WARNING:
questo è il secondo capitolo che pubblico in tre giorni.
Assicuratevi di aver letto l'altro prima di cominciare il nuovo.
Buona lettura!
I want to break Free
They designed her to be the perfect soldier...
a human weapon... then she escaped.
In a future not far from now... in a broken world...
she is haunted by her past.
She cannot run, she must fight... to discover her destiny.
11.
New entry
“Gelosia, infinita incertezza di se
stessi."
Ormai sono parecchie ore che il gruppo è uscito per la missione di salvataggio, si sono fatti sentire via radio prima dell’operazione ma da allora, nessuna traccia e questo non ci rassicura.
Per nulla.
Luke
trasmette a me, Logan, Joshua e chiunque sia interessato, qui alla
centrale generale, i poco frequenti aggiornamenti avuti per lo
più dalle guardie di White. Quando il sole ormai era calato
da
parecchio e la luna splendeva sul cielo di Seattle Max, Alec, Krit, Syl
e altri due transgenici si sono allontanati rombando dal cancello dei
sotterranei diretti all’uscita nel settore 5 pronti al
salvataggio. Non sappiamo bene il numero degli uomini che hanno dovuto
stendere, le politica è sempre la stessa, non uccidere se
non
è strettamente necessario. Ho visto Logan lasciare una dolce
carezza sulla guancia della sua ragazza ammonendola con uno
“stai
attenta”; avrei voluto dire anche io ad Alec di non fare il
solito spaccone e tornare tutto intero a casa ma non mi sembra
assolutamente il caso. Ma lui ha pensato, ancora una volta, a tutto.
Mi
è venuto vicino, con il suo solito modo sicuro e
intraprendente
e, senza sforarmi o toccarmi in alcun modo, mi ha fissato facendomi
sentire ancora più esposta di quando possa fare una carezza,
dicendomi che lo nostra sfida veniva solo rimandata a domani, ne potevo
essere certa. In più mi ha tirato su il morale dicendo di
allenarmi che questa volta non avrei vinto cosi facilmente come poche
ore prima.
Eppure
io e Logan siamo ancora qui, nel cuore del nuovo giorno, aspettando che
il gruppo di salvataggio ritorni a Terminal City con un nuovo membro a
farci compagnia, ho smesso anche di sperare che sia uno del mio gruppo
ma solo che gli altri tornino presto.
L’attesa mi uccide.
Anche
a Logan fa questo effetto, si vede dal modo scomposto in cui sta chino
sulla sedia, continuando a tamburellare la penna su appunti delle
scritte di Sandeman sulla pelle della sua ragazza e a come, ogni volta
che la trasmittente fa un rumore, il suo viso scatta preoccupato.
Invece, io me ne sto seduta
sul divano ferma e immobile, aspettando.
Non
credevo che l’attesa potesse logorare così tanto i
miei
nervi e la preoccupazione fare capolinea cosi prepotentemente. Quando
eravamo dei prigionieri di Manticore il nostro unico obbiettivo era di
preoccuparci per la nostra vita, e ancora di più per la
base, ma
solo se ci davano l’ordine di farlo. Tutti i sentimenti,
anche
quelli più flebili, in quel posto venivano controllati e
monitorati, dovevamo essere più delle macchine che esseri
umani.
Il libero arbitrio era solo
una parola sconosciuta e che tale doveva rimanere.
Ma
qui nel mondo reale le cose sono completamente diverse. Ho paura che
possa succedere qualcosa al resto di noi, in ogni momento. Dei
rivoltosi che lanciano una bomba carta oltre il perimetro esterno,
l’essere riconosciuti e aggrediti, restare feriti in un
contrasto
a fuoco dagli uomini di White.
Alec mi ha raccontato, con il
dolore che gli invadeva gli occhi, di un transgenico suo amico, Biggs,
che si era integrato molto bene nella società prima
dell’inizio della resistenza. Consegnava i pacchi alla Jam
Pony
con Alec, Max, Original Cindy, Sketchy e gli altri, ma venne scoperto
dagli uomini di White mentre faceva una consegna con un dispositivo
termico particolare. Le immagini del suo viso vennero mandate in onda
sul televisore e non riuscì a sfuggire a dei fanatici che
volevano ripulire Seattle dalla minaccia transgenica. Venne lapidato e
scuoiato vivo, lasciato appeso sotto un ponte come monito.
Ne avevano catturato uno,
potevano farlo con tutti.
Nonostante
Biggs non avesse fatto niente al mondo, esso lo uccise rendendolo un
altro martire di cui versare, incurante, il sangue a terra. Joshua e
Alec hanno spaventato quel gruppo di umani che si vantavano di aver
ucciso uno di noi con tanta euforia, minacciandoli di non tornare
più. Un gesto sicuramente dettato dalla rabbia e forse
discutibile, ma di certo un motivo in più, per quei tipi, di
ragionare sulle loro sporche azioni.
Il
mio cervello è troppo pieno di brutte immagini per poter
star
calma ad aspettare. Continuo a ripetermi che non gli
succederà
nulla perché loro sono la squadra scelta ma la paura non
è un’avversaria facile da battere.
Devono tornare.
Devono tornare sani e salvi.
Alec
deve entrare rombando da quella cavolo di porta e presentarsi con il
suo solito sorrisetto da sbruffone, esordendo con qualche battuta
inutile tipo “è stato un gioco da
ragazzi”. Non so
perché per lui mi preoccupo di più rispetto agli
altri.
Ovviamente
sono in pensiero anche per Max, Krit, Syl e gli altri ma, per lui, ho
più paura. Sono certa che, anche in occasioni come questa in
cui
bisogna essere seri e determinati, Alec non metterà da parte
il
suo atteggiamento spavaldo. E se dovesse farsi male?
Quando
torna io e il signorino dobbiamo fare quattro chiacchiere. So che
è grande ed è un soldato esattamente come me, con
la
stessa educazione e le stesse potenzialità ma non riesco a
mettere da parte questa grande paura per lui. Non riesco neppure ad
immaginare come potrebbe essere la vita qui, a Terminal City, senza di
Alec, è fuori da ogni ragionamento logico e
possibilità.
Deve tornare qui da me.
Non per me, ma da me.
Un
suono molto più forte dall’allarme del tunnel
finalmente
ci permette di riprendere a respirare. Logan si apre in un enorme
sorriso davanti al monitor della telecamera che inquadra il nostro
gruppetto di salvataggio, con Max a capo, rombare sulle loro moto
diretti velocemente, finalmente, a casa.
-Ci
sono tutti e hanno con loro un nuovo arrivo.- Luke si gira di spalle ai
suoi molteplici monitor dandoci la lieta notizia. E sento il mio
battito cardiaco tornare normale mente corriamo gasati verso
l’uscita del passaggio sotterraneo. Ancora prima di vederli
arrivare sentiamo il rumore dei motori delle moto avvicinarsi e poi
riesco ad inquadrare, con la vista potenziata, le loro facce stanche ma
soddisfatte.
Max apre il gruppo, fermando la moto posandola sul cavalletto e togliendosi gli occhialini gialli.
–Qualcuno
ha ordinato una pizza?- Deve essere andato tutto bene se scherza in
questo modo. Alec porta con se il corpo del nuovo arrivo, che a
giudicare dai lunghi capelli biondi, è una nuova arrivata,
svenuta forse per la troppa agitazione della missione. Lui è
integro, non vedo sangue ne strappi nella sua preziosa giacca quindi
deve stare bene, per fortuna, nulla di cui preoccuparsi. Eppure la mia
voglia di prenderlo a schiaffi per avermi fatto stare in pensiero non
si placa per nulla.
Anche
gli altri stanno bene e sorridono contenti per il loro operato
smontando dai mezzi di locomozione. Max non perde il suo contegno e non
si lancia al collo di Logan, come mi aspettavo facesse, lei
è
pur sempre il capo e deve mostrarsi come tale. Ma Joshua non deve
preoccuparsi di questo e la stritola in un abbraccio soffocante facendo
ridere tutti i presenti.
-Ci
avete fatto stare in pensiero.- Logan si rivolge serio alla ragazza
aspettandosi delle risposte mentre il cucciolone la lascia libera e
annuendo.
Alec
scende dalla sua moto portando in braccio il corpo della transgenica
svenuta e cercando qualcuno tra il gruppo di gente che si è
accalcato intorno a loro. Magari cerca me.
-White
sapeva benissimo che saremmo andati a recuperare la ragazza e ci ha
teso una stupida trappola. Ma i suoi agenti si sono lasciati sfuggire
di nuovo i transgenici.- Si avvicina ad Alec per controllare le
condizioni della tipa svenuta e Logan la segue controllando il battito
dal suo collo senza che il transgenico la metta a terra.
-Deve essere svenuta ma il
battito è regolare.- Responso ufficiale del nostro
cyber-giornalista.
-Lo
so, le ho dato un pugno per farla star zitta.- Krit e Syl, che sono li
vicino, ridono alle parole di Max ricordando la scena. -È
una
tale chiacchierona e mi sa che ha preso una cotta per Alec.- Il
soggetto interessato sfoggia un sorrisetto soddisfatto.
-Cosa
ci posso fare se sono irresistibile.- Non solo spaccone ma anche
idiota. È quello che devono pensare tutti dato le occhiate
che
gli rivolgono poco convinti. Finalmente esco dall’ombra della
folla e mi avvicino al gruppetto di salvataggio aspettando direttive
dal capo. Senti gli occhi dello sbruffone addosso ma non ci faccio
troppo caso.
-Ragazzi
andatevi a riposare. Ottima missione, avete fatto tutti un ottimo
lavoro. Alec tu porta la ragazza in infermeria, li starà
comoda
ma tienila sott’occhio.- Max, accompagnata da Logan e Joshua,
si
allontanano verso la sala generale facendo disperdere il gruppetto.
Saluto Krit con un sorrisetto prima che la sorella lo porti lontano e
poi, finalmente, guardo verso il tormento dei miei pensieri.
-Ehi pulce che faccia scura!-
Non si risparmia il mio sorrisetto preferito e il tono giocoso.
-Non
mi sono molto divertita ad aspettarvi rientrare.- Si, sono decisamente
acida e questo corpo svenuto tra me ed Alec non allieta la situazione.
Ho come l’impressione che lo sto fulminando con gli occhi.
-Non
ti fidi più delle mie capacità?!- Scherza ancora
ma senza
abbandonare la ragazza ed avvicinandosi malizioso a me.
-Quando mai mi ci sono
fidata?!- Ok, forse sono un po’ troppo acida ma mi viene
spontaneo.
-Che
caloroso benvenuto. E io che mi aspettavo dei cartelloni con ovazioni
nei nostri confronti, gli eroi di Terminal City.- Figurarmi
quest’ultima battuta di Alec mi fa, involontariamente,
sorridere
e lo sento indubbiamente soddisfatto di esserci riuscito.
-Devo
accompagnarla in infermeria.- Accenna al corpo della ragazza tra le su
braccia con la testa, a mo di scusa per dover andare via. Come se
avesse bisogno di scuse con me. Ha sempre fatto quello che voleva.
-Io torno da Max.- E senza
aspettare un suo cenno mi giro e mi dirigo, a passo sostenuto verso il
centro operativo.
Sono
davvero irascibile adesso, sarà per colpa di quella tipa
che,
giusto Alec doveva porta via e supervisionare, dopo che Max ha anche
detto che si è presa una cotta per lui. Che
assurdità.
Nella sala di comando Max sta appunto discutendo di questa tipa.
-È
stata creata da Manticore per essere utilizzata come spia negli altri
ranghi. Può ammaliare un uomo e farsi dire tutto quello che
vuole sapere. Almeno è quello che ci ha detto lei.- Ecco,
viva
le buone notizie.
-È una psico
operativa come Mia?-
Logan conosce più cose di Manticore di quante ne sappia io.
-No,
non ha poteri psicologici. A Manticore avevano scoperto l’uso
del
potenziale femminile.- Un sorrisetto spunta sul viso della ragazza.
Questa sarebbe stata una perfetta battuta da Original Cindy.
-Quindi
cosa facciamo con lei?- Joshua non sembra essere troppo convinto della
nuova arrivata. Bene non sono l’unica allora.
-Resterà
qui con noi, anche se non mi piace, è pur sempre una
transgenica
e quindi una nostra sorella.- Oggi non è proprio giornata di
buone notizie.
-Ora
andate a riposarvi, domani abbiamo da fare.- Gli ultimi transgenici si
allontanano dal tavolo dove sono ancora sparsi gli appunti di Logan che
non se ne preoccupa ed è concentrato sulla sua ragazza.
Mi
avvicino a Max per poterle chiedere una sistemazione per la notte. Non
mi va di dormire sul divano e la mia suite è occupata dalla
Miss
Seduzione quindi sono ufficialmente senza un posto dove poter riposare.
Ma Alec entra nella stanza prima che io possa anche solo aprir bocca e
non sono l’unica a notarlo.
-Ti avevo detto di
controllarla.- Max lo sgrida ormai rassegnata, come se sapesse che
avrebbe fatto di testa sua.
-Ho
lasciato Damon al mio posto. Tanto con il pugno che le hai dato
dormirà ancora un bel po’.- Scusa pronta in ogni
frangente. Io, invece, sento un moto di adorazione nei confronti di Max
che ha messo KO quella tipa. Forse non dovrei giudicarla senza
conoscerla ma ci sono cose che sono più forte di me.
Max
alza le spalle lasciando intendere che era quello che andava fatto.
–Che vuoi adesso Alec? Sono stanca e non ho tempo da
perdere.-
Logan si è già avviato lasciandoci in soli noi
tre e Luke
a controllare la situazione perimetrale.
-Max,
Max, Max non è che il mondo gira intorno a te.- Le passa un
braccio sulle spalle facendola irritare e canzonandola cosi come spesso
fa con me. Solo che lei non è gentile come me e ci mette
meno di
due secondi a storcere il braccio di Alec in un posizione scomoda che
lo fa lamentare.
-Per fortuna, non sono in vena
di ascoltare le tue idiozie.-
-Sei
sempre dolcissima Max.- Alec la trucida con gli occhi mentre lei si
allontana verso Logan indifferente e non posso fare a meno di
ghignarmela un po’ a suo discapito. Ma se non è
venuto per
parlare con il capo, che cosa vuole Alec? Lo scopro subito quando,
indispettito, si volta verso di me e solo in quel momento vedo la mia
borsa dove dentro, sono solita, metterci tutta la mia roba. Che ci fa
nelle sue mani?
-Tieni
pulce questa è tua, ho pensato che ti servisse dato che la
nuova
arrivata ti ha soffiato la stanza.- Mi lancia la borsa che prendo con
una sola mano e, forse, per la sua gentilezza e per
l’attenzione
che ha avuto, mi sento un po’ in colpa per come
l’ho
trattato. Non sorride e mi guarda serio, come non è sua
abitudine.
-Grazie
Alec.- Abbasso lo sguardo avvicinandomi un po’ a lui.
–E
scusa per prima, ero arrabbiata e preoccupata perché non
avevate
fatto sapere niente.- Non ho il coraggio di guardare i suoi occhi verdi
che sicuramente staranno ridendo di me e della mia
impulsività.
Meglio continuare a fissare il bordo inferiore della sua maglietta
nera. Lo sento avvicinarsi ancora di più, ora mi tocca
guardare
il suo petto alzarsi ed abbassarsi lievemente sentendo il suo fresco
profumo.
-Tranquilla
non c’è problema.- Temporeggia un po’
prima di fare
il solito spaccone. –Sei sicura che non è per la
bionda
che abbiamo recuperato che ti sei arrabbiata?-
Cavolo
mi capisce meglio lui che io stessa, ma non gli posso dare questa
soddisfazione sarebbe troppo edificante per il suo ego già
troppo pompato. Sperando di non avere le guancie lievemente arrossate,
cosa inutile tra l’altro, alzo gli occhi per immergermi nei
suoi
cercando di dimostrare una sicurezza che non posseggo. Lui si sta,
praticamente trattenendo dal gongolare compiaciuto per la mia reazione,
maledetto transgenico.
-Sogna
pure Alec, io non sono gelosa.- Mi convinco dicendoglielo ma lui non
sembra abbandonare la sua espressione che lo fa sembrare tremendamente
irresistibile e pronto per essere preso a calci nel sedere una seconda
volta nell’arco di due giorni.
-Bene,
meglio cosi!- Sorride falso e ipocrita, prendendomi palesemente in
giro, trattenendosi dal ridermi in faccia ma forse ha letto nel mio
volto il nervosismo che mi sta corrodendo, perché cerca di
nascondere la beatitudine e si preoccupa delle mie condizioni, ancora
una volta. – Adesso che la tua camera è occupata
sai dove
andare?-
Effettivamente
volevo farlo prima che mi interrompesse e facesse scappare Max quindi
no. –No, ma il divano andrà benissimo per
stanotte.-
Indico il mobile e lo guardo un attimo. È piccolo,
malridotto e
puzzolente, sarà una notte d’inferno, fortuna che
dormiamo
poco noi transgenici.
Alec fa un sospiro e mi
afferra per il polso destro cominciando a trascinarmi fuori dalla
stanza.
-Che
diamine stai combinando Alec?- Non mi piace essere sbatacchiata e
trattata coma un bambolotto eppure lui è la seconda volta
che lo
fa mentre io lo seguo per i corridoi fatiscenti.
-Non puoi dormire sul divano, ti porto nella mia stanza, li potrai riposarti su un letto vero. Non ci sono delle lenzuola pulite ma puoi accontentarti lo stesso.- Si volta a guardarmi continuando la sua marcia sorridente. Non riesco a trovare una risposta sarcastica, sono imbarazzata e stupefatta dalle sue premure.
Mi
lascia la sua stanza pur di farmi dormire bene, anche se lui non
l’avrebbe utilizzata lo stesso perché deve
controllare
quella strega bionda.
Attraversiamo
vari corridoi bui, incontrando vari transgenici che ci salutano. Non
siamo più nello stabile del quartier generale ma in uno
limitrofo, domani mattina non avrò problemi a trovare la
strada
per riprendere le traduzioni con Logan. Alec non molla il mio polso
nonostante ormai stiamo camminando uno di fianco l’altro e io
non
do segni di fastidio. È stano vederlo cosi indaffarato per
me,
ma non mi dispiace.
La
stanza di Alec è piccola ma abbastanza confortevole con il
minimo indispensabile, un letto ad una piazza e mezza sfatto, una
piccola finestra, un comodino spartano con una lampada ad olio sopra,
una televisione piccolina, qualche suo vestito lasciato con incuria in
giro e alcune sedie.
Mi sento a disagio a stare qui
dentro, mi sembra di invadere la sua privacy.
Dopo
essere entrati Alec accende la luce e mi lascia il polso guardandosi
attorno come, se volesse controllare che non ci siano cose
compromettenti, per poi ritornare a rivolgersi a me.
-Qui
starai bene e potrai dormire in un vero letto.-Alec mi si avvicina, si
aspetta una risposta, magari una battutina o un altro grazie ma io non
so davvero cosa dire, mi ha lasciato di stucco.
Mi
oltrepassa diretto alla porta lasciandomi nel mezzo della stanza.
–Bhè buona notte pulce.- Sento i suoi passi
allontanarsi,
non posso lasciarlo andare cosi, senza dirgli niente.
-Alec...-
Lo sento fermarsi con la mano ancora sulla porta alle mie spalle, non
oso girarmi per dar sfogo ai miei dubbi. -... perché devi
essere
proprio tu a controllare la ragazza? Sei appena tornato da una missione
dovresti riposarti invece di fare il cane da guardia.- Finalmente so
cosa mi ha dato cosi fastidio da comportarmi in quel modo acido prima.
Sento
i suoi occhi su di me e un sorrisetto formarsi sulle sue labbra,
tirando un po’ la pelle sotto l’occhio ancora
dolente dal
nostro scontro pomeridiano –Sembro essere immune al suo
potere.
È riuscita ad ammaliare Krit ma con me non le riesce il suo
giochetto.- Il suo tono è piatto, non ha intenzione di
giocare o
prendermi in giro. Inconsciamente tiro un sospiro di sollievo e mi
volto per guardarlo in faccia. È serio, concentrato su di
me,
non sorride, sembra essere tornato il soldato di Manticore e, diamine,
è estremamente bello.
-Perché?- Tanto
vale approfittarne e dare sfogo alla mia curiosità.
-Non
lo sappiamo, forse è qualcosa nel mio DNA. Sono il
più
adatto per sorvegliarla finche Max non avrà saputo quello
che
vuole.- Forse neppure a lui va troppo a genio l’ordine
impartitogli, magari vorrebbe buttarsi e rilassarsi nel suo letto ma
siamo soldati e non possiamo tirarci indietro quando ci viene affidato
un comando. Mi sento un’emerita stupida per averglielo
chiesto
adesso che so il perché è proprio lui a doverla
tenere
sotto occhio.
Ok, forse sono un
po’ gelosa, spero solo che Alec non me lo faccia pesare
troppo.
Non
replico più nulla e mi limito a guardarlo negli occhi mentre
mi
si avvicina lentamente. Resto immobile, non so cosa fare, non so cosa
dire, comincia a darmi sui nervi questa situazione. Quando è
ormai cosi vicino da poter distingue delle pagliuzze nelle sue iridi,
Alec alza una mano e mi sfiora piano la guancia. Il tocco è
talmente lieve che quasi rabbrividisco sentendo il calore del suo corpo
a contatto con il mio.
-Dormi
bene peste.- E in un attimo si è allontanato e uscito dalla
porta diretto all’infermeria per controllare la biondina,
lasciandomi con la solita sensazione di vuoto che provo dopo un nostro
incontro troppo ravvicinato.
Non
solo mi lascia questa strana sensazione di vuoto dentro ma mi sconvolge
la mente. Stanca, stremata e confusa mi getto sul suo letto di peso e
mi sento avvolta nel suo profumo che proviene dalle lenzuola dove ha
dormito. Stanotte il suo odore non mi darà pace e sono
sicura
che farà capolinea nei miei sogni.
Muschio e sapone. Sento un forte odore di muschio e sapone ad avvolgermi completamente, ma c’è anche un altro profumo mischiato con questi che non riesco a riconoscere. Me lo sento addosso, intorno, nei polmoni, ovunque. E poi sento il freddo, è proprio gelo, un forte alito di vento gelato che mi porta a rabbrividire ma cosi come è arrivato va subito via.
-Tieni gli occhi
chiusi.- Una voce calda e profonda. La sua voce. E il suo profumo
ritorna prepotente.
Solo
allora mi rendo conto di avere una benda nera a coprirmi gli occhi e la
sua mano nella mia che cerca di indicarmi la strada in pendenza senza
farmi cadere, per fortuna ho l’equilibrio potenziato
perché il terreno sembra davvero scosceso e non solido.
Piano mi
fa capire che mi devo sedere per terra e potermi rendere conto che sono
su qualcosa di metallico freddo seppure in pendenza.
Lo
sento trafficare un po’ sedendosi anche lui. Il suo profumo,
di
nuovo, torna ad invadermi le narici per essere custodito gelosamente
nella mia anima in profondità. Si è accomodato
alle mie
spalle pretendendo che mi appoggi al suo petto in una strana, quanto
intima posizione.
-Sei pronta?-
E
per la prima volta rispondo scoprendo di non aver perso la voce. Una
piccola sillaba. –Si.- La benda viene sollevata dal mio volto
per
intorcigliarsi nei lunghi capelli ma non ci bado troppo, la
curiosità ha vinto e ho tenuto gli occhi aperti per poter
vedere
subito quello che mi era stato occultato. In un primo momento ne ho
paura, ma è solo una frazione di secondo; davanti a me si
estende un paesaggio meraviglioso pieno di luci e colori. È
notte quindi le luci dei palazzi di Seattle risplendono riflettendosi
nel buio del cielo scuro, estendendosi finché
l’occhio si
perde nell’orizzonte mentre dall’altro lato una
distesa
nero petrolio mi fa venire i brividi. Il mare di notte è
come un
vortice oscuro che attrae e spaventa allo stesso tempo.
Il
venticello che mi sfiora il viso mi riporta a posare gli occhi su
quello che mi è più vicino. Sono in cima alla
torre di
Seattle, lo Space
Needle,
da cui ovviamente lo spettacolo della città è
magnifico e
mozzafiato. Alec mi stringe più forte a se con le braccia
intorno alle mie avvolte intorno al petto per coprirmi
dall’umidità notturna. Sto cosi bene con il suo
odore
addosso, la sua presenza ad avvolgermi in cima a questa enorme torre
davanti ad uno dei più belli paesaggi che abbia mai visto. E
per
una volta mi lascio completamente andare, abbasso ogni sorta di difesa.
È cosi facile farlo con Alec vicino a me, sembra quasi
naturale.
-È perfetto qui
sopra, tutti sembrano cosi piccoli e non ci sono preoccupazioni che
riescono a raggiungerci.-
Sostituisco la vista dell’immenso che ho davanti con quella
dei
suo brillanti occhi scuri che mi accolgano sorridenti e allegri.
-Ero
certo che ti sarebbe piaciuto.- Vorrei tanto baciarlo e perdermi ancora
una volta nella sua bellezza e nella sicurezza che mi trasmette. Le
labbra sono invitanti cosi vicine alle mie che riesco a sentire il suo
fresco fiato sul volto. Quando sto per avvicinarmi ulteriormente e far
diventare realtà le mie speranze, Alec me lo impedisce
ricominciando a parlare tranquillamente.
-Ti
ho portato qui per dirti qualcosa di importante pulce.- Il cuore mi
batte forte. Chissà se riesce a sentirlo impazzire dentro la
cassa toracica appoggiata al suo petto. Sono ansiosa di sapere cosa
deve dirmi, perché so che si tratta di noi due. Forse vuole
dare
un senso al “noi”.
-Lo
sai anche tu che io e te abbiamo un bel feeling, ci divertiamo insieme,
ridiamo sempre e siamo ottimi amici.- Sono leggermente confusa ma
continuo ad ascoltarlo, spostandomi un po’ per poterlo
osservare
meglio in volto per cercare di capire dove voglia arrivare.
-Sei
una ragazza estroversa, intelligente e molto carina per questo voglio
ti ho portato qui su per darti una lieta notizia.- Si alza lasciando
che il freddo del venticello attacchi la mia schiena riparata dal suo
calore corporeo, ha un’espressione compiaciuta anche se
continuo
a non capire cosa stia dicendo. Quale lieta notizia?!
-Finalmente
mi sento una persona completa che ha scoperto cosa sia la vera vita con
una persona accanto. E voglio presentarti colei che mi
renderà
felice e unico per il resto dei miei giorni.- Come per magia, di fianco
a lui compare la biondina di Manticore, quella che ammalia la gente
come spia che si stringe possessiva al suo braccio, ignorando
completamente la mia presenza per concentrarsi solo ed esclusivamente
su Alec.
Dove
prima il cuore batteva forte adesso sento solo un forte dolore altre al
vuoto preceduto da un potente colpo innaturale. Non riesco ancora a
comprendere quello che ho davanti, il mio cuore si è
frantumato
ancora prima che il cervello possa elaborare l’immagine della
tipa arpionata ad Alec. Quello che inconsciamente credevo il mio Alec.
-Non
sei felice per me?- Continua a sorridere come non mai, il suo tono
è retorico, non gli interessa assolutamente il mio pensiero
o la
mia reazione soprattutto adesso che abbraccia e si specchia negli occhi
della “sua” maledetta biondina. Non può
essere vero.
Non posso crederci. L’unica persona al mondo a cui ho dato
fiducia e mi sono esposta nella mia integrità non
può
comportarsi in questo modo.
-Non
può essere. Alec sta usando su di te i suoi poteri.-
Riscopro
ancora una volta, di avere una voce anche se adesso ha tutto un altro
suono. Delusione, amarezza, incredulità. Mi sono aggrappata
all’unica scusa possibile per non credere ai miei occhi. Per
la
prima volta, gli occhi gelidi della biondina si posano su di me
cercando si uccidermi con essi. Rabbrividisco incontrando il suo
sguardo, sentendo il suo odio e non ci metto molto per ricambiare. Alec
torna a guardami senza abbandonare il sorriso, come ignorando le mie
parole.
-Non
esserne gelosa Annie e si felice per loro che hanno trovato
l’anima gemella che cercavano, come me.- Cosa centrano Max e
Logan lì su quella torre, insieme a noi? E poi
perché
prende le difese di quella tipa? Mi sembrava di aver capito che non le
fosse particolarmente simpatica. Perché non si rende conto
del
dolore che mi provoca anche solo respirare dopo averlo visto con quella?
-No vi state sbagliando Max. Tu
e Logan siete una cosa completamente diversa.-
-È
inutile che continui ad illuderti Annie. I suoi poteri non funzionano
con Alec e tu non hai mai avuto speranze con lui.- Logan mi ha inflitto
un’altra coltellata. Quanti colpi sono capace di sopportare
senza
fare qualcosa di estremamente stupido o violento?
Alec comincia a ridere stringendo sempre più la tipa alla sua sinistra. –Davvero pensavi che io e te potessimo stare insieme?- Anche Max ride di me. Umiliata, derisa e con il cuore in frantumi, ecco come mi sento alzandomi in piedi furiosamente per poter mettere le mani addosso a qualcuno e sfogare la mia frustrazione.
Ma
anche questa volta vengo interrotta dalla biondina che fa voltare Alec
e si avventa sulle sue morbide labbra che ricordo cosi delicate e
magnifiche, lui risponde al bacio con passione polverizzando quei pochi
frantumi che mi erano rimasto nel petto.
Indietreggio sconcertata da
quell’immagine.
Non riesco a sopportarla.
Dietro
di me non trovo più il metallo sotto i piedi e,
sbilanciandomi,
cado giù dallo Space Needle acquisendo sempre maggior
velocità mentre continuo a sentire la risata di Logan e Max
nel
mio cervello e rivedendo l’immagine di Alec tra le braccia di
qualcuna che non sono io.
La caduta verso
l’oscurità è lenta, inesorabile e
devastante.
--- Autrice ---
Saluti.
Come avevo già annunciato precedentemente, dato che non aggiornavo da troppo tempo (pc rotto), ho inserito subito un nuovo capitolo. Non ho idea di quando sarà pronto il prossimo perchè ho un pò d'impegni nel prossimo periodo ma spero molto presto.
Venendo al capitolo, Annie non ha partecipato all'azione di salvataggio ma avete potuto vivere con lei la logorante attesa. E in più abbiamo una nuova trasgenica... Magari è un pò prestino per dare opinioni ma, come avrete capito, ad Annie non è troppo simpatica a pelle.
Inutile dire che l'ultima parte è il sogno di Annie nel letto del bell'Alec.
Detto ciò, vi ringrazio per la lettura, spero che abbiate apprezzato e che non ci siano troppi errori...
Aspetto un vostro commentuccio!
A presto...
Bye^^
Cartina di Seattle -> qui.