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Autore: DumbledoreFan    06/04/2011    24 recensioni
Perché anche se lo avrebbe negato perfino sotto tortura e sarebbe stato pronto a giurare su tutto quello che aveva di più caro che la sigla citata nelle piccole scritte "I < 3 DC” stava per “Diet Coke”, Chris aveva una paurosa e imbarazzante cotta per Darren Criss addirittura da prima di conoscerlo. Come faceva a non innamorarsi follemente di una versione tanto talentuosa, esilarante e sexy di Harry Potter?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa FF è stata buttata giù tipo in due ore, senza alcuna pretesa, ma soltanto con la voglia di scrivere una storia allegra e carina sui miei due attori preferiti...
Ho messo l'avvertimento OOC perchè, ovviamente, non conosco i diretti interessati, e li ho modellati un po' a mio piacimento, sperando di non discostare troppo dalle vostre aspettative. Che dire, spero di riuscire anche a strapparvi un sorriso! Enjoy!


You smell delicious.


“Dov’è finita la mia Diet Coke?”

Nessuno sembrò notare il lamento indispettito di Chris Colfer, che subito si era messo in allerta quando non aveva visto la lattina accanto alla sua sedia, esattamente dove l’aveva lasciata.

Lea e Dianna stavano animatamente parlando di come disporre il tavolo e le sedie per la cena di quella sera, che si sarebbe tenuta a casa loro e alla quale era invitato tutto il cast.

Mark e Chord erano evidentemente troppo presi dal modificare alcune foto di Cory sul loro Iphone per poi pubblicarle su Twitter, mentre Amber, Kevin e Heather erano impegnati nel provare dei passi di coreografia.

Così Chris si schiarì la voce e riprovò.

“Dov’è la mia Diet Coke?”

Ancora una volta nessuno si girò in direzione del ragazzo, che si stava palesemente spazientendo.

Ormai stavano girando da ore, i suoi nervi erano sull’orlo di crollare miseramente, e l’unica cosa di cui aveva davvero bisogno era un po’ di Diet Coke. Proprio quella che aveva lasciato lì insieme al suo copione prima di andare alla prova costumi. Proprio quella che ora era sparita. Cominciò a guardare dappertutto, finchè un urlo acuto e isterico non uscì dalle sue labbra.

“DOV’E’ LA MIA DIET COKE?!?!”

Tutti si voltarono immediatamente a guardarlo, scattando sull’attenti e cominciando a cercare freniticamente la lattina perduta del piccolo, instabile e nevrotico Chris Colfer.

“L’ho vista lì un attimo fa” si affrettò a dire Chord, stendendosi a terra per guardare attentamente sotto la sedia del diretto interessato.

Chris fece una smorfia con la bocca e si mise le mani sui fianchi, guardandosi intorno guardingo.

“Dov’è Darren?” chiese aggrottando la fronte.

Sì, perché quella misteriosa e improbabile sparizione puzzava del suo zampino. Tutti scrollarono le spalle e scossero il capo, così a grandi passi il soprano si allontanò, dirigendosi con un sospiro verso il frigorifero nella sala mensa, dove tenevano tutte le bibite.

Lo aprì già pregustando in bocca il sapore della sua bevenda preferita, quando constatò con orrore che il reparto constantemente rifornito di Diet Coke era completamente vuoto. Chiuse la porta del frigo con un tonfo arrabbiato e sentì la stanchezza di una giornata di stressante lavoro far montare i suoi nervi.

A passo di marcia andò verso il set della Dalton, finchè vicino al guardaroba non avvistò una massa informa di ricci color cioccolato. Raggiunse il collega in pochi secondi e gli fece girare le spalle, sbattendolo al muro e guardandolo estremamente minaccioso.

“Darren Everett Criss!! E’ appena sparita tutta la Diet Coke in circolazione, è so che ci sei tu dietro tutto questo!!” sbottò strattonando un po’ le spalle dell’amico.

Darren Criss era un tipino interessante. Una di quelle persone paurosamente sempre allegre e sovraeccitate, capace di saltellare appena sveglio e straparlare per ore, uno che non stava mai fermo né tantomeno zitto, e sprizzava energia da tutti pori; divertente, burlone, amante degli scherzi. Troppo amante degli scherzi.

E diciamocelo, la sua vittima preferita era Chris Colfer. Anche lui un tipino niente male. Sarcastico, vivace, teatrale, continua preda di sbalzi di umore, concentrato, attento, terribilmente ordinato. Un mix esplosivo.

“Wow Chris, certo che per essere uno tutto carino e coccoloso, a volte sei veramente terrificante!” sbottò il ragazzo spalancando gli occhi verdi con un’espressione interdetta. Chris alzò gli occhi al cielo e gli diede un altro strattone.

“PARLA!” esclamò il soprano con decisione.

“Ehi ehi ma perché dai per scontato che sia stato io?! Questo è ingiusto!” provò a difendersi Darren, ma proprio in quel momento dalla sua borsa cadde una lattina.

Chris lo guardò eloquente e lui provò a cavarsala con un sorriso smagliante made-in-Darren-fucking-Criss. E se non fosse stato per la sua crisi di astinenza da Diet Coke, forse Chris avrebbe anche vacillato, perché il sorriso di Darren aveva un effetto particolare su tutti, specialmente su di lui, nonstante si impedisse categoricamente di ammetterlo.

“Devo ricordarti che sono un ninja e che posso infilzarti con i miei sai prima che tu riesca a dirmi cosa diavolo è un Tassorosso?” insistette facendo visibilmente impallidire Darren.

“Questo è colpo basso! Lo sai che mi terrorrizza a morte!” ribattè puntandogli un indice contro.

Chris sorrise compiaciuto. Si chinò a raccogliere la lattina, la aprì e ne bevve un sorso senza smettere di guardare il moro negli occhi, per poi rivolgergli un ghignetto soddisfatto.

“Tra dieci minuti esatti rivoglio tutte le Diet Coke dove erano” gli intimò prima di andarsene.

Sapendo di avere il suo sguardo addosso, si concesse anche una camminata più suadente, senza smettere di sorridere e sorseggiare la sua bibita.

Darren rimase appoggiato al muro osservando la snella e sinuosa figura di Chris andarsene, stretta in quegli attillatissimi pantaloni rossi che avrebbero dovuto dichiarare illegali, e si lasciò scappare un sorriso.

Esattamente sette minuti dopo dalla sua conversazione con Darren, Chris tornò alla sua sedia e trovò lì accanto la lattina che prima era sparita, ed un'altra, appena aperta, con una cannuccia rosa shocking.

Sul volto del soprano si aprì un sorriso raggiante.

*
Due ore dopo finalmente finirono le riprese, e ognuno fece per tornare alla propria roulotte e cambiarsi, visto che da lì a poco li aspettava una cena sicuramente piena di delirio a casa Michele/Agron.

Chris si avviò fuori dal set e subito si sentì affiancare da un saltellante Darren. Già, saltellante. Darren Criss andava in giro saltellando, perché camminare era troppo poco pieno di entusiasmo.

“Come hai fatto a capire che ero stato io a nasconderti tutte le lattine?” domandò il ragazzo riccioluto con stampato in volto la classica espressione di un bambino che era stato appena beccato con le mani nel barattolo dei biscotti. Chris non riuscì a trattenersi dal pensare che era fottutamente adorabile.

“Mi prendi in giro?! Sei tu l’unico idiota in giro che fa queste stronzate!” ribattè il soprano alzando gli occhi al cielo.

“Che poi vorrei sapere perché non importuni un po’ Cory, come fanno tutti” continuò sbuffando.

Darren gli posò le mani sulle spalle, un gesto tipico di Blaine verso Kurt.

“Perché lo sai che ho un debole per te” gli rispose sorridendo.

Chris rimase un attimo colpito da quel tocco e da quelle parole, ma riuscì comunque a far risuonare il suo sarcasmo.

“Ah ah bel tentativo Criss, ora dimmi cosa ti serve”

Come se non fosse stato abbastanza, Darren appoggiò il mento sulla sua spalla e continuò a sorridere.

“In effetti…mi servirebbe che tu mi prestassi quella camicia verde-acqua marina con il colletto bianco…starebbe stupendamente con i nuovi pantaloni che ho comprato”  disse guardando con insistenza il ragazzo, che aveva cominciato ad avvertire qualche problema nel restare concentrato, a causa del fiato caldo dello Starkid che gli sfiorava il collo.

“Ma non ci penso minimamente” rispose Chris con una prontezza automatica, cercando di ignorare palesemente il piccolo nodo allo stomaco che gli si era creato per quella complice vicinanza con Darren.

“Daiii daiii daiii!!”

Darren aveva cominciato letteralmente a saltargli intorno come un coniglio, con le mani giunte in segno di preghiera e senza accennare a far smettere la sua nenia. Chris alzò gli occhi al cielo e si passò una mano fra i capelli esasperato.

“Va bene, va bene!! Basta che la smetti, mi sta facendo venire il mal di testa!” acconsentì alla fine il soprano sbuffando sonoramente. Darren esultò.

“Evvaiii! Grazie amico!!” esclamò abbracciandolo.

“Sei il migliore” continuò appena si staccò, toccandogli il naso con l’indice. Chris scoppiò a ridere di gusto, visualizzando immediatamente la nota scena di “A Very Potter Musical”.

“Vieni Harry Freaking Potter, almeno ti provi la camicia” gli disse aprendogli la porta della sua roulotte.

I due amici entrarono uno dietro l’altro e Chris andò subito verso il piccolo armadio, notando immediatamente la camicia in questione, considerando il colore molto acceso. La sfilò e la porse a Darren che gli sorrise di rimando. La appoggiò sul letto e cominciò a sbottonarsi velocemente la divisa della Dalton.

Chris senza neanche accorgersene trattenne il respiro quando il collega si sfilò la camicia e rimase a torso nudo, mostrando la schiena tesa, gli addominali evidenti, e quei deliziosi incavi dell’inguine visibilmente marcati che fecero avvampare in una sola volta il giovane soprano, il quale cominciò a maledirsi mentalmente e a maledire anche Darren.

Quest’ultimo fortunatamente era troppo impegnato con la camicia verde e non si accorse del rossore che era spuntato sulle guance di Chris, il quale nel mentre aveva cercato di darsi un contegno.

Dannazione Chris, non è professionale!! Ma sei impazzito?! Non posso fare certi pensieri su un mio collega, etero per giunta! Un po’ di ritegno per favore!

“Allora, come sto?” chiese pimpante Darren aprendo teatralmente le braccia in una delle sue solite pose adorabilmente ridicole. La camicia in alcuni punti gli stava leggermente stretta, ma per il resto era perfetta. Anche troppo.

Totally awesome! Ora sbrigati che mi devo cambiare” disse Chris spingendolo quasi fuori dalla roulotte.

“Teoricamente sarei io che avrei dovuto mandare fuori te mentre mi cambiavo…a rigor di logica” scherzò il ragazzo riccioluto ridendo.

“Ci vediamo dopo da Lea e Dianna!” lo salutò il soprano ignorando il suo commento e cercando di levarselo dalla vista il prima possibile.

“Aspetta aspetta!” esclamò Darren bloccando la porta che si chiudeva.

“Ho la macchina dal meccanico, non è che mi puoi dare un passaggio?” chiese facendo i suoi soliti occhioni da cucciolo.

Dannazione!

“Tra mezz’ora qui”

*
Mezz’ora dopo, puntale come la morte, Darren bussò sonoramente alla roulotte di Chris, e quest’ultimo gli aprì la porta lasciandosi prima scappare un piccolo sospiro.

“Sei fastidiosamente puntuale” sbuffò il soprano, tornando verso il bagno per finire di pettinarsi.

Aveva indosso degli stretti pantaloni grigi, una camicia nera con le maniche arrotolate fino al gomito, e sopra un gilet grigio che si abbinava ai pantaloni. Ancora non si era messo le scarpe, e sul letto aveva sparso il telefono, il portafoglio e vari mazzi di chiavi.

“Wow sei stupendo” commentò Darren con tono totalmente spontaneo.

“Non ti presterò nient’altro, signorino. Sei stato anche troppo fortunato” ribattè Chris uscendo dal bagno.

“Certo che sei veramente ingiusto!! Non posso farti un complimento che pensi subito che ci sia qualcosa sotto” replicò quasi offeso il ragazzo riccioluto.

Per la seconda volta Chris sentì il viso colorarsi di rosso imbarazzo, e si voltò di scatto per non farglielo notare.

Troppo tardi.

Darren si avvicinò all’amico che stava mettendo tutte le cose che aveva sparse sul letto dentro una piccola borsina e lo osservò più da vicino, mentre questo cercava di fare l’indifferente.

“Sei arrossito!!” esclamò Darren come se stesse esultando.

“Ma che diamine dici!!” replicò immediatamente il soprano quasi indignato.

Ma l’altro ormai aveva già stampato in viso un sorriso raggiante, e ricominciò a saltellare.

“Sei arrossito per un mio complimento!! Sei arrossito per un mio complimento!”

“Darren Everett Criss, se non la smetti subito ti lascio a piedi! E poi non è vero che sono arrossito!” ribattè Chris infilandosi un paio di stivaletti neri. Darren si fermò, ma non smise di sorridere.

“Guarda che non c’è da vergognarsi, è una cosa dolce” insistette il moro.

“NON SONO ARROSSITO!” sbottò il soprano facendo sobbalzare per la sorpresa l’amico.

“Un giorno tu e i tuoi sbalzi di umore mi ucciderete” disse Darren con il fiato un po’ corto per lo spavento.

Chris roteò gli occhi esasperato e prese le chiavi della macchina.

“Forza, razza di pazzo che non sei altro” disse quest’ultimo prima di uscire dalla roulotte, seguito a ruota da Darren, che ancora non smetteva di sorridere.

*
Qualche ora, e qualche bottiglia di vino dopo, a casa di Lea e Dianna tutti si stavano divertendo come pazzi, ridendo  fragorosamente di ogni piccola cavolata. Era quello il bello di avere amici del genere: riuscivano a divertirsi come mai facendo praticamente niente.

Alcuni degli invitati, quelli più sobri, si erano spostati a sedere sul divano, ovvero Chris, Mark e Cory, mentre gli altri erano rimasti al tavolo, beatamente persi nell’oblio dell’alcohol.

“Dimmi che Darren è venuto in macchina con te” fece Cory dando una gomitata a Chris, seduto in mezzo fra lui e Mark.

“Fortunatamente sì, sennò non sarebbe tornato a casa vivo” ribattè il giovane soprano lanciando un occhiata all’ex Starkid, che aveva la testa appoggiata sul tavolo, le guance arrossate dall’alcohol, e le bocca perennemente impegnata a ridere.

Quando si fece tardi, Chris si alzò e posò una mano sulla spalla di Darren, cercando di attirare la sua attenzione e pregando che riuscisse a camminare da solo. Per fortuna, alla meglio o alla peggio, ce la faceva, e senza troppi problemi riuscì a farlo salire in macchina.

Durante tutto il tragitto verso casa sua straparlò del più e del meno, ma a Chris non sembrò poi tanto diverso dal solito. Arrivati davanti al palazzo dove abitava, il soprano lo preso sottobraccio, ringraziando quei centimentri che lo rendevano appena più alto di lui, e lo accompagnò fino alla porta del suo appartamento.

“So già che ora ti butterai a letto vestito e la mia bella camicia si stropiccerà tutta” bofonchiò Chris quando si fermarono.

Darren barcollò appena e perse l’equilibrio, spingendo l’amico verso il muro. Si ritrovarono completamente attaccati l’uno all’altro, con i visi tanto vicini che Chris poteva contare una ad una le ciglia di Darren.

Quest’ultimo spalancò un po’ gli occhi quando capì quello che aveva fatto, e subito dopo socchiuse la bocca, complice del respiro che si era fatto irregolare. Di conseguenza anche quello di Chris cominciò a farsi più pesante, specialmente quando Darren affondò la testa nell’incavo della sua spalla respirando forte.

“Hai un profumo delizioso” disse con la naturalezza che soltanto un ubriaco poteva avere.

“Chissà se anche il tuo sapore è tanto delizioso” chiese quasi a sé stesso, prima di sporgersi a baciare Chris.

Quest’ultimo istintivamente chiuse gli occhi e si beò di quel morbido contatto, mentre le sue labbra si scontravano con quelle di Darren succhiandosi e mordicchiandosi. Ma quasi subito si staccò, scuotendo il capo come se stesse cercando di scacciare un brutto pensiero.

“Che stai facendo?! Non possiamo!! Io e te siamo colleghi e amici, e tu sei etero!” sbottò il soprano, senza però avere la forza di allontanare il suo corpo.
“Io sono etero e tu sei paurosamente eccitante” rispose Darren tuffandosi a baciargli il collo.

Il contatto con quella bocca calda, quella lingua umida, e quell’accenno di barba sulla sua pelle fecero gemere Chris, che si maledì un attimo dopo. Quel gemito fece passare una scarica di brividi lungo la spina dorsale di Darren, che inarcò d’istinto la schiena premendosi ancor di più sul corpo dell’altro.

“Non so come, ma ho semplicemente accettato che mi piace guardarti mentre cammini muovendo appena i fianchi, o mentre mordicchi la penna quando leggi i copioni, e che a volte desidero essere quella penna. Credevo di confondermi con Blaine. Ma mi sa proprio che sei tu che mi piaci” disse il ragazzo riccioluto senza staccare le labbra dalla pelle di Chris, il quale cercava in tutti i modi di rimanere concentrato.

Ma Darren premeva forte la lingua e la bocca sulla sua gola, e quello era il suo punto debole, quello che gli faceva perdere ogni ragione e sostituire il cervello con gli ormoni.

“Darren fermati, non possiamo” la voce del soprano uscì flebile e instabile, affatto convinta delle sue parole. Gli posò le mani sul petto e raccogliendo ogni piccola forza che gli era rimasta riuscì ad allontanarlo dal suo collo, ricominciando a pensare regolarmente, anche se il suo respiro era sempre affannoso. Essendo lui il sobrio della situazione, la responsabilità era sua.

“Davvero, non possiamo farci coinvolgere in tutto questo, sai che potremmo compromettere irreparabilmente il nostro rapporto di colleghi? Non possiamo farlo. E tu sei solo confuso dalla tua ubriachezza che ti fa avvertire tutte le sensazioni amplificate! Tu sei etero!”

Chris riuscì ad articolare un discorso di senso compiuto e se ne sentì estremamente fiero, perché non era affatto una cosa facile da fare avendo Darren Criss spalmato addosso, con le labbra arrossate e gli occhi luccicanti di lussuria, che lo teneva fermamente inchiodato al muro. Quest’ultimo sbuffò rumorosamente.

“Etero, gay, bisessuale, Grifondoro, Tassorosso, Serpeverde…stupide inutili etichette. Non servono a niente e mai serviranno a niente. Vuoi sapere cosa penso davvero, Signor Christopher Paul Colfer? Penso che tu sia una dannata tentazione, e che ogni istinto che soffochiamo ci avvelena l’esistenza” replicò Darren chiudendo nuovamente la distanza che si era creata fra le loro labbra come se non riuscisse a stargli lontano nemmeno un altro secondo.

E, come se non fosse abbastanza, poggiò saldamente una mano sulla sua vita e spinse il bacino contro quello del ragazzo, che emise un gemito cristallino.

Chris instintivamente gli cinse il collo con le braccia e si fece a sua volta più vicino, rispondendo con impeto a quel bacio che così tante volte si era impedito di immaginare.

Perché anche se lo avrebbe negato perfino sotto tortura e sarebbe stato pronto a giurare su tutto quello che aveva di più caro che la sigla citata nelle piccole scritte “I <3 DC” sparse qua e là nei suoi quaderni stava per “I love Diet Coke”, Chris aveva una paurosa e imbarazzante cotta per Darren Criss addirittura da prima di conoscerlo. Come faceva a non innamorarsi follemente di una versione tanto talentuosa, esilarante e sexy di Harry Potter?

E da quando era stato assunto per interpretare il personaggio che sarebbe diventato il ragazzo di Kurt, beh la situazione era anche peggiorata, perché conoscerlo di persona aveva semplicemente confermato i motivi per i quali aveva una cotta per lui.

Darren Criss era un vero talento musicale, quasi quanto lui; era incredibilmente divertente e capace di strappargli una risata anche nel più nero dei momenti, ed infine, ultimo ma decisamente non meno importante, era insopportabilmente bello. Talmente bello che mentre sorrideva si imbambolava a guardarlo per un po’, come se improvvisamente tutto il resto fosse sparito e non ci fosse nient’altro degno di essere guardato.

Ma essere infatuati di un proprio collega non era professionale. E pomiciare con lui in un modo talmente erotico da rischiare l’autocombustione davanti alla porta di casa sua non era professionale.

“Dobbiamo andare a letto” riuscì a sussurrare Chris staccandosi dalla bocca di Darren per prendere fiato.

Entrambi avevano le labbra gonfie e umide, respiravano a fatica ed avevano il viso completamente arrossato. Il ragazzo riccioluto gli rivolse un sorrisino malizioso.

“Proprio quello a cui stavo pensando” rispose cercando di sfilarsi le chiavi di casa dalla tasca. Chris ridacchiò e scosse il capo.

“Intendo io nel MIO letto a casa MIA ,e tu nel TUO letto a casa TUA. Da soli” replicò il soprano alzando gli occhi al cielo divertito. Darren arricciò il labbro inferiore e fece gli occhi dolci.

“E tu abbandoneresti un tuo amico così, in queste condizioni? Sei davvero una persona spietata, non me lo sarei mai aspettato da te” ribattè lasciando un’umida scia di baci sul collo di Chris, fino ad arrivare al suo orecchio.

“Non vieni ad assicurarti che mi levi la camicia prima di dormire, per non stropicciarla?” gli mormorò sensualmente mordicchiandogli il lobo.

Chris sospirò forte e appoggiò la testa al muro, in segno di sconfitta. Era arrivato al limite della sopportazione. Con uno scatto fulmineo ribaltò le posizioni e sbattè Darren contro il muro, baciandolo con tanta irruenza che aveva paura di cominciare a sanguinare.

Fece scivolare una mano nella tasca dei suoi pantaloni per tirare fuori le chiavi, e Darren mugulò forte nella sua bocca. Chris si staccò e lo guardò come se lo volesse mangiare.

“Se domani non riesci neanche a camminare, sappi che te la sei cercata”

*
Come era prevedibile, la mattina Darren si svegliò con un bel mal di testa. Si stropicciò la fronte e aprì appena gli occhi, disturbati dalla luce del sole che entrava dalla finestra.

Accanto a lui era disteso Chris, girato di spalle e coperto dal lenzuolo soltanto dalla vita in giù. Alla vista di quella pelle incredibilmente lattea, con ancora qualche segno lasciato impresso dalla sua bocca, lo stomaco di Darren si contorse piacevolmente.

Si girò su un fianco a sua volta e prese un grande respiro, sentendo forte nelle narici il suo odore. Inaspettatamente Chris si voltò di scatto, gli occhi celesti ben aperti e vigili.

“Ti sei svegliato” disse senza alcun tono particolare, stendondosi sulla schiena e incrociando le mani sul petto.

Darren notò che sul collo aveva una macchia violacea davvero grande, e si sorprese di essere stato tanto impetuoso.

“Mi sa che oggi ti servirà una sciarpa” disse indicandogli il succhiotto.

“E a te una sedia a rotelle” ribattè con pronto sarcasmo l’altro, facendo scoppiare a ridere di gusto l’amico, che inevitabilmente imitò.

“Mi dispiace, non volevo essere tanto…irruente” disse il ragazzo riccioluto quando smise di ridere. Chris fece spallucce.

“E’ stato un piacere” rispose prima di alzarsi e raccogliere i suoi vestiti.

“Forza stallone, mettiti qualcosa addosso che siamo già in ritardo” gli disse rivolgendogli un sorrisino divertito.

Questo obbedì velocemente e prima di uscire di casa gli avvolse una sciarpa intorno al collo, rivolgendogli un sorriso adorabile, che fece quasi ammettere a Chris che forse quella notte non era stata poi una cattiva idea.

*
Mezz’ora dopo che erano arrivati sul set, tutti, anche l’assistente del ragazzo addetto a svuotare i cestini, sapevano che Chris Colfer e Darren Chris avevano fatto sesso.

Certo, vederli arrivare sulla stessa macchina, Chris con addosso gli stessi vestiti della sera prima e una sospetta sciarpa avvolta al collo nonostante il caldo tipico di Los Angeles, e Darren con i capelli più sconvolti del solito e una camminata un po’ incerta, aveva lasciato poco spazio ai dubbi.

Senza neanche rendersene conto vennero completamente circondati dai loro compagni di cast che cominciarono a sbraitare all’unisono creando un baccano inverosimile e terrificante.

“Lo sapevo, lo sapevo che non eri etero!!”

“Lo sapevo, lo sapevo che avevi una cotta per lui!!”

“Lo sapevo, lo sapevo che sareste entrati nel personaggio!!”

I due ragazzi si guardarono a vicenda terrorizzati mentre i lori colleghi continuavano imperterriti a vociare e girarli intorno come squali. Lea si fece avanti e tolse la sciarpa a Chris scoprendo il gigantesco succhiotto, creando ancora più strepitio.

Iqbal Theba, che passava di lì, incuriosito dal vociare si avvicinò e vedendo la macchia viola sul collo di Chris urlò impaurito: “Oh mio Dio è stato attaccato da un vampiro!!”, per poi fuggire, lasciando tutti a fare battute davvero squallide su Darren e la sua crisi di vampirismo sfogata sul povero Chris.

“Ehm…puoi tirare fuori i tuoi sai? Ho davvero paura adesso” sussurrò il ragazzo riccioluto afferrando il braccio dell’amico.

Ryan Murphy arrivò a passo di marcia e si introfulò nella mischia, osservando Chris e Darren con un sopracciglio alzato.

“Mi sento quasi in colpa, lo sapevo che l’ultima scena Klaine girata era troppo per voi due…” disse per poi sospirare e fare un cenno con la mano al soprano.

“Dobbiamo mettere un po’ di trucco sopra quell’imbarazzante succhiotto. Oggi dobbiamo giare la scena dove ti cambi la maglia, te ne sei scordato?” gli fece scuotendo il capo.

Chris e Darren si voltarono di scatto uno verso l’altro, guardandosi con gli occhi spalancati.

“Ehm…Ryan…mi sa che ne servirà parecchio, di trucco…”

   
 
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