da cavalieri e maghi, due innamorati sono vittime di un maleficio: saranno sempre insieme, ma non potranno mai amarsi; lei costretta ad essere un falco durante il giorno, lui lupo durante la notte...
Questa la trama di un meraviglioso capolavoro di cinema "fantasy" del 1985, intitolato "Ladyhawke". Probabilmente nessuno dell'attuale generazione ricorderà il fascino di questo genere di storie, ciononostante proverò a ricreare una storia sentimentale e avventurosa ( XD speriamo bene! ) con questa mia modesta parodia dedicata ai due personaggi che più AMO del mondo di Naruto...
Genere: Avventura, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Rock Lee vide Tenten sollevare davanti a sé quella specie di rotolo, come se fosse un’arma. L’ufficiale ripeté il suo ordine con maggiore fermezza, tuttavia lei non si lasciò impressionare. Con sommo stupore di tutti, si sollevò in aria con un agile balzo e, incurante della veste che le svolazzava addosso come un paio di ali, aprì il rotolo e ne scorse la superficie con la mano.

 

- Tecnica delle Mille Lame - urlò. - Pioggia Tagliente !!!

 

Subito dal rotolo comparvero magicamente una quantità innumerevole di lame e coltelli di vario genere, che Tenten scagliò addosso ai nemici con incredibile precisione. Le mani della fanciulla si muovevano ad una velocità impressionante, afferrando al volo l’impugnatura di ogni arma che usciva dal rotolo, e quella pioggia mortale sembrava una miriade di piume di uccello. Rock Lee osservò sbalordito, chiedendosi se tutto ciò era davvero possibile: perfino lui, con tutta la sua giovinezza e agilità, non era mai riuscito a “volare” tanto in alto…

 

- Al riparo! Al riparo - urlò l’ufficiale ai suoi uomini.

 

Al culmine della sua elevazione, Tenten atterrò sulle pietre attorno alla torre con la grazia di un falco vero e proprio. I nemici erano acquattati lì intorno ma, temendo un altro attacco micidiale come il precedente, non osarono muoversi.

 

- Avanti - urlò di nuovo l’ufficiale, sguainando la spada. - Balestre !!!

 

Dalle pietre sbucarono immediatamente quattro o cinque listelli armati e pronti a fare fuoco. Nel momento in cui le frecce partirono, Tenten balzò nuovamente in aria e Rock Lee schivò invece i proiettili con una serie di salti all’indietro.

 

- Questi vogliono la nostra pelle - osservò il ragazzo, preoccupato.

- Ti stupisce ? - commentò Tenten, preparandosi al contrattacco. - Il loro capo sa bene come farsi obbedire… Peccato che scelga così male le sue pedine!

 

Così dicendo, Tenten scagliò un’altra pioggia di lame in direzione dei balestrieri, disarmandone uno e costringendo gli altri ad accucciarsi nuovamente.

 

- Ma… Ma tu sei… sei ECCEZIONALE - disse Rock Lee, con ammirazione.

 

Tenten sorrise.

 

- Ti copro io - esclamò lei. - Tu cerca di avvicinarti quanto basta per attaccarli con le tue mosse!

 

Improvvisamente l’ufficiale ruggì qualcosa di incomprensibile. Tenten reagì istintivamente, tenendo quattro punte affilate nella mano destra, le scagliò nella sua direzione. L’ufficiale impallidì, tuttavia l’unico danno che accusò fu un lungo segno rosso su una guancia.

 

- Co… Cosa ?!? - mormorò lui, tastandosi la ferita.

 

Tenten strinse i denti con disappunto. Finora aveva mirato ai nemici, evitando accuratamente di colpirli in punti vitali. Ora però temeva che, se si fossero accorti del fatto che li stava mancando di proposito, le si sarebbero avventati contro senza pietà.

 

- Andiamo Tenten, che cosa ti prende ? - gridò Rock Lee, vedendola esitare. - E’ proprio davanti a te, colpiscilo!

- Non… Non posso!

 

***

 

Seduta all’ombra di un albero nei giardini del Vescovo, Tenten stava stringendo in mano il suo prezioso rotolo delle armi, sfiorandone di tanto in tanto il sigillo che lo teneva chiuso. Erano ormai già cinque settimane che si era trasferita nella residenza dell’Abate Sarutobi, ciononostante non poteva dimenticare il peso terribile che rappresentava quell’oggetto nelle sue mani.

 

- Lady Armé!

 

Tenten drizzò subito il capo, a quella voce improvvisa, e incontrò gli occhi del capitano Hyugarre.

 

- Buongiorno, capitano - sorrise.

 

Hyugarre si avvicinò a lei, senza ovviamente sedersi al suo fianco, ma non poté fare a meno di osservarla preoccupato.

 

- C’è qualcosa che la turba ?

- Come ?!? No, va tutto bene… davvero!

 

Il capitano strinse gli occhi.

 

- Suppongo di dovervi le mie scuse…

- Per cosa ?

- Immagino che l’ordine di Sua Grazia, di far perquisire i vostri effetti personali, non sia facile da accettare - osservò Neji gravemente. - Purtroppo non sono riuscito a dissuaderlo, vi domando perdono!

- Per l’amor del cielo, capitano - rispose Tenten. - Proprio voi che, insieme all’Abate Sarutobi, vi preoccupate tanto per il mio benessere… Dovrei essere io a scusarmi, per darvi così tanto pensiero!

 

Hyugarre parve sollevato, tuttavia il suo sguardo cadde su ciò che la fanciulla stringeva in mano.

 

- Vi raccomando maggiore prudenza - esclamò lui. - Proprio perché vi sono amico, non potrei perdonarmi di arrecarvi un dolore… E gli ordini di Sua Grazia vanno oltre la mia autorità!

 

Tenten guardò prima il rotolo nelle sue mani, poi gli occhi di ghiaccio del capitano. Hyugarre “sapeva” cos’era quell’oggetto ma non glielo avrebbe mai sottratto, nemmeno per ubbidire al Vescovo.

 

- Capitano Hyugarre - mormorò Tenten, stringendosi il rotolo al petto. - Voi… conoscevate mio padre, per caso ?

- Ne ho sentito parlare - rispose. - Le notizie delle sue battaglie sono giunte fin oltre le mura di Konoha…

- Battaglie ?!? - sorrise lei amaramente. - Dite pure “stragi insensate”: ovunque egli sia andato, la gente è morta in modo atroce; ovunque egli ha combattuto, la gente ha consumato i propri occhi per piangere vittime innocenti… Questo rotolo, che adesso stringo nella mia mano, è macchiato del loro sangue!

 

Neji non disse nulla.

 

- Sua Grazia - continuò Tenten. - Lui vorrebbe che questo strumento di morte torni a fare ciò per cui è stato creato, ma io ho giurato… sulle anime di centinaia di persone, che mai più venga aperto questo sigillo, perciò non posso consegnarlo al Vescovo!

- E’ una vostra libera scelta - osservò Neji. - Prego Dio che vi aiuti a rispettarla!

 

Così dicendo, fece per andarsene ma Tenten lo fermò immediatamente.

 

- Aspettate - esclamò.

 

Hyugarre si voltò a guardarla. Negli occhi di lei, così intensi e profondi, vi era una luce ardente: la stessa luce che aveva visto il giorno in cui la fanciulla arrivò a Konoha; davanti a quello sguardo, persino la sua proverbiale freddezza sembrava sciogliersi come neve al sole.

 

- Vi prego - sussurrò lei, porgendogli il rotolo.

 

Il capitano la fissò sbalordito.

 

- Perché lo state dando a me ? - domandò.

- Perché mi fido di voi - rispose la fanciulla. - So che non lo consegnereste mai ad alcuno, contro la vostra volontà… E se lo terrete voi per me, sarà al sicuro dal Vescovo e da chiunque altro!

- Mi affidate dunque il vostro segreto ?

- Vi affiderei la mia vita - si lasciò sfuggire Tenten, senza riflettere.

 

Improvvisamente, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto, si portò la mano alla bocca con imbarazzo. Tuttavia Neji l’afferrò dolcemente, prima che potesse andarsene, e la guardò coi suoi bianchi occhi inespressivi. Tenten si sentì smarrita e confusa, non riusciva a crederci eppure, in un certo senso era felice di averlo detto.

 

- Ecco, io…

- Va tutto bene - la interruppe Neji, stringendole le mani con affetto. - Apprezzo la vostra franchezza, credetemi, ma credo di non essere degno di tanta fiducia!

 

Così dicendo, fece per restituirle il rotolo ma Tenten scosse il capo.

 

- No - disse semplicemente. - Ve l’ho detto, mi fido di voi perché siete leale e sincero!

 

Entrambi non dissero nulla per un istante, Hyugarre strinse il rotolo nel pugno e ricambiò lo sguardo di Tenten con un sorriso gentile.

 

- Rispetterò la vostra volontà, Lady Armé - esclamò. - Finché custodirò il vostro segreto, nessuno aprirà mai questo rotolo… ve lo prometto!

 

***

 

L’ufficiale ebbe un momento di panico ma, vedendo l’espressione sconvolta della fanciulla davanti alla vista del sangue, capì immediatamente che non avrebbe mai sferrato il colpo mortale.

 

- Frecce - gridò. - Frecce, ho detto!

 

Tenten rimase immobile, tuttavia Rock Lee riuscì a salvarla dai micidiali proiettili, gettandosi a terra con lei.

 

- Presto, rifugiamoci nella torre - esclamò lui, aiutandola a rialzarsi.

 

Completamente diversa rispetto a qualche attimo prima, Tenten si lasciò guidare dal suo compagno; non appena furono entrambi al sicuro dentro la torre, questi sbarrò la porta e le frecce si conficcarono nel legno.

 

- Si può sapere che cosa ti è preso ? - domandò Rock Lee, passandosi una mano sulla fronte. - Potevi ucciderli facilmente, loro non hanno esitato!

 

Nessuna risposta.

 

- Ehi ma… ma tu stai sanguinando!

 

Improvvisamente Tenten si accorse della chiazza rossa che si stava allargando sulla stoffa all’altezza della sua spalla sinistra: la ferita si stava riaprendo…

 

- No… Non è niente - rispose lei, sforzandosi di contenere il dolore.

- Te l’avevo detto che non dovevi combattere in quelle condizioni - la rimproverò il moro.

 

Purtroppo non fece in tempo ad aggiungere altro, che la lama di una spada penetrò attraverso il legno della porta.

 

- Porc… Che razza di… ?!?

- Sfondate la porta, muovetevi - tuonò la voce dell’ufficiale all’esterno.

- Lasciami qui, Rock Lee - mormorò Tenten, tenendosi la spalla ferita. - E’ me che vogliono…

- Non fartene un vanto - ribatté lui, seccato. - Andiamo, dobbiamo raggiungere il tetto!

 

Così dicendo, Rock Lee afferrò Tenten e corse su per le scale assieme a lei. Intanto i soldati continuavano ad aggredire la porta sotto violenti colpi, mentre l’ufficiale sbraitava affinché si muovessero.

 

- Fate presto, brutti figli di cani, altrimenti vi consegnerò tutti al Vescovo!

 

Terrorizzati all’idea, i soldati colpirono la porta con rinnovato vigore. Tuttavia una voce alle loro spalle li fece fermare di colpo.

 

- Ah-ehm - tossì Jirayus. - Sarebbe più saggio da parte vostra, lasciare subito questo luogo… finché potete!

 

Per tutta risposta, l’ufficiale sguainò la propria arma e la puntò dritta contro la gola dell’eremita.

 

- Stai dicendo che dovremmo preoccuparci di te, vecchio ?

- Oh, no di certo - rispose Jirayus con una smorfia. - Ma di loro fareste bene a preoccuparvi…

 

Subito i soldati sollevarono lo sguardo nella direzione indicata dall’eremita: Gamakichi e gli altri rospi erano tutti lì, pronti a saltare addosso ai malcapitati.

 

- A… a… aaah - esalò l’ufficiale, pallido come un lenzuolo.

- Peccato - ghignò l’eremita.

 

Jirayus disarmò l’avversario con una mossa abile e veloce, dopodiché scambiò un’occhiata d’intesa con Gamakichi e quest’ultimo annuì soddisfatto.

 

- All’attacco !!!

 

Come un sol uomo, i rospi si lanciarono addosso ai soldati. L’ufficiale riuscì ad evitare l’assalto in extremis e, buttandosi contro la porta ( già indebolita a causa dei colpi ), riuscì ad entrare al pianoterra della torre. L’interno si reggeva in piedi per miracolo: se qualcuno fosse stato tanto pazzo da ingaggiare un combattimento, l’intera struttura gli sarebbe crollata addosso inevitabilmente.

 

- Dannati… bastardi - imprecò l’uomo tra i denti.

 

Frattanto Rock Lee e Tenten avevano già raggiunto il tetto dell’edificio ed erano sbucati fuori, attraverso una botola che conduceva all’esterno. Qui però si resero conto di essere un’altra volta in trappola.

 

- Oh no, e adesso ? - esclamò Rock Lee. - Forse… non è stata una grande idea, lo ammetto!

- Mi dispiace, Rock Lee - fece Tenten stancamente. - E’ tutta colpa mia…

- E ORA CHE LO SO, CHE ACCIDENTI RISOLVO ?!? - scattò il giovane. - Maestro, Maestro, Maestro mio… ti prego, dammi un’idea!

- Arrendetevi - esclamò una voce da sotto la botola.

- Ho detto “un’idea”, non una cavolata…

 

Tacque, vedendo la botola scuotersi sotto i pugni pesanti dell’ufficiale impazzito.

 

- Poveri noi, qui crolla tutto!

 

Prima che potesse fare o dire qualcosa, le pietre cominciarono a staccarsi e a sbriciolarsi lungo la merlatura della torre. Tenten, che si era appoggiata per caso contro il bordo, scivolò accidentalmente e rischiò di cadere di sotto.

 

- Aaahhh!

- Oh, per l’amor del… Arrivo!

 

Rock Lee riuscì ad agguantare la mano di Tenten appena in tempo. Tuttavia, tra lo sforzo combinato di: tenere la mano della fanciulla; tenere la botola chiusa col piede e le ossa in tensione per quell’assurdo allungamento… fece appello a tutta la sua giovinezza, sperando di svegliarsi presto da quella specie di incubo.

 

- Tienimi - urlò Tenten disperatamente.

- Non mollare - rispose lui. - Resisti…

 

Purtroppo Rock Lee sentì la presa scivolargli lentamente, non poteva continuare a sostenerla in quella posizione così precaria; ma se avesse aperto la botola, sarebbero caduti ugualmente entrambi. Improvvisamente le dita di lei gli sfuggirono di mano e la fanciulla precipitò verso una morte sicura.

 

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh !!!

 

Nello stesso momento, il primo raggio del mattino sbucò da dietro le montagne. Quel lieve chiarore rosato riempì il cielo di luce vivida e, sotto lo sguardo sbigottito di Rock Lee, l’incantesimo della maledizione si ripeté di nuovo…

Le braccia di Tenten divennero ali; le vesti di stoffa scivolarono via da un sottilissimo corpo coperto di piume; e le grida disperate della fanciulla si trasformarono in striduli e acuti versi di uccello. Il falco riprese quota, con la stessa velocità con la quale stava per schiantarsi al suolo, e Rock Lee lo vide splendere luminoso al sole nascente.

 

( continua )

 

 

NOTA:

"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni

Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

 

 

   
 
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