Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ili91    09/04/2011    4 recensioni
I giorni di Sirius ad Azkaban trascorrono piatti e infelici, ma un nuovo arrivo porterà una ventata di colore alla sua esistenza. Un missing-moment della vita di Sirius Black ad Azkaban. Questa one-shot ha partecipato al contest "Paint in your life" e ha vinto il premio per il miglior personaggio secondario.
Tratto dalla one-shot:
Quella giornata era diversa dalle altre, constatò Sirius Black un pomeriggio di un indeterminato mese, chiuso nella sua cella ad Azkaban.
[...]
A portare una scintilla di colore in quella grigia giornata fu l’arrivo di un nuovo prigioniero.
[...]
«Mi chiamo Katherine.»
«Sirius.»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Divisi da un muro - capitolo unico
Salve a tutti! Questa one-shot ha partecipato al contest "Paint in your life" classificandosi nona e vincendo il premio per il miglior personaggio secondario (Katherine). In fondo alla pagina il giudizio che ha ricevuto. Spero vi piaccia.
Il pacchetto che da me scelto era quello arancione e conteneva:
colore: arancione

personaggi: personaggio a scelta e nuovo personaggio
promt: scuola, felicità, amore

nickname sul forum e sul sito: Ili91 (sia forum che sito)
-titolo: Divisi da un muro
-colore: arancione
-One-shot
-rating: Giallo
-genere: Triste, Sentimentale, Drammatico
-NdA: La mia fanfiction rappresenta una specie di Missing moment del periodo trascorso da Sirius ad Azkaban.

 


Divisi da un muro

Quella giornata era diversa dalle altre, constatò Sirius Black un pomeriggio di un indeterminato mese, chiuso nella sua cella ad Azkaban. Non avrebbe saputo dire con esattezza che mese fosse, la presenza dei Dissennatori e la permanenza in quell’angusta cella gli impediva di rammentarlo, a stento ricordava l’anno, vale a dire il 1991. Erano dieci anni che marciva lì dentro. 
La sua vita trascorreva piatta e ripetitiva, attorniata solo dalla disgustosa e spaventosa presenza dei Dissennatori, i guardiani della prigione per maghi.
A portare una scintilla di colore in quella grigia giornata fu l’arrivo di un nuovo prigioniero. Negli ultimi anni, accadeva sempre più di rado che un nuovo arrivato giungesse in quel fetido posto e perciò l’evento portava con sé una ventata di curiosità nei confronti di quella persona.
Prigioniera, si corresse Sirius, quando i suoi occhi notarono che la piccola figura apparteneva senza ombra di dubbio al genere femminile.
La donna era giovane, sui venticinque anni, bassa e snella. Forse troppo snella. Con i magri pasti che davano non sarebbe resistita a lungo.
A colpirlo furono il colore dei capelli. Qualcuno, gentilmente, li avrebbe senz’altro definiti rossi, o dorati magari, ma realisticamente l’unico colore con cui si potevano definire era l’arancione. Erano lunghi, lisci e arancioni, il che stonava completamente con il luogo in cui si trovavano.
I vestiti da strega che indossava erano puliti, così diversi dai suoi che da molto tempo necessitavano di essere lavati. Sirius provò un certa invidia guardandoli.
Si chiese se la colpa di lei fosse di far parte della schiera di Voldemort, anche se lui ricordava che tra le donne l’unica era sua cugina, Bellatrix Black Lestrange. Scartò l’ipotesi quando si rese conto che era troppo giovane per essere una Mangiamorte, doveva essere stata solo una ragazzina quando Voldemort era scomparso.
Mentre oltrepassava la sua cella con il capo piegato in avanti, solo una volta gli fu concesso di vedere il viso della donna. Quando giunse a metà strada, la vide trasalire e girarsi per incontrare il suo sguardo. Forse si era resa conto dell’insistente esame a cui l’aveva sottoposta.
Il viso di lei era ovale e pallido, illuminato solo dagli indifferenti occhi marroni da cui scendeva un’unica lacrima. Aveva le labbra sottili e il naso piccolo. Nell’insieme, poteva definirsi un volto piacevole, ma piuttosto anonimo.
Poco dopo, lei superò la sua cella e scomparve alla sua vista. La donna e gli Auror che la stavano accompagnando alla sua nuova abitazione si fermarono pochi passi dopo. Sirius sentì il cigolio della porta della cella di fianco alla sua che veniva spalancata e immaginò lei che vi entrava. A seguire, ci furono il rumore della porta sbattuta e il sussurro di un incantesimo per sigillarla.
Gettò uno sguardo sugli Auror quando questi gli passarono di nuovo davanti, poi solo i lamenti e le risate senza senso degli altri prigionieri riempirono il desolante silenzio.
Lo spettacolo era finito e la noia ricominciò a regnare sovrana.
***
Il giardino della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era illuminato dal sole quel pomeriggio e la fresca temperatura primaverile rendeva piacevole trascorrere lì il tempo.
Sirius e il suo migliore amico James erano seduti sul prato, uno di fianco all’altro, e stavano ridendo. Lui non riusciva a ricordarsi il motivo che aveva scatenato tanto ilarità, sapeva solo che si stava divertendo.
In quel momento, si rese conto che erano solo loro due e smise di ridere. Dov’erano Remus e Peter? Spostò lo sguardo alternativamente a sinistra e a destra, ma non vide nessuno. Dov’erano tutti gli altri?
Si voltò verso James, ma un altro avvenimento gli impedì di formulare alcun suono. Il sole, che fino a pochi attimi prima aveva scaldato la loro pelle, era stato coperto da una nuvola molesta. Al suo fianco, James si alzò. «Ramoso… cosa?»
Sirius sollevò il capo e con stupore si rese conto che il suo amico era pallido. Pallido come un morto.
«Sirius» scandì James con voce fredda, fissandolo con odio. «Perché mi hai ucciso?»
Il giardino era scomparso per lasciare il posto a Godric’s Hollow e il pomeriggio divenne una fredda notte di Ottobre.
Anche lui si alzò e allargò le braccia, teso. «Ho commesso un errore, io volevo salvarvi! Minus, quel sudicio ratto... lo ucciderò per quello che ha fatto a te e a Lily.»
«E’ troppo tardi.» Lentamente la sua figura arretrò.
«James! Amico mio, fratello! Non te ne andare, non lasciarmi solo» implorò Sirius correndogli dietro, nel vano tentativo di raggiungerlo.
Aveva perso l’unica famiglia che avesse mai avuto.

«James!» strillò svegliandosi. Aveva il respiro affrettato, i battiti del cuore incontrollati e la fronte imperlata di sudore nonostante il freddo circostante.
Attorno a sé vide le grigi pareti in pietra della cella e con un sospiro si rese conto che il suo era stato solo un incubo. sogno che però rispecchiava in parte le cruda realtà.
«Stai bene?» chiese una voce femminile poco distante, anche se attonita dalla parete che li divideva. Era stata la nuova arrivata a parlare.
Diceva a lui? Forse aveva già perso il senno e parlava da sola.
«Non mi hai sentito? Ti ho chiesto se stai…» insistette ancora lei, prima di venire colta da un forte colpo di tosse.
«Sto bene, sempre che si possa dire di qualcuno che marcisce qui dentro.»
«Mi chiamo Katherine.»
«Sirius.»
«Sirius hai detto? Il tuo nome non mi è nuovo…» affermò pensierosa.
Era molto probabile che Katherine si ricordasse chi fosse. Quello che non aveva fatto aveva suscitato scalpore in tutto il Mondo Magico. «Probabile» confermò, curvando le labbra in un sorriso che di felice non aveva nulla. Maledetto topo, lui era innocente, non meritava di stare ad Azkaban. «E tu? Che cosa hai fatto, perché sei qui?»
Seguì un pesante silenzio, tanto lungo che Sirius cominciò a pensare che non avrebbe risposto. «Ho Cruciato un Babbano» spiegò alla fine Katherine con voce atona.
I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa per un momento, ma subito si diede dello stupido. Certamente non era possibile che si trovasse rinchiusa in quella prigione per un motivo sciocco come aver rubato una Cioccorana, ma piuttosto a causa dell’utilizzo di una Maledizione Senza Perdono. «Sei una Mangiamorte?» sputò e non poté trattenersi dal quasi ringhiare.
«Uno dei seguaci di Tu-Sai-Chi?» replicò lei ironica. «No, io sono una di quelli che volete morti, una Nata Babbana, o Mezzosangue, che dir si voglia.»
Perché mi sta includendo?, fece in tempo a chiedersi Sirius, prima che Katherine soddisfacesse la sua curiosità. «Ho capito chi sei! Sirius Black, il traditore che ha ucciso dodici Babbani e un suo amico in un colpo. E accusi me di essere una Mangiamorte?!»
«Non esprimere sentenze su cose che non conosci e non puoi capire» ribatté con rabbia, consapevole di aver fatto lo stesso.
«Vale anche per te.»
Sirius ghignò. Touchè.

Katherine mosse la schiena nel vano tentativo di trovare una posizione più comoda sul gelido muro e stese una gamba che si stava addormentando. Non sopportava il freddo, aveva sempre disprezzato il tempo inglese, troppo rigido per i suoi gusti, e ora che si trovava ad Azkaban, a stretto contatto con i Dissennatori, non riusciva quasi a smettere di tremare e le era venuta una forte tosse.
Sarebbe riuscita a resistere? Era una donna forte, ma lo sarebbe stata abbastanza? Aveva sentito che la gente perdeva la ragione dopo un certo tempo passato in quella prigione, sarebbe accaduto anche a lei? Piuttosto avrebbe preferito morire.
Se solo Maggie avesse detto la verità, pensò con amarezza e un briciolo d’irritazione. Se solo...  Scacciò i molesti pensieri, non voleva che la tormentassero più. Era tutta colpa di Sirius Black, era stato lui a toccare l’argomento.
Non riusciva a credere di aver appena avuto una conversazione con quel famoso pluriomicida, era diverso da come se l’era aspettata. A lei era sembrato solo un normalissimo mago, non le aveva dato l’impressione di uno spietato killer. Ma non era sempre così? Spesso, dietro alle persone più insospettabili, si nascondevano gli esseri più spregevoli. Anche John inizialmente pareva un bravo e simpatico Babbano, ma Katherine non aveva tardato a scoprire cos'era in realtà. Forse era semplicemente lei che non riusciva a vedere oltre la facciata ingannevole, si disse alla fine, esattamente come sua sorella Margaret.
Poco prima, aveva sentito parlare e lamentarsi Sirius nel sonno, anche se non era riuscita a decifrare le sue parole. Qualcosa lo tormentava. Sensi di colpa?  
Lui le aveva detto di non sputare sentenze su una persona e una situazione che non conosceva. Era il suo modo di proclamarsi innocente? Erano passati alcuni anni e non ricordava bene i particolari di quel caso in cui era invischiato Black, ma rammentava che i Babbani l’avevano visto commettere gli atti di cui veniva accusato. Uno… sbaglio?
Scacciò l’ipotesi. Solo perché la verità sul suo caso non era trapelata non voleva dire che valesse lo stesso anche per lui, a maggior ragione se tanti erano i testimoni.  
Sbadigliò sonoramente e decise di dormire. Appoggiò la testa sul braccio ripiegato, fece incontrare le ginocchia con il petto e chiuse gli occhi. Rannicchiata sul pavimento della cella, si addormentò.
***
I Dissennatori stavano effettuando il giro delle celle, nutrendosi dei ricordi felici dei prigionieri e facendo rivivere i lati più oscuri delle loro vite. 
Dopo che ebbero oltrepassato la cella di Sirius, le sue mani smisero di tremare. Era terribile ogni volta rivivere le brutte esperienze già vissute e non era nemmeno giusto! Lui era innocente, avrebbe dovuto esserci Codaliscia al suo posto, o, meglio, avrebbe dovuto cadere sotto l'Anatema Che Uccide scagliato dalla sua bacchetta.
Ma era andata diversamente, il ratto lo aveva fregato.
Alle sue spalle, oltre il muro, gli arrivò la voce indistinta e spaventata di Katherine. Il Dissennatore doveva essersi avvicinato a lei per tormentarla.
«John, lasciala stare! Maggie!» la sentì urlare. Quanto avrebbe voluto poter usufruire della sua bacchetta e dare finalmente una lezione a quelle orrende creature.
La sfortunata ragazza nella cella di fianco alla sua si lamentò ancora per pochi momenti, anche se le urla erano talmente strazianti da far sembrare il tempo interminabile.
Quando lei si calmò lui le chiese: «Sei qui perché te lo meriti o il tuo è un altro sporco errore giudiziario del Ministero della Magia?» In fondo, la sua esperienza, vale a dire essere condannato senza nemmeno un processo, gli aveva insegnato che quella era una possibilità da non trascurare.
«Dici a me?» sussurrò Katherine con tono incerto, dopo un momento di silenzio.
Sirius non riuscì a trattenere una risposta ironica. «No, figurati. C'è così tanta gente qui con me che è impensabile scambiare parola con qualcun altro!» Girò il capo verso l'esterno della cella e lo puntò verso l'alto. Il cielo era un po' oscurato dalla nebbia prodotta dai Dissennatori, ma era comunque possibile scorgere una maestosa luna piena. Lui si chiese dove fosse e come si sentisse il suo amico Remus Lupin, detto Lunastorta, che era un lupo mannaro e perciò era costretto a trasformarsi anche quella sera. «Hai detto di aver Cruciato un Babbano. Se non sei una Mangiamorte, perché lo hai fatto?» domandò, riportando l'attenzione su Katherine.
«Io... ecco... ma nemmeno ti conosco! Perché dovrei raccontarti fatti tanto personali?»
Tutta quella reticenza doveva nascondere una storia difficile, altrimenti gli sembrava poco probabile che si sarebbe lamentata tanto. «Un modo come un altro per far passare il tempo.» Aveva liquidato la questione come se non gli interessasse, ma la verità era che Katherine lo incuriosiva, trovava delle affinità con lei.
«Bene, visto che ci stiamo entrambi annoiando, perché non cominci tu? Il motivo per cui sei qui, visto che affermi di essere innocente, mi interessa molto» replicò irriverente.
Sirius esitò. Non era la prima volta che raccontava la verità, ma finora non aveva trovato nessuno che gli credesse, nemmeno il suo grande amico Remus. Beh, perlomeno questa volta gli sarebbe importato poco che lei prestasse fede alle sue parole o meno, dato che non la conosceva e la sua opinione non contava per lui. «Il mio migliore amico e sua moglie erano ricercati da Voldemort...» che Katherine emettesse un gemito spaventato, come facevano tutti nel sentire il nome dell'uomo che per molto tempo aveva terrorizzato il Mondo Magico, ma non un fiato arrivò nella cella affianco.  
«Beh? Tutto qui?»
«Prima hai chiamato Voldemort Tu-Sai-Chi, perciò mi aspettavo che il nome ti terrorizzasse» spiegò sorpreso.
«Oh, quando sono arrivata nel Mondo Magico ne ho sentito parlare, ovviamente, e mi hanno spiegato di non pronunciare quel nome a voce alta. Mi sono adeguata, però non ne ho mai capito il motivo.»
Sirius rise e una versione in miniatura di Katherine, appena arrivata ad Hogwarts, si materializzò nella sua mente. Se la immaginò piccola per la sua età, minuta, i capelli arancioni legati in due trecce e la fronte aggrottata. «Pronuncialo se vuoi, non c'è niente di male» le consigliò, poi riprese a raccontare. «Dunque, per evitare che il mio migliore amico James e sua moglie Lily venissero uccisi da Voldemort, abbiamo deciso di utilizzare l'Incanto Fidelius. Loro volevano che fossi io il Custode Segreto, ma...» La voce gli morì in gola. Era stato lui a proporre Codaliscia, non si sarebbe mai perdonato per questo. A fatica, proseguì: «Io proposi di scegliere un altro, qualcuno di cui ci fidavamo, ma che avrebbe tratto in inganno Voldemort. Pensai che proporre il nostro amico Peter Minus sarebbe stata una buona idea, dato che ero certo che nessuno avrebbe pensato a lui come Custode Segreto. Commisi un grosso sbaglio. Già da tempo sospettavamo che ci fosse un traditore in mezzo a noi, ma mai avrei pensato che fosse proprio Minus. Lui consegnò James e Lily a Voldemort e quando scoprii la verità corsi da lui per vendicarmi, per fargli pentire di averci traditi tutti. Minus si rivelò più furbo anche questa volta, però... sarebbe stato un buon Serpeverde» aggiunse con tono amareggiato.
«Ricordo che la Gazzetta dei Profeta scrisse che facesti saltare in aria una strada e di lui rimase solo un dito» disse Kate cauta.
«Un dito, proprio così! Minus era un Animagus non registrato, perciò si taglio un dito e si trasformò subito dopo aver fatto esplodere la strada e aver urlato la sua innocenza.»
«Che ne fu di lui, allora?»
«Vorrei saperlo anch'io. Probabile che si stia ancora nascondendo nella sua forma di topo. Spero che bazzichi nelle fogne insieme ai suoi simili!»

Kate aveva ascoltato la storia di Sirius attenta, evitando di farsi governare da pregiudizi. Le risultava difficile credere alle parole di lui, sapeva bene che la gente mentiva senza farsi troppi scrupoli, però le era sembrato sincero e degno di fiducia. «Dovresti essere fuori di qui, libero» affermò, prima di riuscire a trattenersi.
«Mi credi?» L'incredulità nel tono di Sirius incrementò la sua certezza che lui stesse dicendo la verità.
«Forse. Per me è diverso, sai? Ho fatto davvero quello per cui mi accusano e se potessi tornare indietro lo rifarei di nuovo. No, penso proprio che non potrei impedirmi di Cruciare quel bastardo, anche sapendo che finirei qui dentro.»
«Un uomo? Ehm... ti ha... fatto del male?»
«Eh?» chiese confusa, la sua mente persa nei ricordi. «No, non è come pensi. Non riguarda me, non direttamente almeno. John, il fidanzato di mia sorella Margaret... lui le ha fatto del male, l'ha picchiata.»
«Tua sorella è una...»
Lei lo precedette: «Babbana, sì. Altrimenti si sarebbe difesa da sola. Solo io sono una strega in famiglia.»
«Perché se tu l'hai attaccato per un buon motivo ti hanno lo stesso spedita ad Azkaban?» lo sentì chiedere, interdetto.
«Mia sorella non ha potuto testimoniare in mio favore, lo shock le ha fatto perdere la memoria. Era tanto innamorata di John, quasi ossessionata da lui, perché non voleva essere abbandonata un'altra volta. Sai, nostro padre molto tempo fa se n'è andato e questo fatto ha segnato molto Maggie, che lo adorava.»
«Mi dispiace per tuo padre, davvero. Ti capisco. Comunque il comportamento del Ministero della Magia è inaccettabile! Da quando Voldemort è sparito non si fanno problemi a sbattere qualcuno dentro senza prove. Temono sempre d'imbattersi in un Mangiamorte e questo fa perdere loro la ragione.»
Il tono di Sirius era pieno di rabbia. Kate lo poteva capire, anche per lui era stato lo stesso. «Quindi mi credi?» domandò speranzosa.
«Forse.»
***
Da quando si erano raccontati la propria storia, Katherine e Sirius avevano cominciato a parlarsi per molte ore durante il giorno e raccontarsi avvenimenti più o meno belli della loro vita. Stavano legando, stavano diventando amici.
«La Professoressa McGranitt è riuscita a beccarci quella volta ed era veramente furiosa. Ha messo me e James in punizione» finì di raccontare Sirius e Kate non riuscì a trattenere una risatina, anche se un accenno di tosse la interruppe a metà. I racconti dei suoi anni ad Hogwarts in cui narrava le avventure e le scorribande dei Malandrini riuscivano sempre a strapparle un sorriso e generare un briciolo di felicità.
«Eravate veramente tremendi!»
Lo sentì ridere brevemente. «Già, solo verso gli ultimi anni ci siamo calmati. Soprattutto James, che voleva far vedere quant'era maturato al suo amore, Lily Evans.»
«Beh, ci è riuscito, no?»
«Eccome!» ghignò. «E' riuscito addirittura a sposarla!»
E Kate rise di nuovo, i pensieri di quanto era accaduto tra lei, sua sorella Maggie e John momentaneamente lontani. A nessun tormento era permesso interrompere i loro piccoli istanti di felicità e quiete.
***
«Ti ricordi quando ti ho raccontato che un mio grande amico è un lupo mannaro?» disse Sirius a Kate un giorno.
«Sì.»
«Beh, io e James abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa per poter stargli vicino e farlo sentire meglio, così abbiamo deciso di trasformarci in Animagus» rivelò.
«Quando eravate solo degli studenti di Hogwarts?» si stupì lei e lui immaginò i suoi occhi marroni sgranarsi per la sorpresa.
Sirius le rispose con un mormorio d'assenso.
«E ci siete riusciti?»
«Sì, è stata dura, ci abbiamo messo molto tempo, ma al quinto anno ognuno di noi Malandrini, tranne Remus chiaramente, era diventato un animale.» Lui ricordava benissimo il tempo che avevano speso per completare l'impresa, ma ne era valsa la pena. «Mi sono trasformato in un grosso cane nero» affermò con orgoglio.  
«Un... cane?» domandò Kate con tono leggermente disgustato.
«Esatto. Qualcosa in contrario?»
«Ehm... non vedo di buon occhio i cani, da bambina uno mi ha morso e da allora non li sopporto.»
«Ma io non sono un cane qualsiasi, sono speciale!» si vantò Sirius sorridendo e subito la sentì emettere una risatina sommessa. Quando però alle risa seguì una serie di starnuti, si rabbuiò. «Stai ancora male» commentò. Era arrivato il momento di proporle il suo piano. «Ti tirerò fuori da quella cella, Kate. Non so bene come, ma sono riuscito a conservare senno e poteri, farò di tutto per riuscire a trasformarmi in cane e fuggire da qui. Poi recupererò una bacchetta e ti farò fuggire in qualche modo.»
***
Un resistente muro divideva Katherine da Sirius, ma questo non era stato sufficiente a impedire che loro due cominciassero a conoscersi e instaurare una sorta d'amicizia, fiducia e rispetto reciproci. I mesi che stavano trascorrendo insieme potevano certamente definirsi i più semplici e felici della sua vita, tutt'altro, però il fatto di averli potuti passare in compagnia – quasi – di Sirius li aveva resi meno duri da sopportare.
Si erano scambiati aneddoti e confidenze delle loro rispettive vite e Kate ora poteva affermare senza ombra di dubbio di essersi affezionata a Sirius. Gli voleva bene e anche se temeva che lei non sarebbe vissuta a sufficienza per vedere di nuovo il mondo fuori dalle mura della prigione di Azkaban, sperava che almeno lui si salvasse. Non aveva prove certe, non aveva visto Peter Minus vivo davanti ai suoi occhi, però era sicura che Sirius fosse stato sincero con lei come lei lo era stata con lui. Era innocente e perciò meritava di essere libero, anche senza di lei. Certo, non che Kate volesse morire, anzi, ma sembrava proprio che il suo corpo volesse arrendersi. Le girò la testa e Kate si accovacciò sul terreno. La fine era forse vicina?
***
Quella mattina c'era qualcosa di diverso, Sirius se ne accorse subito quando si destò. Debole, si trascinò fino alle sbarre e vide che la coltre di nebbia e il gelo erano più persistenti del solito. I Dissennatori erano eccitati, si rese conto con lieve stupore, segno che qualche prigioniero si stava avvicinando alla fine della sua vita. Chi sarà?
«Kate?» chiamò. Nessuno rispose e Sirius inarcò le sopracciglia. Immaginò che non l'avesse sentito, perciò la richiamò alzando il tono della voce.
«Sirius.» Il suo nome venne pronunciato lievemente, come se lei non avesse l'energia di parlare più forte.
Un campanello d'allarme risuonò nella testa di Sirius e lui provò una sensazione di deja vù. Si spaventò, sentì che c'era qualcosa che non andava. «Kate, stai bene?» chiese cauto e attese con timore la risposta.
«Come al solito, non preoccuparti.»
Già, ma allora perché la sua voce sembrava così fievole? Gli tornarono in mente gli occhi vuoti di James, l'ultima volta che l'aveva visto, il 31 ottobre 1981. No, non doveva succedere di nuovo. Non voleva perdere un'altra volta una persona importante. «Promettimi di resistere. Riuscirò a tramutarmi in cane, fuggirò e tornerò per tirarti fuori di qui, ma tu resisti. Promettimelo.»
«Te lo prometto, Sirius.»
***
Le sue furono solo parole al vento. Tre giorni dopo, Katherine morì e Sirius poté vederla per la seconda e ultima volta, quando i Dissennatori la trasportarono via per seppellirla. Il corpo di Kate era mortalmente pallido e sporco, i vestiti consumati, l'unica nota di colore era data dai capelli. Anche se, si rese conto con rimpianto, la tonalità arancione vivo che aveva notato la prima volta ora era sbiadita, per lasciare il posto ad un pallido e spento biondo.
Ad aggiungere sale alla nuova ferita aperta nel cuore di Sirius fu la consapevolezza di essere riuscito a trasformarsi solo poche ore dopo il perimento di Kate.
Ancora una volta, non era arrivato in tempo.
La disperazione gli aveva tolto le forze necessarie a fuggire e perciò rimase ad Azkaban finché non vide l'immagine di quel traditore del suo ex amico Codaliscia su un giornale. Sapeva che quel ratto poteva essere un pericolo per il suo figlioccio Harry e ora che lo aveva trovato poteva finalmente vendicarsi. La notte in cui abbandonò definitivamente Azkaban fu la stessa in cui richiuse il ricordo di Kate in fondo al suo cuore. Si costrinse a non pensarci più e andare avanti. Non voleva essere distratto, questa volta non avrebbe permesso che qualcuno mettesse fine alla vita di un altro dei suoi cari.


Spazio Autrice: Una parte di me avrebbe voluto finire la fanfiction in modo felice, ma poi ho preferito che si concludesse in modo tragico e rinunciare ad utilizzare l'avvertimento "What if?". Spero davvero che vi sia piaciuta e di aver creato un buon personaggio. Povera Katherine, però, che brutta fine...
Se ne avessi avuta la possibilità, la storia sarebbe stata tre volte più lunga, ma purtroppo dovevo consegnare per il contest e non ne ho avuto il tempo. Spero non vi sia sembrata troppo frettolosa.
Ilaria

9° classificato: Divisi da un muro – Ili91 71/100 + 2 bonus

Lessico e grammatica 17/24

A parte un paio di errori di punteggiatura e uno di distrazione, ho notato soltanto un errore di grammatica nell’uso del congiuntivo e uno di sintassi in una frase che non risulta corretta. Per quanto riguarda invece il lessico mi è sembrato appropriato anche se forse in alcuni punti potevi scegliere meglio le parole da usare (nel finale ad esempio).

Originalità 26/26

Qui meriti il massimo! Nonostante il colore del pacchetto potesse indirizzarti verso un personaggio diverso (magari Ginny o comunque un membro della famiglia Weasley) sei stata coraggiosa e hai scelto Sirius. Inoltre il fatto di scrivere del periodo ad Azkaban mi è smebrato davvero originale visto che in giro si trovano più fic sul periodo ad Hogwarts. Kate poi è un personaggio nuovo che non mi sarei aspettata quindi meriti i miei più sinceri complimenti!

Trama 10/20

Ci sono delle ottime premesse e anche la parte centrale mi è sembrata buona anche se un po’ scontata ad un certo punto però il finale non mi è piaciuto. Avresti potuto sviluppare meglio il tema della morte e soprattutto potevi spendere qualche parola in più sulla morte di Kate.

Rispetto delle regole 8/16
Non hai dato molta importanza al colore secondo me e nemmeno ai prompts purtroppo questo ti penalizza.

Valutazione personale 10/14

Mi è davvero piaciuta però mi ha un po’ delusa il finale. Come ti ho già detto la scelta dei personaggi mi è sembrata davvero buona e ho apprezzato anche il periodo che hai scelto. Hai uno stile che risulta piacevole anche se ti consiglio di lavorare di più sul lessico.

Bonus 2

Purtroppo non hai usato i prompts e il colore viene citato poco quindi posso darti due punti bonus per il colore ma niente per i prompts. La fic mi è piaciuta e al di fuori del contest sono sicura che avrà successo!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ili91