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Autore: Ratchel Vitani    05/04/2011    1 recensioni
Questo è il diario di Talim Evans, scritto fra il 1986 e il 1990, ovvero gli anni dell'orfanotrofio.
Ad ogni anno è dedicato un capitolo.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutto su Talim Evans'
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ricordi 1986

6 dicembre 1986

 

“ Mi chiamo Talim Evans. Sono arrivata all’orfanotrofio una settimana fa, il 30 novembre 1986.

Sono nata il 23 luglio 1980 a Krisjelm,  nella Terra di Mezzo. È piccola paragonata a Gran Burrone, la più grande città elfica. Li vivono Elrond, che regna sulla città, e sua figlia Arwen, che mi ha cresciuto come fossi sua sorella da quando sono morti i miei genitori, la notte del 14 marzo 1981.

C’è la guerra, nella Terra di Mezzo, da ere ormai. A Gran Burrone i cavalieri partono, ma la maggior parte non tornano, e le donne piangono la notte, e le loro urla per aver perso mariti e figli risuona per tutta la città. È un pianto straziante.

Arwen mi ha insegnato a leggere e scrivere l’elfico, ma ora sono a Londra e qui non si parla e non si scrive l’elfico, solo l’inglese. Qui non sono permessi neanche gli animali e io a Gran Burrone avevo un cavallo nero, un purosangue.

Mi è stata assegnata una camera con una altra bambina. È più grande di me, ha 9 anni. Avevo con me una valigia piena di vestiti. Mi hanno detto di disfarla, ma io non ho ancora tolto nulla.

Non voglio stare qui. Elrond mi ha dato questo diario. Mi ha detto di scrivere tutto quello che volevo e lui avrebbe sentito tutto. Arwen ha promesso che mi avrebbero scritto. È passata una settimana e io non so ancora come sono arrivata qui. So solo che era notte e io dormivo. Quando mi sono svegliata mi trovavo su un divano. Mi sono alzata e li vicino a me c’era una signora con una lunga gonna scura e i capelli che cominciavano a diventare grigi raccolti un uno chignon mezzo disfatto che parlava con Arwen

- Talim, questa è la signora Smith, sarà lei che si prenderà cura di te da oggi- poi mi ha baciato sulla testa e si è girata per andarsene

Ho cercato di chiamarla ma lei non mi ha ascoltato. Mentre piangevo la signora Smith mi ha portato nella mia stanza. Voleva cambiarmi ma io ho protestato. Non volevo che mi toccasse.

Mi sono addormentata vestita come ero arrivata”

 

 

10 dicembre 1986

 

“ La prima cosa che impari in orfanotrofio è la gerarchia, come dice scherzando la signora Smith.

I più grandi vanno sempre fatti passare, non bisogna giocare con loro ne con i loro giochi, ovvero i giochi che loro ritengono tali. Non importa se sei appena arrivato, basta avere dieci anni e sei uno di loro. Io ne ho sei, come altri 10. In tutto l’orfanotrofio siamo cinquanta bambini. Molti sono piccoli, sui 3 o quattro anni. Almeno cinque sono ancora in fasce e la maggior parte dai sette in su.

La mia compagna di stanza mi ha detto tutto questo. Si chiama Mary Anne ed è contenta che fra pochi mesi compirà dieci anni. È qui da quando è nata. Dice che dopo chiederà di cambiare stanza. Non vorrà più stare con me. Io non capisco. Siamo solo bambini”

 

 

25 dicembre 1986

 

“ è Natale. È brutto. Ci sono luci colorate dappertutto e tutti cantano canzoncine allegre.

La signora Smith aveva detto che chi faceva il bravo riceveva un regalo, ma lo hanno ricevuto tutti. Io non credo che dicesse sul serio. Non credo che tutti abbiano fatto i bravi. A me sono state regalate delle ciabatte chiuse perché avevo solo le scarpe con cui sono arrivata. Qui tutti i bambini vogliono vedere Babbo Natale, che dicono sia un uomo grasso e rosso con la barba lunga. Io dico che non esiste e gli altri si arrabbiano. Sono stupidi.

La signora Smith dice anche che dopo Natale inizierò a studiare come gli altri bambini

Intanto oggi sono in camera mentre gli altri sono in sala da pranzo a mangiare schifezze come dolci e pasticcini. A me non piacciono e preferisco scrivere. Mi manca casa”

   
 
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