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Autore: Eve Ell    05/04/2011    2 recensioni
Alla Solar Blue non c'è più solo il surf, soprattutto quando dei ragazzi che sono costretti a convivere un giorno si innamorano! Ecco il mio riadattamento della storia d'amore dei miei due personaggi preferiti: Bec e Edge.
Finalmente arrivano le vacanze, prima dell'inizio degli ultimi mesi di scuola, e c'è tanto tempo libero per tutti, vediamo che cosa succederà.
Spero che questa FF vi piaccia, è la prima "ufficialmente" pubblicata, perciò non siate troppo cattivi. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bec Sanderson, Dean 'Edge' Edgely, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO FINALE:

CAPITOLO 16: Welcome to NewCastle! Ovvero “Perry che dici?”.

 

 

“Nivose, mi raccomando allacciati bene la cintura perché sennò arriva l’hostess e ti sgrida, le brave bambine portano sempre la cintura”.

Si Bec, ma mi stringe un sacco!”.

“Aspetta che te la allargo bene….. ecco, va meglio adesso??”.

“Sisi, grazie. Ti voglio bene. Posso avere una caramella? Fra quanto partiamo?”.

“Ecco, subito. La vuoi al limone o alla fragola?”.

“Fragola grazie. Ci vuole tanto per arrivare, io avrei caldo”.

“No, no, con un oretta arriviamo, intanto tu gioca un po’ con il Nintendo, oppure se ti và ho portato i colori a pastello. Fai un bel disegno, così poi lo regali a zia Perry!”.

“Ok, allora prendo i fogli. Grazie Bec. Mi apri la scatola?”.

“Ecco qui Niv, allora fa un bel disegno”.

‘IL VOLO NUMERO 3459 PROVENIENTE DA SYDNEY, DIRETTO A NEWCASTLE PARTIRA’ FRA 3 MINUTI. SI PREGANO I GENTILI VIAGGIATORI DI ALLACCIARSI LE CINTURE E RIMANERE SEDUTI”.

“Ok Nivose, stiamo per partire… adesso se guardi il finestrino ogni figura si fa più piccola”.

“Umh… quando partiamo allora guardo”.

Finalmente Perry mi aveva chiamata, per dirmi che si sarebbe sposata il 15 novembre, quasi in estate, e aveva deciso di sposarsi dove abitava adesso con Matt, in un piccolo quartiere di New Castle, a Reddish Area, una zona sul mare. Mi disse che però preferiva che io arrivassi prima per aiutarla con l’organizzazione della cerimonia e per le prove. Dato che non aveva sorelle e voleva un parere fidato mi disse di arrivare almeno il 12. Così la mattina del 12 novembre, fra un sole caldo e la temperatura in salita io e Nivose salimmo sull’aereo diretto a New Castle. Portai Nivose perché Anna e Joe me l’avevano lasciata in custodia due giorni prima di partire per un convegno di specializzazione sui Kite che Anna ci teneva a fare. Così la portai con me, tanto Anna e Joe per il 14 sarebbero arrivati.

Pur avendo solo 5 anni Nivose era già intraprendente e ubbidiente. Era una bambina brava e buona, non faceva i capricci ed era abbastanza silenziosa. Io e lei avevamo un forte legame, venuto fuori dal fatto che Anna e Joe mi avevano coinvolta moltissimo nella sua crescita, e per lei ero la seconda madre, anche affettivamente lei mi considerava un po’ la terza parte della famiglia, un po’ “mamma due” insomma.

La cosa terribilmente inquietante di Nivose era il fatto che più cresceva e più fisicamente prendeva tutte le caratteristiche della mia famiglia: di Anna aveva solo il naso perfetto e gli occhi chiari, per il resto aveva preso tutto il patrimonio genetico di mio fratello, e perciò il mio. Praticamente per farla breve Nivose era la mia copia esatta e identica di quando ero piccola io. Era incredibile quanto ci assomigliassimo, aveva i capelli neri e mossi come i miei e quelli di Joe, anche il colore della pelle, il taglio degli occhi, la forma del viso, le ciglia lunghe, la corporatura era identica. Anna se n’èra fatta subito una ragione, e poi era felice che assomigliasse a me e Joe, però per me era sempre strano vedere la mia copia in formato mini.

“Signorina scusi, ha allacciato le cinture?”.

“Oh, si esso, apposto”.

E sua figlia? le hai allacciate piccola?” chiese l’hostess a Nivose.

“Sisi, le ho allacciate benissimo signorina!” disse lei felice.

Ma che carina che sei, come ti chiami?”.

“Nivose, e lei è la mia zietta Bec, ma solo io posso chiamarla Bec, lei la chiami Rebecca!” disse la piccola.

“Oh mi scusi, pensavo fosse sua figlia.”

“Stia tranquilla, lo pensano tutti” sorrisi alla hostess.

“Va bene, buon viaggio allora!” disse. Sorrise e se ne andò.

Il viaggio dirò 45 minuti, e Nivose dormì o colorò quasi sempre, perciò io mi rilassai.

Arrivai all’aeroporto e recuperai al mia valigia e quella di Niv, che intanto contava le altre valigie sul nastro trasportatore. Si erano fatte le 11,30. Uscite fuori dall’aeroporto guardai in giro e dopo qualche minuto trovai un taxi libero. Gli diedi l’indirizzo della casa di Perry che lei mi aveva dettato la sera prima, e partimmo.

Nivose si ricordava vagamente Perry, che aveva visto si e no due volte, così per il resto del viaggio gli parlai di lei, di Matt e del loro matrimonio. Il taxista era simpatico, e mi parlò un po’ di New Castle, spiegandomi che era una città sia turistica che economicamente attiva, e mi chiese di dov’eravamo. Quando il tassista di mi disse che saremmo stati a casa di Perry dopo un quarto d’ora la chiami per dirle di aspettarci fuori. Il quartiere dove viveva era magnifico, e soprattutto molto vicino al mare. Avevo sempre bisogno di vederlo, e sapere che ero vicina al mare anche in quel caso mi faceva tranquillizzare. Arrivammo alla meta e ad aspettarci, davanti ad una bellissima villetta col giardino c’erano lei e sua madre, Sylvia.

Il tassista si fermò un po’ prima della strada, non potendo entrare troppo nelle zone residenziali, così pagai e scaricai il bagagli. Lo salutai ringraziandolo per la sua gentilezza, anche Nivose lo salutò, e poi corsi in contro a Perry, che era sempre più bella ogni volta che la vedevo.

“Perry!!” la abbraccia forte forte. “Come stai?” le chiesi.

“Bene, bene, e voi? Tutto bene il viaggio!” chiese.

“Si, le nuvole erano bianche bianche e le cose da sopra si vedevano piccole. Però io non ho avuto paura!” le disse Nivose.

Tesoro, sei diventata così bella. Sembri una Bec in miniatura” disse Perry, prendendola in braccio.

“Io sono più bella di zia Bec, lei è vecchia… io sono nuova!” disse Nivose. Ridemmo tutte e due insieme.

Sylvia ci salutò entrambe appena arrivammo in casa e ci accolse con la sua solita gentilezza. Perry mi comunicò che Matt era ancora al lavoro e non sarebbe tornato prima delle 5 a casa. Pranzammo tutte insieme e Perry mi raccontò i fatti delle ultime settimane: qualche guaio con il ristorante, il vestito da sposa cambiato all’ultimo minuto e cose così… purtroppo avere le idee non troppo chiare era proprio da Perry. Alle 5 in punto Matt arrivò a casa e ci salutò felicissima di rivederci. Nivose non se lo ricordava molto ma comunque fù molto gentile con lui. Perry e Matt erano sempre una bellissima coppia, ormai era proprio ora del grande passo, anche perché stavano insieme dai tempi del Surf Academy, perciò ormai il loro legame era saldo. Nel pomeriggio Perry mi portò sulla spiaggia dove era stata allestita una piccola cappelletta non lontano dal mare dove si sarebbe svolta la cerimonia, e la trovai veramente deliziosa. Quel poco che avevo visto di NewCastle mi piacque molto, e anche Nivose si stava divertendo un mondo, anche perché Matt gli dedicava moltissimo tempo. La sera cenammo sul terrazzo della casa di Perry, e discutemmo di quello che avremmo dovuto fare il giorno dopo. Ad un certo punto mi ricordai i dirgli che Anna e Joe sarebbero arrivati solo il 14. Matt mi chiese come stavano e così Nivose si mise a raccontare tutto del lavoro di Anna e di Joe, e della conferenza di Kite. Dopo cena Perry tirò fuori degli album vecchissimi di quanto andavamo ancora a scuola tutti insieme, delle gare e di tutte le gite fatte insieme: c’èrano le foto del compleanno di Fly, quelle del ballo di fine anno, quelle del picnick, e di tanti altri momenti… mi si strinse il cuore a vedere tutti quei ricordi. Mi sembrava ieri che ero una studentessa della Surf Academy Solar Blue, e correvo sulla spiaggia e cavalcavo le onde con tutti i miei amici, e adesso avevo la figlia di mio fratello affianco e la mia migliore amica che si sposava. Girando le pagine Perry trovò una foto di me ed Edge al ballo che fece da sfondo alla premiazione finale. La presi in mano e rimasi un po’ a guardarla, quasi come se concentrandomi avessi potuto tornare a quel momento e cambiare le cose.

Matt mi disse che gli dispiaceva per come erano andate le cose e che Edge era stato troppo preso da fama e gare per pensare a quello che faceva; gli dissi che ormai era acqua passata. Matt sorrise e continuò a sfogliare l’album senza indugiare oltre. Ad un certo punto Nivose mi chiese di portarla al bagno, così la accompagnai e chiusi la porta. Sentì squillare il telefono e pensai che potevano essere Joe e Anna dato che gli avevo lasciato il recapito di casa di Perry, così andai in salone e vidi Matt rispondere. Perry intanto entrò anche lei nella sala.

“Pronto” disse Matt….. Lo vedi un po’ confuso. “Non ti sento, aspetta ti metto in vivavoce!” disse.

“Pronto Matt! Matt sei tu amico?”. Oddio. Quella voce. Oddio.

“Si sono io. Edge sei tu?”.

“Si, si, ma mi senti Matt?”.

“Si, dimmi tutto”.

“Volevo dirti che domani arrivo con il volo delle 12,55 quindi dovrei essere lì per le 14, 30. Vengo con il taxi a casa tua ok? Ci trovo qualcuno o mi lasci fuori come la volta scorsa?”.

Perry scoppiò a ridere, probabilmente ricordando la scena. “Nono, amico, tranquillo, non ti lascio fuori!” rise Matt.

“Senti Perry come ride! Perry guarda che ti sento dal viva voce!” disse Edge.

“Ciao Edge! Cerca di essere puntuale domani eh!” disse Perry ridendo. Poi mi fece segno di salutare dal viva voce. La guardai e scossi la testa, non se ne parlava neanche. Non volevo che sapesse che ascoltavo anche io la telefonata, ma purtroppo in quel momento arrivò Nivose, più infervorata che mai urlò: “Becccccc!!! Uffa Bec non arrivo allo sciacquone! Vieni di là con meeee! Beeec!” mi urlò, più vicina al telefono che a me.

“Pronto Matt! Ma chi è?” fece dalla cornetta Edge. “Avete un asilo serale?”.

Nivose intanto si avvicino dritta dritta alla cornetta. “BEEEEEEEEEEC!!! Vieni con me!!” e urlò davvero di brutto. Per un attimo nessuno parlò, alla fine dissi io ad alta voce “Dai andiamo, basta che la smetti di urlare”. La mia copertura era andata.

“Ma c’è Bec lì..? E chi è la ragazzina che strilla?” fece Edge.

Vidi un lampo negli occhi di Perry e la vidi afferrare a velocità supersonica la cornetta. “Si, si, Bec è arrivata oggi, con la sua bambina Nivose. Era lei che strillava… comunque quando pensi che arriverai?” disse Perry sghignazzando. “Ehmhhh. È? Bec e la bambina… emh, già l’ora. Ah, bhè… non lo so. Ti faccio sapere domani. Ci vediamo domani ragazzi. Ciao, buonanotte!” e riattaccò.

“Perry ma che diamine dici?? Nivose è la mia bambina?” dissi.

“Tranquilla Bec, è un trucco, lascia fare a me e vedremo. Tanto Nivose è tale e quale a te, nessuno lo capirà che non è tua figlia se non lo diciamo. E vediamo Edge come si comporterà!”. Sorrise soddisfatta.

“Oddio Perry… in che guaio mi stai cacciando…” dissi. Accompagnai Nivose al bagno e le feci vedere che stavo tirando io lo sciacquone. Dopo la portai sopra, le misi il pigiama e la misi nel letto che le aveva preparato apposta Sylvia. Le diedi un bacinetto e spensi la luce, sperando che si sarebbe addormentata presto.

Riscesi in salone e andai da Perry. “Tu sei matta!” le dissi.

“Nono, vedrai che funzionerà… Hai visto come ha reagito alla notizia…! Bec stai al gioco domani e vedrai. E alle brutte gli si dirà che ha capito male!” e rise ancora.

Matt ci guardò seriamente preoccupato. Chissà che cosa avrebbe combinato quella scema. Alla fine mi guardai bene dal chiederle altro, con la paura che le venisse qualche altra idea, e mi infilai dritta nella camera degli ospiti, controllai che Nivose dormiva e mi addormentai anche io, col pensiero che il giorno dopo sarebbe stato un giorno importantissimo.

 

 

 

 

 

 

   
 
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