CAPITOLO 16:
Welcome to NewCastle! Ovvero “Perry che dici?”.
“Nivose,
mi raccomando allacciati bene la cintura perché sennò arriva l’hostess e ti
sgrida, le brave bambine portano sempre la cintura”.
“Si Bec, ma mi stringe un sacco!”.
“Aspetta
che te la allargo bene….. ecco, va meglio adesso??”.
“Sisi,
grazie. Ti voglio bene. Posso avere una caramella? Fra quanto
partiamo?”.
“Ecco,
subito. La vuoi al limone o alla fragola?”.
“Fragola
grazie. Ci vuole tanto per arrivare, io avrei caldo”.
“No,
no, con un oretta arriviamo, intanto tu gioca un po’
con il Nintendo, oppure se ti và ho portato i colori a pastello. Fai un bel
disegno, così poi lo regali a zia Perry!”.
“Ok,
allora prendo i fogli. Grazie Bec. Mi apri la scatola?”.
“Ecco
qui Niv, allora fa un bel disegno”.
‘IL VOLO NUMERO 3459 PROVENIENTE DA SYDNEY, DIRETTO A
NEWCASTLE PARTIRA’ FRA 3 MINUTI. SI PREGANO I GENTILI VIAGGIATORI DI
ALLACCIARSI LE CINTURE E RIMANERE SEDUTI”.
“Ok
Nivose, stiamo per partire… adesso se guardi il finestrino ogni figura si fa più
piccola”.
“Umh…
quando partiamo allora guardo”.
Finalmente
Perry mi aveva chiamata, per dirmi che si sarebbe sposata il 15 novembre, quasi
in estate, e aveva deciso di sposarsi dove abitava adesso con Matt, in un
piccolo quartiere di New Castle, a Reddish Area, una zona sul mare. Mi disse
che però preferiva che io arrivassi prima per aiutarla con l’organizzazione
della cerimonia e per le prove. Dato che non aveva sorelle e voleva un parere
fidato mi disse di arrivare almeno il 12. Così la mattina del 12 novembre, fra
un sole caldo e la temperatura in salita io e Nivose salimmo
sull’aereo diretto a New Castle. Portai Nivose perché Anna e Joe me l’avevano lasciata in custodia due giorni prima di partire per
un convegno di specializzazione sui Kite che Anna ci teneva a fare. Così la
portai con me, tanto Anna e Joe per il 14 sarebbero
arrivati.
Pur avendo solo 5 anni Nivose era già intraprendente e
ubbidiente. Era una bambina brava e buona, non faceva i capricci ed era
abbastanza silenziosa. Io e lei avevamo un forte legame, venuto fuori dal fatto che Anna e Joe mi avevano coinvolta
moltissimo nella sua crescita, e per lei ero la seconda madre, anche
affettivamente lei mi considerava un po’ la terza parte della famiglia, un po’
“mamma due” insomma.
La
cosa terribilmente inquietante di Nivose era il fatto che
più cresceva e più fisicamente prendeva tutte le caratteristiche della mia
famiglia: di Anna aveva solo il naso perfetto e gli occhi chiari, per il resto
aveva preso tutto il patrimonio genetico di mio fratello, e perciò il mio. Praticamente per farla breve Nivose era la mia copia esatta
e identica di quando ero piccola io. Era incredibile quanto ci assomigliassimo, aveva i capelli neri e mossi come i miei e
quelli di Joe, anche il colore della pelle, il taglio degli occhi, la forma del
viso, le ciglia lunghe, la corporatura era identica. Anna se n’èra fatta subito
una ragione, e poi era felice che assomigliasse a me e Joe, però per me era
sempre strano vedere la mia copia in formato mini.
“Signorina
scusi, ha allacciato le cinture?”.
“Oh,
si esso, apposto”.
“E sua figlia? le hai allacciate piccola?” chiese l’hostess a
Nivose.
“Sisi,
le ho allacciate benissimo signorina!” disse lei
felice.
“Ma che carina che sei, come ti chiami?”.
“Nivose,
e lei è la mia zietta Bec, ma solo io posso chiamarla Bec, lei la chiami Rebecca!” disse la piccola.
“Oh
mi scusi, pensavo fosse sua figlia.”
“Stia
tranquilla, lo pensano tutti” sorrisi alla hostess.
“Va
bene, buon viaggio allora!” disse. Sorrise e se ne andò.
Il
viaggio dirò 45 minuti, e Nivose dormì o colorò quasi
sempre, perciò io mi rilassai.
Arrivai
all’aeroporto e recuperai al mia valigia e quella di
Niv, che intanto contava le altre valigie sul nastro trasportatore. Si erano
fatte le 11,30. Uscite fuori dall’aeroporto guardai in
giro e dopo qualche minuto trovai un taxi libero. Gli diedi l’indirizzo della
casa di Perry che lei mi aveva dettato la sera prima, e partimmo.
Nivose
si ricordava vagamente Perry, che aveva visto si e no
due volte, così per il resto del viaggio gli parlai di lei, di Matt e del loro
matrimonio. Il taxista era simpatico, e mi parlò un po’ di New Castle,
spiegandomi che era una città sia turistica che economicamente attiva, e mi chiese
di dov’eravamo. Quando il tassista di mi disse che
saremmo stati a casa di Perry dopo un quarto d’ora la chiami per dirle di
aspettarci fuori. Il quartiere dove viveva era magnifico, e soprattutto molto
vicino al mare. Avevo sempre bisogno di vederlo, e sapere che ero vicina al mare anche in quel caso mi faceva tranquillizzare.
Arrivammo alla meta e ad aspettarci, davanti ad una
bellissima villetta col giardino c’erano lei e sua madre, Sylvia.
Il
tassista si fermò un po’ prima della strada, non potendo entrare troppo nelle
zone residenziali, così pagai e scaricai il bagagli.
Lo salutai ringraziandolo per la sua gentilezza, anche Nivose lo salutò, e poi
corsi in contro a Perry, che era sempre più bella ogni
volta che la vedevo.
“Perry!!” la abbraccia forte forte. “Come stai?” le chiesi.
“Bene,
bene, e voi? Tutto bene il viaggio!” chiese.
“Si,
le nuvole erano bianche bianche e le cose da sopra si
vedevano piccole. Però io non ho avuto paura!” le
disse Nivose.
“Tesoro, sei diventata così bella. Sembri
una Bec in miniatura” disse Perry, prendendola in braccio.
“Io
sono più bella di zia Bec, lei è vecchia… io sono nuova!” disse Nivose. Ridemmo
tutte e due insieme.
Sylvia
ci salutò entrambe appena arrivammo in casa e ci
accolse con la sua solita gentilezza. Perry mi comunicò che Matt era ancora al
lavoro e non sarebbe tornato prima delle 5 a casa. Pranzammo tutte
insieme e Perry mi raccontò i fatti delle ultime settimane: qualche
guaio con il ristorante, il vestito da sposa cambiato all’ultimo minuto e cose
così… purtroppo avere le idee non troppo chiare era proprio da Perry. Alle 5 in
punto Matt arrivò a casa e ci salutò felicissima di rivederci. Nivose non se lo
ricordava molto ma comunque fù molto gentile con lui.
Perry e Matt erano sempre una bellissima coppia, ormai era proprio ora del grande passo, anche perché stavano insieme dai tempi del
Surf Academy, perciò ormai il loro legame era saldo. Nel pomeriggio Perry mi
portò sulla spiaggia dove era stata allestita una piccola
cappelletta non lontano dal mare dove si sarebbe svolta la cerimonia, e
la trovai veramente deliziosa. Quel poco che avevo visto di NewCastle
mi piacque molto, e anche Nivose si stava divertendo un mondo, anche perché
Matt gli dedicava moltissimo tempo. La sera cenammo sul terrazzo della casa di
Perry, e discutemmo di quello che avremmo dovuto fare il giorno dopo. Ad un
certo punto mi ricordai i dirgli che Anna e Joe sarebbero
arrivati solo il 14. Matt mi chiese come stavano e così Nivose si mise a
raccontare tutto del lavoro di Anna e di Joe, e della
conferenza di Kite. Dopo cena Perry tirò fuori degli album vecchissimi di
quanto andavamo ancora a scuola tutti insieme, delle
gare e di tutte le gite fatte insieme: c’èrano le foto del compleanno di Fly,
quelle del ballo di fine anno, quelle del picnick, e di tanti altri momenti… mi
si strinse il cuore a vedere tutti quei ricordi. Mi sembrava ieri che ero una studentessa della Surf Academy Solar Blue, e correvo
sulla spiaggia e cavalcavo le onde con tutti i miei amici, e adesso avevo la
figlia di mio fratello affianco e la mia migliore amica che si sposava. Girando
le pagine Perry trovò una foto di me ed Edge al ballo
che fece da sfondo alla premiazione finale. La presi in mano e rimasi un po’ a
guardarla, quasi come se concentrandomi avessi potuto
tornare a quel momento e cambiare le cose.
Matt
mi disse che gli dispiaceva per come erano andate le
cose e che Edge era stato troppo preso da fama e gare per pensare a quello che
faceva; gli dissi che ormai era acqua passata. Matt sorrise e continuò a
sfogliare l’album senza indugiare oltre. Ad un certo punto Nivose mi chiese di
portarla al bagno, così la accompagnai e chiusi la porta. Sentì squillare il
telefono e pensai che potevano essere Joe e Anna dato
che gli avevo lasciato il recapito di casa di Perry, così andai in salone e
vidi Matt rispondere. Perry intanto entrò anche lei nella sala.
“Pronto”
disse Matt….. Lo vedi un po’ confuso. “Non ti sento,
aspetta ti metto in vivavoce!” disse.
“Pronto
Matt! Matt sei tu amico?”. Oddio. Quella voce. Oddio.
“Si
sono io. Edge sei tu?”.
“Si,
si, ma mi senti Matt?”.
“Si,
dimmi tutto”.
“Volevo
dirti che domani arrivo con il volo delle 12,55 quindi
dovrei essere lì per le 14, 30. Vengo con il taxi a casa tua ok? Ci trovo
qualcuno o mi lasci fuori come la volta scorsa?”.
Perry
scoppiò a ridere, probabilmente ricordando la scena. “Nono, amico, tranquillo,
non ti lascio fuori!” rise Matt.
“Senti
Perry come ride! Perry guarda che ti sento dal viva voce!” disse
Edge.
“Ciao
Edge! Cerca di essere puntuale domani eh!” disse Perry
ridendo. Poi mi fece segno di salutare dal viva voce. La guardai e scossi la
testa, non se ne parlava neanche. Non volevo che sapesse che ascoltavo anche io
la telefonata, ma purtroppo in quel momento arrivò Nivose, più infervorata che
mai urlò: “Becccccc!!! Uffa Bec non arrivo allo
sciacquone! Vieni di là con meeee! Beeec!” mi urlò, più vicina al telefono che
a me.
“Pronto
Matt! Ma chi è?” fece dalla cornetta Edge. “Avete un
asilo serale?”.
Nivose
intanto si avvicino dritta dritta alla cornetta.
“BEEEEEEEEEEC!!! Vieni con me!!” e urlò davvero di
brutto. Per un attimo nessuno parlò, alla fine dissi
io ad alta voce “Dai andiamo, basta che la smetti di urlare”. La mia copertura
era andata.
“Ma
c’è Bec lì..? E chi è la
ragazzina che strilla?” fece Edge.
Vidi
un lampo negli occhi di Perry e la vidi afferrare a velocità supersonica la
cornetta. “Si, si, Bec è arrivata oggi, con la sua bambina Nivose. Era lei che
strillava… comunque quando pensi che arriverai?” disse
Perry sghignazzando. “Ehmhhh. È? Bec e la bambina… emh, già l’ora. Ah, bhè… non
lo so. Ti faccio sapere domani. Ci vediamo domani ragazzi. Ciao, buonanotte!” e
riattaccò.
“Perry
ma che diamine dici?? Nivose è la
mia bambina?” dissi.
“Tranquilla
Bec, è un trucco, lascia fare a me e vedremo. Tanto Nivose è tale e quale a te,
nessuno lo capirà che non è tua figlia se non lo diciamo. E
vediamo Edge come si comporterà!”. Sorrise soddisfatta.
“Oddio
Perry… in che guaio mi stai cacciando…” dissi. Accompagnai Nivose al bagno e le
feci vedere che stavo tirando io lo sciacquone. Dopo la
portai sopra, le misi il pigiama e la misi nel letto che le aveva preparato
apposta Sylvia. Le diedi un bacinetto e spensi la luce, sperando che si sarebbe
addormentata presto.
Riscesi
in salone e andai da Perry. “Tu sei matta!” le dissi.
“Nono,
vedrai che funzionerà… Hai visto come ha reagito alla
notizia…! Bec stai al gioco domani e vedrai. E alle
brutte gli si dirà che ha capito male!” e rise ancora.
Matt
ci guardò seriamente preoccupato. Chissà che cosa avrebbe
combinato quella scema. Alla fine mi guardai bene dal chiederle altro,
con la paura che le venisse qualche altra idea, e mi infilai
dritta nella camera degli ospiti, controllai che Nivose dormiva e mi
addormentai anche io, col pensiero che il giorno dopo sarebbe stato un giorno
importantissimo.