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Autore: kribja    11/04/2011    1 recensioni
Questa è la prima Fan-fiction che pubblico. La storia è ambientata poco tempo dopo l'ultima puntata della seconda serie di Dark Angel, in cui a Terminal City si stanno radunando tutti i transgenici per combattere per la propria libertà!
In quest'ambito difficile si introduce una nuova mutante X5 che sconvolgerà la vita di uno dei personaggi del telefilm: Alec. Annie, una ventenne realizzata in laboratorio da Manticore, con la voglia di vivere, essere libera e pari al resto del mondo.
Le sfide da affrontare per raggiungere la meritata liberta, però, sono tante e difficili, ci vorrà un gruppo unito per sconfiggere i Familiari ed Ames White riuscendo a far cambiare l'opinione pubblica della popolazione che vede nei transgenici una minaccia.
Questa è la storia di un'amore in un mondo arduo da affrontare.
Spero vi piaccia... Bye!!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec, Altro Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I want to break free

WARNING:

questo è il secondo capitolo che pubblico in tre giorni.

Assicuratevi di aver letto l'altro prima di cominciare il nuovo.

Buona lettura!

I want to break Free




They designed her to be the perfect soldier...
a human weapon... then she escaped.
In a future not far from now... in a broken world...
she is haunted by her past.
She cannot run, she must fight... to discover her destiny.

11.  New  entry

 

“Gelosia, infinita incertezza di se stessi."



Ormai sono parecchie ore che il gruppo è uscito per la missione di salvataggio, si sono fatti sentire via radio prima dell’operazione ma da allora, nessuna traccia e questo non ci rassicura.

Per nulla.

Luke trasmette a me, Logan, Joshua e chiunque sia interessato, qui alla centrale generale, i poco frequenti aggiornamenti avuti per lo più dalle guardie di White. Quando il sole ormai era calato da parecchio e la luna splendeva sul cielo di Seattle Max, Alec, Krit, Syl e altri due transgenici si sono allontanati rombando dal cancello dei sotterranei diretti all’uscita nel settore 5 pronti al salvataggio. Non sappiamo bene il numero degli uomini che hanno dovuto stendere, le politica è sempre la stessa, non uccidere se non è strettamente necessario. Ho visto Logan lasciare una dolce carezza sulla guancia della sua ragazza ammonendola con uno “stai attenta”; avrei voluto dire anche io ad Alec di non fare il solito spaccone e tornare tutto intero a casa ma non mi sembra assolutamente il caso. Ma lui ha pensato, ancora una volta, a tutto.

Mi è venuto vicino, con il suo solito modo sicuro e intraprendente e, senza sforarmi o toccarmi in alcun modo, mi ha fissato facendomi sentire ancora più esposta di quando possa fare una carezza, dicendomi che lo nostra sfida veniva solo rimandata a domani, ne potevo essere certa. In più mi ha tirato su il morale dicendo di allenarmi che questa volta non avrei vinto cosi facilmente come poche ore prima.

Eppure io e Logan siamo ancora qui, nel cuore del nuovo giorno, aspettando che il gruppo di salvataggio ritorni a Terminal City con un nuovo membro a farci compagnia, ho smesso anche di sperare che sia uno del mio gruppo ma solo che gli altri tornino presto.

L’attesa mi uccide.

Anche a Logan fa questo effetto, si vede dal modo scomposto in cui sta chino sulla sedia, continuando a tamburellare la penna su appunti delle scritte di Sandeman sulla pelle della sua ragazza e a come, ogni volta che la trasmittente fa un rumore, il suo viso scatta preoccupato.

Invece, io me ne sto seduta sul divano ferma e immobile, aspettando.

Non credevo che l’attesa potesse logorare così tanto i miei nervi e la preoccupazione fare capolinea cosi prepotentemente. Quando eravamo dei prigionieri di Manticore il nostro unico obbiettivo era di preoccuparci per la nostra vita, e ancora di più per la base, ma solo se ci davano l’ordine di farlo. Tutti i sentimenti, anche quelli più flebili, in quel posto venivano controllati e monitorati, dovevamo essere più delle macchine che esseri umani.

Il libero arbitrio era solo una parola sconosciuta e che tale doveva rimanere.

Ma qui nel mondo reale le cose sono completamente diverse. Ho paura che possa succedere qualcosa al resto di noi, in ogni momento. Dei rivoltosi che lanciano una bomba carta oltre il perimetro esterno, l’essere riconosciuti e aggrediti, restare feriti in un contrasto a fuoco dagli uomini di White.

Alec mi ha raccontato, con il dolore che gli invadeva gli occhi, di un transgenico suo amico, Biggs, che si era integrato molto bene nella società prima dell’inizio della resistenza. Consegnava i pacchi alla Jam Pony con Alec, Max, Original Cindy, Sketchy e gli altri, ma venne scoperto dagli uomini di White mentre faceva una consegna con un dispositivo termico particolare. Le immagini del suo viso vennero mandate in onda sul televisore e non riuscì a sfuggire a dei fanatici che volevano ripulire Seattle dalla minaccia transgenica. Venne lapidato e scuoiato vivo, lasciato appeso sotto un ponte come monito.

Ne avevano catturato uno, potevano farlo con tutti.

Nonostante Biggs non avesse fatto niente al mondo, esso lo uccise rendendolo un altro martire di cui versare, incurante, il sangue a terra. Joshua e Alec hanno spaventato quel gruppo di umani che si vantavano di aver ucciso uno di noi con tanta euforia, minacciandoli di non tornare più. Un gesto sicuramente dettato dalla rabbia e forse discutibile, ma di certo un motivo in più, per quei tipi, di ragionare sulle loro sporche azioni.

Il mio cervello è troppo pieno di brutte immagini per poter star calma ad aspettare. Continuo a ripetermi che non gli succederà nulla perché loro sono la squadra scelta ma la paura non è un’avversaria facile da battere.

Devono tornare.

Devono tornare sani e salvi.

Alec deve entrare rombando da quella cavolo di porta e presentarsi con il suo solito sorrisetto da sbruffone, esordendo con qualche battuta inutile tipo “è stato un gioco da ragazzi”. Non so perché per lui mi preoccupo di più rispetto agli altri.

Ovviamente sono in pensiero anche per Max, Krit, Syl e gli altri ma, per lui, ho più paura. Sono certa che, anche in occasioni come questa in cui bisogna essere seri e determinati, Alec non metterà da parte il suo atteggiamento spavaldo. E se dovesse farsi male?

Quando torna io e il signorino dobbiamo fare quattro chiacchiere. So che è grande ed è un soldato esattamente come me, con la stessa educazione e le stesse potenzialità ma non riesco a mettere da parte questa grande paura per lui. Non riesco neppure ad immaginare come potrebbe essere la vita qui, a Terminal City, senza di Alec, è fuori da ogni ragionamento logico e possibilità.

Deve tornare qui da me.

Non per me, ma da me.

Un suono molto più forte dall’allarme del tunnel finalmente ci permette di riprendere a respirare. Logan si apre in un enorme sorriso davanti al monitor della telecamera che inquadra il nostro gruppetto di salvataggio, con Max a capo, rombare sulle loro moto diretti velocemente, finalmente, a casa.

-Ci sono tutti e hanno con loro un nuovo arrivo.- Luke si gira di spalle ai suoi molteplici monitor dandoci la lieta notizia. E sento il mio battito cardiaco tornare normale mente corriamo gasati verso l’uscita del passaggio sotterraneo. Ancora prima di vederli arrivare sentiamo il rumore dei motori delle moto avvicinarsi e poi riesco ad inquadrare, con la vista potenziata, le loro facce stanche ma soddisfatte.

Max apre il gruppo, fermando la moto posandola sul cavalletto e togliendosi gli occhialini gialli. 

–Qualcuno ha ordinato una pizza?- Deve essere andato tutto bene se scherza in questo modo. Alec porta con se il corpo del nuovo arrivo, che a giudicare dai lunghi capelli biondi, è una nuova arrivata, svenuta forse per la troppa agitazione della missione. Lui è integro, non vedo sangue ne strappi nella sua preziosa giacca quindi deve stare bene, per fortuna, nulla di cui preoccuparsi. Eppure la mia voglia di prenderlo a schiaffi per avermi fatto stare in pensiero non si placa per nulla.

Anche gli altri stanno bene e sorridono contenti per il loro operato smontando dai mezzi di locomozione. Max non perde il suo contegno e non si lancia al collo di Logan, come mi aspettavo facesse, lei è pur sempre il capo e deve mostrarsi come tale. Ma Joshua non deve preoccuparsi di questo e la stritola in un abbraccio soffocante facendo ridere tutti i presenti.

-Ci avete fatto stare in pensiero.- Logan si rivolge serio alla ragazza aspettandosi delle risposte mentre il cucciolone la lascia libera e annuendo.

Alec scende dalla sua moto portando in braccio il corpo della transgenica svenuta e cercando qualcuno tra il gruppo di gente che si è accalcato intorno a loro. Magari cerca me.

-White sapeva benissimo che saremmo andati a recuperare la ragazza e ci ha teso una stupida trappola. Ma i suoi agenti si sono lasciati sfuggire di nuovo i transgenici.- Si avvicina ad Alec per controllare le condizioni della tipa svenuta e Logan la segue controllando il battito dal suo collo senza che il transgenico la metta a terra.

-Deve essere svenuta ma il battito è regolare.- Responso ufficiale del nostro cyber-giornalista.

-Lo so, le ho dato un pugno per farla star zitta.- Krit e Syl, che sono li vicino, ridono alle parole di Max ricordando la scena. -È una tale chiacchierona e mi sa che ha preso una cotta per Alec.- Il soggetto interessato sfoggia un sorrisetto soddisfatto.

-Cosa ci posso fare se sono irresistibile.- Non solo spaccone ma anche idiota. È quello che devono pensare tutti dato le occhiate che gli rivolgono poco convinti. Finalmente esco dall’ombra della folla e mi avvicino al gruppetto di salvataggio aspettando direttive dal capo. Senti gli occhi dello sbruffone addosso ma non ci faccio troppo caso.

-Ragazzi andatevi a riposare. Ottima missione, avete fatto tutti un ottimo lavoro. Alec tu porta la ragazza in infermeria, li starà comoda ma tienila sott’occhio.- Max, accompagnata da Logan e Joshua, si allontanano verso la sala generale facendo disperdere il gruppetto. Saluto Krit con un sorrisetto prima che la sorella lo porti lontano e poi, finalmente, guardo verso il tormento dei miei pensieri.

-Ehi pulce che faccia scura!- Non si risparmia il mio sorrisetto preferito e il tono giocoso.

-Non mi sono molto divertita ad aspettarvi rientrare.- Si, sono decisamente acida e questo corpo svenuto tra me ed Alec non allieta la situazione. Ho come l’impressione che lo sto fulminando con gli occhi.

-Non ti fidi più delle mie capacità?!- Scherza ancora ma senza abbandonare la ragazza ed avvicinandosi malizioso a me.

-Quando mai mi ci sono fidata?!- Ok, forse sono un po’ troppo acida ma mi viene spontaneo.

-Che caloroso benvenuto. E io che mi aspettavo dei cartelloni con ovazioni nei nostri confronti, gli eroi di Terminal City.- Figurarmi quest’ultima battuta di Alec mi fa, involontariamente, sorridere e lo sento indubbiamente soddisfatto di esserci riuscito.

-Devo accompagnarla in infermeria.- Accenna al corpo della ragazza tra le su braccia con la testa, a mo di scusa per dover andare via. Come se avesse bisogno di scuse con me. Ha sempre fatto quello che voleva.

-Io torno da Max.- E senza aspettare un suo cenno mi giro e mi dirigo, a passo sostenuto verso il centro operativo.

Sono davvero irascibile adesso, sarà per colpa di quella tipa che, giusto Alec doveva porta via e supervisionare, dopo che Max ha anche detto che si è presa una cotta per lui. Che assurdità.
Nella sala di comando Max sta appunto discutendo di questa tipa.

-È stata creata da Manticore per essere utilizzata come spia negli altri ranghi. Può ammaliare un uomo e farsi dire tutto quello che vuole sapere. Almeno è quello che ci ha detto lei.- Ecco, viva le buone notizie.

-È una psico operativa come Mia?- Logan conosce più cose di Manticore di quante ne sappia io.

-No, non ha poteri psicologici. A Manticore avevano scoperto l’uso del potenziale femminile.- Un sorrisetto spunta sul viso della ragazza. Questa sarebbe stata una perfetta battuta da Original Cindy.

-Quindi cosa facciamo con lei?- Joshua non sembra essere troppo convinto della nuova arrivata. Bene non sono l’unica allora.

-Resterà qui con noi, anche se non mi piace, è pur sempre una transgenica e quindi una nostra sorella.- Oggi non è proprio giornata di buone notizie.

-Ora andate a riposarvi, domani abbiamo da fare.- Gli ultimi transgenici si allontanano dal tavolo dove sono ancora sparsi gli appunti di Logan che non se ne preoccupa ed è concentrato sulla sua ragazza.

Mi avvicino a Max per poterle chiedere una sistemazione per la notte. Non mi va di dormire sul divano e la mia suite è occupata dalla Miss Seduzione quindi sono ufficialmente senza un posto dove poter riposare. Ma Alec entra nella stanza prima che io possa anche solo aprir bocca e non sono l’unica a notarlo.

-Ti avevo detto di controllarla.- Max lo sgrida ormai rassegnata, come se sapesse che avrebbe fatto di testa sua.

-Ho lasciato Damon al mio posto. Tanto con il pugno che le hai dato dormirà ancora un bel po’.- Scusa pronta in ogni frangente. Io, invece, sento un moto di adorazione nei confronti di Max che ha messo KO quella tipa. Forse non dovrei giudicarla senza conoscerla ma ci sono cose che sono più forte di me.

Max alza le spalle lasciando intendere che era quello che andava fatto. –Che vuoi adesso Alec? Sono stanca e non ho tempo da perdere.- Logan si è già avviato lasciandoci in soli noi tre e Luke a controllare la situazione perimetrale.

-Max, Max, Max non è che il mondo gira intorno a te.- Le passa un braccio sulle spalle facendola irritare e canzonandola cosi come spesso fa con me. Solo che lei non è gentile come me e ci mette meno di due secondi a storcere il braccio di Alec in un posizione scomoda che lo fa lamentare.

-Per fortuna, non sono in vena di ascoltare le tue idiozie.-

-Sei sempre dolcissima Max.- Alec la trucida con gli occhi mentre lei si allontana verso Logan indifferente e non posso fare a meno di ghignarmela un po’ a suo discapito. Ma se non è venuto per parlare con il capo, che cosa vuole Alec? Lo scopro subito quando, indispettito, si volta verso di me e solo in quel momento vedo la mia borsa dove dentro, sono solita, metterci tutta la mia roba. Che ci fa nelle sue mani?

-Tieni pulce questa è tua, ho pensato che ti servisse dato che la nuova arrivata ti ha soffiato la stanza.- Mi lancia la borsa che prendo con una sola mano e, forse, per la sua gentilezza e per l’attenzione che ha avuto, mi sento un po’ in colpa per come l’ho trattato. Non sorride e mi guarda serio, come non è sua abitudine.

-Grazie Alec.- Abbasso lo sguardo avvicinandomi un po’ a lui. –E scusa per prima, ero arrabbiata e preoccupata perché non avevate fatto sapere niente.- Non ho il coraggio di guardare i suoi occhi verdi che sicuramente staranno ridendo di me e della mia impulsività. Meglio continuare a fissare il bordo inferiore della sua maglietta nera. Lo sento avvicinarsi ancora di più, ora mi tocca guardare il suo petto alzarsi ed abbassarsi lievemente sentendo il suo fresco profumo.

-Tranquilla non c’è problema.- Temporeggia un po’ prima di fare il solito spaccone. –Sei sicura che non è per la bionda che abbiamo recuperato che ti sei arrabbiata?-

Cavolo mi capisce meglio lui che io stessa, ma non gli posso dare questa soddisfazione sarebbe troppo edificante per il suo ego già troppo pompato. Sperando di non avere le guancie lievemente arrossate, cosa inutile tra l’altro, alzo gli occhi per immergermi nei suoi cercando di dimostrare una sicurezza che non posseggo. Lui si sta, praticamente trattenendo dal gongolare compiaciuto per la mia reazione, maledetto transgenico.

-Sogna pure Alec, io non sono gelosa.- Mi convinco dicendoglielo ma lui non sembra abbandonare la sua espressione che lo fa sembrare tremendamente irresistibile e pronto per essere preso a calci nel sedere una seconda volta nell’arco di due giorni.

-Bene, meglio cosi!- Sorride falso e ipocrita, prendendomi palesemente in giro, trattenendosi dal ridermi in faccia ma forse ha letto nel mio volto il nervosismo che mi sta corrodendo, perché cerca di nascondere la beatitudine e si preoccupa delle mie condizioni, ancora una volta. – Adesso che la tua camera è occupata sai dove andare?-

Effettivamente volevo farlo prima che mi interrompesse e facesse scappare Max quindi no. –No, ma il divano andrà benissimo per stanotte.- Indico il mobile e lo guardo un attimo. È piccolo, malridotto e puzzolente, sarà una notte d’inferno, fortuna che dormiamo poco noi transgenici.

Alec fa un sospiro e mi afferra per il polso destro cominciando a trascinarmi fuori dalla stanza.

-Che diamine stai combinando Alec?- Non mi piace essere sbatacchiata e trattata coma un bambolotto eppure lui è la seconda volta che lo fa mentre io lo seguo per i corridoi fatiscenti.

-Non puoi dormire sul divano, ti porto nella mia stanza, li potrai riposarti su un letto vero. Non ci sono delle lenzuola pulite ma puoi accontentarti lo stesso.- Si volta a guardarmi continuando la sua marcia sorridente. Non riesco a trovare una risposta sarcastica, sono imbarazzata e stupefatta dalle sue premure. 

Mi lascia la sua stanza pur di farmi dormire bene, anche se lui non l’avrebbe utilizzata lo stesso perché deve controllare quella strega bionda.

Attraversiamo vari corridoi bui, incontrando vari transgenici che ci salutano. Non siamo più nello stabile del quartier generale ma in uno limitrofo, domani mattina non avrò problemi a trovare la strada per riprendere le traduzioni con Logan. Alec non molla il mio polso nonostante ormai stiamo camminando uno di fianco l’altro e io non do segni di fastidio. È stano vederlo cosi indaffarato per me, ma non mi dispiace.

La stanza di Alec è piccola ma abbastanza confortevole con il minimo indispensabile, un letto ad una piazza e mezza sfatto, una piccola finestra, un comodino spartano con una lampada ad olio sopra, una televisione piccolina, qualche suo vestito lasciato con incuria in giro e alcune sedie.

Mi sento a disagio a stare qui dentro, mi sembra di invadere la sua privacy.

Dopo essere entrati Alec accende la luce e mi lascia il polso guardandosi attorno come, se volesse controllare che non ci siano cose compromettenti, per poi ritornare a rivolgersi a me.

-Qui starai bene e potrai dormire in un vero letto.-Alec mi si avvicina, si aspetta una risposta, magari una battutina o un altro grazie ma io non so davvero cosa dire, mi ha lasciato di stucco.

Mi oltrepassa diretto alla porta lasciandomi nel mezzo della stanza. –Bhè buona notte pulce.- Sento i suoi passi allontanarsi, non posso lasciarlo andare cosi, senza dirgli niente.

-Alec...- Lo sento fermarsi con la mano ancora sulla porta alle mie spalle, non oso girarmi per dar sfogo ai miei dubbi. -... perché devi essere proprio tu a controllare la ragazza? Sei appena tornato da una missione dovresti riposarti invece di fare il cane da guardia.- Finalmente so cosa mi ha dato cosi fastidio da comportarmi in quel modo acido prima.

Sento i suoi occhi su di me e un sorrisetto formarsi sulle sue labbra, tirando un po’ la pelle sotto l’occhio ancora dolente dal nostro scontro pomeridiano –Sembro essere immune al suo potere. È riuscita ad ammaliare Krit ma con me non le riesce il suo giochetto.- Il suo tono è piatto, non ha intenzione di giocare o prendermi in giro. Inconsciamente tiro un sospiro di sollievo e mi volto per guardarlo in faccia. È serio, concentrato su di me, non sorride, sembra essere tornato il soldato di Manticore e, diamine, è estremamente bello.

-Perché?- Tanto vale approfittarne e dare sfogo alla mia curiosità.

-Non lo sappiamo, forse è qualcosa nel mio DNA. Sono il più adatto per sorvegliarla finche Max non avrà saputo quello che vuole.- Forse neppure a lui va troppo a genio l’ordine impartitogli, magari vorrebbe buttarsi e rilassarsi nel suo letto ma siamo soldati e non possiamo tirarci indietro quando ci viene affidato un comando. Mi sento un’emerita stupida per averglielo chiesto adesso che so il perché è proprio lui a doverla tenere sotto occhio.

Ok, forse sono un po’ gelosa, spero solo che Alec non me lo faccia pesare troppo.

Non replico più nulla e mi limito a guardarlo negli occhi mentre mi si avvicina lentamente. Resto immobile, non so cosa fare, non so cosa dire, comincia a darmi sui nervi questa situazione. Quando è ormai cosi vicino da poter distingue delle pagliuzze nelle sue iridi, Alec alza una mano e mi sfiora piano la guancia. Il tocco è talmente lieve che quasi rabbrividisco sentendo il calore del suo corpo a contatto con il mio.

-Dormi bene peste.- E in un attimo si è allontanato e uscito dalla porta diretto all’infermeria per controllare la biondina, lasciandomi con la solita sensazione di vuoto che provo dopo un nostro incontro troppo ravvicinato.

Non solo mi lascia questa strana sensazione di vuoto dentro ma mi sconvolge la mente. Stanca, stremata e confusa mi getto sul suo letto di peso e mi sento avvolta nel suo profumo che proviene dalle lenzuola dove ha dormito. Stanotte il suo odore non mi darà pace e sono sicura che farà capolinea nei miei sogni.

Muschio e sapone. Sento un forte odore di muschio e sapone ad avvolgermi completamente, ma c’è anche un altro profumo mischiato con questi che non riesco a riconoscere. Me lo sento addosso, intorno, nei polmoni, ovunque. E poi sento il freddo, è proprio gelo, un forte alito di vento gelato che mi porta a rabbrividire ma cosi come è arrivato va subito via.


-Tieni gli occhi chiusi.- Una voce calda e profonda. La sua voce. E il suo profumo ritorna prepotente.

Solo allora mi rendo conto di avere una benda nera a coprirmi gli occhi e la sua mano nella mia che cerca di indicarmi la strada in pendenza senza farmi cadere, per fortuna ho l’equilibrio potenziato perché il terreno sembra davvero scosceso e non solido. Piano mi fa capire che mi devo sedere per terra e potermi rendere conto che sono su qualcosa di metallico  freddo seppure in pendenza.

Lo sento trafficare un po’ sedendosi anche lui. Il suo profumo, di nuovo, torna ad invadermi le narici per essere custodito gelosamente nella mia anima in profondità. Si è accomodato alle mie spalle pretendendo che mi appoggi al suo petto in una strana, quanto intima posizione.

-Sei pronta?-

E per la prima volta rispondo scoprendo di non aver perso la voce. Una piccola sillaba. –Si.- La benda viene sollevata dal mio volto per intorcigliarsi nei lunghi capelli ma non ci bado troppo, la curiosità ha vinto e ho tenuto gli occhi aperti per poter vedere subito quello che mi era stato occultato. In un primo momento ne ho paura, ma è solo una frazione di secondo; davanti a me si estende un paesaggio meraviglioso pieno di luci e colori. È notte quindi le luci dei palazzi di Seattle risplendono riflettendosi nel buio del cielo scuro, estendendosi finché l’occhio si perde nell’orizzonte mentre dall’altro lato una distesa nero petrolio mi fa venire i brividi. Il mare di notte è come un vortice oscuro che attrae e spaventa allo stesso tempo.

Il venticello che mi sfiora il viso mi riporta a posare gli occhi su quello che mi è più vicino. Sono in cima alla torre di Seattle, lo Space Needle, da cui ovviamente lo spettacolo della città è magnifico e mozzafiato. Alec mi stringe più forte a se con le braccia intorno alle mie avvolte intorno al petto per coprirmi dall’umidità notturna. Sto cosi bene con il suo odore addosso, la sua presenza ad avvolgermi in cima a questa enorme torre davanti ad uno dei più belli paesaggi che abbia mai visto. E per una volta mi lascio completamente andare, abbasso ogni sorta di difesa. È cosi facile farlo con Alec vicino a me, sembra quasi naturale.

-È perfetto qui sopra, tutti sembrano cosi piccoli e non ci sono preoccupazioni che riescono a raggiungerci.- 
Sostituisco la vista dell’immenso che ho davanti con quella dei suo brillanti occhi scuri che mi accolgano sorridenti e allegri.

-Ero certo che ti sarebbe piaciuto.- Vorrei tanto baciarlo e perdermi ancora una volta nella sua bellezza e nella sicurezza che mi trasmette. Le labbra sono invitanti cosi vicine alle mie che riesco a sentire il suo fresco fiato sul volto. Quando sto per avvicinarmi ulteriormente e far diventare realtà le mie speranze, Alec me lo impedisce ricominciando a parlare tranquillamente.

-Ti ho portato qui per dirti qualcosa di importante pulce.- Il cuore mi batte forte. Chissà se riesce a sentirlo impazzire dentro la cassa toracica appoggiata al suo petto. Sono ansiosa di sapere cosa deve dirmi, perché so che si tratta di noi due. Forse vuole dare un senso al “noi”.

-Lo sai anche tu che io e te abbiamo un bel feeling, ci divertiamo insieme, ridiamo sempre e siamo ottimi amici.- Sono leggermente confusa ma continuo ad ascoltarlo, spostandomi un po’ per poterlo osservare meglio in volto per cercare di capire dove voglia arrivare.

-Sei una ragazza estroversa, intelligente e molto carina per questo voglio ti ho portato qui su per darti una lieta notizia.- Si alza lasciando che il freddo del venticello attacchi la mia schiena riparata dal suo calore corporeo, ha un’espressione compiaciuta anche se continuo a non capire cosa stia dicendo. Quale lieta notizia?!

-Finalmente mi sento una persona completa che ha scoperto cosa sia la vera vita con una persona accanto. E voglio presentarti colei che mi renderà felice e unico per il resto dei miei giorni.- Come per magia, di fianco a lui compare la biondina di Manticore, quella che ammalia la gente come spia che si stringe possessiva al suo braccio, ignorando completamente la mia presenza per concentrarsi solo ed esclusivamente su Alec.

Dove prima il cuore batteva forte adesso sento solo un forte dolore altre al vuoto preceduto da un potente colpo innaturale. Non riesco ancora a comprendere quello che ho davanti, il mio cuore si è frantumato ancora prima che il cervello possa elaborare l’immagine della tipa arpionata ad Alec. Quello che inconsciamente credevo il mio Alec.

-Non sei felice per me?- Continua a sorridere come non mai, il suo tono è retorico, non gli interessa assolutamente il mio pensiero o la mia reazione soprattutto adesso che abbraccia e si specchia negli occhi della “sua” maledetta biondina. Non può essere vero. Non posso crederci. L’unica persona al mondo a cui ho dato fiducia e mi sono esposta nella mia integrità non può comportarsi in questo modo.

-Non può essere. Alec sta usando su di te i suoi poteri.- Riscopro ancora una volta, di avere una voce anche se adesso ha tutto un altro suono. Delusione, amarezza, incredulità. Mi sono aggrappata all’unica scusa possibile per non credere ai miei occhi. Per la prima volta, gli occhi gelidi della biondina si posano su di me cercando si uccidermi con essi. Rabbrividisco incontrando il suo sguardo, sentendo il suo odio e non ci metto molto per ricambiare. Alec torna a guardami senza abbandonare il sorriso, come ignorando le mie parole.

-Non esserne gelosa Annie e si felice per loro che hanno trovato l’anima gemella che cercavano, come me.- Cosa centrano Max e Logan lì su quella torre, insieme a noi? E poi perché prende le difese di quella tipa? Mi sembrava di aver capito che non le fosse particolarmente simpatica. Perché non si rende conto del dolore che mi provoca anche solo respirare dopo averlo visto con quella?

-No vi state sbagliando Max. Tu e Logan siete una cosa completamente diversa.-

-È inutile che continui ad illuderti Annie. I suoi poteri non funzionano con Alec e tu non hai mai avuto speranze con lui.- Logan mi ha inflitto un’altra coltellata. Quanti colpi sono capace di sopportare senza fare qualcosa di estremamente stupido o violento?

Alec comincia a ridere stringendo sempre più la tipa alla sua sinistra. –Davvero pensavi che io e te potessimo stare insieme?- Anche Max ride di me. Umiliata, derisa e con il cuore in frantumi, ecco come mi sento alzandomi in piedi furiosamente per poter mettere le mani addosso a qualcuno e sfogare la mia frustrazione. 

Ma anche questa volta vengo interrotta dalla biondina che fa voltare Alec e si avventa sulle sue morbide labbra che ricordo cosi delicate e magnifiche, lui risponde al bacio con passione polverizzando quei pochi frantumi che mi erano rimasto nel petto.

Indietreggio sconcertata da quell’immagine.

Non riesco a sopportarla.

Dietro di me non trovo più il metallo sotto i piedi e, sbilanciandomi, cado giù dallo Space Needle acquisendo sempre maggior velocità mentre continuo a sentire la risata di Logan e Max nel mio cervello e rivedendo l’immagine di Alec tra le braccia di qualcuna che non sono io.

La caduta verso l’oscurità è lenta, inesorabile e devastante.


 

 













--- Autrice ---

Saluti.

Come avevo già annunciato precedentemente, dato che non aggiornavo da troppo tempo (pc rotto), ho inserito subito un nuovo capitolo. Non ho idea di quando sarà pronto il prossimo perchè ho un pò d'impegni nel prossimo periodo ma spero molto presto.

Venendo al capitolo, Annie non ha partecipato all'azione di salvataggio ma avete potuto vivere con lei la logorante attesa. E in più abbiamo una nuova trasgenica... Magari è un pò prestino per dare opinioni ma, come avrete capito, ad Annie non è troppo simpatica a pelle.

Inutile dire che l'ultima parte è il sogno di Annie nel letto del bell'Alec.

Detto ciò, vi ringrazio per la lettura, spero che abbiate apprezzato e che non ci siano troppi errori...

Aspetto un vostro commentuccio!

A presto...

Bye^^


Cartina di Seattle -> qui


   
 
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