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Autore: Ixia    12/04/2011    7 recensioni
Qualsiasi giorno puo’ essere IL giorno. Quello in cui cambia tutto, quello in cui la vita prende e non torna mai piu’ la stessa. Il giorno in cui tocca partire, per conquistarsi il futuro.
Qui si parla di quel giorno, e di una ragazza; di un genio pigro dal cuore ormai arido; di un nemico assetato di vendetta e chissa’, forse di tanto altro. Di una Konhoa che firma lo sfondo come la discesa di una stella cadente che, chissa’ perche’, sale verso il cielo.
Questa e’ la nostra storia.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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disclaimer: 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
 
Ehm, piccola precisazione. Su Wikipedia, alla voce “Geografia di Naruto” e’ indicato il nome del villaggio della cascata come Takigakure.  Non avendo mai visto l’anime, ho dovuto lavorare di fantasia. Spero non vi dispiaccia. :D
 
 
 
 
Il paese della cascata era sempre stato un angolo di paradiso.
Situato in un assolato altopiano nascosto fra le montagne, viveva incastrato fra le rocce di uno spaventoso burrone, dove scendeva con un dislivello di circa 200 metri una maestosa cascata.
I suoi abitanti avevano ormai imparato a convivere con il rombo continuo dell’acqua, e anzi, erano particolarmente affezionati a quel fiume che accanto alle loro case arrestava la sua corsa, creando quello spettacolo magnifico.
Giochi di luce, spruzzi continui e uccelli dalle forme piu’ varie sorvolavano quell’incredibile luogo, in una visione che ogni volta toglieva il fiato.
Spesso i ragazzi del villaggio amavano tuffarsi dalle rocce piu’ basse, mentre i piu’ impavidi si arrischiavano a percorrere la scalata verticale per riuscire ad arrivare in cima. Non erano molti quelli che riuscivano ad arrivare fin lassu’, la risalita era impervia e le rocce erano scivolose a causa dei muschi, ma una volta sulla sommita’ lo spettacolo che si apriva era da mozzare il fiato.
Uno sterminato pianoro attraversato da un fiume tranquillo, incassata fra cime spolverate di neve… Un posto da favola.
E sdraiata proprio accanto allo strapiombo, con il viso rivolto verso il cielo terso, stava una ragazza.
Teneva gli occhi chiusi e le braccia piegate dietro alla nuca.  Faceva dondolare una delle due gambe accavallate, mentre con un’espressione di beata tranquillita’ si godeva i tiepidi raggi del sole che le sfioravano il viso.
I lunghi capelli biondi, lasciati sciolti fra l’erba, rilucevano come grano maturo, attorcigliandosi in morbide onde accanto ai fiori di campo, mentre fra le labbra morbide spuntava uno stelo.
Riposava solamente, ascoltando l’allegro gorgoglio dell’acqua del fiume. Di tanto in tanto, quando ne aveva voglia, esplorava con gli occhi dello stesso colore il cielo sovrastante, alla ricerca di nuvole.
Era il ritratto della quiete, e mai nessuno avrebbe osato dire che dietro quel viso da principessa si nascondesse una guerriera.
Ne’ i capelli, troppo lucidi e curati per aver visto delle battaglie, ne’ le mani, sottili e affusolate come quelle di un musicista, ne’ la posa, che in se’ denotava grazia ed eleganza… Nulla lasciava percepire che quella ragazza fosse un ninja.
Sarebbe stata meglio in uno di quei romanzi dove si racconta di donzelle in pericolo e di cavalieri a cavallo, oppure in qualche ballata di fate e ninfe. Non in mezzo ad una battaglia.
Non con quei meravigliosi occhi di cielo.
Solo un piccolo particolare stonava con la bucolica figura della ragazza nel prato. Una piccola placca di metallo, legata intorno al braccio sinistro.
Era il coprifronte del suo villaggio, il luogo dove era nata.
Il villaggio che aveva giurato di servire e per cui tutt’ora, con tutta se stessa, continuava a lottare ogni giorno. La sua casa.
La ragazza ridacchio’ leggermente, sentendo l’erba mossa dal vento solleticargli l’addome.
Era da troppo tempo che non si prendeva una pausa, e finalmente quel giorno le era stata concessa la mattinata libera.
Sua madre aveva insistito perche’ trovasse un po’ di tempo per se stessa, riattaccando con le sue solite lamentele secondo cui lei lavorava troppo.
Sorrise, ripensando ai discorsi di quella mattina.
Sua madre era fin troppo paranoica.
La ragazza chiuse gli occhi, e respirando a pieno il profumo di fiori che la circondava. La musica della cascata la cullava docilmente, mentre il sole le regalava un po’ del suo calore, sfiorandole la pelle con il suo tocco gentile.
Si, in fondo aveva fatto bene a riposarsi un po’…
Ma non fece nemmeno in tempo a finire il pensiero, che dal bosco adiacente usci’ una figura trafelata che in testa portava il suo stesso coprifronte.
-Ise! Ise!- la chiamo’ un ragazzo dai capelli rossi mentre correva a rotta di collo.
La ragazza si trasse subito a sedere, con i sensi all’erta e lo sguardo preoccupato.
-Eiken! Cosa e’ successo?- chiese, mentre il ragazzo la raggiungeva con il viso tirato in un’espressione allarmata.  
-E’ arrivato un tipo losco, sembra pericoloso. Ho sentito dire sia un nukenin, ma non ne siamo sicuri. Tutta la tua squadra e’ fuori, e tua madre e’ andata a controllare insieme a Kazuo.-
Lei sgrano’ gli occhi –Mia madre? Ma non doveva andare dal kage oggi?-
Si alzo’ in piedi di scatto, e con un gesto secco aggancio’ il kit da ninja che aveva lasciato sul prato alla cintura.
-Non lo so Ise, ma ti giuro, dicono che questo tizio sia un vero mostro-
Una smorfia preoccupata compari’ sul viso della ragazza.
-Ok, andiamo.  Guidami.-
 
 
 
Ise aveva diciassette anni.
Nata e vissuta nel villaggio segreto della cascata, era stata introdotta dalla madre all’uso del ninjutsu gia’ dall’eta’ di quattro anni.
Si era dimostrata essere una guerriera straordinariamente dotata, e all’eta’ di sei anni e mezzo era stata ammessa all’accademia ninja del villaggio.
Da quel momento in poi la sua carriera era stata una continua sequenza di successi, che l’avevano portata all’eta’ di diciassette anni ad essere il Jounin piu’ promettende di tutta Taki.
Era quindi normale che, in vista di problemi, tutti venissero a cercare il suo aiuto.
Era forte, gentile e dotata di un’intelligenza fuori dal comune, qualita’ che la rendevano stimata e ben voluta.
E in piu’, sua madre era una delle personalita’ piu’ influenti di tutto il villaggio.
Beh, la madre di Ise era una donna fantastica.
Ninja eccezionale, carattere tenace, che sola senza un uomo aveva cresciuto la figlia in un paese che non era il suo.
Era arrivata un giorno di tanti anni fa, incinta della piccola.
Non aveva mai parlato del padre, ma tutti pensavano che fosse morto in battaglia poco prima che la bambina nascesse, e che sconvolta la donna fosse fuggita a Taki.
Erano i tempi in cui il villaggio era stato devastato da guerre e carestie, in cui i giovani erano rimasti senza sogni e i bambini senza futuro.
Ma la madre di Ise non si era data per vinta: li aveva spronati a rimboccarsi le maniche, e ritrovando il coraggio e avevano fatto rinascere da un cumulo di macerie una citta’ in fiore.
Tutti le erano debitori in quel paese, e la rispettavano come se fosse il capo del villaggio.
Ise invece la venerava come se fosse una dea.
In fondo per lei sua madre era tutto: la sua famiglia, la sua amica, la sua casa.
Non avrebbe mai potuto immaginare una vita diversa da quella insieme a lei, piena di affetto, amore e condivisione.
E se era diventata lo straordinario ninja che era adesso, lo doveva solo a lei.
La ragazza’ si abbasso’, per schivare un masso troppo sporgente.
Saltava agilmente di roccia in roccia, stando bene attenda a non puntare i piedi su rocce bagnate o scivolose, che le sarebbero costate un volo di 200 metri.
Accanto a lei correva Eiken, suo amico d’infanzia, che la precedeva di alcuni passi guidandola nella discesa della cascata.
Quando furono arrivati nella piazza del villaggio, dove zampillava una fontana commemorativa, alla loro corsa si unirono altri 3 ninja, due chuunin e un genin.
-Allora, come si svolge la situazione?- chiese un chuunin rivolto a Eiken.
Il ragazzo scosse la testa, mentre cominciavano a percorrere la strada che portava alle falde del crepaccio.
-Non ne sappiamo molto. Ho solo sentito che un ninja estraneo oggi ha tentato di valicare il confine senza essere visto, ma e’ stato scoperto dalla pattuglia 12 vicino al lago. Alcune fonti dicono che potrebbe essere uno dei 5 nukenin della nebbia, ma ancora non si sa nulla. Kazuo e la madre di Ise sono andati a controllare, ma hanno chiamato i rinforzi.-
Il piccolo genin, che si sforzava a mantenere il passo, fischio’ –Cavolo Ise, se tua madre ha bisogno di rinforzi questo tipo sara’ super fortissimo!-
Ise senti’ una fitta di preoccupazione alla bocca dello stomaco, ma non rispose.
Senti’ distintamente uno dei due Chunin tirare uno scappellotto al ragazzino, sussurrando –zitto idiota, non lo vedi che e’ preoccupata?!- ma tiro’ dritta, facendo finta di non aver sentito.
Aumento’ il ritmo, improvvisamente avvolta da un brutto presentimento.
E se veramente il genin avesse avuto ragione e sua madre fosse stata in pericolo?
Corsero ancora per alcuni secondi, poi finalmente avvistarono delle figure fra gli alberi.
Gli occhi di Ise scattarono, e quando si fermarono su una nuca bionda, tiro’ un sospiro di sollievo. Sua madre stava bene, era arrivata in tempo.
-Ino-sama, eccoci, siamo arrivati!- esclamo’ Eiken mentre atterravano dietro ai due ninja della cascata. Sua madre si volto’, e le lancio’ un sorriso radioso.
La sua espressione era assolutamente serena, la sua figura sempre la stessa.
Lunghi capelli biondi a nascondere l’occhio, il viso maturo ridente ed il coprifronte della foglia, che scintillava legato alla sua vita.
Sua madre, Ino Yamanaka.
La donna senza paura.
-Ciao Ise-chan! Scusami se ti ho fatto chiamare, oggi era la tua giornata libera…-
Abbraccio’ la figlia di slancio, incurante del fatto che ci fosse un nemico di fronte a loro, e le scocco’ un bacio fra i lunghi capelli, identici ai suoi.
-Oh mamma, non ti preoccupare… Tanto oggi le nuvole non c’erano.- sorrise la ragazza, mettendosi al fianco della madre, arrivando cosi’ campo visivo dell’avversario.
Mentre Kazuo, Ino e Eiken si scambiavano le ultime informazioni, Ise comincio’ a studiare il nemico.
Beh, non sembrava cosi’ pericoloso al primo sguardo.
Era alto, ma non piazzato, con un pesante mantello nero che gli copriva interamente tutto il corpo. Il viso era fasciato da bende, da cui spuntavano un paio di occhi viola che guizzavano attenti fra lei e sua madre.
Non portava armi con se’, nemmeno degli shuriken, e stranamente sul suo coprifronte era impresso un simbolo che Ise non aveva mai visto.
Non sembrava pericoloso a vedersi, ma c’era qualcosa nella sua figura che la metteva in agitazione.
I suoi occhi, soprattutto.
Serpeggiavano fra le loro fila, esaminandoli con attenzione. Li scrutavano con cura maniacale, soffermandosi soprattutto sulla figura di sua madre.
Sembravano accesi da qualche strana frenesia, ed Ise era sicura che in quello sguardo non ci fosse nulla di buono.
Improvvisamente comincio’ a sentirsi una strana ansia addosso.
Poi il ninja misterioso si schiari’ rumorosamente la voce.
-Mi dispiace interrompere questo delizioso quadretto…- la sua voce era irritante, con una lieve nota strafottente. -Ma non sono venuto qui per perdere tempo.-
I due ninja, che avevano parlottato fino a quel momento sui precedenti avvenimenti, si zittirono di botto.
L’avversario alzo’ il braccio destro, anche quello interamente coperto di bende, e punto’ il dito verso la madre di Ise.
-Tu, Ino Yamanaka, sei il mio obiettivo.-
La donna induri’ la mascella, mentre accanto a lei Ise cominciava a posare la mano sul kunai. Gli altri ninja si misero in posizione di difesa.
Ino mosse un passo avanti, seguita in ogni movimento dallo sguardo apprensivo della figlia.
Si posiziono’ fiera davanti al suo avversario, e senza nemmeno un tremito nella voce si limito’ a chiedere. –E chi saresti tu, di grazia?-
Ise noto’ che sotto le bende il loro avversario ghignava soddisfatto.
-Non ti ricordi piu’ di me? Che peccato, non e’ bello essere uccisi da uno sconosciuto…-  Commento’ l’uomo, mentre Ino continuava imperterrita a non mostrare nemmeno un cenno di debolezza.
Era granitica.
Ise scosse la testa, pensando fosse meglio elaborare qualche strategia prima che sua madre decidesse di prendere a pugni quell’uomo per esasperazione.
Poi, mentre stava per partire all’attacco, sua madre fece qualcosa che Ise non avrebbe mai immaginato.
Stava scrutando il nemico, cercando qualche particolare che le potesse suggerire chi fosse la misteriosa figura che avevano davanti, quando di scatto si irrigidi’.
Gli occhi azzurri le si sgranarono, mentre la bocca si spalanco’ per lo stupore.
-Tu…- sussurro’ atterrita, con lo sguardo attonito.
Il corpo si era irrigidito, ed istintivamente la donna aveva mosso un passo indietro.
L’uomo bendato ridacchio’ silenziosamente, mentre nei suoi occhi scintillava una felicita’ inquietante.
Ise estrasse il kunai, notando che l’espressione della madre non presagiva nulla di buono. Sembrava proprio che avesse visto un fantasma.
-Tu.. M-ma come hai fatto? Eri morto…- continuo’ Ino in un soffio .
-Beh, come si dice… Chi non muore si rivede.- l’uomo sibilo’ l’ultima frase con gioia repressa. Ino era nelle sue mani, e con lei tutti gli altri.
Ise vide sua madre tremare impercettibilmente, e tremendamente preoccupata, mosse un passo in direzione dell’avversario, pronta all’attacco.
-Non ti muovere Ise!- urlo’ sua madre, bloccandola dopo i primi due passi.
Tutti e cinque i ninja della cascata osservarono Ino sbalorditi. Cosa diamine stava succedendo?
-Mamma?- sussurro’ la giovane jounin, ancora immobile e con il kunai in mano.
-Vattene Ise. Andatevene tutti. Questa non e’ una battaglia per voi.- dichiaro’ con tono perentorio. Ino estrasse i due sai che teneva attaccati alla cintura, e li impugno’, posizionandosi fra il nemico e i compagni.
-Questo e’ un’avversario troppo forte per tutti voi. Questa e’ la mia battaglia.-
I cinque ninja si scambiarono delle occhiate incredule, mentre la Yamanaka si preparava ad attaccare la figura misteriosa.
-Mamma, ma cosa stai dicendo? Chi e’ quest’uomo?- domando’ Ise, sbigottita.
Ma sua madre non rispose. Si era voltata verso l’uomo misterioso, piena di rabbia.
-Cosa vuoi da me mostro?- sibilo’ con la voce carica di astio.
-Oh, nulla di che. Voglio che tu muoia.- detto questo, la figura parti’ alla carica.
Estrasse da sotto il mantello un lungo bastone di ferro, e calo’ un fendente distruttivo sulla testa di Ino. La donna incrocio’ i due sai intorno al bastone, riuscendo a fermarlo a pochi centimetri dalla testa.
Gli c’era voluto solo un instante.
Che velocita’, si stupi’ Ise, vedendo sua madre respingere il nemico con tutta la sua forza. Quello con una capriola volo’ all’indietro, atterrando nuovamente in posizione di attacco.
Non passo’ nemmeno un secondo, che l’uomo fu di nuovo di fronte a sua madre, roteando il bastone con una rapidita’ inaudita.
Visto come si muove mamma, sara’ sicuramente avvelenato, riflette’ la ragazza analizzando i movimenti della madre. Ino non stava attaccando, stava schivando quel bastone come se fosse stato fatto di fuoco.
E questo era particolarmente strano.
Osservo’ immobile ancora per pochi secondi il combattimento dei due ninja, poi si avvicino’ ai suoi compagni, sicura di aver raccolto abbastanza informazioni per elaborare una strategia adatta.
L’uomo era veloce, rapido ed esperto nel combattimento corpo a corpo.
Utilizzava il bastone con una maestria ammirabile, ma sembrava essere vulnerabile nel combattimento a distanza. In piu’, appariva totalmente sprovvisto di qualsiasi tipo di ninjutsu.
Quindi, tutto stava nel disarmarlo.
Ma per farlo, dovevano arrestare i suoi movimenti.
Fece un fischio ad Eiken, spiegandogli con un paio di segni quale sarebbe stato il loro metodo d’attacco.
Bene, ora tutto stava nel fermarlo… E lei poteva.
 
Ino paro’ l’ennesima stoccata, scivolando indietro di alcuni metri per il contraccolpo. Si fermo’, e riprese il fiato.
-Dimmi, lo stai facendo per vendetta?- chiese al suo nemico, guardandolo astiosa.
Lui rise forte, roteando il bastone fra le dita al pari di un giocoliere.
-Ovviamente. Ma purtroppo per te non sei tu la persona di cui mi voglio vendicare…- le spiego’ con tono divertito, mentre osservava il viso della donna sgranarsi in un’espressione atterrita.
Aveva capito tutto.
-Tu, vuoi uccidere me… per lui?- mormoro’ con gli occhi sgranati.
Ise, che nel mentre si stava preparando all’attacco, si blocco’.
Ma di che diavolo stavano parlando?
-Ovviamente! Quale modo migliore di far soffrire un uomo se non uccidere coloro che ama?- cantileno’ contento, mentre Ino veniva presa dal panico.
La faccenda si metteva male.
-Tu sarai la prima della lista. E’ stato un po’ difficile rintracciarti, dopo che sei fuggita dalla foglia… Chissa’ perche’ poi.- penso’ fra se.
Ino vide Ise sgattaiolare rapida come un gatto alle spalle dell’uomo. La vide piegare un ginocchio, e comporre un sigillo con le dita.
Proprio quel sigillo.
Incurante della battaglia, Ino lancio’ un sai ai piedi della figlia, interrompendo la sua concentrazione. -No Ise! Non usare quella tecnica!- la avverti’ allarmata.
Purtroppo pero’, anche il suo nemico si era voltato a guardare sua figlia.
E la trovo’ in quella posa, tremendamente inconfondibile.
Si mosse con una rapidita’ assoluta, cogliendo la ragazza, ancora stupita dalla strana reazione della madre, alla sprovvista. La prese per il collo, e la sollevo’ di qualche metro.
-Wow, guarda cosa abbiamo qui… - commento’, in preda ad una gioia folle  –Fammi rivedere quei sigilli, eh ragazzina? Strano che tu li sappia usare…-
Commento’, lanciando un’occhiata eloquente ad Ino. Ise tentava di divincolarsi, improgionata com’era nella stretta d’acciaio del nemico.
Sua madre si senti’ morire.
-Bene bene, miss Yamanaka, abbiamo dei nuovi arrivati a me sconosciuti…- commento’ l’uomo, con una risata da invasato. Tutti gli altri ninja lo osservavano esterrefatti, incapaci di muovere un passo.
Fortunatamente, mentre l’uomo abbassava la guardia per lanciare ad Ino uno sguardo divertito, Ise colse l’occasione per passare al contrattacco. Carico’ un calcio con tutta la potenza che aveva in corpo, e lo direziono’ proprio verso l’orecchio del nemico.
L’effetto, come aveva previsto, fu devastante.
I centri del dolore e dell’equilibrio impazzirono, facendo crollare l’uomo a terra come un pezzo di stoffa bagnata. Ise afferro’ il suo bastone e con un balzo da pantera si porto’ fuori dal suo raggio d’azione, accanto a sua madre.
Lo infilzo’ nel terreno, posizionandosi fra sua madre e la figura dell’uomo accasciato a terra.
Lo vide rialzarsi a stento, mentre la benda intorno al suo orecchio cominciava a colorarsi di un rosso intenso.
Sorrise compiaciuta, complimentandosi con se stessa per l’ottimo lavoro.
Il nemico le rivolse un’occhiata assassina, mentre vacillando si rimetteva in piedi.
Ise non aveva il coraggio di usare quella tecnica per fermarlo, non dopo la reazione che avevano avuto lui e sua madre dopo avergliela vista fare.
La situazione era sempre piu’ complicata.
 -Vedo che anche tu hai ereditato il gene bastardo…- Commento’, sfiorandosi l’orecchio ferito con le dita, ritraendole sporche di sague.
-Stupida ragazzina, me la pagherai per questo…-
Ma in quel momento, le cose accaddero tutte troppo velocemente.
Ise non avrebbe mai immaginato qualcosa di simile, non avrebbe mai pensato a quell’opportunita’. A quella variabile impazzita.
Vide gli occhi dell’uomo accanto a lei farsi rossi di rabbia, mentre le lanciavano uno sguardo che presagiva una cosa sola: morte.
Temette per la sua vita, e senza persarci due volte, creo’ il sigillo tanto proibito, allo scopo di terminare questa partita alla svelta.
Una volta arrestata quella furia umana, ci sarebbero stati altri 5 ninja pronti a farlo fuori. La maggioranza era schiacciante.
Senti’ il chakra fluirle fuori dal corpo, ma improvvisamente la sua attenzione venne attirata da un movimento sospetto dietro le sue spalle. Proprio dove aveva infilato nel terreno l’arma del nemico.
Fece solo in tempo a vedere il bastone muoversi, come spinto da una forza invisibile, e dirigersi verso la figura di sua madre, che purtroppo continuava a fissare il nemico.
Il bastone volo’ con una rapidita’ impensabile, ed Ise si getto’ di lato con l’intento di salvarla.
Ma fu troppo tardi.
L’arma passo’ da parte a parte il corpo di sua madre, all’altezza dell’addome.
Urlo’, mentre Ino, ancora con gli occhi sgranati dalla sorpresa, sputava un fiotto di sangue a terra.
La rabbia le monto’ dentro come un fiume incontrollabile. Perse la testa, la calma, il ragionamento. Vedeva solamente sua madre crollare sulle ginocchia, con lo sguardo fisso verso terra.
Ed in quel momento, una furia omicida prese possesso di lei.
-Bastardo!- ruggi’, con una voce che non riconosceva nemmeno come la propria.
Incrocio’ le dita, e finalmente la sua tecnica “proibita” parti’ all’attacco.
La sua ombra, particolarmente allungata grazie alla presenza di quella degli alberi, scatto fulminea verso quella dell’avversario.
Quello, che era troppo impegnato a ridere compiaciuto per notare di essere sotto attacco, improvvisamente si ritrovo’ a non essere piu’ padrone dei propri movimenti.
Abbasso’ lo sguardo, con gli occhi sgranati, e vide una mano d’ombra che gli si arrampicava su per una gamba, e che lentamente si stava dirigendo al suo collo.
Ghigno’, e si giro’ a guardare Ino.
-Allora non mi sbagliavo… Ha ereditato anche lei l’abilita’ della foglia…- Il suo tono di voce non era per niente spaventato, anzi, pareva di sfida.
Ino provo’ a rispondergli, con lo sguardo carico d’odio, ma riusci’ solo a tossire altro sangue. La ferita era troppo profonda.
Ise vide sua madre agonizzante, e con un cenno del capo fece segno agli altri ninja di andare ad aiutarla.
-Non vi preoccupate, lui lo tengo io.- Poi si giro’ verso il piccolo genin, e gli ordino’ prentoria –Vai al villaggio, ed avverti l’ospedale. Che ci mandino un’equipe di ninja medici. Alla svelta-
Il bambino comincio’ a correre, e Ise riporto’ lo sguardo sul nemico.
Vide che la sua ombra era finalmente arrivata al suo collo, e tentando di frenare la rabbia, decise di mettere fine alla partita.
-Ho gia’ visto questa tecnica, sai?- ridacchio’ il nemico sotto le bende, per niente spaventato all’idea di essere totalmente in balia del proprio nemico.
Ise aggrotto’ le sopracciglia, leggermente confusa.
Nessuno nel villaggio sapeva fare quella tecnica, nemmeno sua madre.
E tutti, quando lei la usava in battaglia, restavano spiazzati da un ninjitsu cosi’ particolare. Era strano che quel misterioso uomo l’avesse gia’ vista.
Davanti all’espressione confusa di Ise, l’uomo ridacchio’ ancora piu’ forte.
-Oooh, non te l’ha mai detto… Ecco perche’ non ha voluto che la usassi davanti a me, aveva paura che io ti potessi rivelare qualche segreto- la sua voce tremava dal divertimento, mentre Ise non riusciva a capire una sola parola di quello che l’uomo stava dicendo.
Segreto?! Ma cosa?
-Beh, lascero’ a lei l’onore di dirtelo… In fondo, una madre deve avere delle ultime parole da rivolgere alla figlia sul letto di morte…- rise, tremendamente divertito.
Non si era reso conto di essere in svantaggio?, penso’ la ragazza, incredula.
Senti’ la rabbia bruciarle dentro, e decise di farla finita.
L’uomo la guardo’ con gli occhi accesi da un fuoco inquietante. Sembrava pazzo.
-Sappi, che da ora in poi, sarai tu la prima della mia lista.-
Ise chiuse gli occhi, concentrandosi sul suo ninjutsu.
-Ma stai zitto e muori.- commento’, mentre la sua mano d’ombra faceva schioccare con un sonoro colpo l’osso del collo del nemico.
La battaglia era finita.
 
 
La sera era calata, e il villaggio della cascata era caduto in uno stato di grande tensione.
Ino-sama era stata ferita gravemente, sua figlia Ise aveva ucciso il nemico.
Il suo corpo esanime era stato gettato nel fiume dai Chuunin, ritenendo quell’uomo troppo meschino e crudele per una degna sepoltura.
Ci avrebbe pensato il fiume a trovargli un posto adatto dove riposare, ma tutti speravano che non fosse prima della grande cascata, dove l’acqua si andava a schiantare contro scogli aguzzi ed affilati come rasoi.
Proprio una degna sepoltura.
Ise invece non veva voluto partecipare alla spedizione che aveva visto il corpo del nemico precipitare giu’ dal crepaccio. Aveva preferito seguire sua madre in ospedale, e attendere fuori alla sala operatoria.
Dove si trovava tutt’ora, appoggiata alla spalla di Eiken.
Ogni dieci minuti uscivano da quelle porte dei ninja medici, tutti indaffarati e orribilmente sporchi di sangue,  ma che non riuscivano a rispondere alle domande della giovane. Avevano tutti delle facce preoccupate, ed Ise sentiva l’ansia crescerle dentro, impedendole di respirare.
Dentro la sua testa poi, si affollavano decine di domande, accompagnate dalle strane parole che il nemico le aveva rivolto.
-Oooh, non te l’ha mai detto… Ecco perche’ non ha voluto che la usassi davanti a me, aveva paura che io ti potessi rivelare qualche segreto-
Tutti i misteri giravano intorno a quella tecnica misteriosa.
Ise aveva sempre avuto sin da piccola l’abilita’ di controllare a piacimento la propria ombra. Non era mai stato qualcosa di straordinario ed innaturale per lei, anzi, le era sempre sembrato strano che sua madre non fosse in grado di farlo.
Poi, quando diventando piu’ grande aveva scoperto che la sua tecnica suscitava stupore e meraviglia, aveva attribuito quell’abilita’ al ramo della famiglia che non aveva mai conosciuto.
Proprio come il capovolgimento spirituale, che aveva ereditato da sua madre come abilita’ innata. Un fattore ereditario, che aveva ricevuto sicuramente da suo padre.
Si, suo padre.
Quell’uomo cosi’ misterioso e senza volto, di cui sua madre non le aveva mai parlato. Conosceva dei dettagli, dei piccoli frammenti, ma per lei la figura paterna aveva sempre avuto un volto scuro e senza tratti.
Il viso di un fantasma.
Ma da quanto ricordasse, sua madre non le aveva mai parlato dell’abilita’ di suo padre di controllare le ombre. Anzi, in realta’ non le aveva mai parlato di nessuno che riuscisse ad adoperare una tecnica come la sua.
Improvvisamente il filo dei pensieri di Ise venne interrotto dall’aprirsi della porta, da cui usci’ direttamente il capo dei ninja medici di Taki.
E la sua faccia non prometteva nulla di buono.
Ise si alzo’, ponendosi con viso speranzoso davanti a quello del medico, con gli occhi rivolti in una muta preghiera.
Il ninja-medico la guardo’, sostenne il suo sguardo pochi secondi e poi chino’ il capo, con espressione sconfitta.
Ad Ise sembro’ che il pavimento sotto i suoi piedi cedesse.
Scosto’ il medico, corse fino alla porta, e ignorando i richiami ovattati che gli giungevano alle orecchie, la spalanco’.
Dentro, sdraiata su una barella con un respiratore sopra il viso, stava sua madre.
Arresto’ la sua corsa, spaventata.
-Mamma?- sussurro’, mentre la voce lottava contro le lacrime per uscire.
Ino si volto’ lentamente.
-Oh Ise-chan… sei qui.- mormoro’ sua madre, regalandole un sorriso pieno d’amore che le strazio’ il cuore. Come avrebbe fatto senza di lei?
Rimase paralizzata sull’uscio, non avendo il coraggio di avvicinarsi.
-Vieni qui amore mio, ti prego. Queste fasciature sono troppo strette, ed io non riesco a girarmi. Vieni qui vicino, ti devo parlare.-
Sua madre tossi’ violentemente, ed Ise in un istante le fu accanto.
Quando l’attacco fini’, Ino si volse a guardare la figlia.
Nel momento in cui gli occhi di cielo della madre si unirono con i suoi, Ise senti’ il dolore scoppiarle come un’esplosione. Che le impedi’ di respirare.
-Allora piccola mia, non voglio farmi illusioni. Sono giunta alla fine.- mormoro’.
Il suo viso era sereno, al contrario di quello della figlia.
-Mamma ti prego non dirlo…- sussurro’ Ise, prendendo con dolcezza la mano della madre e stringendola fra le dita delicate. Il groppo in gola faceva cosi’ male da impedirle di deglutire.
-Piccola mia, non c’e’ nulla da nascondere. Io moriro’ oggi, ma lo faro’ portandomi dietro una vita di ricordi straordinari.- sorrise, passando la mano dove era inserita la flebo sulla guancia umida della figlia. –Tu sei stata la mia gioia piu grande, Ise.-
Ino incateno’ lo sguardo con quello della ragazza, che ormai era offuscato dalle lacrime. Sorrise, vedendo i suoi stessi occhi riflessi nel viso giovane della figlia.
Gli stessi capelli biondi, le stesse labbra che ora tremavano in preda ai singhiozzi.
Ma sorrise maggiormente, soffermandosi su quegli impercettibili particolari che le differenziavano, che raccontavano una storia segreta e per troppo a lungo celata.
I particolari che le ricordavano lui
Ise tento’ di trattenere le lacrime, dandosi un contegno.
Ecco, quella sua mania di trattenere le emozioni, quell’orgoglio feroce, quel pudore nel lasciarsi andare ai sentimenti, certo la piccola Ise non l’aveva preso da lei.
Ma da quel testone di suo padre.
Rise dolcemente, mentre nella sua mente passava una vita di ricordi.
Non aveva paura di morire, ma aveva solo un’ultima cosa da fare.
-Piccola mia, ho da dirti una cosa.-
Ise si asciugo’ rapida le lacrime, e si mise in ascolto, pendendo dalle sue labbra.
Ino represse un sorriso.
-C’e’ qualcosa che non ti ho mai detto.- prese un respiro profondo, consapevole che stava per infrangere una promessa che aveva giurato a se stessa di mantere -Tuo padre e’ vivo, e vive nel villaggio segreto della foglia, a Konhoa.-
Ise sgrano’ gli occhi, incredula.
-Cosa?- disse in un sussurro.
-Voglio che tu vada li’ quando io non ci saro’. Non sei piu’ al sicuro a Taki.-
Ino senti’ le forze abbandonarla, e si sforzo’ di rimanere lucida.
Doveva mettere in salvo sua figlia, la morte poteva aspettare.
-C-cerca una donna, S-sakura Haruno. Lei ti aiutera’- continuo’ con la voce sempre piu’ flebile. Ise si dovette avvicinare per sentirla.
-Ma perche’ mamma? Perche’ non sono piu’ al sicuro?-
Ino tossi’ violentemente, sentendo il proprio corpo diventare sempre piu’ insensibile.
Ino si giro’ a guardarla, in un ultimo sforzo.
-Salutami tuo padre Ise.- continuo’ sorridendo. –Lui ti amera’ come ho fatto io.-
Poi chiuse gli occhi, ed il dolore scomparve.
Il viso si tiro’ in un’espressione serena, mentre la macchina accanto a lei emetteva un ultimo, lungo suono.
-Mamma!- la chiamo’ la figlia, prendola per le spalle –MAMMA!-
Sentendola urlare, i medici accorsero.
La portarono via, e la affidarono ad Eiken, non riusci’ a trattenerla.
Scappo’ via, lontano, in preda al dolore.
Con dentro la testa l’ultimo, ma felice, sorriso di sua madre.
 
 
La pira ardeva forte e le scintille danzavano alte su per il cielo.
Uomini e donne vestiti di nero salutavano l’ultimo volo di Ino Yamanaka.
Ise alzo’ lo sguardo vitreo, stringendosi il petto.
Poi, dolcemente, getto’ una cosmea fra le fiamme.
 
Addio mamma.
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Ixia’s_______________________
Eeeeeehm… Ciao.
Si, lo so, questo capitolo fa schifo. Ma a mia discolpa posso dire che l’ho scritto un mese fa, e che la mia sorellina non c’e’, e non mi ha potuto dare una mano a riguardarlo. Inizialmente mi piaceva, ora mi sembra solamente confuso, senza un filo logico.
Vabbe’, mi rifaro’ con il secondo, che sicuramente sara’ migliore. (Ve lo prometto.)
Allora, cosa dire? Vi ho sganciato una bella bomba con questo capitolo.
Ino e’ morta, e sua figlia Ise sta per partire per il villaggio della foglia.
Vi avevo annunciato una ShikaIno, ma voi ora direte: “Come fa ad essere una ShikaIno se Ino muore nel primo capitolo?” Beh, vi dico io, non vi aveva detto che sarebbe stata una ShikaIno come tutte. I riferimenti alla coppia ce ne saranno… Eccome. Ma spero che questo piccolo risvolto di trama non diminuisca il vostro interesse. In fondo, a volte e’ meglio cambiare trama, no?
Allora, cosa dire? Spero vi abbia preso. Spero vi abbia messo un po’ di curiosita’ addosso, che vi sia venuta voglia di seguire questa storia.
Se si, e allora mi sentirei tremendamente realizzata, fatemelo sapere. Una recensione non costa nulla ma rende molto felice chi la riceve.
Il prossimo aggiornamento pernso sara’ sabato. Io sto partendo, quindi non vi potro’ rispondere prima del week-end. Il mio stage corale mi aspetta… E spero che voi nel mentre vi farete sentire.
Alla prossima…
Aspetto i vostri pareri.
 
Kisses, Ixia
   
 
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