Crossover
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Autore: Hikary    01/04/2011    1 recensioni
[Wicked ~ Musical/Bookverse]
Per/per colpa di Sammy ♥
Una fic al mese per dodici mesi ; una canzone per ogni capitolo, gentilmente suggerita dalla darling x)p
Meravigliosamente random, 100% crossover, alto contenuto Fiyeraba.
Enjoy!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Libri
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Song: Paint it black – Lee Mead's version
Verse: Musicalverse + opzione “ Fiyero con tattoo non sul viso” + Avaric molto musicalverse ma fisicamente é ripreso dal libro.
Timeline: dopo la lion scene MA ambientato in uno di qeugli universi strani che piace tanto alle ficwriters americane dove sono tutti felicemente a scuola e Galinda e Fiyero si sono ancor più felicemente lasciati. Bah.
Character e/o pairing: Elphaba, Galinda, Avaric, Fiyero ; Fiyero/Elphaba implicito.
Desclaimer: non possiedo nulla. Seneca é fiero di me <3

A loro,
per quella mattina
e per tutto quello che é venuto prima e dopo.


Chromatic Mock-up Parade.



I see a red door and I want it painted black.
No colors anymore, I want them turn to black.

C'erano tante cose su cui Elphaba Thropp non aveva mai riflettuto prima della sua amicizia con Galinda. Ed una di queste era, senza ombra di dubbio, il colore dei suoi vestiti.
Non aveva molte opzioni cromatiche nel suo armadio, non c'erano mai state. Nemmeno Nessarose andava pazza per i colori sgargianti, a dirla tutta, né tantomeno le due sorelle avevano l'abitudine di fare shopping insieme. O di fare shopping, punto. Nessa era stupenda, eppure si ostinava a vestire in maniera molto sobria; Elphie conosceva bene il motivo.
Una delle questioni che le trovava d'accordo, tacitamente alleate: perché attirare l'attenzione?
Come se non fossero già state un piccolo circo ambulante, la ragazza verde e la sua sorellina storpia. La meravigliosamente tragica e la tragicamente meravigliosa.
Che coppia, wow!
Perciò d'accordo che Galinda fosse un'autorità in fatto di moda, d'accordo pure sul fatto che il rosa va forte con il verde! e che le sue trecce, magari, non fossero proprio il massimo dell'acconciatura... Ma per nessun motivo al mondo Elphaba sarebbe entrata in classe con quel fiore rosa in testa.
Di nuovo.
Era un evento passato decisamente in secondo piano dopo tutta la faccenda del leoncino, però non poteva certo aspettarsi un divesivo così ecclatante per ogni lezione. No, proprio no. Avrebbe forse dovuto incoraggiare altre prese in giro? Altri sguardi, altri mormorii?

Fiyero ...di nuovo?
Era stato così imbarazzante doversi spiegare.
Lui non era miminamente in grado di farsi gli affari suoi, ovviamente. Così adesso le toccava rinunciare a quello stupido fiorellino per colpa sua, anche se avrebbe voluto metterlo.
Più o meno. Se avesse voluto metterlo; però non le importava affatto. Ma se le fosse importato, non l'avrebbe comunque indossato per paura che lui lo notasse...
Quindi, insomma, in qualunque modo la si rigirasse, era tutta colpa di Fiyero!

« Tu non esci da questa stanza finché io non ti avrò pettinato. »
« Come accidenti fai a sapere che stavo pensando ai miei capelli? »

Galinda smise di spazzolarsi i riccioli biondi e guardò la compagna di stanza di traverso, quasi offesa da quella scarsa considerazione del proprio intuito.

« Qualunque ragazza pensa ai propri capelli per l'85% del tempo. Statisticamente, avevo molte più probabilità di indovinare che con qualsiasi altro argomento. »

Statisticamente..?
Da quando Galinda era a conoscenza dell'esistenza delle statistiche o di qualunque altro concetto matematico? Elphaba doveva forse preoccuparsi?

« Stai uscendo con qualcuno che frequenta un corso di matematica? » domando.

Magari ha sentito la parola e per puro caso ha azzeccato il contesto.

« Sono vedova da poche settimane, Elphie. »
« Non sei vedova, Glin! Sei single. »
« E' lo stesso. Devo superare lo shock. »
« Ma vi siete lasciati di comune accordo...! »
« Devo superare lo shock di essere single a meno di un mese dalla festa di Pfannee, non ha nulla a che vedere con Fiyero. Ho bisogno di una relazione consolidata per quando dovrò andarci! Si rischiano pessime figure, con gli sconosciuti. »
« Esci con Boq. »
« Se tu esci con Avaric. »
« Okay, me la sono cercata. » Elphaba scacciò metaforicamente quella conversazione con un cenno della mano in direzione dell'amica « Puoi spazzolarmi i capelli, nient'altro. »

Galinda sorrise, raggiante.
Vide il suo sorriso riflesso nello specchio e sorrise due volte, ancora più soddisfatta. Iniziò un frenetico cambio di abitini primaverili, in cui occasionalmente venne interpellata anche Elphaba. Galinda metteva sempre un impegno lodevole nel prepararsi, la mattina, non importava quanto fosse stanca o quanto poco interessante fosse la giornata davanti a lei. Io mi vesto per me stessa, le aveva confessato, una volta. Sembra che lo faccia per piacere agli altri, ma sai una cosa Elphie? Per piacere agli altri devo sentirmi bella e perciò indosso quello che mi piace.  Quello che all'inzio appariva come uno spreco di tempo ed energie, ora era riconosciuto a pieno titolo da Elphaba quale rituale indispensabile. Forse la gente comunque si vestiva per stare al passo con la moda o senza nemmeno sapere perché; ma Galinda Upland  aveva fatto dell'abbigliamento una filosofia di vita, rispettabilissima e soprattutto efficace.
Così, quando il cielo era grigio e tuonava fin dal mattino, lei si alzava al settimono cielo tirando fuori dall'armadio il suo impermeabile azzurro pastello e ringraziava il cielo per la pioggia.
Benedetto ottimismo.

E tuttavia, chi era Elphaba per criticare qualcuno che aveva scovato la formula della felicità nel proprio armadio?


I see the girls walk by dressed in their summer clothes,
I have to turn my head until my darkness goes


« ...e se ti prestassi un vestito? »

Elphaba fu scossa da un tremito.

« No, grazie. » rispose educatamente.
« Magari non nero... E no » aggiunse Galinda, vedendo che Elphie stava per controbattere « il blu scuro non conta come altro colore. »
« Io adoro il blu. E il nero. »
« Che ne dici dell'azzurro? E' simile al blu, ma anche a qualcosa di vivo! »
« Galinda io... » prese un gran respiro e si preparò a dare una spiegazione che senza dubbio non le sarebbe piaciuta « ...non mi sento a mio agio con i colori ...troppo colorati. Sai com'é » si strinse nelle spalle « non sono esattamente sbiadita. »
« Oh. »

Con sua gran sorpresa, Galinda si limitò ad annuire. Prese tra le mani il suo fiore preferito – quello rosa shocking – e sospirò tra sé. Se non l'avesse conosciuta bene, Elphie avrebbe potuto scommettere che stesse rflettendo. Alla fine si alzò e con gran solennità andò a posare il fiore sul letto dell'amica, come fosse una reliquia sacra.

« Lo immaginavo. Per questo ti avevo dato un fiore, l'altra volta. I tuoi capelli sono così belli! »

Elphaba era troppo sbigottita perfino per ringraziare.
Record nella storia di Shiz, Galinda prese la borsa e si avviò verso la porta per andare a lezione prima di Elphaba.

« Comunque » concluse, prima di andarsene « se mai ti venisse voglia di cambiare tono, il rosa spacca con il verde. »

Agitò una manina.

« Ci vediamo in classe! » trillò.

Elphaba storse il naso.
Rosa...
Raccattò le sue cose – libri, una marea di appunti disordinati, penne e ancora penne. E il fiore di Galinda? Infastidita dalla sua vista, lo cacciò in borsa senza pesarci troppo su.
Invece di fare colazione, pensò di fare due passi sulla terrazza del primo piano. A quell'ora la caffetteria sarebbe stata affollatissima, non c'era motivo di andare ad accalcarsi per un rimasuglio di fiocchi d'avena o qualche fetta di pane tostato. L'aria fresca e la quiete della terrazza sembravano molto più invitanti ai suoi occhi.

Naturalmente oggi non é la mia giornata, mugugnò tra sé, quando, giunta a destinazione, si accorse di una figura beatamente stravaccata sul muretto posto a mo' di ringhiera. Con la fortuna che ho, si tratterà senz'altro di Fiyero. Stava quasi per fare dietro-front, ma la figura si mosse. Alzò la testa, la osservò per qualche istante e saltò giù dal muretto, correndo verso di lei.

« Thropp! Incredibile, cercavo proprio te. »

Elphaba storse il naso.

« Avaric. »

Il ragazzo si guardò attorno con circospezione, controllando che non ci fosse pubblico, e le fece ancora più vicino.

« Avrei bisogno di un ..ehm, supporto amichevole. »
« Vuoi chiedere a Galinda di uscire? » sbuffò la ragazza, rotenando gli occhi.
« Cos- ..no! » s'interruppe « Per caso  lei ti ha detto che vorrebbe uscire con me? »
« No... Di che stiamo parlando? »
« In teoria volevo chiederti un favore scolastico, ma se dici che Galinda potrebbe essere ineteressata... »
« No, per l'amor del cielo, no! Non é interessata! Ci manca soltanto vederti ogni sera a bussare alla nostra porta per uscire con lei ...un incubo. »
« Forse siamo partiti con il piede sbagliato. »
« Forse tu sei partito quando avresti dovuto fermarti! »
« Credevo avessimo superato la faccenda dell'incidente... »
« L'hai capita subito, eh? Coscienza sporca? Sto aspettando le tue scuse. »
« Chiedile a Fiyero! »
« Fiyero mi ha già fatto le sue scuse. » mentì Elphaba.

In realtà, quello che intedeva dire, era che il principe aveva ottenuto il suo perdono ormai da un pezzo. Avaric incassò l'ultimo colpo sgranando gli occhi per lo stupore.

« D'accordo ...sono terribilmente spiacente per averti investita mentre portavo a spasso Sua Maestà La Pigrizia Fatta A Persona. Avresti tanto buon cuore da lasciarmi copiare i tuoi appunti di scienze in vista del test di giovedì per cui non so assolutamente nulla? »

Avaric, a modo suo, aveva una certa capacità di persuasione. Lungi dal competere con gli occhioni da cucciolo di Fiyero – arma di distruzione di massa a dir poco letale, a cui non era immune nemmeno Elphaba – vantava comunque un viso angelico incorniciato da riccioli biondi e due occhi di un azzurro così chiaro che parevano quasi argentati. Elphie ne constatò con distacco l'efficiacia e il metodo ben consolidato, tuttavia ben lontano dagli standard a cui l'aveva abituata la convivenza con una certa Miss Upland.

« Scuse accettate. Appunti negati. »
« Non essere crudele! »
« Non c'é una sola ragione al mondo per cui dovrebbe importarmi della tua media scolastica, tantomeno di te. Ora, con permesso, vado a cercare Galinda. »

Avaric lasciò che si voltasse senza controbattere; poi, appena fu certo che non l'avrebbe visto in tempo, si avventò sulla sua borsa con sorprendente agilità.

« Ah-ah! Presa, Miss Elphaba! »
« Avaric, razza di infame! Ridammi immediatamente la borsa o ti trasformo in un ...ti coloro la faccia di arancione, ecco cosa! »
« Tanto non sei capace! » la schernì con una linguaccia, sempre tenendosi a debita distanza « Sarai anche una strega, ma sono assolutamente sicuro che non ne saresti capace. »
« Vogliamo provare?! » strillò Elphaba, schiumante di rabbia.
« Rilassati. Prendo gli appunti e ti restituisco la borsa, okay? »
« No! »

Elphie, ostinata, riuscì ad afferrare la tracolla e iniziò a tirare per strapparla di mano al ragazzo. Avaric non voleva saperne di mollarla, finché si udì un leggerissimo “ crack” che lo persuase a lasciare la presa, prima di rompere la borsa e giocarsi la vita. Ma Elphaba non era preparata ad averla vinta così presto; ancora protesa nello sforzo, volò all'indietro per l'improvvisa mancanza di un avversario e rovinò a terra, rovesciandosi addosso l'intero contenuto della sacca.

« Elphaba! Oh, mi dispiace, mi dispiace sul serio! Questa volta non l'ho fatto di proposito. »
« Idiota, dammi una mano piuttosto! »

Avaric si affrettò ad obbedire.

« Questo sarebbe...? » sollevò il fiore di Galinda per osservarlo meglio « Ehm, cosa sarebbe? »
« Un fiore. » ribatté secca Elphie, strappandoglielo di mano « E' di Galinda. »
« Capisco. »

Elphaba lo strinse possessivamente nel pugno chiuso, portandoselo al petto.

« Scusa. » aggiunse subito Avaric.

Senza nemmeno sapere perché. Gli occhi scuri della ragazza lo fissavano rabbiosi, eppure Elphaba pareva più sgomenta, quasi sorpresa che quell'oggetto fosse nella sua borsa, che davvero infuriata con lui. Avaric onestamente non pensava che preoccuparsi della ragazza verde fosse qualcosa di disdicevole e che avesse gravi controindicazioni per la propria salute; però, ecco, c'era quel fatto della popolarità, che era di gran lunga più importante. Ed era più importante non perché lei fosse verde, né perché fosse Elphaba: se fosse stata blu e si fosse chiamata, che so, Sarima, non avrebbe fatto alcuna differenza. Era l'emarginata di turno ed ignorarla era una necessità sociale.
Forse un giorno la soceità avrebbe deciso che le bionde con i vestiti a palloncino erano le nuove freaks della scuola e allora Avaric avrebbe ignorato Galinda. Tutto sommato, infatti, la ragazza verde non si allontanava troppo dal suo compagno di stanza copertò per metà di diamanti blu.
Ma alla fine lanciò un'occhiata circospetta al corridoio per appurare che fossero soli e le tese una mano, aiutandola ad alzarsi. In fin dei conti, é pur sempre la ragazza che ha mandato completamente fuori di senno il mio migliore amico, rifletté tra sé, in una pratica e perfettamente lucida analisi dei fatti basata sull'osservazione del recente comportamento – assurdo – di Fiyero.
E lì ecco il flash.

« Elphaba » domandò, senza pensare « ma tu questo fiore non lo avevi in testa, durante una lezione? Forse ...ma sì, quella del leone? »

La ragazza face un balzo indietro.

« Tu cosa diavolo...? »
« Calma. » Avaric mise le mani avanti per precauzione « Io sono innocente. Fiyero. »

Una parola chiarissima.
Elphaba scrollò le spalle.

« Sì, mi ha presa un po' in giro. » mentì di nuovo, ostentando una tranquillita che andava via via perdendosi, parola per parola.

Il modo in cui l'aveva guardata allora, quello che era accaduto dopo... No, lei non poteva nemmeno permettersi di ricordarlo. Lui probabilmente era davvero il principe che si era dimostrato quel giorno, ma lei non sarebbe mai stata una principessa. Non sono lei.  


 I see a line of cars and they're all painted black.
With flowers and my love, both never to come back.


« Devo aver capito male, allora. » ribatté Avaric, con un tono pacato ed una gentilezza che lei non aveva mai sentito prima « Mi pareva che il concetto fosse “ il rosa spacca con il verde”. Devo proprio aver capito male. » ripeté.
« E' ...una frase di Galinda. »
« Sempre Galinda, eh? »
« Già. »
« Chissà perché si sono lasciati. »

Silenzio.

« E sono rimasti ottimi amici. »

Silenzio.

« Quindi, ricapitolando, il fiore rosa che hai é di Galinda, abbiamo scoperto che il rosa spacca con il verde, Fiyero é single e ..beh, tu sei verde. Buffo, sembrerebbe quasi che tutto questo possa perfino avere un senso, no? »

Un senso chiamato Galinda?, iniziava a domandarsi Elphie.

« Bene, con permesso, Miss Elphaba. E scusami ancora per averti rovesciato i libri. »

La salutò con un mezzo sorriso, a cui Elphaba non rispose. Soltanto quando si fu allontanato di qualche passo, la ragazza si riscosse.

« Avaric! » lo chiamò. « Hai scodato gli appunti di scienze. »

Tese il braccio verso di lui, offrendogli un quaderno sgualcito.

« Ti ringrazio. »
« Non c'é di che. »

Ancora stordita dal colloquio con Avaric, Elphaba tornò in camera.
Voleva lasciarci il fiore di Galinda, perché aveva la sensazione che quel microscopico tripudio di rosa le avrebbe causato non pochi guai.


I see people turn their heads and quickly look away.
Like  newborn baby, it just happens ev'ryday.


Si stupì di se stessa, mentre si avviava verso la propria stanza.
Stava davvero facendo un dramma di cosa gli altri pensavano di lei?
Stentava a riconoscere la ragazza che era arrivata a Shiz, quella che si era ripromessa di non lasciarsi mai più turbare dalle occhiate altrui. Perché, perché ora diventava tutto importante?
Fino a quando non fu di nuovo seduta sul proprio letto, la risposta non arrivò. Sul comodino, in cima ad una pila di libri, c'era il cappello. Elphaba vi posò accanto il fiore e guardò sé stessa e Galinda, per la prima volta dall'esterno. Erano una buffa accoppiata, a modo loro, eppure non stonavano. Poggiò due dita sul fiore e decise che in effetti il verde ed il rosa non erano poi tanto male. Lei era quel cappello, a cui in cuor suo era sempre stata affezionata. Non quel fiore, benché avesse il diritto di giocare a travestirsi “ da Galinda”, qualora ne avesse avuto voglia. Ma era il suo cappello nero, insolito e fuori moda, fiero ed anticonformista. Familiare.

I look inside myself and see my heart is black.
I see my red door – I must have it painted black.

Era soltanto questo che importava, soltanto questo quello che aveva cercato di dirle lui: se non lo stai facendo per te stessa, non ti serve cambiare. Quel brivido, quelle strane entità svolazzanti nello stomaco, le aveva sentite per lei, per come era davvero?
Qualcuno poteva volerle bene, poteva amare il vecchio cappello nero?

Senza pensarci afferrò il cappello e se lo mise in testa.
Uscì dalla stanza prima che il buon senso tornasse, cercando di tenere la testa alta nonostante le espressioni sbigottite degli altri studenti che la vedevano passare. Era la sua personale punzione autoinflitta per aver dubitato di se stessa, il suo castigo per l'altro tradimento ai proprio principi. Questa idea terribilmente stupida la fece sorridere.
Elphaba entrò quindi a testa alta e per di più sorridendo nell'aula di scienze.
Sorridendo per qualcosa che stava indossando?
Santo cielo, se mai Galinda si fosse ripresa dallo shock, sarebbe stata fiera di lei.
Non che fosse facile ignorare le gomitate che i compagni si davano l'un l'altro nel vederla conciata in quel modo – ma non si faranno male? - però la cosa buffa era vederli tanto scioccati dal cappello,  senza che nominassero nemmeno una volta il colore della sua pelle.


Maybe then I'll fade away and not have to face the facts.
It's not easy facing up when your world is black.


Per la prima volta in vita mia, credo di aver trovato qualcosa che mi piace indossare.

Sospirò.
Probabilmente per Fiyero non faceva nessuna differenza vederla con un cappello in testa piuttosto che senza; ma forse anche per questo lui non era come gli altri –  non lo era più. Almeno avrebbe visto che il suo consiglio era stato capito, apprezzato e alla fine anche messo in pratica.
C'era una sola Galinda. Ed una sola Elphaba.
Amiche, compagne di stanza, profondamente diverse, quasi complementari. Ed era uno spettacolo vederle insieme, perché il rosa spacca con il verde.
Quando mancava meno di un minuto all'inizio della lezione, arrivò anche Fiyero. Con molta calma, naturalmente, e andò dritto da Elphaba. Aveva una curiosa andatura, che lì per lì Elphie attribuì ad una sbornia non ancora smaltita; scivolava, con la testa reclinata in modo innaturale.

« Ciao. »

Elphaba lo fissava in maniera molto poco diplomatica.

« Hai male al collo? »
« N-no.. » rispose Fiyero, senza capire.
« Sei già ubriaco alle nove del mattino? »
« Buongiorno anche a te Miss Elphaba. »
« Oh, buongiorno. » sbuffò lei, gonfiando le guance.

Fiyero tossicchiò.

« Che hai? » domandò lei con molta poca cortesia.
« Bel cappello. » buttò lì il principe.

C'era una chiara nota ironica nella sua voce.
Elphaba fu sul punto di svenire.
Quell'idiota, quell'infame, quel traditore...!
Possibile, che si fosse sbagliata in maniera tanto clamorosa?

No more will my green sea go turn a deeper blue.
I could not forsee this thing happening to you...

« Davvero un bel cappelo, peccato sia ormai passato di moda. Oh, certo, dopo la festa dell'Ozdust é stato in vetta alle classifiche per un sacco... »

Okay, é ubraco, decise Elphaba.

« ...ma sono spiacente di informarti che il pezzo forte al momento é un altro. »

Così dicendo scosse appena il capo ed Elphaba si rese conto che forse ubriaco era un termine riduttivo per spiegare la completa e totale idiozia di quel ragazzo – ma che diamine...?!
Incastrato tra i suoi bei riccioli color cioccolato, c'era un fiore rosa, identico a quello di Galinda. Non ci credette subito, le occorsero diversi istanti per essere certa di aver davvero visto Fiyero Triggular con un fiore rosa shocking nei capelli!

« Oh. » disse semplicemente, « Oh. » e sgranò gli occhi.
« Sai, Avaric mi aveva accennato un paio di cosette poco fa, a proposito di rosa, verde, Galinde e cose così. »
« Cose così? »
« Sì, appunto. » le scostò la sedia dal banco, invitandola a sedersi, e prese posto nel banco accanto « E così ho iniziato a preoccuparmi » continuò, sottovoce, mentre entrava il professore tallonato da due o tre ritardatari ansanti « che tu ti stessi, come dire ...Galindizzando troppo. »
« Ah!, io sarei Galindizzata?! » lo apostrofò scherzosamente, cercando di non scoppiare a ridere o perlomeno di farlo a bassa voce.
« A quanto pare siamo più al sicuro del previsto. »

« Fiyero? »
« Mmm? »
« Sai, quel fiore ti dona davvero. »
« E quel cappello ti fa più alta. »

Fu così che, per la prima volta nella sua carriera scolastica, Elphaba Thropp venne sbattuta fuori dalla classe – assieme ad un più avvezzo Fiyero Triggular – dopo essere scoppiata a ridere, apparentemente senza motivo, nel bel mezzo della lezione.


If I look hard enough into the setting sun,
my love will laugh with me before the morning comes.



Notes
La gag di Fiyero con il fiore esiste ed é stata fatta al mock-up matinée del 5 Febbraio 2011 per il cast change londinese <3 E posso dire io c'ero. Era diversa, ma da morire X°D

- l'espressione usata nel musical é " galindafied", difficile da tradurre ù.ù
- Sarima blu é una bastardata gratis ;D ( tra l'altro, mi sono sempre chiesta se siano solo i nobili ad avere i diamanti o come funzioni in generale... )
- Elphie che gonfia le guanciotte quando sbuffa é RPS x)p
- Galinda che adora i capelli di Elphie é canon nel bookverse.

(Paint it black + RPS? Cara la mia Sam, sono stata così brava che il prossimo mese dovrai per forza essere buona! Sempre che tu ne sia in grano xD).

  
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