Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Lady Aquaria    04/04/2011    6 recensioni
Estratto dal capitolo 1:
Certo che voleva Camus, dentro di sé non aveva mai smesso di provare per lui qualcosa di più del semplice affetto; anche se a sé stessa lo negava, per Camus provava ancora amore.
"Io e papà ci siamo amati, un tempo."iniziò, cercando le parole più adatte."Amare, Lixue, capisci? È qualcosa di molto più forte del volersi bene."
"Quanto forte?"
Forte abbastanza da indurre una ragazza nemmeno ventenne a rivolgere fredde parole cariche d'odio all'altro. Un sentimento così intenso da indurla a restare a letto per giorni dopo il suo abbandono, tanto potente da spingerla a prendere a pugni il fratello che le aveva proposto di abortire.
EDIT: Storia completamente revisionata! Vale
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Dragon Shiryu, Nuovo Personaggio, Shunrei / Fiore di Luna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del Destino'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 2 revisionato

2.

Come away with me.

And i want to wake up with the rain
falling on a tin roof
while i'm safe there in your arms
So all i ask is for you
to come away with me in the night
come away with me
[Norah Jones – Come away with me]

 
Mei, vorrei che tu e Lixue veniste a Parigi con me.

Non poteva crederci. Cos'era quella fretta?
Doveva essere rimasta ferma per un'eternità a guardarlo con occhi sbarrati e bocca aperta per la sorpresa.
Sette anni prima, innamorata com'era stata, l'avrebbe seguito ovunque.
Beh, non l'aveva già fatto?
Sette anni prima, avrebbe dato qualsiasi cosa, persa com'era per lui, per sentirsi dire quelle parole.
"Sei serio?" gli chiese, quando s'accorse di poter muovere di nuovo la mascella.
"Bien sur." ribatté Camus, alzando lo sguardo dal quaderno di Lixue. "Non scherzo mai su certe cose. Vi vorrei a Parigi, vorrei avervi vicino e creare una famiglia. C'est tout."
Mei posò la tazza nel lavello con più forza del solito.
No, non era tutto. Non poteva presentarsi lì di colpo e avanzare pretese assurde che coinvolgevano lei e sua figlia.
Camus sbirciò il quaderno e un ideogramma particolarmente articolato.
"Uhm… questo è piuttosto difficile, vero?"
Lixue annuì, sorridendogli.
"Sì."
Si schiarì la voce, per ottenere la sua attenzione.
"Vuoi averci vicino o vuoi averla vicina?" gli chiese, incapace di trattenersi.
Camus sollevò lo sguardo, interrogativo.
"Come, scusa?" le domandò. "Cosa vorresti dire?"
Tirò un sospiro.
Non dovevano certo parlarne davanti alla bambina; dallo sguardo di Camus capì che aveva appena toccato un brutto tasto.
"Lixue, tesoro, vorresti per favore… lasciarci soli? Io e papà dobbiamo parlare." disse Mei.
La bambina guardò prima lei poi il padre, quindi richiuse il quaderno.
"Lo ritireremo dopo." la esortò Mei. "Coraggio, vai."
Lixue, obbediente, lasciò soli i due adulti in un'atmosfera carica di tensione, senza fare domande.
"Spero che tu stia scherzando." sibilò Camus.
"Su mia figlia non scherzo mai."
"Che cosa intendi dire, eh, Mei? Coraggio, sii più chiara, non parlare per mezze frasi e non obbligare me a cavarti le parole di bocca."
D'accordo, allora avrebbe giocato a carte scoperte.
"E sia, parliamoci chiaro, Camus. Sette anni fa non ti interessava né di me, né di Lixue." protestò Mei. "E adesso…? Io non capisco."
"Forse perché di Lixue non ne sapevo niente, finché non l'ho saputo per caso, da Shiryu e Mu." obiettò Camus, acido. "Per caso, Mei. Avevo almeno il diritto di saperlo. Da te, e non da tuo fratello."
Mei non cedette pur ricordando la sfuriata che le aveva fatto quando era andato al Goro-Ho a conoscere sua figlia.
"Touchè." disse. "Ma ciò non cambia il fatto che di me non ti interessa niente, sono solo la madre di tua figlia. Ricordi? Mi dicesti che non potevamo stare insieme, sono un cavaliere d'oro, Atena prima di tutto."
Parole che gli erano costate care, che non avrebbe mai voluto dire. Quando Saga aveva annunciato dell'imminente scalata al Santuario era stato costretto a decidere rapidamente per entrambi; soprattutto per lei, visto che era presa tra lui e Shiryu.
"Mei… trattarti in quel modo non è stato facile per me. Potrei giustificarmi in mille modi, potrei anche darti la colpa di tutto …" s'interruppe, non appena Mei l'ebbe fulminato con lo sguardo. "… cosa che non farò…"
"E vorrei ben vedere!"
"Ero giovane, avevo vent'anni, e … avevo paura." confessò Camus.
Mei alzò gli occhi al cielo.
"Paura? Hai vissuto in luoghi così freddi dove dovresti aver paura di addormentarti e non svegliarti più, hai affrontato divinità malvagie e sei … morto due volte …" cosa questa che le costava troppo dire ad alta voce "… e hai avuto paura di me?"
Paura di lei?
No, non di lei. Dei suoi sentimenti, di sé stesso. Paura di qualcosa che non aveva mai provato e che aveva perso da bambino, quando era stato strappato dalle sue radici e trapiantato in un luogo ostile e privo di vita.
"Non è mai stata colpa tua. Solo mia." aggiunse Camus.
Frase tipica di chi, nonostante le parole, voleva scrollarsi di dosso ogni responsabilità, oppure di chi celava qualcosa.
Cominciò improvvisamente a sgranare gli occhi, il cuore che batteva forte.
Aveva sbagliato tutto quel tempo, forse? Aveva ragione DeathMask? Per anni aveva perso tempo a pensare a un uomo che in verità… stava con un altro uomo? Con Milo, magari?
"Oh, aspetta. Ho capito tutto."
Camus inarcò un sopracciglio, interrogativo.
"Capito tutto cosa?" domandò, confuso.
Le erano chiari molti comportamenti, iniziava a capire perché Camus si era comportato in quel modo.
"… Milo."
Che cosa c'entrava ora, il suo migliore amico?
"Milo… cosa?"
Mei lo guardò, stranita.
"… tu e Milo… " disse, intrecciando i due indici delle mani come per dire state insieme. "Voi due…"
Camus le riservò uno sguardo gelido, uno di quegli sguardi penetranti, che le mise i brividi addosso.
"Io e Milo che cosa?"
Mei si pentì di aver tirato in ballo l'argomento. Ci erano voluti mesi per digerire la notizia, e lui adesso mandava all'aria tutto quanto?
"Le notizie corrono veloci. Mi era giunta voce che tu e Milo… insomma… stavate insieme."
Camus la guardò un attimo.
Non ne voleva parlare, ed era anche piuttosto comprensibile. Insomma, non doveva certo darle spiegazioni di alcun genere.
Poi, di colpo, mentre era persa a pensare, Camus scoppiò a ridere: una risata di cuore, di quelle che partono dal profondo e che, in qualche modo, scuotono tutto il corpo.
"Oh bè, le mie preoccupazioni ti fanno ridere, sono contenta." ribatté Mei, stizzita.
Prese ad apparecchiare la tavola per cena, continuando a sentire la risata di Camus dietro di sé; non rideva mai, e quando lo faceva la prendeva anche in giro.
"Continua a ridere tranquillamente, così, come se io non ci fossi."
"… Mei … a Milo piacciono le donne." disse, quando la risata scemò.
"Buon per lui." disse Mei. Stimava Milo come amico ma sinceramente le importava poco delle sue abitudini sessuali.
"A me piacciono le donne." proseguì Camus.
"Sono contenta per te." buttò lì, come se non le importasse.
"E sai anche a chi mi riferisco. Sai, non ti facevo tipo da credere a delle voci stupide. Tornavamo da Atene una sera, ubriachi fradici, e rifiutammo la compagnia di un paio di… ehm …"
"…donnine allegre?" l'aiutò Mei.
Un paio di passeggiatrici che lavoravano in periferia, tra le quali due vecchie conoscenze di Mu.
"Già. Qualcuno mise in giro queste voci." concluse.
Facile pensare chi avesse messo in giro quelle voci.
"Immagino anche chi. Quel becchino di DeathMask." disse Mei.
"Non lo so, ma la cosa non mi interessa." disse Camus. "Io sono sicuro di quel che sono e quel che faccio, e le critiche mi scivolano addosso."
DeathMask, sempre lui.
"Razza di… scavafosse che non è altro. Ho giurato di fargliela pagare, quando per poco non uccise Shunrei e Shiryu. Devo ancora pensare a come farlo fuori."
Camus la guardò, divertito.
"Tu? Far fuori DeathMask? E come pensi di fare?"
"Non preoccuparti, in un modo o nell'altro lo farò."
"Tu vorresti sconfiggere un cavaliere d'oro?"
Mei lo guardò, indulgente.
"Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, non c'è ira peggiore dell'ira di una donna." ribatté Mei.
Lui s'appoggiò allo schienale del divano.
"Mei. Non arrampicarti sugli specchi." disse. "Non sei brava a cambiar discorso."
Fu lei a ridacchiare.
"Ci ho provato." ammise.
"Oh sì. E t'è andata male."
Lei si schiarì la voce.
"Dunque... parlavamo di te e Milo."
"No. Parlavamo di noi." la corresse Camus.
Noi.
Gli diede le spalle, iniziando a trafficare con piatti e ciotole varie, dalla credenza.
"Ah, perché, c'è mai stato un noi? E quando? Non me ne sono accorta." disse Mei.
D'un tratto, le sue mani sui fianchi.
O meglio … i fianchi tra le sue mani -Camus si stupì di quanto fosse rimasta snella e nervosa nonostante la gravidanza-, e il respiro, il suo respiro, sul collo.
"C'è sempre stato un noi." le sussurrò contro l'orecchio. "Sei lontana, ti vedo solo quando vengo a trovare Lixue, ma tu ci sei sempre stata."
Sensazioni che pensava di aver dimenticato, o addirittura mai provato, l'assalirono prepotenti.
Camus era molto più alto di lei, la superava di quasi tutta la testa. Abbracciarlo significava trovare l'incastro perfetto; aveva sempre adorato stare tra le sue braccia, le era piaciuto sentire il suo mento appoggiarsi alla sua testa. Nel suo abbraccio, riusciva sempre a dimenticare ogni cosa.
Sei lontana, ma tu ci sei sempre stata.
Deglutì, sospirando pesantemente e schiarendosi la voce, pur sentendosi bene, tra le sue braccia.
"…Cam…sono immune al tuo fascino." disse, per stemperare la tensione creatasi.
"Bugiarda." mormorò lui. "Adesso chi ha paura di chi?"
"Non ho paura di te, solo di quello che provo per te."
Ci stava ricascando e non andava affatto bene.
Camus le sfiorò gli orecchini che portava, degli chandelier con perline di lapislazzuli che le aveva portato dall'Egitto, e sorrise. Quegli orecchini li portava spesso, li aveva visti più e più volte.
"Allora mi pensi." continuò, sempre a bassa voce. "Posso ancora sperare."
Si staccò da lei quando sentì passi infantili in corridoio, seguiti da passi più adulti.
"Mei … on va en parler." le disse poi, cercando di calmarsi un po’.
"Ecco dov'eri, peste!! Torna qui, dove pensi di andare?"
Shiryu, che stava giocando con Lixue; sentire le risa di sua figlia lo fece sorridere.
Per lo meno Shiryu non odiava la nipotina anche se era sua figlia, pensò Camus.
"Donna! È pronta la cena?" scherzò Shiryu, entrando in cucina e perdendo subito il sorriso.
"Ciao." disse Camus, per educazione più che per reale voglia di salutarlo.
"Ciao." ribatté Shiryu, freddo. Il suo sguardo andò da Mei a lui, e viceversa.
"Wèntí?" Problemi?
"No."
" Tā wèihé zài zhè'er?" Perché lui è qui?
Lixue saltò ancora in braccio al padre, fornendo una risposta a Shiryu prima che potesse fornirgliela Mei.
"Parce qu'il ést mon papa."  Perché lui è il mio papà.
"Ah ecco. Dobbiamo a Lixue il grande onore di averlo qui?" commentò Shiryu, tornando al greco. Assottigliò lo sguardo, nel cogliere nello sguardo di Camus un certo orgoglio dopo le parole di Lixue. Continuò a fissarlo con un atteggiamento di sfida, ma alla fine non fu Camus a cedere.
"Smettila." sibilò Mei.
"Allora papà, dimmi… tu e mamma vi volete bene?"
Camus sorrise, scostando un ciuffo di capelli dalla fronte di Lixue.
"Era questa la domanda che mi volevi fare, quando mi hai chiamato?"
Ma allora era davvero stata Lixue a chiamarlo.
"Certo che ci vogliamo bene." le rispose Camus. "Che domande. Perché me lo chiedi?"
"È per questo che sono nata?"
Shiryu, dalla parte opposta dell'isola di cottura in mezzo alla cucina, guardò Mei.
"Silenzio. " l'ammonì Mei. "Non darmi un altro motivo per detestarti."
"No. Lungi da me scatenare la tua ira." disse Shiryu.
Mei sentiva le occhiate di Camus dritte nella schiena, stava sicuramente aspettando che lei si voltasse.
"… anche per questo, sì." rispose Camus.
"Almeno non ha detto frasi stucchevoli come: sei nata per amore, tesoro." lo prese in giro Shiryu, parlando in cinese alla sorella. "Visto che lui nemmeno sa cos'è l'amore."
"Perché tu sai che cos'è? Non parlare di cose che non conosci, quello che c'è stato fra me e Camus e i dettagli riguardanti la nascita di nostra figlia non li conosci e non ti riguardano. Resta al tuo posto, Shiryu." rispose Mei, piuttosto scocciata dalla situazione. "Pensa agli affari tuoi."
Finì di sgocciolare la frittura mentre Camus continuava a parlare con Lixue.
"A tavola. È pronto." annunciò.
"Bene, avevo fame! Papà, rimani a mangiare?" chiese Lixue. "Mamma fa delle cose buonissime!"
Shiryu la falciò con uno sguardo di fuoco.
"No. Papà ha da fare. Hai da fare, giusto?" domandò.
Mei sbuffò, mentre Camus riduceva gli occhi a due fessure.
"Veramente, no." rispose. "Non ho niente da fare, sono libero come l'aria."
Ah davvero? Strinse i pugni intorno alle posate, sbuffando come un drago furioso.
"…bè. Comunque a papà non piace la cucina cinese." continuò.
Camus si sedette a tavola, prese le bacchette e scoccò a Mei un sorriso da mozzare il fiato e a Shiryu un ghigno ironico.
"Io adoro la cucina cinese."
 

***

Lady Aquaria's corner.
Sembra ostrogoto, ma è cinese.^^
Non faccio uso del traduttore di Google, sbaglia o dà risultati … anche imbarazzanti, due volte su tre, ergo, lo ritengo inaffidabile. A parte il francese, che conosco in parte grazie agli studi svolti al liceo (quindi francese scolastico e non perfetto, ma me la cavo), per il cinese mi avvalgo di un dizionario e un frasario. Spero solo che sia giusto e ciò che ho scritto significhi quello che avevo in mente, altrimenti, che figuraccia…

Shiryu è protettivo verso la sorella, e lei lo è verso Shiryu. Ecco spiegato il risentimento verso DeathMask ed ecco perché Shiryu è tanto, ma davvero tanto odioso verso Camus.
Se qualche frase di Camus vi suonasse familiare … sì, avete ragione. Ho scritto il capitolo in piena fase "Ligabuesca", in particolar modo mentre ascoltavo "Ci sei sempre stata."
E l'ho riascoltata anche mentre lo riscrivevo.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, e a Dew_Drop, miloxcamus e MaikoxMilo per le recensioni e l'incoraggiamento!
Devo aggiungere ai ringraziamenti anche i nuovi lettori/recensori, grazie :)
Alla prossima!

Lady Aquaria

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Lady Aquaria