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Autore: telesette    13/04/2011    1 recensioni
Durante uno scontro con alcuni banditi, in possesso di speciali amuleti in grado di fermare gli incantesimi, Amelia si sente avvilita a tal punto che chiede a Zel di insegnarle a tirare di scherma... Come reagirà la chimera, davanti alla sua richiesta ?
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Amelia x Zelgadis'
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Gli allenamenti tra Zel e Amelia ripresero a ritmo serrato e costante. La nuova spada era perfetta; Zelgadis aveva dato prova di essere non solo un eccellente spadaccino, ma anche un ottimo artigiano. Subito dopo averla presa in mano, la ragazza avvertì la leggerezza e la solidità dell’arma, era come se fosse una parte di sé. Adesso gli esercizi e lo scambio dei colpi, tra maestro e allieva, si facevano molto più impegnativi: Zelgadis stava mostrando ad Amelia come “affinare” le tecniche di base, rendendo via via i suoi movimenti più fluidi e sciolti; ora Amelia era in grado di eseguire parate e fendenti quasi istintivamente; il suo corpo agile e flessuoso aveva assimilato correttamente i preziosi insegnamenti del suo maestro.

 

- Non esitare, osserva l’avversario, studia i suoi movimenti… Cerca di pensare alla tua prossima mossa, e lascia che sia la spada a “tradurre” il tuo pensiero!

 

Finte, schivate, botta e risposta… la spada era viva nelle loro mani, cosicché ogni colpo era uno spettacolo entusiasmante a vedersi. Ad un tratto però Zel notò qualcosa di strano: malgrado l’indiscutibile abilità di Amelia ( che era notevolmente migliorata rispetto a prima ), non poté fare a meno di accorgersi che la ragazza non stava combattendo al massimo delle sue possibilità; non c’era convinzione nei suoi attacchi; sembrava quasi che avesse “paura” di colpirlo…

 

- D’accordo, ora basta - esclamò Zelgadis severo.

 

Amelia sembrò stupita. La chimera rinfoderò l’arma senza preavviso e le voltò le spalle infastidito.

 

- Ma… che ti prende, Zel ?

- Ti avevo avvertita, Amelia - rispose lui tagliente. - Non sopporto di essere preso in giro…

- Non capisco - mormorò lei appena. - Che cosa ho fatto ?

- Hai anche il coraggio di chiedermelo ? - sbottò la chimera. - Non stai combattendo come ti ho insegnato, non stai combattendo affatto: un duello NON è un “balletto”… Non posso sprecare il mio tempo con una persona che fa finta di combattere!

- Cosa ?!?

- Non far finta di non capire - insistette Zel, furibondo. - Quella che tieni in mano è una spada; dovresti sentirla come una parte di te, invece sembra che tu tenga in mano un serpente per paura che possa mordere qualcuno…

 

Sentendo quelle parole, Amelia ebbe una reazione del tutto inaspettata: Zelgadis riuscì appena a leggere l’espressione sconvolta nei suoi occhi, prima che la ragazza lasciasse cadere l’arma e scappasse via in lacrime.

 

- Amelia, aspetta!

 

Un attimo dopo Amelia era scomparsa. Zelgadis si domandò cosa avesse potuto farla reagire a quel modo, e il suo sguardo si posò inevitabilmente sulla lama ai suoi piedi.

 

***

Amelia stava piangendo sommessamente, le ginocchia strette contro il volto, e il suo corpo era scosso da violenti singhiozzi. Improvvisamente una mano si posò dolcemente sulla sua spalla, facendola sussultare; alzando gli occhi, la ragazza vide il volto di Zel chino sopra di lei.

 

- Zel - esclamò. - Mi dispiace, io… non volevo prenderti in giro, devi credermi !!!

- Adesso calmati - l’interruppe la chimera. - Da quel poco che so di te, suppongo che tu abbia una ragione più che valida per comportarti così… Se non ti va di parlarne, non intendo certo obbligarti; ma se non mi dici qual è il problema, non posso aiutarti in alcun modo!

 

Amelia esitò. Tuttavia Zelgadis aveva ragione: non poteva tenergli nascosta la verità, specie dopo tutto ciò che aveva fatto per lei finora.

 

- Quand’ero ancora molto piccola - cominciò Amelia. - Mia madre rimase vittima di uno sporco attentato: qualcuno la uccise con una spada, proprio davanti ai miei occhi, e io la vidi morire senza poter fare niente…

 

Zelgadis annuì in silenzio. Non immaginava certo che la piccola Amelia, così allegra e intraprendente, potesse aver vissuto una simile esperienza.

 

- Allora avevo giurato di non impugnare mai più una spada, arrivai persino a “detestarle”, è orribile pensare di adoperarla per togliere la vita a qualcuno!

- Allora perché mi hai chiesto di insegnarti ad usarla ?

 

La principessa tacque un attimo prima di rispondere.

 

- Da quando ho conosciuto te e Gourry, ho capito una cosa molto importante: una spada può essere usata sia per un fine ignobile che per una giusta causa… Per questo ho deciso di imparare, voglio mettere anch’io la mia spada al servizio della giustizia, e voglio usarla per difendere quello in cui credo!

 

Zelgadis la osservò attentamente. Amelia non era capace di mentire, non lo avrebbe mai fatto, e non c’era alcun dubbio che fosse sincera.

 

- Hm - sorrise. - Sei veramente incredibile…

- Come ?!?

- Nulla, non farci caso - tagliò corto lui. - Credimi, ci sono cose di te che ammiro veramente ( e in un certo senso, quasi ti invidio! )… Tieni, prendila!

 

La spada che Zelgadis aveva forgiato apposta per lei sembrò emanare un vivido luccichio dalla lama sottile. Amelia la afferrò per l’impugnatura, non senza un certo brivido, e ne sfiorò la superficie metallica in preda a una strana sensazione.

 

- Per quello che può valere, hai tutto il mio rispetto - esclamò Zelgadis, in tono piatto. - Sul serio, sono contento che tu abbia le idee chiare sul “come” far uso di ciò che ti sto insegnando… Tuttavia, se non riuscirai a superare le tue paure e i tuoi timori, è meglio che abbandoni questa idea!

- Ma…

- Pensaci bene - la interruppe Zelgadis. - Non voglio costringerti a fare una cosa che non vuoi, né tantomeno cercare di dissuaderti: quello che voglio dire è che, se deciderai di usare la spada, dovrai accettarne le conseguenze!

 

Così dicendo, la chimera la afferrò per le spalle.

 

- Una spada è una spada - esclamò Zel, guardandola negli occhi. - Ma se non sei sicura di volerla usare, non ha senso continuare… a meno che tu non voglia fare una brutta fine!

 

Amelia rifletté sulle sue parole. Finora aveva imparato a difendersi, ma era impossibile per lei attaccare con decisione, specie ora che il ricordo di sua madre aveva cominciato a riaffiorare alla sua mente. Cosa doveva fare ? Da quando aveva abbracciato l’idea di prendere in mano la spada, aveva cercato di lasciarsi indietro il passato, ma non era facile dimenticare… Senza volerlo, si buttò tra le braccia di Zelgadis, piangendo.

 

- Oh, Zel - singhiozzò lei. - Vorrei combattere, sul serio, ma non ci riesco! Non so cosa fare… Non so cosa fare!

 

La chimera non disse niente. Era chiaro che Amelia aveva bisogno di sfogarsi in quel momento, così le accarezzò dolcemente la testa e aspettò pazientemente che si calmasse.

 

- Prenditi il tempo che ti serve - concluse Zelgadis. - Se il tuo destino è nella spada o no, sono certo che lo capirai da sola… dobbiamo solo avere pazienza, ricordi ? E’ la prima regola che ti ho insegnato!

 

Amelia si asciugò in fretta le lacrime, sforzandosi di sorridere. Zelgadis era assai più di un maestro per lei: era un vero amico!

 

- Grazie - sussurrò.

 

( continua )

 

UNA NOTA DI RINGRAZIAMENTO:

@  Bishoujo Tensai Madoushi, per avermi ricordato un particolare che mi era sfuggito ( ovvero la tragica morte della madre di Amelia e la profonda avversione della ragazza per le armi da taglio ); all'inizio avevo progettato questa storia diversamente ma, ritornando su questo punto, sull'emotività di Amelia e sul lato umano di Zelgadis, devo dire che la trama mi convince molto di più... soprattutto ora che ci avviciniamo all'epilogo!

^__^ GRAZIE

   
 
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