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Autore: mariademolay    30/01/2006    8 recensioni
Se, come me, siete rimasti incuriositi dal modo in cui la Rowling, nella sua immensa reticenza, ci ha presentato i personaggi di Blaise Zabini e di sua madre, questa storia potrebbe incontrare il vostro gusto, pur con l'avvertenza che la mia personale versione é piuttosto diversa da quella dell'Autrice. Nota bene; dato che la fic é uno spin off di Imago Mundi, alcuni passaggi si comprendono solo se si conosce la storia, pur non impedendo la lettura a chi non abbia letto la serie. Buon divertimento.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Transito silenzioso
Autore: mariademolay
Categoria: AU Generale
Subcategoria: Drammatico
Protagonisti: Blaise/ Mrs Zabini
Rating: PG 13
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a JK Rowling.

TRANSITO SILENZIOSO

Quando ero ancora un ragazzo, cercavo
i fantasmi e correvo attraverso molte stanze
che ascoltavano, caverne e rovine, e boschi
sotto la luce degli stellati, e passi pieni di paura
inseguivo la speranza di parlare alto con chi era morto.
(... ) Non ero udito, non li vedevo
quando meditavo sul destino della vita (...)

Inno
(Percy Blysshe Shelley)

Sono proprio una persona fuori dal comune.
Sarò presuntuoso, ma é la verità; lo sono sempre stato ed ora che visito per l'ultima volta la mia casa paterna, e sono sufficientemente adulto da poter fare un bilancio provvisorio della mia vita, penso di poterlo dire senza vergogna.
Sì, sono davvero una persona fuori dal comune.
E non perché, banalmente posto, io sia un Mago; per la gente come me, Harry, Draco, Pansy e tutti i nostri ex compagni di scuola, la Magia é un dono della genetica.
Qualcosa di assolutamente blasé.
Ciò che sto cercando di dire é che io sono diverso anche da loro. Io ho qualcosa in più.
Non sto parlando solo del mio - abbastanza inusuale, lo ammetto - aspetto fisico, sebbene sia ciò che normalmente noti la gente.
Mia madre é una donna bellissima. E' da lei che, probabilmente, ho ereditato molto del fascino che, sia detto senza superbia, possiedo. Ma niente di quanto concerne il mio aspetto é merito mio; si tratta, nuovamente, di genetica.
Nel mio caso, di scherzi della genetica.
Mia madre é un'Italiana naturalizzata, una fiera Fiorentina - mi si permetta l'alliteration - di antichi natali che si dice risalgano al Machiavelli (io sospetterei anche un goccio di sangue Borgia, visti i passatempi delle due signore in questione). Ha la pelle chiara, una spruzzata di lentiggini sul naso, gli occhi nocciola ed i capelli biondi di molti Toscani, mentre io sono, fisicamente, quanto ci possa essere di più diverso da lei.
Sono bruno, con i capelli mossi dei ragazzi mulatti ed un paio di stupefacenti occhi blu petrolio, talmente scuri che, se non mi si fissa con attenzione, sembrano neri.
Anche mio padre, Dante Zabini, era un Italiano naturalizzato. Da quel poco che so di lui, proveniva da un'antica famiglia Purosangue che aveva rinverdito le proprie fortune con le Campagne d'Africa del Ventennio Fascista; non é difficile credere che la mia pelle sia un 'ricordo' di quel periodo.
La leggenda dice che il mio bisnonno avesse sposato una potente Fattucchiera Abissina, bella come lo sono le donne del Corno d'Africa.
Non a caso uso il termine 'leggenda', non so molto del lato paterno; ho provato a chiedere a mia madre, ma lei si é sempre mostrata reticente, quasi seccata, dalle mie domande.
Ho smesso di chiedere, ma non posso fare a meno di sospettare che, per qualche motivo, lei gli porti rancore.
Non penso sia... ehm... igienico continuare ad indagare in tal senso.

Certo, é notorio che mia madre sia una donna irrequieta. E avida.
Sinora ha avuto sette mariti, partner più o meno amati, e, aggiungo io, più o meno consenzienti dal momento che il sospetto che non fossero nel pieno possesso delle loro facoltà, (e che i metodi della signora in parola sarebbero stati malvisti dal Ministero), mi é venuto nel corso di questi anni.
Per essere ancora più corretto, direi che, da che ho memoria, l'ho sempre pensato.
Naturalmente, non ho conosciuto di persona tutti i sette fortunati - e sì, uso l'aggettivo in senso ironico - ma, diciamo che il mio qualcosa, la mia... anomalìa... mi ha permesso di colmare questa lacuna.
Immagino che, adesso, non sia così difficile capire a cosa io alluda. La Carfax - rectius, la Malfoy - ci aveva detto, in quei gloriosi giorni di scuola ad Hogwarts, che le doti ESP non sono frequenti tra i Maghi; é una cosa che ci accomuna ai Babbani.
In entrambi i casi, si é guardati con sospetto.
Con paura, persino.
A volte, con odio.

Dal punto di vista puramente teorico, in effetti, può sembrare cosa di poco conto che un Mago riesca a vedere i morti; voglio dire, tutti noi siamo in grado di vedere i fantasmi.
Non sembrerebbe niente di eccezionale, anzi, l'esatto contrario; a che pro un Mago dovrebbe avere bisogno di poteri ESP?
Diciamolo, nessuno; la Telecinesi, la Telepatia, la Manipolazione della Materia... sono tutte Arti che, se si é Maghi, con un certo allenamento, si possono apprendere e dominare con una buona dose di sicurezza.
Non fa una piega, mi sembra.
Allora, perché esistono persone come me?
Ah, non l'ho detto, vero?
Io riesco a vedere i morti.

Piano; dovrei chiarire.
Non vedo tutti i morti. E neppure sempre.
Vedo alcuni morti, e i motivi, forse, pensandoci bene, visto di chi si tratta, non sono poi così misteriosi.
Ma é vero che ci sono delle situazioni nelle quali non sento, né vedo, nulla. Come a scuola, ad esempio; ad Hogwarts non mi é mai capitato di percepire niente che non fosse nella norma... nella norma per i Maghi, intendo.
Immagino vogliate sapere chi vedo. In effetti, questa é la stranezza.
Ma é opportuno che faccia una breve premessa, si tratta pur sempre di una lunga storia.
I fenomeni (li chiamo 'fenomeni' perché non saprei quale altra parola usare), sono iniziati quando avevo pochi anni... vediamo... quattro o cinque, mi sembra.
Era il periodo in cui mio padre aveva preso a stare male (sono orfano di padre, l'ho conosciuto talmente poco che il suo ricordo é diventato simile ad una fantasia, a volte mi chiedo persino se sia mai esistito un padre, ed il silenzio di mia madre su di lui, o sulla sua famiglia, non aiuta)... ma stavo dicendo; a quei tempi non lo sapevamo, ma soffriva della malattia che lo avrebbe portato alla morte e, data la situazione, nessuno poteva - o voleva - occuparsi di me a tempo pieno.
Così, avevo preso l'abitudine di gironzolare da solo per l'enorme abitazione dei miei genitori.
E' stato in quel periodo che loro hanno cominciato a manifestarsi.
Chiariamo una cosa; chiunque vi dica di poter vedere fisicamente i morti, vi racconta una balla.
Non é così che funziona; é la vostra mente che ne percepisce l'arrivo, la vostra mente che capisce qual é lo spazio che occupano, la vostra mente che sente le loro parole...
Non so se sono in grado di spiegarlo, ma penso funzioni come per le onde radio: nessuno le vede, ma esistono, e nessuno é in grado di sentirle finché non si accende un apparecchio di ricezione.
Penso che, per le persone come me, funzioni allo stesso modo: abbiamo la ricezione aperta sul canale giusto. Perennemente, o quasi.
Con questo, non voglio dire che il loro arrivo non produca dei cambiamenti fisici.
Spesse volte, l'atmosfera cambia, si addensa ed é come se pulsasse... una volta - ero distratto, mea culpa - sono passato attraverso uno di loro ed é stata un'esperienza che, potendo, procurerò di evitare di ripetere.
Non perché non sia piacevole; si tratta solo di un lieve brivido, dopotutto, eppure é qualcosa di sconvolgente, non riesco ad esprimerlo con altri aggettivi.
Non é bene che i vivi incontrino i morti. Non fisicamente, almeno, immagino sia questa la spiegazione più logica.
E' innaturale; probabilmente, anche pericoloso. E' contro natura.
Comunque, i morti - quei morti - non hanno ancora smesso di apparirmi.

Cosa mi dicono? Buona domanda; é proprio questo il bello.
Nulla. Assolutamente niente.
Si limitano a fissarmi con occhi tristi; una volta, in un volume sui poteri ESP che ho trovato in una libreria Babbana, ho letto che anche tra i cosiddetti medium, é estremamente raro che essi li sentano parlare.
L'autore del tomo suggeriva che, invece di aspettarsi un dialogo, sarebbe stato molto più saggio osservare ciò che accompagnava l'apparizione... che so, luogo, ora, circostanze astronomiche, condizioni del tempo, atteggiamento generale, anche il suo colore, quando percepibile.
Prestando un minimo di attenzione a questi particolari, chiunque sarebbe stato in grado di capire cosa disturbasse l'ospite.
Però, in fondo, non posso fare a meno di essere un po' amareggiato da questo stato di cose: a quanto pare, sono venuto al mondo per il silenzio.
Neppure i morti si curano di rivolgermi la parola.

Ripensandoci, non é vero che non mi dicano mai niente.
A volte, urlano.
Ammetto di non essere convinto che sia un gran miglioramento.
No, tutto sommato, non dovrei lamentarmi.
Penso che i morti farebbero meglio a stare zitti, se non hanno nulla da dire.

Gli spettri arrivano quasi sempre in gruppo.
Sono sei, tutti uomini, e si presentano uno dopo l'altro.
In effetti, più ci penso, più mi pare di non averli mai visti tutti insieme, ma sempre e solo l'uno in successione all'altro.
Il primo é un uomo molto giovane, direi al massimo di una ventina d'anni, il cui aspetto mi era del tutto sconosciuto; compare, mi guarda e, per una mezz'ora, mi segue ovunque vada. Nonostante siano diversi anni che mi visita, non sono ancora riuscito a capire che cosa esattamente si aspetti che io faccia.
Perché lui vuole qualcosa, ma non sono in grado di dire cosa.
Il secondo é di poco più vecchio, direi all'incirca un mio coetaneo, più massiccio del primo ma altrettanto silenzioso e sconosciuto; solo il suo colore é diverso, più scuro di quello del primo spettro. Memore di quanto sostiene il libro Babbano, forse, la cosa dovrebbe preoccuparmi.
Dal terzo spettro in poi, si tratta di uomini che ho conosciuto più o meno bene: il terzo é quello le cui visite mi angosciano di più.
Come tutti gli altri, é abbastanza giovane, un uomo piacente e di aspetto agiato, e, come loro, non parla.
Fa di peggio; urla.
Se dicessi che la cosa non mi turba, mentirei. E, spesse volte, mi sono chiesto cosa direbbe mia madre se sapesse che uno dei suoi mariti (perché di loro si tratta, ormai lo avrete capito), si trova in un Aldilà così traumatico. Lo avevo sentito dire, ma penso che ora lo possa dare per assodato: non per tutti il trapasso é facile.
Molti, non sono pronti.
Se non altro, non lo sento, dato che la sua voce non mi arriva (cosa di cui sono estremamente grato), ma le sue visite, nonostante la loro brevità, sono sempre quelle che mi lasciano più scosso. Avrei sperato di riuscire a farvi l'abitudine.
Normalmente lo ignoro e, di solito, dopo qualche minuto, se ne va.
Il quarto ed il quinto arrivano in rapida successione, come rapidamente si sono succeduti accanto a mia madre.
Ero piccolo, allora, ma ho buona memoria; e, comunque, due matrimoni nel giro di poco meno di quattro anni, non sono eventi di poco conto e ricordo che le malelingue della famiglia si sono scatenate.
Molti (soprattutto i parenti anziani) mi guardavano con compatimento; sospiravano, mi accarezzavano i capelli e mormoravano 'povero bambino', come se fossi stato un orfano completo.
O un indesiderato.
Ma sto divagando... loro due, il quarto ed il quinto spettro, non diversamente da quanto facevano quand'erano in vita, mi ignorano del tutto. Perlopiù, in quei pochi minuti nei quali capita che si incrocino, sembrano discutere animatamente tra loro.
Sarei davvero curioso di sapere qual é la materia del contendere, anche se, con ogni probabilità, sarebbe meglio continuare a non sapere.
Il sesto é il meno incorporeo di tutti; ho sempre pensato che fosse perché é quello morto da meno tempo.
Arriva, si guarda intorno, si siede ad un'immaginaria scrivania ed inizia a scrivere. Non ho ancora capito cosa, non sono riuscito a vederlo, ma immagino debba trattarsi di qualcosa di importante.
Non c'é un settimo spettro, posto che l'attuale marito di mia madre é vivo e vegeto, ma non facciamoci illusioni; la domanda non é se, é quando.
Mi si passi la battuta macabra; non é uno spettro.
Per ora.

Se c'é una cosa che ho ereditato da lei, é il fascino, e non é un dono che si possa nascondere facilmente.
Lei, come nessun altro, sa che, qualora mi decidessi ad usarlo, non mi ci vorrebbe molto per sostituirla nel letto di chiunque fosse il suo preferito del momento.
E' un rischio che non vuole correre e con ragione, direi; mia madre é splendida, e la sua Magia le permette di restarlo nonostante il trascorrere del tempo ma, se c'é una cosa che le fa difetto, é un buon carattere e una certa empatia nei confronti del prossimo.
Da questo punto di vista, proprio non ci somigliamo e, dovessi azzardare un'ipotesi, penso sia un tratto ereditato da mio padre, Dio - o chi per Lui - lo abbia in gloria... anche se, ripensandoci, credo che, se Dio lo avesse in gloria, non lo vedrei nell'atto di gridare.
Ah, non l'avevo detto?
Lui é quello che grida.

Ad ogni modo, questo strano dono, se così mi é permesso definirlo, finora non mi ha creato grosse difficoltà; vedo i morti solo in una determinata ala della mia casa e, dato che, a partire dagli undici anni, ho praticamente smesso di vivere a Zabini Mansion, queste manifestazioni hanno avuto - ed hanno ancora oggi - un'influenza marginale sulla mia vita.
Comunque, anche da bambino, mia madre mi voleva tra i piedi il meno possibile.
Di solito, mi spediva a casa di amici e parenti.
Eppure, sono certo che mi volesse (e che, tuttora, mi voglia) bene, nel suo modo egoista ed infantile.
Meglio che niente, suppongo.
Anche se, con un poco di questa qualità, forse niente farebbe meno male.

Di tutti i luoghi nei quali mi spediva, il mio preferito era Malfoy Manor.
Mi piaceva Malfoy Manor.
Mi piaceva il luogo e mi piacevano le persone che vi abitavano, con l'unica eccezione del capo famiglia, che mi ha sempre messo in leggero allarme. Penso di non avergli mai rivolto la parola, se non per un breve saluto. Sono convinto che Lucius vedesse la mia amicizia con Draco come una noiosa necessità 'politica'; se avesse potuto fare a modo suo, sono pressoché sicuro che mi avrebbe vietato l'accesso alle sue proprietà.
Però, sì, Malfoy Manor mi piaceva moltissimo.
Non vi ho mai avvertito spiriti, nonostante tutte le leggende spaventose che aleggiavano attorno alla famiglia, ed alla casa: si diceva che una delle zie di Draco avesse un curriculum che avrebbe fatto impallidire la Contessa Erzsébet Bathory, lontana ascendente materna di Lucius...
Che sciocchezze!
Se in quella casa fossero successe le cose delle quali il volgo mormoreggiava, io me ne sarei accorto all'istante, sono certo che mi sarebbe bastato varcare la soglia. Dopotutto, dati i lunghi periodi che vi trascorrevo, era un po' come se fosse stata casa mia; passavo quasi più tempo lì che a Zabini Mansion.
Invece, non vi ho mai avvertito niente.
Forse, questo era uno dei motivi per cui ero sempre pronto a raggiungere il Wiltshire.
L'altro?
L'altro era Draco Malfoy, naturalmente.

Le sempre più frequenti visite a Malfoy Manor, alle quali mia madre mai si era opposta, (per non molto misteriosi motivi, dato che, tra un marito e l'altro, era costantemente impegnata in quelle che io chiamavo 'le sue campagne di conquista'), vennero bruscamente interrotte quando avevo circa sei anni.
Mia madre aveva scoperto che avevo iniziato a chiamare 'mamma' Narcissa Malfoy, così mi aveva proibito di rimettere piede alla Manor.
Ed io ho smesso di mangiare.
Il comportamento passivo - aggressivo é sempre stata la mia arma migliore, la mia specialità, oserei dire.
Certo, é una forma di ricatto morale, manipola le persone, me ne rendo conto, ma cosa avrebbe dovuto fare un bambino cresciuto come me, senza una vera educazione, senza una vera famiglia, senza dei veri mèntori o guide di qualunque genere, del tutto impreparato agli scontri dialettici, perché del tutto disabituato alla parola?
Appunto, vedo che ora é più chiaro; ho smesso di mangiare.

La crisi familiare é stata breve, ma feroce.
Una guerra lampo.
Lei é testarda e tenace, ma io non sono da meno.
Alla fine, quel (poco) di istinto materno che si ritrovava, ha avuto la meglio ed ha capitolato.
Ancora oggi, non so dire se la sua sia stata una reazione dettata da vera offesa al sentimento materno o se il timore di 'ciò che avrebbe potuto dire la gente', abbia avuto il peso maggiore.
Di certo, non si é mai comportata come se di me le importasse più di tanto.
Ancora mi chiedo se la mia esistenza non sia frutto di una disattenzione.
Esiste un pensiero più triste?

Da allora, ho preso a chiamare mia madre col suo nome di battesimo.
Non mi hai mai detto nulla al riguardo, ma penso che Fiamma - questo il suo nome - perlomeno all'inizio, fosse piuttosto seccata dalla cosa.
Non le piace sentirsi giudicata, o respinta, neppure dal suo stesso figlio.
Ma, naturalmente, con lo scorrere degli anni, le cose sono cambiate.
E' lusingata dal fatto di potersi mostrare in giro con un ragazzo della mia età, che tutti, grazie anche alla nostra scarsissima somiglianza fisica, scambiano per la sua ultima conquista erotica.
Che poi io stesso abbia ereditato il suo fascino, e quindi sia un bel vedere, diciamo che aggiunge pepe alla cosa.
Ad onor del vero, finora ha fatto questo giochetto solo in un paio di occasioni, e sempre con persone che non conoscevano bene la mia famiglia (e la sua storia), ma é più che felice di apparire in pubblico con me, spacciandomi per un aspirante amante.
Io?
Io la lascio fare... conosco Fiamma, la rende felice, e rende felici tutti quegli squallidi cicisbei che cercano solo di infilarsi tra le sue lenzuola.
E, comunque, contraddirla non sarebbe una buona idea.

Mi viene quasi da ridere al pensiero che mia madre mi ripete spesso che, se fossi stato una femmina, mi avrebbe chiamato 'Faith'.
Non so perché; é difficile seguirla nelle sue elucubrazioni mentali, e non sono neppure sicuro che queste seguano una logica 'comune': oltretutto, ad aggiungere stranezza a stranezza, lei é quanto di più lontano si possa immaginare dalla 'Fede'.
Faith é un bel nome, lo ammetto. Peccato però che, come molti latini, Fiamma si trovi in difficoltà a pronunciare la 'th' e storpi il nome in 'Fate'.
Simpatico, no? Il mio nome avrebbe dovuto essere Fede, ma avrei finito col chiamarmi Fato.
Fato... in un certo qual senso, l'antitesi della Fede.
Dove c'é un Dio, di qualunque genere esso sia, non c'é spazio per il Fato.
Si parla di Divina Provvidenza, anche se non capisco bene cosa voglia dire.
Avrei dovuto chiamarmi Fede... anzi, Fato.
La vita é proprio ironica!
Già, con quello che mi é successo, lo posso proprio dire.

Ci sono tante cose di me che rendono Fiamma furibonda.
Non ultime, le mie preferenze sessuali.
Eh, sì, confesso, gli uomini sono gli unici esseri umani per i quali io abbia mai provato attrazione.
Non so perché e, sinceramente, non mi interessa neanche saperlo.
La sola cosa che so, é che gli uomini mi piacciono, ed é stato così da che io abbia memoria.
A Fiamma non ho mai detto nulla; non mi sembrava necessario.
In realtà, era evidente e pensavo che lei, come tutti, lo avesse notato.
A quanto pare, invece no.
Alla fine l'ha scoperto, e nel modo più melodrammatico possibile.
Per farla breve, mi ha colto sul fatto.
Col senno di poi, presumo fosse l'unica a non averlo ancora capito; come molti narcisisti, era troppo impegnata a preoccuparsi di se stessa per notare le cose più evidenti riguardanti il prossimo.
Anche se questo prossimo ero io.
Da allora... quanti anni avevo, quindici, forse, (serve davvero che lo dica?) mia madre é stata più che felice di vedermi partire per Hogwarts ogni primo settembre.

Datemi retta, chiunque sostenga che le donne possono essere amiche, addirittura confidenti privilegiate, di un uomo gay, dice una vera stupidaggine.
Peggio; si tratta di una situazione pericolosa e lo dico, con profondo rammarico e dispiacere, per esperienza.
Se solo avessi capito prima ciò che stavamo facendo a Pansy...
Pansy é la mia più vecchia amica, nonché una delle persone più importanti della mia vita, e si é trovata, per sua sfortuna, a condividere Draco con me.
Colpevole, Vostro Onore. E no, non ho cause di giustificazione da presentare a mia, seppur parziale, discolpa.
Pansy non era in una posizione invidiabile, lo capirebbe chiunque: penso che l'unica cosa che abbia guadagnato da questa faccenda sia stata un'ulcera coi fiocchi. O un principio di esaurimento nervoso. O tutti e due, non sono più sicuro.
Sta di fatto che, appena ha potuto, é stata piuttosto rapida a liberarsi di noi.
Di entrambi; me e Draco.
Apertamente, non ha mai detto nulla né a me, né a lui; non ci ha mai rinfacciato niente, né ci ha mostrato rancore, però... sono mesi che non si fa sentire. Siamo sempre noi due, o io, o Draco, a cercarla.
La verità é che un uomo gay - in generale, come nel caso di Pansy, e, ancor di più, in particolare, per donne come Fiamma - rappresenta una cosa sola: concorrenza.
Il che non era quanto mia madre si aspettasse da un figlio maschio.
Non mi sorprenderebbe scoprire di avere avuto una sorella morta di ... ehm .... malattia in tenerissima età.
Diciamoci le cose come stanno, non illudiamoci e sfatiamo un mito; per una donna, non c'é peggior amico di un gay.
Chiedete a Pansy.

Ora che sono una creatura molto simile ad un Vampiro e che sono legato a due ragazzi, Fiamma ha un ottimo motivo per tenermi lontano da casa sua.
Ad essere brutalmente onesti, é stata felicissima di vedermi fare definitivamente i bagagli; non fosse stato per questo, mi avrebbe buttato fuori con una scusa qualsiasi.
Non ci si tiene la concorrenza in casa, giusto?
L'unica cosa che mi disturba é che, senza volerlo, ho sempre fatto di tutto per renderle le cose più facili.
Dannata sfortuna!

Devo andare... gli spettri son tornati.
Penso abbiano capito che sono qui per l'ultima volta; prendo le mie cose e me ne vado per sempre da Zabini Mansion. Almeno finché non sarà mia per successione, non vi metterò più piede.
Ma penso che dentro mi rimarrà un certo rammarico per non essere riuscito a capire cosa volessero dirmi questi spiriti.
E mi viene il sospetto che, se non riesco a sentirli, é perché non voglio riuscirci.
In fondo, ignorare la realtà, é sempre stato il mio peggior difetto.

Note;
Se dicessi che quanto dice la Rowling nel suo ultimo libro sulla famiglia di Blaise non mi abbia incuriosito, mentirei spudoratamente.
Blaise Zabini é sempre stato, tra tutti i personaggi secondari, quello che mi stuzzicava di più, e non ho esitato ad approfittare, ancora una volta, di quei pochi input che l'Autrice, nella sua infinita reticenza, ci ha lanciato.
Ammetto di essere rimasta un po' spiazzata dalla razza di Blaise, ma piccolezze del genere non mi fermano; un aggiustatina qui ed un ritocco là, et voilà, salvato il 'mio' Blaise.
Conosco davvero un ragazzo che ha gli occhi dell'insolito colore di Blaise (un blu scurissimo, sembra quasi nero) e mi sembrava giusto sfruttare il particolare; il fatto che Blaise sia di pelle nera, non é un problema. Conosco gente frutto di incroci di razze (indiana, nera ed europea) che ha gli occhi di un verde incredibile o i capelli chiari.
Perché Blaise non potrebbe avere queste caratteristiche, del tutto comprovate dalla genetica?
E' il bello del melting pot.
Alla prossima.
mariademolay

  
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