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Autore: Quintessence    05/04/2011    2 recensioni
Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
~
Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Undici ~ Il Perdono


Strano come la vita si ripeta sotto i nostri occhi, vero? Stessi sbagli, stessi problemi, stessi rimpianti. Non sempre perdonare, comunque, è la cosa giusta. Forse tornando indietro qualcuno di voi perdonerebbe, e regalerebbe una carezza al posto di uno schiaffo... Ma quanti di voi vorrebbero tornare indietro proprio per evitare di perdonare alcuni errori e alcune persone? Per sostituire una carezza con un bel ceffone sonoro? Ci scommetto, tanti. Perché le persone, ci rendiamo conto dopo il perdono, non cambiano. Restano bastarde uguali, dentro, e chi ti tradisce una volta ti ha tradito per sempre. Chi è una schiappa a scuola non comincia a studiare di punto in bianco, e chi per natura è incline alla menzogna non confessa un reato spontaneamente. Almeno, a patto che non ci sia una causa scatenante a farlo riflettere e a tirare fuori la sua parte migliore, ma questo è molto raro e quasi assurdo. Quando qualcuno lo fa, intendo andare contro la propria natura e provare che è davvero cambiato, lo si chiama eroe e lo si perdona. Diventa famoso.
Sì, sono disilluso in questo periodo, e non solo perché vado malino a scuola, e mio padre è un po' in crisi con l'azienda: mia madre non sta bene e... Ad Alessandra ancora non riesco a parlare. L'sms è finito in un mare di pettegolezzi, e ultimamente la vedo girare per i corridoi completamente spenta. Non c'è più la luce che c'era un tempo né fra i suoi capelli, né nei suoi occhi. Adesso che so come sono andate le cose, penso che stia solo vagando alla ricerca di un pretesto. 
Lo so, è strano. Pare strano perfino a me che la persona che amo e da cui sono maggiormente ossessionato e che è pure in classe con me non possa nemmeno parlarmi, nonostante ricambi i miei sentimenti. Fa quasi ridere. Assurdo.
Il pretesto arriva alla quarta ora, quando Ilaria che oggi è su di giri, sta organizzando una uscita tutti insieme per andare al cinema. Alessandra ovviamente viene repentinamente esclusa, ma se ne sta nell'angolo, spenta. Guarda il banco. Io la guardo per un secondo, lei alza lo sguardo e accenna un sorriso, incurva le labbra ma ha la morte negli occhi. Non rispondo al cenno, mi giro. La sto spingendo giù dalla finestra, adesso lo so. Ilaria fa un commento acido su di lei, ma lei non risponde niente. Alessandra è così, non odia Ilaria solo perché lei la odia. Non le interessa, semplicemente. Ha scelto di essere se stessa, e lo rimarrà. Anche se questo la portasse alla morte. Ironico, eh?
Beh, Ilaria continua, sta organizzando questo cinema, vuole vedere un thriller che personalmente non mi interessa minimamente. E non credo nemmeno agli altri, perché sento sbuffare anche se nessuno dirà di no: sono le regole del branco. Anche io accetto, in effetti, alla fine, per non restare a casa. E appena dico di sì, e siamo tutti d'accordo, succede qualcosa di strano. La mia voce viene sovrastata da uno splendido e squillante cinguettio. E vorrei che cantasse, vorrei chiederle di cantare per me, adesso, qui, anche se siamo davanti a tutti. Vorrei urlarle di baciarmi, con tutta la passione che le viene fuori da quella bocca così bella. Invece non urlo niente, e lei non canta. Parla.
"Sentite, perché invece non andiamo al parco a fare un picnic? Domani sicuramente c'è il sole" -Lo dice con serenità, come se fosse parte di noi da sempre anche se, dio, quella camicia a quadri e fiori è orrida. Le accarezza le forme con dolcezza, ma non credo di aver mai visto niente di più brutto. Con quegli orecchini marroni, poi... Lo spettacolo è quasi circense. Ma voglio abbracciarla lo stesso, baciarla, dirle di mettersi cose ancora più brutte ma che le stiano così bene lo stesso. Dirle di continuare, così solo io le metterò gli occhi addosso e nessun altro. 
Annuisco lentamente alla sua domanda. Sì, sì, dico silenziosamente. Federica mi segue, fa di sì. Altri ci imitano. Funziona. Funziona, funziona! 
"Sì, perché no"
"Dai, è un'idea"
"Io posso fare l'insalata di riso"
Scoppia qualcosa, sotto il pavimento. Mi guardo in giro. Sono tutti diversi, tutti leggermente più colorati. Sembra un contagio. Federica ha un fiore dietro l'orecchio. Giovanni è sempre vestito di grigio o di nero, e oggi indossa un verde sgargiante. Gianna ha sempre il muso, e oggi sorride. Sara si è sempre truccata con il nero, oggi ha sfumature azzurre su tutto il viso. E' lei, è Alessandra, mi dico. Ce l'ha mandata qualcuno, l'hanno mandata per svegliare le nostre individualità, per farci scoprire diversi. Per regalarci il colore, la vitalità. L'abbiamo rifiutata, l'abbiamo esclusa, ma alla fine ha vinto! Ha vinto! Abbiamo vinto! Ha sopraffatto Ilaria con un cenno solo, con poche parole, con la sua voce cristallina che pare che canti. Forse ha deciso di suicidarsi perché non abbiamo più bisogno di lei, adesso.
Ilaria si alza.
"Senti, troietta, dei tuoi consigli non ha bisogno nessuno"
Io sorrido sotto i baffi. L'unico da cui Alessandra non sa difendersi, oramai, sono io. E solo perché è innamorata di me. Povera Ilaria, penso. Questa volta è proprio destinata male. So quanto Alessandra sia cambiata dai tempi dell'assemblea di classe, in cui fuggiva in lacrime. Qualcuno la difende, dice e che è, ha solo proposto un'idea. Stai tranquilla, Ila. Tutti lo fanno a bassa voce, però. Ribellione, ribellione. Si sveglia, il mostro si sveglia, penso. 
"Perfetto allora perché non la proponi tu come idea? Vengo anche io" -Le dice con naturalezza. Credo che Ilaria voglia mangiarsela.
"Non ti è ben chiaro che mi stai sulle palle e con me non ti ci voglio?" -Ed è allora che voglio alzarmi, e sto per farlo davvero, anzi, lo faccio, mi alzo. Mi alzo, sì. Mi alzo per la prima volta nella mia vita, mi alzo e mi piazzo dietro la trincea del banco. 
"Chiudi la bocca, Ila"
Il tempo si ferma. Altri due o tre si alzano. 
"Sì, chiudila"
"Stai esagerando"
"Adesso basta con queste idiozie"
"Non siamo più all'asilo"
Alessandra sfodera il suo sorriso più luminoso, mentre è Ilaria questa volta ad essere presa di mira. E' lei che si raggomitola su se stessa, è lei che sta per piangere. Nessuno si alza, nessuno la difende. Stiamo tutti in piedi, tutti a gettare sassi e cattiverie, ma l'obiettivo è cambiato. E io mi sento bene, mi sento vivo a insultare una che se lo merita, e non Alessandra che non l'ha mai meritato, che non ha fatto niente se non essere diversa. Ma adesso Alessandra sta attraversando la classe, e arriva al suo banco. Ci guarda tutti con cipiglio cattivo, come se stessimo facendo qualcosa di orribile. Ha le sopracciglia aggrottate e una smorfia sul viso
"Chiudetela voi, quella boccaccia. A me, Ilaria piace un sacco"
"Che cosa?" -Chiede lei, quasi in lacrime.
"Mi piaci un sacco. Perché non puoi essere solo mia amica?"
Nessuno dovrebbe mai essere vittima dell'esclusione. Nessuno. Mi siedo e boccheggio; se non è Alessandra, doveva essere Ilaria? No. Ha ragione, dovremmo finirla. Dovremmo accettarci, punto. 
Alessandra tende la mano a Ilaria. Lei non la prende. Anzi, fa un passo indietro, fa una smorfia, e le dice: "Hai rovinato tutto"  -Poi la schiaffeggia.
Di nuovo, la classe si immobilizza. Per un interminabile minuto, le ragazze restano una di fronte all'altra. Io sono abbastanza vicino per vedere le spalle e gli occhi di Ilaria fremere. Si aspetta di essere schiaffeggiata a sua volta, è ovvio. E infatti, quando Alessandra si muove, si irrigidisce e chiude gli occhi; ma sono morbide labbra a sfiorarle la guancia, non il freddo palmo di una mano. Un bacio di pace. Un bacio di perdono.
"D'accordo, non verrò al cinema con voi. Non amo i thriller" -Dice. Quando Ilaria apre gli occhi, è già uscita dalla classe.
*

Matteo respirò l'incenso ripensando a quel momento. Aveva gli occhi chiusi, la bocca aperta in un sorriso; la verità era che tutti gli studenti avevano apprezzato ciò che Alessandra aveva fatto. Perché con quel bacio, non solo aveva perdonato Ilaria. Aveva perdonato tutti, tutti loro. Soprattutto, aveva perdonato Matteo. E lo aveva fatto perché sapeva con precisione incontro a cosa stava andando. E voleva che sapessero precisamente che non ce l'aveva con nessuno. Che non odiava nessuno. Che alla fine, nonostante tutto il male, tutta la sofferenza, e tutto quello che aveva passato, andava con serenità incontro al suo destino. E nessuno doveva sentirsi in colpa, mai, per quello. Voleva che sapessero che li aveva amati tutti, uno per uno. Anche senza essere mai ricambiata. L'sms era stato l'ultimo passo, la sua negazione era stato il salto. 
"Fu l'ultimo giorno che rimase del tutto isolata" -Spiegò Matteo- "Da quella volta, lentamente, tutti hanno ricominciato a comunicare con lei, anche se un freddo distacco lasciava intuire una esclusione mai estinta"
"E Ilaria?" -Matteo sollevò le spalle.
"Credo siano uscite, qualche volta. Forse erano quasi amiche. Si parlavano, insomma!" -Rispose lui, ricordandosi che lei era comunque morta. Guardò l'orologio. Il tempo era finito. Era comunque morta, per il momento.


   
 
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