Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ka_chan87    04/04/2011    2 recensioni
"Dicembre. Che mese odioso. Gente che impazzisce letteralmente, che si esalta solo alla vista di pioggia che - solo per uno sciocco desiderio puerile – magicamente, per loro, si è trasformata in neve; vetrine che sembrano essere state colpite da un'attacco d'isteria da parte di un 'addobbatore daltonico', le reti televisive invase da spot canterini e ridicoli, colleghi che se ne vanno proprio nel clou del periodo lavorativo per passare delle romantiche gitarelle con il rispettivo compagno/a.
E lui, ovviamente, non faceva parte di quest'ultima categoria. Come, del resto, non faceva parte nemmeno di tutte le altre."
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bè, come dire, alle volte ritornano.
Di sicuro non ci sarebbe bisogno di dire quanto io sia mortificata di queste mie prolungate assenze e non starò qui a sproloquiare con stupide scuse e tanti blablabla inutili.
L'importante, ogni tanto, è resuscitare, credo XD
Un aggiornamento in questo periodo dell'anno, con una FF ambientata in pieno durante le feste natalizie è totalmente senza senso, me ne rendo conto.
Ma più che aspettare altri nove mesi, ho ritenuto aggiornare ora, soprattutto visto che si tratta dell'ultimo capitolo.
Che ci devo fare se ho un cervello scemo al quale viene l'ispirazione a random?
In ogni caso, spero che sia una piacevole sorpresa, se così la vogliamo chiamare.
Bando alle ciance, porgo i miei saluti e i miei omaggi ai lettori, casuali e non :D
Buona lettura.


3° capitolo.

Sei sicuro si stare bene, Inuyasha? Non ti fa male?”
No, te l'ho già detto, è tutto a posto... Non ti sei accorta che sono un mezzo- demone? Sono un tantino più coriaceo rispetto agli umani” sbuffò fuori dai denti il ragazzo, fermandosi a un semaforo.
Subito dopo la sua rovinosa – e a dir poco
imbarazzante – caduta, Kagome era accorsa al suo fianco sinceramente preoccupata per il suo stato fisico, nonostante non si fosse fatto palesemente niente, se non guadagnare una macchia in bella vista sul suo cappotto scuro. Ma nonostante l'avesse rassicurata fin da subito che la caduta non gli aveva causato alcun danno, la ragazza aveva continuato ad accertarsi della sua salute, per il breve tragitto fino alla macchina, una volta saliti e una volta partiti.
Ormai si era spazientito, se non si era fatto nulla, non si era fatto nulla, ci voleva tanto a capirlo?

Hai ragione... scusami” sussurrò al suo fianco la collega, con fare mortificato. Inuyasha la guardò con la coda dell'occhio e a vederla praticamente rannicchiata e con il collo tra le spalle, un pizzicore di senso di colpa gli si piantò nell'addome.
Sospirò, appoggiandosi completamente al sedile, sospirando leggermente. Non poteva credere a quello che, spontaneamente, stava per dire.

Non c'è bisogno che ti scusi, Higurashi. Volevo solo farti capire e tranquillizzarti sul fatto che, davvero, non mi sono fatto nulla. Ti ringrazio per il tuo interessamento” e si ritrovò ad arrossire leggermente, ma mantenne lo sguardo fisso davanti a sé – un minimo di amor proprio ce lo aveva anche lui e non si sarebbe voltato per l'imbarazzo come un ragazzino.
Chiamami Kagome. Se ti va, naturalmente...” Inuyasha, a quel punto, si voltò a guardarla, cosa che nello stesso momento fece anche lei.
E lui ebbe come l'impressione che, solo guardandosi, lei avesse capito e apprezzato le sue parole... e che da quel momento sarebbe stata appellata col suo nome di battesimo.

Il tragitto fino all'appartamento di Miroku e Sango fu all'insegna del silenzio, ma non dovuto a imbarazzo o disagio, semplicemente nessuno dei due aveva sentito la necessità di parlare e di intavolare sciocchi convenevoli o conversazioni forzate e vuote.
Inuyasha non poteva esserne più felice e, doveva ammetterlo, sorpreso. Kagome gli dava la sensazione che capisse cosa dovesse fare o non fare in sua presenza e ciò lo faceva restare a dir poco basito.

Siamo arrivati” esordì lui per primo con l'osservazione più ovvia di questo mondo. La ragazza non ci fece assolutamente caso e gli annuì cordiale. Scesero dalla macchina e il ragazzo, prima di chiudere la vettura, aprì lo sportello posteriore per afferrare la busta con i tre regali che Miroku gli aveva ordinato di portare. Si soffermò a guardarla, scettico: lui era a dir poco negato per i regali e soprattutto non ne aveva mai fatti tanti nella sua vita... Non si ricordava nemmeno se per l'inaugurazione del locale di Sango ne aveva portato uno!
Assicuratosi di aver preso tutto, chiuse la macchina e si avviò con Kagome che lo aveva aspettato pazientemente e solo in quel momento, raggiungendola, notò che anche lei aveva con sé una busta dai colori sgargianti – e molto,
molto più grande della sua - che pareva contenere diverse cose.
Si avviarono verso l'ingresso del condominio dove i due amici abitavano: un palazzo di modeste dimensioni, né troppo vecchio né troppo recente, in una zona tranquilla della frenetica città. Arrivati al citofono, il ragazzo premette sul pulsante giusto, attendendo la risposta dall'altra parte e un “Caaari amici, oh- oh- oh- oh!, benvenuti nella dimora del Babbo Natale più affascinante del mondo!
Vero che lo sono ?”. Ecco, ecco perché a quell'ora lui voleva essere nel suo accogliente appartamento a consumare un'altrettanta accogliente cena ordinata dal cinese, pensava Inuyasha dopo il benvenuto colorito del migliore amico.
Miroku, mi spieghi come fai a mortificarti ogni istante della tua vita? Facci salire, stiamo congelando, qua fuori” gli ordinò, già esasperato.
No, finché non confermate che sono il Babbo Natale più affascinante del mondo ve ne state lì dove siete!” ribattè il padrone di casa che, in quanto tale, aveva il potere – e Inuyasha doveva con dolore riconoscerlo – di farli stare lì, ad aspettare di diventare due pupazzi di neve molto realistici, o di farli salire, farli stare al caldo e gustare i manicaretti di Sango.
Miroku, sei assolutamente il Babbo Natale più affascinante che abbia mai avuto la fortuna di conoscere. Ma se ci fai stare ancora qui, credo che Sango si arrabbierà. Molto. E con te ” Kagome intervenne con un colpo da maestro, facendo sogghignare il mezzo- demone, soprattutto quando sentì la porta dell'ingresso aprirsi e senza commenti aggiuntivi del padrone di casa. L'ira di Sango l'avrebbe messo sempre k.o.
I due entrarono, raffrancati dal calore dell'interno, e si diressero verso l'ascensore che li avrebbe portati al terzo piano, dove risiedeva l'appartamento della coppia.

Ottima mossa” commentò Inuyasha, attirando l'attenzione di Kagome che lo guardò sorridendo una volta capito a cosa alludesse: “Tu lo saprai meglio di me che Miroku non è cattivo, sente solo l'esigenza di sapere che i suoi amici lo apprezzano... anche se sì, forse alle volte esagera un po'. Per questo è una fortuna che ci sia Sango a terrorizzarlo” e rise leggera, incantandolo.
Il 'din' dell'ascensore – che a Inuyasha ricordava tanto il 'din' del forno a microonde che lui usava
spesso – lo riscosse dalla catalessi, anche perché Kagome gli passò sotto al naso per uscire, facendo strada. Lui non potè che seguirla, attratto – inconsciamente - dal suo odore.
In pochi passi raggiunsero la porta dell'appartamento 5b dove viveva la coppia e non dovettero nemmeno preoccuparsi di suonare al campanello perché Miroku li aspettava all'ingresso con una faccia spazientita?, osservò Inuyasha.

Dieci minuti, ci avete messo dieci minuti! - sbottò il padrone di casa guardandoli con severità – Vi siete persi, per caso?”.
Inuyasha e Kagome si guardarono a vicenda, decisamente perplessi e il mezzo- demone stava seriamente riesaminando i motivi per i quali proprio
quel Miroku dovesse essere il suo migliore amico “Miroku, sono passati appena cinque minuti da quando ci hai bloccato per altri cinque minuti fuori, al citofono, solo per fare i tuoi piagnistei... e ora ci vuoi anche rimproverare?” e mentre diceva ciò, si era avvicinato pericolosamente all'amico, così come la sua voce si era alzata di tono. L'amico si fece piccolo piccolo e a spezzare l'aria di omicidio incombente comparve dalla porta anche Sango che si illuminò nel vedere che i due amici erano arrivati.
Tesoro, finiscila di fare lo psicopatico e lasciali entrare! È comportandosi così che si resta senza amici e senza fidanzata, lo sai ?” sempre la parola giusta al momento giusto, benedetta Sango, pensò Inuyasha ghignando nel vedere la faccia terrorrizzata di Miroku.
Senza perdere altro tempo i due ospiti vennero fatti accomodare nell'appartamento e la proprietaria di casa si premurò di prendere i loro cappotti e di appenderli al grazioso appendiabiti posto in un angolo, vicino l'ingresso.
La casa non era grandissima, era quella che il migliore amico del mezzo- demone sosteneva fosse '
Il nido d'amore che ogni Miroku vorrebbe dividere con la propria Sango', composta cioè da una cucina all'altezza della sua dolce metà con vista sulla sala da pranzo e il salotto, un bagno e una grande stanza da letto con un ancor più grande letto matrimoniale all'altezza delle loro prestazioni... intime – la cui risoluzione, la maggior parte delle volte, vedeva Miroku a dormire sul divano pieno di lividi e Sango in completo possesso di un letto infinito, in santa pace.
Miroku, falli accomodare sul divano, io intanto vado a prendere gli aperitivi” disse la cuoca mentre appendeva il cappotto di Kagome, la quale si offrì di aiutarla con le bevande. Perciò le due si diressero verso la cucina e i due ragazzi verso il salotto dove, una volta arrivati qui, il proprietario di casa cominciò a tempestare di domande – e risposte che si dava da solo, naturalmente – l'amico che, nonostante il suo viso lo mostrasse palesemente, non era fin già troppo stressato di suo.
Aaallora – esordì, con quel suo modo lascivo a dir poco imbarazzante e inquietante – Sei venuto con Kagome, eh?”.
Miroku... sei serio?” gli chese in risposta Inuyasha. Ma era scemo, o cosa?
Che vuoi dire? Certo che sono serio, ma cosa c'entra col fatto che sei venuto insieme a Kagome?”.
Ok, era scemo.
Totalmente.
Vedo che il tuo spirito d'osservazione è molto acuto. Sì, sono venuto con Kagome perché ho dovuto farlo, visto che una tua malsana idea mi ha messo in croce, non potevo di certo rifiutarmi!”
Come se non ti avesse fatto piacere! Ti ho fatto un favore, amico”
Ma io ti-!”
Gli aperitivi!”. Ecco, era scemata anche quell'occasione di restare senza migliore amico con l'arrivo delle due ragazze, Sango con un vassoio con sopra quattro calici e Kagome con due vassoi di tartine e salatini di vario genere.
Ora che erano tutti lì, al caldo, pronti per bere e mangiare, Inuyasha si soffermò a osservare gli amici che, in mano i calici, brindavano tra loro: Miroku sfoggiava un completo elegante, blu scuro, con sotto una camicia azzurrina capace di mettere in risalto ancora di più i suoi occhi; Sango invece, ora che si era tolta il grembuile da cucina, indossava un grazioso vestito di raso di colore verde. Quando Kagome si sporse per brindare con lui, il mezzo- demone si soffermò anche – e in particolare – su di lei, fasciata in un elegante tubino bourdeaux che metteva in risalto il fisico ben fatto – e il ragazzo lo notava
solo ora. Un coprispalle coordinato al vestito, le copriva le spalle nude.
Insomma, tolto il fatto che si stesse parlando della
strega, era oggettivamente e innegabilmente attraente.
Bene, brindiamo per un felice Natale, miei cari amici e fidanzata!” esclamò Miroku distogliendolo da riflessioni decisamente compromettenti.
Rispose con un grugnito, mandando giù una bella sorsata dell'aperitivo – fortunatamente – abbastanza alcoolico preparato da Sango.
I quattro presero a chiacchierare allegramente, tra un sorso e un altro, e tra questo e quel salatino la serata stava trascorrendo...
piacevolmente, dovette ammetere un Inuyasha non avezzo a quel genere di serate.
Dopo aver consumato l'aperitivo, i quattro si spostarono verso la tavola finemente ed elegantemente apparecchiata da Sango: la ragazza aveva di certo un ottimo gusto per quelle cose, difatti anche la casa era stata arredata da lei e il risultato era decisamente accogliente.
Kagome andò dietro all'amica in cucina per aiutarla con le portate mentre i due ragazzi mettevano in tavola il vino, appositamente scelto da Miroku che, almeno per gli alcoolici, aveva occhio.
Il primo fu servito poco dopo e i quattro amici, soprattutto Inuyasha, Miroku e Kagome, ripresero a mangiare con gusto, complimentandosi con la cuoca più o meno a ogni boccone – tranne il mezzo- demone, che compiaceva comunque l'amica cuoca mangiando quasi in rigoroso silenzio, parendo concentrato sul gusto che il cibo gli dava.
Perché, a discapito di ogni apparenza, Inuyasha
adorava mangiare.
La cena fu tranquilla – più o meno, Miroku rischiò la vita almeno quella decina di volte tra la sua ragazza e il migliore amico per le sue frasi infelici - , fino a concludersi con un trionfo di dolci che li misero definitivamente ko. Ed erano le 23:45 quando capitolarono, stracolmi di cibo, chi sul divano, chi sulle poltroncine del salotto.

Sango, come sempre ci hai distrutto” commentò Kagome seriamente provata ma soddisfatta. L'amica la guardò sorridendo sedendosi accanto al fidanzato.
Lo prendo come un complimento” ribattè ridacchiando.
Assolutamente!” confermò la mora quasi in modo flebile, abbandonata alla poltrona. Inuyasha la guardò con la coda dell'occhio: per lui era una novità vedere la Higurashi al di fuori dell'ambiente lavorativo, nel quale l'aveva sempre vista comportarsi in modo impeccabile, pacato ed educato.
Ragazzi, direi che è giunto il momento dei regali!” intervenne Miroku, guardando l'orologio da polso che segnava poco alle 24. Il mezzo- demone si irrigidì a quelle parole, aveva rimosso il fatto che sarebbe giunto lo spacchettamento e, stupidamente, aveva sperato che tutti se ne sarebbero dimenticati.
Ma figuriamoci se quel Miroku, eterno bambino, avrebbe mai perso l'occasione di strappare via carte luccicanti e di gongolarsi per l'ottima scelta dei suoi regali per loro.
Così i quattro si avvicinarono all'albero di Natale posto in un angolo della stanza, finemente e allegramente decorato e illuminato da luci intermittenti. Sotto di esso erano stati sistemati i vari regali.
Neanche a dirlo, fu proprio il proprietario di casa il primo a fiondarsi sotto l'albero, acchiappando un grosso pacco rivestito di carta bordeaux e decorato da un gigantesco nastro di raso rosso con tanto di fiocco dalle dimensioni
imbarazzanti. E, neanche a dirlo di nuovo, il regalo in questione era per la sua 'adoratissima, amatissima, bellissima e secsissima dolce metà'.
Dopo un discorso introduttivo – acclamato da lui stesso – , finalmente il pacco venne messo nelle mani di Sango che –
stranamente riluttante – cominciò a spacchettarlo. Al di sotto della carta colorata fece capolino una scatola di colore avorio che non riportava loghi particolari se non una piccola e fine scritta: 'Agent Provocateur'. E solo quella bastò per rendere ancora più restia Sango nell'aprire quella scatola.
Forza, forza, mio tesoro, sono sicuro che ti piacerà, l'ho scelto appositamente per te!” la esortò il fidanzato, con gl'occhi che brillavano dall'eccitazione.
Sango sospirò, rassegnata: guardò con sfida la scatola e ne sollevò il coperchio, scostando la carta velina rosa confetto che copriva il contenuto.
La stanza piombò nel silenzio mentre la ragazza guardava – basita? - il regalo tanto decantato di Miroku: un completo -
assurdamente incomprensibilmente oscenamente – osè, interamente fatto di pizzo nero con tanto di rifinimenti rosso fuoco.
Kagome arrossì per l'amica, Inuyasha sospirò tristemente, Miroku tirò quasi il fiato nel rivedere quel
gioiellino tra le mani della sua amata e Sango... bè, Sango si alzò, si avvicinò al fidanzato....
E lo colpì quasi a morte, violacea in volto.
Dopo la parentesi '
hot ' della serata, il rituale dei regali continuò senza troppi problemi: Miroku era in stato di quasi semi- incoscienza e perciò innocuo – più o meno.
Sango, oltre al regalo del ragazzo, ricevette da Kagome un simpatico grembuile da cucina in coordinato con un set di coltelli pregiati che lei stessa le aveva detto di desiderare, mentre da Inuyasha – e ne rimase sinceramente e piacevolmente sorpresa – due biglietti per il concerto del suo cantante preferito. Come il mezzo- demone sapesse che desiderava andare a quel concerto, non ne aveva idea.
Seppur fosse ancora intorpidito, fu il turno di Miroku, che ricevette in regalo dalla propria fidanzata una nuova, elegante e firmata borsa da lavoro, indispensabile per un agente di commercio. Non tanto forse per Miroku, che si ostinava a scarrozzare in giro una 24 ore ormai logora e da antiquariato. Inutile dire che ne fu entusiasta, a maggior ragione perché regalatagli dalla sua dolce metà.
Anche il regalo di Kagome gli fu molto gradito, dato che si trattava di una ricercata edizione di una raccolta fotografica del suo fotografo preferito.
Come per la fidanzata, anche il morettino rimase sorpreso dal regalo del migliore amico: un costoso obiettivo per la sua macchina fotografica che da mesi era combattutto se comprare o meno. Gli saltò quasi in braccio per la gioia, scatenando il ribrezzo del mezzo- demone che lo scansò prontamente “Così magari potrai riuscire a fare qualche foto decente, già che sei impedito nel tuo lavoro, almeno impegnati nel tuo hobby!” aggiunse, una volta rimesso in piedi Miroku.
In realtà Inuyasha apprezzava molto la passione dell'amico, che riteneva molto più adatta a lui che alla carriera che aveva intrapreso. Ma questa restava una sua opinione e non era necessario renderla pubblica.
Preso dall'entusiasmo per la sensibilità che il mezzo- demone aveva dimostrato nei suoi confronti, Miroku gli porse il regalo da parte sua e della sua ragazza, incitandolo ad aprirlo.
Come Sango, Inuyasha era alquanto sospettoso, ma decise di non temporeggiare, il fatto che fosse anche da parte della ragazza lo rassicurava, almeno era certo che non sarebbe stato un qualcosa di indecente.
Con i suoi artigli ruppe con velocità il fiocco e la carta colorata del pacchetto senza emettere quasi rumore, stupendo Kagome che automaticamente spostò gli occhi sopra il capo del mezzo- demone, osservando le orecchie che si muovevano in modo quasi impercettibile. Quante volte, di nascosto, si era soffermata a guardarle... erano così tenere!
Si distrasse dalla sua contemplazione quando l' “Oh!” appena sussurrato di Inuyasha la riportò a focalizzare l'attenzione sul regalo che aveva appena finito di scartare: si trattava di un libro antico, sull'arte della spade Giapponesi, la passione da sempre dell'Hanyou. Lui lo fissò ancora per alcuni istanti, con espressione sinceramente stupita, e lo aprì con estrema delicatezza, come se da un momento all'altro potesse sbricolarglisi tra le mani.
Sango e Miroku si guardarono sorridendo tra loro “Bè, ti piace?” gli chiese l'amico, avvicinandoglisi sorridente.

È magnifico, Miroku, davvero. È anche troppo” disse Inuyasha, con gl'occhi ancora fissi sul libro “Vi ringrazio” aggiunse, accennando un sorriso ai due che ricambiarono allegramente. Era raro stupire il mezzo- demone, ed era ancora più raro vederlo sinceramente grato... nonché vederlo sorridere.
Per Kagome infatti fu una vera e propria sorpresa leggere certe emozioni sul volto del collega, sempre così corruciato. Deglutì pesantemente, tesa, consapevole che era il suo turno di dare il regalo a Inuyasha. Era terrorizzata all'idea che non gli sarebbe piaciuto, anche se la sua reazione al regalo dei due amici la rassicurava. In realtà, era sopraffatta dall'imbarazzo. Dopo anni di lavoro 'fianco a fianco', non avevano mai avuto rapporti al di fuori dell'ambiente lavorativo – nonché all'interno, in effetti – e adesso si ritrovavano addirittura a scambiarsi dei regali. Era destabilizzante, per lei che non aveva mai creduto di poterci mai prendere nemmeno un caffè alle macchinette dell'ufficio.
Improvvisamente si sentì osservata e difatti si trovò a incrociare gli sguardi di Sango e Miroku che chiaramente si aspettavano che fosse lei ora a dare il suo regalo al mezzo- demone il quale, invece, ostentava indifferenza, concentrato a riporre con cura il libro nella sua scatola.
La ragazza deglutì, estraendo dalla sua busta di regali, una scatola rettangolare, di medie dimensioni, impacchettata con una bellisima carta di riso dalle sfumature rosse e nere, decorata da una fine cordicella dorata che si chiudeva con un piccolo nodo.
Si alzò in piedi, lisciandosi il vestito con la mano libera, avvicinandosi all'Hanyou che ancora fingeva di curare il regalo ricevuto poco prima.

Ehm, Inuyasha” lo chiamò timidamente Kagome, attirando la sua attenzione. Lui imprecò tra sé, in imbarazzo quanto lei, aveva pregato perché quel momento non arrivasse mai. E invece, eccoli lì, in una situazione che lui non avrebbe mai creduto di dover vivere.
Si girò verso di lei, cercando di guardarla negl'occhi, cosa che gli fu difficile, visto che la collega si ostinava a rivolgere la sua attenzione alle proprie scarpe, o al pavimento, chi lo sa.

Questo... ehm, questo è per te. Spero sia di tuo gradimento” e praticamente gli lanciò la scatola che lui prese prontamente, stupendosi di sentirne il peso consistente quando l'ebbe tra le mani.
Incuriosito, cominciò a scartare il regalo: che poteva contenere per pesare tanto? Quando aprì la scatola, di nuovo, restò totalmente sorpreso da quello che vi trovò all'interno, questa volta anche più di prima. Sollevò gl'occhi dorati su Kagome, stupito, per poi tornare a guardare il contenuto del pacco: una katana corta, di squisita fattura, faceva bella mostra di sé, il fodero finamente intagliato che si rilfetteva nelle sue iridi. Per diversi minuti continuò così, a guardare a intermittenza la spada e la ragazza che gli stava di fronte sempre più agitata.
Perché la guardava così? Gli piaceva? Lo orripilava? Non ci capiva niente!
I padroni di casa altrettanto non capivano cosa avesse provocato quella reazione del mezzo- demone, perciò gli si avvicinarono per sbirciare il misterioso regalo di Kagome.

Accidenti! Ma è stupenda!” esclamò Miroku, sinceramente colpito “Kagome, è meravigliosa!” le disse, facendola arrossire mentre ancora fissava Inuyasha “Oh, non... non è niente di così speciale, cioè, voglio dire, lo è, ma non così tanto!” blaterò, totalemente in imbarazzo. Sango vedendola in difficoltà le venne in soccorso “Dovete sapere che il nonno di Kagome si occupa di un tempio shintoista molto importante qui a Tokyo, e uno degli amici di famiglia è un prestigioso costruttore di spade e spesso fa loro dono di alcune delle sue opere, ne hanno la casa piena!”, la mora annuì vigorosamente trovandosi improvvisamente a incrociare gl'occhi di Inuyasha.
Deglutì, ma non abbassò lo sguardo “E- ecco, sapevo della tua passione per le spade, così ho chiesto a questo nostro amico di procurarne una... per te. Spero che ciò non ti offenda, non è così eccessivo come si possa pensare. L'ho trovato come il regalo più adatto e...”

Grazie. Davvero” la interruppe il mezzo- demone, guardandola in un modo che la spiazzò. Troppo imbarazzata, abbassò nuovamente lo sguardo, sopraffatta “F- figurati, è stato un piacere” gli disse di rimando, sentendo ancora gl'occhi di lui sulla pelle. Doveva calmarsi, era troppo emozionata, accidenti!
A distoglierla dal battito frenetico del suo cuore fu Sango, che le mise davanti agli occhi un pacco rettangolare rivestito da un'elegante carta dorata rifinita da nastro rosso al quale era legato un simpatico bigliettino che riportava la frase “Da parte della tua coppia scoppiata preferita <3”.
Sorrise automaticamente nel leggerlo, rivolgendo lo sguardo a Sango e Miroku che la guardavano di rimando allo stesso modo.

Kagome-chan, dobbiamo aspettare il prossimo Natale per vederti aprire il tuo regalo?” la canzonò Miroku vedendola temporeggiare. La ragazza arrossì subito mettendosi a scartare il pacco con voracità.
Liberatasi della carta, si ritrovò sotto le dita una scatola di legno, semplice, dal colore chiaro chiusa da una fibbietta dorata. L'aprì e sgranò di felicità gli occhi.

Sango, Miroku, siete pazzi! Questi colori costano un occhio della testa!” esclamò, incontrando le facce sorridenti dei due fidanzati.
Non dire sciocchezze. E poi l'abbiamo comprato in comunità, serve anche a questo essere una coppia, permettersi i regali giusti per gli amici più cari.” le rispose Sango, accogliendo tra le braccia una Kagome quasi commossa che le si era gettata addosso, euforica. Poi si diresse verso Miroku, che non aspettava altro per una delle sue usuali – e naturalmente fuori luogo – palpate di fondoschiena, severamente punita sia dall'amica che dalla fidanzata.
Grazie, Miroku” gli sorrise la mora, tornando ad ammirare la schiera di colori a olio custoditi da quella preziosa scatola.
Oh, mia piccola Kagome, quando vuoi, sono sempre lieto di palpare certe tue inestimabili zone!” l'entusiasmo del ragazzo venne frenato da un pizzicotto ben assestato dalla compagna al suo fianco. “Non credo ti stesse ringraziando per quello, mio tesoro ritardato!”.
In tutto questo Inuyasha era rimasto in disparte a guardare la scena, ma soprattutto a guardare una Kagome felice come una bambina, con gli cchi luccicanti fissi su quella scatola apparentemente anonima.
Durante quella giornata – nella quale si era ritrovato grazie a Miroku a dover raccattare regali a destra e a manca - , al momento di provvedere al regalo per Kagome si era trovato seriamente in alto mare, non avendo la più pallida idea di che acquistare.
In cinque anni – e se ne era reso conto solo quel giorno – non aveva scambiato che qualche parola con la collega, e il più delle volte i loro scambi interloquiali si riducevano a freddi e scorbutici saluti. E come una doccia fredda il suo cervello gli aveva proiettato negli occhi una lunga fila di piccoli gesti, sguardi, parole cortesi che invece Kagome gli aveva sempre riservato.
Si sentì un verme come mai in vita sua. Non sapeva spiegarsene il motivo – o forse, in realtà, lo sapeva bene – ma in quegl'anni aveva sempre cercato in tutti i modi, con tutti i mezzi, di tenere lontano da sé quella strega, cosa che riusciva benissimo con i restanti colleghi dell'ufficio, forse dell'intero palazzo, i primi ad avergli sempre riservato freddezza e sufficienza.
Aggrottò le sopracciglia, teso. Non gli piaceva soffermarsi a pensare certe cose, non gli era mai importato di niente e di nessuno dopotutto, no?

Inuyaaashaaa? Prooonto?” la voce stridula e fastidiosa dell'amico Miroku lo destò dallo stato confusionale in cui era caduto. E con sguardo per l'appunto confuso guardò i tre che gli stavano davanti che di rimando lo fissavano incuriositi.
Bè, che c'è?” sbottò brusco, in imbarazzo totale.
Non vedeva l'ora di coricarsi nel suo letto e mettere fine a quella giornata assurda.

Come che c'è? E' mezz'ora che te ne stai lì come un baccalà, a fissare il pavimento come se fosse un tuo nemico mortale!” puntualizzò quello che si dichiarava essere il suo migliore amico – cosa alla quale avrebbe dovuto provvedere, quando e come si era impossessato di quell'investitura? - con sguardo di rimprovero.
Rimprovero. Adesso pure come un bambino veniva trattato?

Se preferisci faccio diventare te un baccalà, vuoi?” lo minacciò con sguardo terribile il mezzo-demone e parve funzionare perché l'altro andò a nascondersi dietro la schiena di Sango, che sospirò affranta.
Ma la sua attenzione tornò verso il mezzo-demone, che senza fiatare estrasse dalla tasca interna della giacca una bustina anonima. E senza tante altre cerimonie la porse a Kagome che la prese guardandolo tra il perplesso e l'imbarazzato.

Ammetto che per l'idea mi sono fatto aiutare da quel demente laggiù. – disse Inuyasha indicando distrattamente in direzione di un offeso Miroku – Non volevo sprecare denaro in inutili oggettini o quisquiglie natalizie, perciò mi sono informato su alcune tue passioni. Spero sia di tuo gradimento”.
Sango e Miroku erano stupiti. Come facesse Inuyasha a bilanciare cafoneria e gentilezza al col tempo restava un mistero per loro.
Sorda alle parole come 'sprecare denaro' – non propriamente carino da dire mentre si sta dando un regalo a qualcuno, ma Inuyasha poteva permetterselo - , Kagome si affrettò nel scoprire il contenuto della busta datale dal mezzo-demone.
Da quella capitolarono due biglietti per un'importante mostra di uno dei suoi pittori preferiti, alla quale non era potuta andare per svariati impegni.
Senza timore, alzò lo sguardo verso di lui, sinceramente stupita.

Inuyasha... ma come... Questa mostra ormai è finita, l'hanno chiusa da almeno due settimane!” esclamò, guardandolo imbarazzarsi leggermente e spostare lo sguardo verso l'albero di Natale davanti a lui.
Conosco un tizio che lavora per la biglietteria del museo che ha esposto la mostra. Mi doveva un favore, così... Sono riuscito a farmi dare due biglietti, così puoi portare qualcuno con te, se preferisci.”
Lo sguardo meravigliato che Kagome non sembrava voler togliere dalla sua persona, lo stava mettendo in seria difficolà. Lui per primo, peraltro, si era meravigliato quando Miroku gli aveva - preziosamente – suggerito l'adorazione per la pittura da parte della Higurashi. E di nuovo si era accorto di quanto –
forse – si fosse creato nel suo cervello un'immagine un po' diversa, rispetto alla realtà, della ragazza.
Inuyasha... Non so davvero cosa dire, ti ringrazio immensamente!” l'albino tornò a fissare i suoi occhi su di lei, venendo avvolto dal suo sguardo intriso di pura gioia.
Tossicchiò, imbarazzato come mai in vita sua.

N- non esagerare, non è niente di eccezionale!” sputò fuori dai denti, accaldandosi. In risposta i tre davanti a lui ridacchiarono, Kagome lo guardò in aggiunta intenerita.
Si portò la bustina sul petto, stringendola come se fosse il gioiello più prezioso.
Si sentiva sciocca, ma era davvero, davvero emozionata per quanto ricevuto dal ragazzo. Quella serata per lei aveva un valore speciale, non solo aveva avuto l'occasione di poter passare del tempo con il mezzo- demone, ma aveva in mano anche un suo regalo.
Ma soprattutto, il dono più bello era vedere la vera natura di Inuyasha, e non essere più trattata da lui come un fastidio. Non sapeva e non aveva ancora colto il reale motivo della sua antipatia nei suoi confronti – e nonostante il
piccolo dettaglio che Inuyasha trovasse praticamente tutti gli esseri respiranti antipatici, era palese che con lei ce l'avesse in modo particolare - , ma in quella miracolosa giornata aveva come la sensazione che la cosa stesse andando scemando – nei limiti del possibile.
Devo dirlo, Inuyasha, questa volta ti sei davvero superato, non hai sbagliato un colpo!” gli disse sinceramente stupito Miroku, dandogli qualche pacca sulla schiena. Il mezzo- demone grugnì in risposta, era stato fin troppo al centro dell'attenzione.
A questo punto proporrei un bel brindisi accompagnato da una fetta di pandoro!” suggerì Sango, avvicinandosi a Kagome “Io mi occupo dello spumante, ti andrebbe di aiutarmi col resto?” le chiese, prendendola a braccetto.
La mora annuì vigorosamente, la bustina contenente i biglietti ancora stretta tra le mani. Inuyasha notò con quanta gelosia la tenesse e non potè fare a meno di guardarla negli occhi, quasi confuso. Kagome lo fissò a sua volta, sentendosi osservata, e arrossì furiosamente per poi scappare in cucina, trascinandosi dietro senza tante cerimonie l'altra.
Il ragazzo restò immobile a guardare le schiene delle due che andavano scomparendo dietro il muro che nascondeva in parte la cucina.

Credo che tu abbia fatto colpo definitivamente, amico.” la voce maliziosa di Miroku lo riscosse, facendolo voltare stizzito verso l'ampia finestra scorrevole che dava sul terrazzo.
Si può sapere questa volta di che sciocchezza stai parlando?” quasi si pentì immediatamente di aver formulato quella domanda. Adesso sarebbe stato impossibile fuggire dalle malattie mentali di quel deviato del suo migliore amico.
Parlo di Kagome, e non fare finta di non capire. Si vede lontano un miglio che ti muore dietro e anche a te non ti è indifferente, bello mio!”.
Ecco, era arrivata la bomba e quasi non gli si rizzarono tutti i capelli – e non ne aveva pochi!

Miroku, questa è la cavolata più grossa che quella tua stupida bocca e il tuo stupido cervello abbiamo mai partorito! Ma ti senti? Io avere un debole per la strega?” ribattè concitato, quasi sudando freddo. Ma stava scherzando? Prima lo intrappolava in quella serata insulsa – forse anche un po' piacevole, ma comunque insulsa - , lo obbligava a comprare regali per tutti e poi azzardava anche a suggerire un accoppiamento con quella Kagome?
E soprattutto come gli era potuto saltare in mente che la –
dolce affascinante sexy timida simpatica – strega non gli fosse indifferente?
Inuyasha, smettila con tutte queste cazzate. – Uh, oh, quando Miroku usava certi termini voleva dire che era serio – Kagome non è una strega, e tu lo sai benissimo, da cinque anni, peraltro. È stata l'unica che si è mostrata gentile, disponibile, interessata verso di te, in quel cavolo di ufficio dove lavori. L'unica a venirti incontro, a parte me e Sango. Ma tu se non ce l'hai continuamente col mondo non sei contento, vero?”
Per Inuyasha quelle parole furono peggio di una stilettata nel petto. Guardò Miroku che lo fissava a sua volta, con sguardo di rimprovero, ferito e... di pena? Provava pena per lui?
Non riuscì a sostenere quegl'occhi. Senza fiatare aprì la porta finestra, rifugiandosi sul terrazzo coperto di neve, chiudendosi la porta alle spalle.
Era arrivato il momento di stare solo, tanto per cambiare.

Miroku sospirò, guardando la schiena dell'amico scomparire dietro la porta a vetri.
Forse aveva esagerato, ma quel testardo di Inuyasha certe volte se le andava proprio a cercare; riflettere un po' non poteva fargli che bene.

Miro- kun, che fine ha fatto Inuyasha?” eccolo lì, l'antidoto, la cura per quel disagiato sociale.
Si voltò sorridente verso Kagome che lo guardava curiosa. Prese dal vassoio che teneva tra le mani una fetta di pandoro, guardando Sango che posava a sua volta un vassoio in argento con calici ricolmi di spumante, su un tavolino vicino all'albero di Natale. Anche lei si voltò a guardarlo curiosa, porgendogli uno dei bicchieri.

È andato a prendere una boccata d'aria sul terrazzo. Perché non lo raggiungi e gli porti lo spumante, così poi brindiamo.” le suggerì, vedendola tentennare. “Kagome, non ti mangia mica, sai! È un buzzurro, ma un agnellino sarebbe più pericoloso! E ho bisogno di stare un momentino con la mia dolce metà, se non ti spiace.” aggiunse, zittendo sul nascere i reclami di Sango che non voleva vedere in difficoltà più del necessario l'amica.
Ma la mora, improvvisamente risoluta, afferrò due calici di spumante tra le mani dirigendosi verso la finestra.

Non esagerare con Sango, non staremo fuori al freddo un'eternità e quando rientro non voglio ritrovarmi davanti agli occhi scene da film hard.” scherzò, guardandoli divertita mentre Sango arrossiva.
Mia piccola Kagome, non ti facevo così sfacciata!” ribattè Miroku, sorridendole mentre la guardava uscire in terrazza e facendogli una linguaccia.

Una volta messo piede nella terrazza, Kagome venne immediatamente inondata dai brividi che le scossero la schiena. Istintivamente portò gli occhi al cielo per guardare i grossi fiocchi di neve che flemmatici andavano a posarsi a terra.
Riabbassò lo sguardo, puntandolo sulla schiena incurvata di Inuyasha, appoggiato al davanzale, il collo incassato tra le spalle. Sembrava volesse scomparire.
Titubante, percependo come una nota dolente di disagio, di solitudine, gli si avvicinò, il suo fiato caldo che creava nuvelette fluttuanti di condensa, i suoi passi ovattati dalla neve che aveva sotto i piedi.
Si fermò a pochi, pochissimi passi da lui, indecisa sul da farsi. Sicuramente la sua presenza non gli era passata inosservata e quel suo silenzio la metteva in difficoltà.

Guarda che non ti mangio, Kagome.” lo sentì dire, poi, e gliene fu immensamente grata. Sorrise leggermente, affiancandoglisi.
È la stessa cosa che mi ha detto poco fa Miroku, sai?” ridacchiò leggera, tanto per alleggerire la tensione.
Inuyasha si voltò a guardarla. La bocca stirata in un sorriso sereno, gli occhi grandi e brillanti, le guance arrossate dal freddo.
Era come vederla per la prima volta, in tutta la sua innegabile bellezza.
Aprì la bocca per dire qualcosa – per chiederle scusa, in primis – ma non fece altro che boccheggiare per alcuni istanti, catturando l'attenzione della ragazza, che lo guardava incuriosita.

C'è qualcosa che non va, Inuyasha?” gli domandò, infine. Gli si leggeva in faccia che qualcosa lo turbava, nonché fosse in difficoltà, ma non capiva perché. Quel ragazzo per lei era un continuo mistero.
Lui la fissò di rimando, spostandosi anche col corpo verso di lei, e Kagome lesse in quel piccolo e apparentemente insignificante gesto, un'apertura nei suoi confronti.
Si fissarono, cercando di leggere uno nell'anima dell'altro. Sentivano di capirsi a vicenda, ed era una cosa straordinaria, soprattutto per Inuyasha che non si era mai sentito capito da nessuno.
Ma, del resto, per tutti quegli anni, lui si era ostinato a non voler capire, a non volerne sapere del mondo.
Ed era quello che stava cercando in tutti i modi di fargli entrare nella zucca quel matto di Miroku.

Io... Ti devo le mie scuse, Kagome.” le disse, quasi un sussurro ma che alla ragazza giunse alle orecchie quasi come un grido. Lo vide abbassare la testa, le sopracciglia aggrottate, tutto il corpo teso come una corda di violino.
Sorrise, capendo perfettamente a cosa si riferisse. All'indifferenza, agli sguardi di astio, a tutti quei gesti che in realtà andavano solo a ferire lui stesso, timoroso di chiunque gli dimostrasse interesse, che gli rivolgesse una parola gentile, che volesse conoscerlo per quello che era.
Delicatamente, gli posò una mano su uno zigomo che immediatamente, a quel tocco, si rilassò, così come il resto del corpo. Inuyasha la fissò, mentre la mano di Kagome si andava a posare sul suo pugno chiuso che anch'esso si rilassò al suo tocco.
La vide sorridere, specchiandosi nei suoi occhi castani, dove la sua immagine riflessa era un completo sconosciuto. Lei gli porse il suo calice di spumante e gli si avvicinò, sfiorandolo col suo corpo che emanava un calore inebriante, come il suo profumo.
Si sollevò sulle punte, appoggiando una mano sulla sua spalla sinistra, allungandosi verso il suo orecchio.

Buon Natale, Inuyasha” gli sussurrò, mentre il tintinnio dei loro due bicchieri si disperdeva tra i candidi fiocchi di neve.


End.




Forse alcuni di voi, forse tutti, non saranno contenti di questo finale.
Ma, a parer mio, non poteva che finire in questo modo.
Non nego che ci starebbe bene un seguito. No, non lo nego XD
Ma visto l'andazzo delle cose, non dico nè prometto nulla; credo di aver 'deluso' già fin troppe volte chi mi segue, chi mi ha seguito e via discorrendo.
Le cose, il mio cervello in particolare si sta un pò smuovendo, ultimamente. E per chi leggeva 'LGDTT', è in fase di aggiornamento.
Terminerò quanto cominciato.
Bè, bò, sinceramente non so che dire, a proposito invece di questa storiella stramba. Come ho detto, forse ci sarà un dopo, uno sviluppo del tutto.
Anche perché, in effetti, per come è impostata verrebbe quasi naturale pensarlo.
Chi lo sa, magari già domani nascerà qualcosa, who knows XD
Ringrazio a prescindere chi per caso, chi con cognizione di causa darà uno sguardo a questa piccola creatura, sperando come sempre di far passare, a chi legge, un quarto d'ora piacevole.
Alla prossima, bella gente!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ka_chan87